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Influenza Cinema game

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    Influenza Cinema game

    I videogiochi non sempre nascono dal nulla senza essersi ispirato a qualche film.
    Grazie ad essi sono nati generi che ancora oggi sono molto popolari:

    DECIMA POSIZIONE
    Conan il Barbaro (John Milius, 1982)
    È il 1982, John Milius è noto ai più come un grande sceneggiatore e il regista di Un mercoledì da leoni, e Schwarzenegger è un culturista con qualche B-movie alle spalle. Tuttavia, una volta messi assieme da Dino De Laurentiis, i due confezionano una resa potentissima del cimmero nato dalla penna di Robert Edward Howard. Un film visivamente massiccio, destinato a imprimere con forza un certo orientamento al genere fantasy, da cui il giovane passatempo videogioco attinge felice. Nascono i Rastan e i Golden Axe e i Barbarian e tanta altra roba impersonata da selvaggi muscolosi in perizoma di pelliccia.


    NONA POSIZIONE
    RoboCop (Paul Verhoeven, 1987)
    Alex Murphy: poliziotto, poi poliziotto fatto a pezzi, poi cyborg che non ricorda più la propria identità ma a un certo punto invece sì, eccetera eccetera. Ma lasciando da parte per un attimo il protagonista eponimo della trilogia, passiamo leggiadri a parlare di un'altra creazione della OCP. Quei giganteschi, cazzutissimi robot bipedi rispondenti al nome di ED-209 (per i meno intimi Enforcement Droid Series 209). Tosti, apparentemente invulnerabili ma in realtà pronti ad entrare in crisi di fronte a una scalinata, i robottoni animati in stop-motion della OCP sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo - e, di riflesso, del mondo videoludico - quanto e più del poliziotto cyborg. Ricordiamo comparsate di loro epigoni in Axelay, Deus Ex, Duke Nukem, Omikron: The Nomad Soul… e vogliamo parlare dei Terran Goliath di StarCraft?


    OTTAVA POSIZIONE
    Rollerball (Norman Jewison, 1975)
    Frutto di quegli anni in cui la fantascienza si prendeva la briga di imbastire le proprie trame attorno a un minimo di critica sociale, anziché affidare il 97% del budget ai tizi degli effetti speciali, Rollerball era e resta un film semplicemente splendido. Quel che conta, nell'economia di questo articolo, è però il fatto che quella interpretata da James Caan sia stata una tra le poche pellicole incentrate su uno sport del futuro a risultare credibile. Al posto dei soliti ludi gladiatori abbiamo infatti uno sport a metà strada tra pattinaggio, motociclismo e pallamano. Le uniformi corazzate dei giocatori e il concetto di uno sport estremamente violento ma verosimile avrebbero fatto epoca, influenzando titoli come Speedball, Cyberball, Soccer Brawl.


    SETTIMA POSIZIONE
    Blade Runner (Ridley Scott, 1982)
    Ma gli androidi, alla fine, le sognano queste pecore elettriche? Deckard è davvero un replicante (hint: Sì)? Ma la Giannina Facio che sta con Ridley Scott non era quella di Emilio e Vacanze di Natale '90? Sì, era lei. Comunque. Il capolavoro di Scott, sulla levatura del quale non ti sembra sinceramente il caso di spendere altre parole (dirai solo che chi non l'ha visto non è più il benvenuto su Next), ha dato un volto nuovo alla fantascienza più sporca, oltre a generare cloni, omaggi e plagi di varia natura in decine e decine di giochi, da Snatcher a Beneath a Steel Sky, passando per Deus Ex e Italian Night 1999 di Simulmondo.


    SESTA POSIZIONE
    Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2002-2004)
    L'uomo Peter Jackson, ex alfiere dello splatter casereccio, diventa all'inizio dello scorso decennio l'idolo di una buona metà degli appassionati del fantasy classico. E il bersaglio di minacce di morte a vario titolo dell'altra metà di quel popolo di nerd. Nota dell'autore: chiunque si senta offeso da quest'ultima definizione, prima di passare alle invettive a mezzo commento, si passi una mano sulla coscienza. Si diceva: la trilogia di Jackson dà una bella spolverata alle creature di Tolkien, dettando nuovi trend in quanto ad acconciature degli elfi, treccine dei nani e bruttezza dei cattivi. Il videogioco si accoda. Magari, se avete giocato a Dragon Age: Origins, avrete notato qualche somiglianza a livello estetico.


    CONTINUA.......
    Tutto sarà bello quando Igor lo rinfrescherà, la sua forza è la nostra forza

    Qui dentro c'è un nuovo mondo, qui dentro c'è il nostro futuro, qui dentro c'è il nostro DESTINO

    #2
    Continua......

    QUINTA POSIZIONE
    Star Wars (George Lucas e altri, 1977 - ∞)
    E parlando di nerd… ah, no: è vero. Si chiamano geek. Cioè, tra loro si chiamano geek (ché fa un po' meno, uh, nerd). Quel che il diversamente alto Jackson ha fatto per il fantasy nel 2002, il cineasta dall'abbigliamento discutibile Lucas l'aveva già fatto con la fantascienza venticinque anni prima, inventandosi questa favoletta cosmica che, nonostante la sua natura di favoletta cosmica, ha traviato generazioni di giovani e meno tali, che oggi vogliono più bene a Boba Fett che a propria madre, si incolleriscono in un niente a sentir nominare tre paroline (Jar, Jar e Binks) e sognano una fidanzata con la fissa per il cosplay della Principessa Leia in Slave Outfit. Il videogioco, anche qui, si accoda. Magari, se avete giocato a Mass Effect, avrete eccetera eccetera.



