Riporto quì una interessante quanto ampiamente integrabile discussione del vecchio forum sul rapporto tra videogioco e arte e sul ruolo svolto dalla tecnica in questo/a dualismo / identità:
AlextheLioNet:
Prendo spunto dalla News che rivela il pensiero del padre di Mario, Shigeru Miyamoto, sul rapporto tra arte e videogiochi.
Miyamoto non pensa che i videogiochi siano arte:
Tema molto complesso, ma anche stimolante! Voi cosa ne pensate?
Secondo me Miyamoto ha sostenzialmente ragione.
I videogiochi non sono arte.
I videogiochi possono includere aspetti artistici dovuti al talento, appunto, artistico di uno o più grafici (che siano character o background designer), di uno o più musicisti e di uno o più sceneggiatori videoludici (colui o coloro che concepiscono il plot narrativo del vg).
L'arte, dunque, è un gradito "effetto collaterale" del prodotto d'intrattenimento videoludico.
Fra l'altro il valore artistico di un videogioco, pur indubbiamente positivo, non è fondamentale per determinarne la riuscita qualitativa.
Un videogioco, infatti, deve essenzialmente offrire un buon numero di ore di stimolante divertimento, deve coinvolgere, appassionare, intrattenere piacevolmente, in alcuni casi anche emozionare per determinate soluzioni narrative, registiche, estetiche, musicali o stilistiche.
Ecco... lì entra in gioco l'elemento artistico che può essere o meno legato alla sequenza narrativa, come integrato ad una particolare fase interattiva, ma rimane in ogni caso ben delimitato a specifici elementi che si armonizzano in una o più sequenze particolarmente riuscite da punto di vista, appunto, artistico.
Il prodotto nel suo insieme può essere di eccelso livello qualitativo nell'ambito che più conta, quello specificamente videoludico, senza concedere molto sul piano artistico (così come un videogioco molto ricco in contenuti artistici può risultare tendenzialmente carente in aspetti fondamentali quali giocabilità, longevità e varietà).
L'eccellenza artistica e quella videoludica, dunque, viaggiano su binari paralleli.
Può capitare che s'incontrino e allora l'arte costituisce un valore aggiunto del prodotto d'intrattenimento... valore aggiunto che si limita a particolari aspetti e non sublima il videogioco nel suo insieme ad opera d'arte, cosa che, pur indubbiamente apprezzabile, non rientra negli obiettivi primari di questo tipo di produzioni.
musehead:
Alex, ma il tuo ragionamento ancora l'arte videoludica a pittura e musica. Arte, nel contesto dei videogiochi, vuol dire anche bilanciare perfettamente i combattenti in Street Fighter. E' una nuova disciplina ed è multimediale, per questo si finisce a parlare di musica e grafica. Il cinema è un'altra arte multimediale ma, attenzione, non è solo l'unione di musica e recitazione, in quanto porta elementi ulteriori come la qualità del montaggio, per esempio. Il cinema quindi è un arte che c'ha messa decenni ad affermarsi come tale perchè tutti cercavano di giudicarla coi parametri del teatro. Con i videogiochi si sta commettendo lo stesso errore. Se Miyamoto può essere considerato un artista non è perchè Mario è ben disegnato, ma perchè è un prodigio di level design ed innovazione. E non c'entra nulla con l'arte della pittura e della musica, è l'arte dei videogiochi che non potrà mai essere inquadrata come tale finchè non verrà giudicata coi parametri adatti.
Come dicevo nella news, Granturismo 4 è, per me, arte, forse più di un Final Fantasy, e semplicemente perchè nell'ambito dei videogiochi è un miracolo di elementi ben gestiti e mescolati, frutto di menti creative e geniali come quelle della Polyphony anche se non ci sono disegni fantastici e musiche epiche. I videogiochi vanno giudicati come arte del divertimento, ecco tutto.
AlextheLioNet:
Secondo me nei videogochi gli spunti artistici solo legati a determinate soluzioni visive, acustiche, narrative, sceneggiative o registiche frutto del talento di singoli individui.
Tutti gli elementi dotati di valenza artistica che si possano ravvisare in un prodotto videoludico non forniscono al prodotto videoludico stesso considerato nel suo insieme una valenza artistica.
Nè d'altra parte l'arte rientra nei fini statutari di questi prodotti d'intrattenimento.
Per questo ho parlato di arte "collaterale" che di per sè non determina necessariamente la qualità videoludica.
Gli spunti artistici, in ogni caso, possono fare la differenza tra due videogiochi che abbiano tutte le carte in regola nei parametri fondamenali, quelli prettamente videoludici.
Nella stragrande maggioranza dei casi gli elementi di eccellenza dei capolavori videoludici sono legati alla perizia tecnica dei programmatori, all'abilità e all'ingegnosità dei game designer, alla competenza di planners e "sceneggiatori".
