Copyright, diritto d'autore, chiamatelo come volete, è un diritto relativamente recente nella storia dell'umanità (parliamo infatti del 1600-1700, almeno nelle sue primitive forme di tutela dell'autore), ed ora come mai prima sta diventando prioritario metterlo in discussione. Come, vi chiederete, mettere in discussione un diritto sacrosanto? Ebbene il diritto d'autore è sì un diritto più che ragionevole, volto a proteggere gli interessi economici delle persone e delle aziende che creano un'opera, tuttavia il copyright soffre di alcuni difetti che rischiano alla lunga di creare più danni alla collettività ed ai titolari dei diritti che vantaggi. Ma andiamo con ordine.
Caso 1: esce una collection di Capcom contenente 7 beat'em up degli anni '80-'90. Questi giochi rappresentano la maggior parte dei beat'em up arcade realizzati da Capcom, ma ne mancano alcuni: The Punisher, Alien vs Predator e Cadillacs & Dinosaurs, quest'ultimo molto gettonato in sala giochi all'epoca. Il minimo comun denominatore di questi 3 giochi è, forse lo avrete notato, il fatto che sono giochi su licenza, ovvero che all'epoca Capcom ha dovuto pagare i titolari dei diritti per realizzare i relativi giochi. Se per i primi 2 era abbastanza ovvio, così non è per Cadillacs & Dinosaurs, di cui esiste un fumetto nato con il nome Xenozoic Tales ed una breve serie animata di soli 13 episodi. Ad oggi il franchise è praticamente defunto, come tanti altri risalenti agli anni '90 (si veda ad esempio Skeleton Warriors). Eppure se Capcom avesse voluto includere anche questo gioco nel beat'em up bundle avrebbe dovuto pagare un bel po' di soldi ai titolari dei diritti. Non sappiamo se Capcom abbia provato a fare un accordo, probabilmente no, la dirigenza non avrà nemmeno contemplato la cosa. Stesso discorso per The Punisher e Alien vs Predator: il primo in mano alla Marvel (e Disney) ed i secondi in mano alla 20th Century Fox (di recente acquisita sempre dalla Disney!). Il problema è che a volte non basta pagare, a volte infatti il titolare dei diritti può rifiutarsi di cederli, per mere questioni di principio: succede molto di rado, ma può succedere, si veda ad esempio la questione dei diritti delle canzoni di Battisti, che la vedova non vuole cedere alle piattaforme di streaming e download digitali!
Pare evidente che le leggi attuali relative al diritto d'autore di fatto danneggino sia il pubblico (che non può usufruire di certi media), sia il titolare dei diritti (che non prende il becco di un quattrino) sia l'intermediario che pubblica un gioco (o qualsiasi altro media, preferendo non pubblicarlo piuttosto che spendere cifre assurde per ri-assicurarsene i diritti). Se le leggi sul diritto d'autore prevedessero in questi casi una compensazione al titolare del copyright proporzionale alle vendite effettive forse Capcom non ci avrebbe pensato 2 volte ad aggiungere anche questi 3 giochi al bundle.
Caso 2: Sega pubblica una collection dei suoi migliori giochi per Mega Drive, ma tra i suoi classici manca Sonic 3. Come mai, ci si chiederà: la risposta è facile, perché alcune delle musiche sono state composte da Michael Jackson! Finché il Re del Pop era in vita non ci sono mai stati problemi, ma dopo la sua morte gli eredi (anzi, chi gestisce il suo patrimonio) hanno cominciato a farsi avanti e rivendicare ogni possibile fonte di denaro derivante dalle opere scritte da Jackson. Visto che i diritti d'autore possono durare fino a 70 anni dalla morte dell'autore (o dell'ultimo co-autore), va da sé che i parenti del grande Michael Jackson cercheranno di mungere il più a lungo possibile il suo lavoro. Ciò significa però che i fan di Sonic 3 molto probabilmente non vedranno più il gioco in nessuna collection per un bel pezzo, e d'altro canto gli eredi di Jackson non riceveranno un penny da quel gioco.
Caso 3: Nel 2010 uscì al cinema il film Scott Pilgrim vs the World, tratto da una graphic novel di discreto successo. Come capitava spesso in passato venne realizzato anche un più che discreto videogame, realizzato in grafica 8bit ispirata alla graphic novel più che al film. Il gioco venne rilasciato solo per PS3 e Xbox 360, e SOLO sui rispettivi store digitali. Il gioco ottenne un certo successo, finché nel dicembre del 2014 venne cancellato dagli store, perché era scaduto evidentemente il tempo stabilito nel contratto firmato da Ubisoft con l'autore. In sostanza dal 2015 in poi chi aveva comprato il gioco poteva ancora ri-scaricarlo e giocarci, tutti gli altri invece non avevano più questa facoltà. Il fatto di non poterlo più comprare danneggia, seppure molto lievemente, sia l'autore originale, sia Sony che Microsoft (che prendono una percentuale su ogni vendita sui loro store digitali), sia Ubisoft, sia SOPRATTUTTO chi non ha mai potuto giocarci prima, perché non conosceva il gioco o non è riuscito a comprarlo in tempo!
Potrei andare avanti così per un bel pezzo, con molti altri casi, a volte di 20-30 anni fa (o più) a volte molto più recenti. Il problema non si risolverà certo da solo né in breve, anzi si esacerberà sempre di più, danneggiando un po' tutti. Il problema chiaramente si risolverà da sè quando (e soprattutto SE) tali giochi finiranno nel pubblico dominio, ma nel frattempo molti di loro potrebbero essere spariti dalla faccia della Terra!
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Sproloquio videoludico (di Ottobre): quando il copyright danneggia tutti
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#3splitters ha commentato24-01-2019, 00:38Modifica di un commentoOriginariamente inviato da dark13;bt2862
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#4splitters ha commentato24-01-2019, 00:40Modifica di un commentoOriginariamente inviato da dark13;bt2862
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#5splitters ha commentato24-01-2019, 00:43Modifica di un commentoOriginariamente inviato da splitters;bt2865
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