    QUARTA POSIZIONE
    Rambo (Ted Kotcheff, 1982)
    Di Rambo (in originale First Blood) possiamo dire che è stato tratto dal romanzo di David Morell, che é stato diretto dal regista di Weekend con il morto, e che videoludolandia ne ha tratto spunto per dare alla luce all'incirca sette milioni di soldati tutti uguali, tutti con la fascia tra i capelli, il petto nudo e muscoloso, un pantalone militare, un filo di trucco (mimetico) e un M60 a tracolla. Schwarzenegger e il suo Commando, tre anni più tardi, avrebbero indubbiamente rincarato la dose, ma è John Rambo il grande papà buo… il grande papà dei vari Ikari Warriors, Mercs, Metal Slug e financo Metal Gear.


    TERZA POSIZIONE
    Indiana Jones (Steven Spielberg, 1981 - 2008)
    Sin dalla sua prima apparizione sul grande schermo, trent'anni fa, sin da quella scena della trappola con il macigno rotolante, Henry Walton Jones Junior - meglio noto come Indiana Jones - è entrato di prepotenza non solo nell'iconografia pop, ma nei vocabolari di ogni lingua conosciuta, in qualità di sinonimo del termine avventura. Un tipo di avventura che, chiaramente, andava benissimo per chi era chiamato a inventarsi qualcosa per far divertire della gente giovane dall'altro lato di un televisore. Il primo a capirlo è probabilmente David Crane con Pitfall, ma poi gli esploratori avventurosi fatti di pixel arrivano a nastro, da Rick Dangerous fino a quella tipa inglese con grossi problemi di mal di schiena. Com'è che si chiama?


    SECONDA POSIZIONE
    Matrix (Andy e Larry Wachowski, 1999-2003)
    I Wachowski Bros hanno davvero scritto l'ultima parola significativa nel grande libro della fantascienza hollywoodiana? Può essere. La loro trilogia è quel capolavoro di cui si diceva all'epoca? Può essere (ma anche no). Quel che è certo è che il bullet time, quello slow motion in stile John Woo ma applicato in un contesto ricco di piombo e movenze melliflue, è piaciuto così tanto ai game designer, ma così tanto, che OGNI singolo gioco in cui si spara a della gente in terza persona, da Max Payne di Remedy in giù, ne impiega una qualche variante spicciola.


    PRIMA POSIZIONE EX AEQUO
    I Guerrieri della Notte (Walter Hill, 1979)
    Ehi, frena un attimo! Come sarebbe un ex aequo? Sarebbe che in effetti i titoli da inserire proprio-assolutissimamente-che-non-mi-puoi-dire-di-no in questa classifica erano 11. E siccome una Top 10 con 11 titoli suonava davvero male, ex aequo. Se non vi sta bene, prendetevela con Castelli, ché qui c'è da lavorare. Dunque: cosa ci ha dato il capolavoro di Walter Hill sulla gente che si picchiava duro in una notte d'estate senza luna? Al cinema in genere, la metafora dell'Anabasi di Senofonte più fica di sempre. A centinaia di software house, l'idea di giochi in cui dei tizi scendono in strada per scambiarsi in simpatia calci, pugni e colpi di mazza da baseball. Seguono in ordine sparso Final Fight, Streets of Rage, Renegade e tutti gli altri dodicimila beat'em up a scorrimento d'ambientazione metropolitana.


    PRIMA POSIZIONE EX AEQUO
    Aliens - Scontro Finale (James Cameron, 1986)
    Fermatemi se la conoscete già: ci sono questi marine dello spazio. Quello alto e un po' sinistro, la tipa tostissima con i tratti del viso scolpiti nella pietra, il giullare, un protagonista neutro, buono per tutte le occasioni. E poi ci sono i mostri che "vengono fuori dalle fottute pareti". Dice: è Metroid: Other M? No. Halo Reach? Nemmeno. Cioè, pure, ma all'origine di tutto c'è comunque James Cameron, che a metà anni Ottanta decide di dare un seguito all'horror fantascientifico di Ridley Scott del '79 con una pellicola carica di azione, visivamente incredibile, zeppa di momenti memorabili. I marine del tenente Gorman non sono sopravvissuti alla loro missione su LV-426, ma nel pianeta videogioco sono ancora in giro dopo tutti questi anni. E pure belli arzilli.


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    Ultima modifica di Robbey; 16-10-2010, 12:43.
    Tutto sarà bello quando Igor lo rinfrescherà, la sua forza è la nostra forza

    Qui dentro c'è un nuovo mondo, qui dentro c'è il nostro futuro, qui dentro c'è il nostro DESTINO

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      #3
      Ho visto tutti i film presentati ma non credevo che molti videogames erano ispirati a queste pellicole che hanno fatto storia nel cinema. Sapevo che Matrix ha ispirato videogiochi come Max Payne o Strangehold ma non sapevo nulla delle altre pellicole
      Tutto sarà bello quando Igor lo rinfrescherà, la sua forza è la nostra forza

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        #4
        I videogiochi, devono sempre trarre spunto dal cinema? con Max Payne ad esempio è nato un nuovo genere di sparatutto che spopola ancora oggi,Metal SLug ispirato all'eroe solitario stereotipato come Rambo 2 è divertente ma conta di più la devastazione
        Tutto sarà bello quando Igor lo rinfrescherà, la sua forza è la nostra forza

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