Si tratta, dunque, di tecnica, di know-how di alto livello... ed è la qualità del professionismo inteso come "mestiere" videoludico, che incide maggiormente in questi prodotti, senz'altro molto più di eventuali graditissimi ma non fondamentali spunti artistici.
musehead:
Ma la capacità di restituire la morbidezza di un lenzuolo col marmo che aveva Michelangelo non è perizia tecnica? Il fotorealismo di alcuni pittori non è perizia tecnica? Loro usano marmo e colori, i programmatori usano la tastiera, dov'è la differenza?
Fiorello fa varietà, non disegna, non suona (a volte canta), sta là solo per intrattenere ma lo fa bene. Non è un artista?
Cannon Fodder (come diceva Heclegar nella sua videorece) prova a far riflettere sui temi della guerra restituendo anche un mare di divertimento. Jon Hare non è un artista per questo? FIFA 10 tenta di rendere armonica, perfetta e divertente l'azione di ventidue umani, non è questo un gesto artistico? Anche tecnico, è ovvio, ma come potrebbe essere bravo un artista se non è dotato di tecnica?
Puoi definire i videogiochi "arte collaterale" solo se non li consideri l'arte del divertimento. Questo, però, vuol dire che nell'accezione di arte tocca escludere anche il cinema e tutto ciò che non è fondato sulle arti CLASSICHE. Se vogliamo parlare di arti classiche è un altro discorso e siamo tutti d'accordo che i videogiochi, cresciuti negli ultimi trent'anni, non possano esserlo, ma se diciamo che la riuscita di un videogioco dipende da game designer, planners e sceneggiatori (che svolgono lavoro concettuale e non tecnico) vuol dire che c'è una contraddizione. E ripeto: il tecnico, ovvero il coder, è un grande artista nell'ottenere dalla macchina un'opportunità di intrattenimento.
AlextheLioNet:
Che la perizia tecnica sia uno dei presupposti dell'arte è verissimo, ma si tratta, appunto, di una condizione necessaria ma non sufficiente.
Perchè si possa parlare di "arte" ci vuole ben altro che un alto o altissimo livello di mestiere professionistico nel progettare dei modelli di movimento, un sistema raffinatissimo di gestione delle fonti di luce sulle textures, un'ingegnoso sistema di comando o quant'altro.
In questo caso si parla generalmente di notevole competenza e di ottimo professionismo nella specifica specializzazione e non di arte.
Nei caso dei capolavori videoludici ci sono comunque delle punte di straordinaria eccellenza a livello di ingegno tecnico, inventiva e creatività che si possono considerare anche artistiche nel caso in cui si ravvisi una vera e propria ispirazione creativa.
Ma si tratta in ogni caso di aspetti, elementi, venature, sfaccettature... frammenti, anche consistenti e, in alcuni casi, abbaglianti di arte funzionale al divertimento.
Non è raro che questa notevole visibilità dipenda semplicemente dal contesto inevitabilmente non artistico in cui questi bagliori di creatività sembrano brillare più del dovuto.
Poi c'è da considerare anche il semplice fatto che ogni prodotto videoludico è frutto di un compromesso tra progetto iniziale e realizzazione pratica in relazione ad aspetti molto concreti, pratici e contingenti quali: budget, marketing, target e relativi approcci di interazione, tempi di realizzazione e hardware di riferimento.
Alla fine il risultato finale è un compromesso, un punto di equilibrio tra un gran numero di pesi e contrappesi.
Tutto questo non è, secondo me, un presupposto che possa consentire al videogioco, inteso nel suo insieme, di essere considerato come "opera d'arte"... a meno che non la si intenda, appunto, come... "arte del compromesso".
Sunstoppable:
Non posso che essere d'accordo con muse. Non buttiamo il discorso sul fatto che per esempio il videogioco non è arte solo perchè ha scopi di lucro, perchè così facendo elimineremo la musica e il cinema dalla definizione di arte. Come giustamente faceva notare gianluca, come un cantante (oltre a farlo per diventare ricco) compone musica per esternare i suoi sentimenti o altro o per rendere tangibili delle emozioni, anche un coder di videogiochi ti proggramma il gioco per restituire delle emozioni. Purtroppo per rendere un videogioco "arte" sembra che questi debba avere al suo interno elementi esterni come musica e cinema, però non lo giudichiamo per i suoi elementi artistici, come la capacità di regalarci emozioni, sia con la storia, sia con la musica sia per una grande qualità del gameplay. L'esempio di GT5 calza a pennello. I programmatori , senza mettere in scena una storia, senza particolari musiche, ti riescono a donare l'emozione di stare al volante di un bolide proprio per la loro bravura di riuscira a riprodurre delle cose reali grazie allo strumento console. La polyphony dalla Ps3 ti ricavano gt5, un musicista dalla chitarra ti ricava una canzone, un regista dalla cinepresa ti ricava un film, uno scultore da una pietra ti ricava una scultura e un pittore da una tela e pennelli ti ricava un quadro, tutti con un unico scopo, regalare emozioni. forse un giorno quando il videogioco avrà una "vita propria" senza essere sempre accostato ad altre forme artistiche, sarà analizzato con parametri consoni al suo essere. Così potremmo parlare di arte videoludica...
