The King of Dragons
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La compagnia dell' anello:
Negli anni 2000, era uscita una trilogia di film ispirata ai romanzi di Tolkien, Il Signore degli Anelli, una storia che aveva per protagonista un nano della razza hobbit, nel suo viaggio sarebbe stato poi accompagnato da un mago, un guerriero, un elfo e un nano. Andando indietro di un decennio, il genere degli hack'n'slash, stava spopolando in sala giochi, grazie ad esponenti come Golden Axe e Rastan, nel 1991 anche Capcom decise di tuffarsi in questo genere, portando in cabinato, un titolo che riprendeva in parte la storia dei tre libri di J.R. Tolkien, ecco a voi, The King of Dragons.
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Un'epica avventura:
La trama come di consueto, è solo un banale pretesto per percorrere un viaggio attraverso mondi mitologici: un gigante dragone rosso, Gildiss ha conquistato con prepotenza e avidità il regno di Malus, toccherà a un manipolo di eroi, un guerriero, un mago, un elfo, un chierico e un nano a fermare l’egemonia del malvagio drago. Analizziamo meglio il gioco, graficamente, si presenta bene, molto bene, ambientazioni ben realizzate che sembrano prendere spunto da un film fantasy e ottima caratterizzazione sia dei protagonisti, sia dei nemici che ricordano molto quelli del famoso gioco di ruolo, Dungeons and Dragons, il tutto inoltre, è stabile e non ha cali di fluidità. Promosso a pieni voti, anche il sonoro che sfrutta bene i chip audio della scheda CPS1, con effetti molto chiari e realistici e musiche di sottofondo piene d’atmosfera. Passiamo ora al gameplay, pezzo forte del gioco, che per quanto abbastanza ordinario, riesce comunque a stupire; i nemici, hanno una discreta intelligenza artificiale e se non presteremo loro abbastanza attenzione, ci attaccheranno anche alle spalle. Cosa interessante però è la crescita del personaggio, più battaglie vinceremo, più il nostro eroe si rinforzerà, inoltre se all’inizio la nostra arma in dotazione sarà piuttosto debole, mano a mano che attraverseremo foreste e manieri, verrà sostituita con un' arma ancora più potente. La crescita del personaggio avviene quindi, come nel cabinato Knights of the Round, anche se il processo sarà meno eclatante. Non mancano inoltre, le magie, che spazieranno dalle più classiche a quelle un po' più originali come la trasformazione in ranocchio e gli effetti ambientali genereranno una tale confusione da accrescere ancora di più la profondità dei combattimenti. Il titolo certo, è godibile in singolo ma riesce a tirare fuori tutto il suo potenziale, in compagnia di uno o due amici, garantendo un’esperienza non duratura ma comunque molto piacevole.
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Gli eroi:
Elfo:
Con il suo arco, uccide i nemici alla lunga distanza, è molto agile e veloce, peccato sia piuttosto debole fisicamente.
Mago:
Come l’elfo, non è molto resistente, non è nemmeno velocissimo in compenso, il suo scettro ha una gittata formidabile ed è più portato a lanciare incantesimi.
Guerriero:
Classico personaggio bilanciato, perfetto per un giocatore poco esperto e da utilizzare in single player.
Chierico:
Guerriero massiccio, per colpa della sua stazza è poco agile, inoltre, i suoi attacchi sono piuttosto lenti e prevedibili, è un combattente che cresce in fretta.
Nano:
Come il chierico e il mago, non è dotato di grande agilità, ma la sua resistenza è fuori dal comune, purtroppo però fa fatica a crescere di livello.
Versione Super Nintendo:
Il 1994 è l’anno della trasposizione per il 16-bit della casa di Kyoto, che a dire il vero è riuscita piuttosto bene. La grafica è molto simile a quella del cabinato, nonostante gli sprites siano più piccoli, i tagli di animazioni agli scenari e una fluidità minore rispetto all’arcade, anche se non è bassa. Anche il sonoro ha subito delle piccole mutilazioni ma nulla di davvero grave, anzi la qualità generale è ottima. Così com’è ottimo il gameplay che riesce a restituire le sensazioni provate con il cabinato. Non ci sono purtroppo modalità extra da riscontrare, se non la possibilità di giocare insieme ad un solo amico, tutto sommato però, se possedete un Super Nintendo, consiglio caldamente di recuperarla questa versione.
Commento finale:
Capcom negli anni 80 e 90, non sbagliava (quasi mai) un colpo. The King of Dragons è l'ennesima dimostrazione di come la casa di Osaka in quegli anni, fosse in forma smagliante, un titolo che in sala giochi è diventato un cult, per la sua ambientazione fantasy condita da un’ottima colonna sonora medievale e da un gameplay magari, non troppo dissimile da altri esponenti più anziani, ma comunque funzionale e divertente, specie se giocato con uno o due amici. In definitiva, approvato!
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Informazioni:
Sistema: Arcade
Anno:1991
Sviluppatore: Capcom
Casa: Capcom
Genere: Beat’em’up/Hack’n’slash
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#1AlextheLioNet ha commentato29-07-2013, 20:55Modifica di un commentoBellissimo gioco! Era il coin-op preferito di un mio amico che ne ha quasi fatto una malattia... alla fine mi ha trasmesso parte di questa sua passione. Stupende le musiche e non solo sotto il profilo compositivo... talvolta non sembra proprio che si tratti di pura e semplice FM synthesis basata sul chip Yamaha YM2151 (OPM -FM Operator Type-M-).
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