musehead:
Infatti, ma poi anche riprendendo l'esempio del "compromesso" fatto da Alex, va detto che il cinema ed il teatro fanno le stesse cose. Notre Dame de Paris non lo puoi inscenare degnamente se non hai un budget che ti consenta di assumere un'orchestra e di creare un bel palcoscenico, senza dimenticare che devi pagare cantanti e ballerini, quindi il budget condizionerà la tua produzione. Idem per il cinema: a me Avatar non è piaciuto, ma Cameron è definito un artista ed ha incassato solo Oscar tecnici. Come mai? Perchè la sua valanga di soldi gli ha consentito di restituire un'emozione grazie alle competenze tecniche dei suoi strapagati ARTISTI che hanno realizzato una strepitosa computer grafica che ha colpito. Non è arte?
Comunque continuo a dire che stiamo ricorrendo a riferimenti ad altre arti perchè ci ostiniamo a non considerare la capacità di intrattenere un arte, il che è una contraddizione visto che teatro, letteratura e cinema fanno lo stesso. Miyamoto fa davvero il modesto, ma secondo me sai come si incazzerebbe se dicessimo che Super Mario è solo un programma ben compilato...
AlextheLioNet:
Nessuno nega ad un prodotto di intrattenimento un valore artistico... non avrebbe senso e si tratterebbe di una flagrante negazione della realtà.
Io nego il valore artistico globale al videogioco nel suo insieme in quanto prodotto di intrattenimento di genere differente rispetto a teatro e cinema.
Nel caso del teatro e del cinema (la settima arte) il fine può essere sì di intrattenimento, ma non si tratta di espressioni creative paragonabili al videogioco.
Il videogioco, infatti, è interattivo e ha un fine ben preciso: il divertimento.
Il cinema e il teatro possono intrattenere e divertire, così come emozionare (commuovere, indignare, rattristare ecc.) e l'intento dell'artista è suscitare, appunto, emozioni, coinvolgere, rapire e far provare agli spettatori le stesse correnti emotive che provano gli attori (dal greco "sympatheia": patire / provare emozioni insieme).
Nel videogioco tutto ciò è collaterale in quanto funzionale divertimento interattivo, scopo fondamentale del prodotto videoludico.
Si tratta, dunque, di spunti, di elementi, di accorgimenti sapientemente mirati ad accentuare il coinvolgimento per coinvolgere, appassionare e, in ultima analisi, divertire di più e rendere più intensa l'esperienza di gioco.
Nei videogiochi di eccelso livello qualitativo, dunque, l'arte, oltre ad essere delimitata a specifici aspetti e situazioni, è funzionale al divertimento e non risponde agli stessi fini delle opere cinematografiche o teatrali.
Il videogioco ingloba e sfrutta la tecnica cinematografica per migliorare l'esperienza videoludica, con la struttura di quest'ultima che deve garantire la piena funzionalità di tutto il meccanismo videoludico... altrimenti, per quanto i contenuti multimediali siano "artistici", l'insieme non funziona a dovere.
Con questo non voglio dire che non esistano titoli bellissimi che, nell'ambito dei prodotti videoluduci e nel loro specifico genere, possono essere tranquillamente considerati capolavori, ma si tratta in ogni caso di un comparto ben diverso da quelli dove si manifestano le espressioni artistiche propriamente dette.
L'arte in alcuni casi penetra nel videogioco e ne sublima determnati aspetti fino a farli considerare come elmenti artistici a sè stanti, ma questo non significa che il videogioco stesso nel suo insieme possa essre considerato arte, cosa di cui, peraltro, non ha assolutamente bisogno per per ottenere apprezzamenti.
Il videogioco non ha, dunque, bisogno di essere "artistico" per raggiungere eccellenti livelli qualitativi... se poi l'eccellenza videoludica è già presente, un po' di spunti artistici costituiscono indubbiamente un gradito valore aggiunto.
musehead:
Mi dispiace, ma non capisco cosa intendi per spunti artistici. Ti riferisci alle arti classiche? In tal caso è inopportuno parlarne in videogiochi o cinema, perchè sono arti moderne. Il game designer cerca di far provare al giocatore delle emozioni, che possono essere i brividi di Silent Hill o la frenesia di Dodonpachi, è uguale. Nel cinema l'artista è il regista, nel disegno è il pittore, nel videogioco altre figure come il game designer...
AlextheLioNet:
Classiche e moderne.
La musica e la narrativa (nel senso di sceneggiatura videoludica, ideazione del plot narrativo) sono le classiche.
Poi ci sono le moderne: visiva (grafica e computer grafica) e cinematografica (la "regia videoludica").
In ogni caso si tratta di elementi in cui è possibile, in certi casi, riconoscele la scintilla dell'arte, delimitata e confinata ad aspetti ben precisi del prodotto ludico.
AlextheLioNet:
Prendo spunto dalla News che rivela il pensiero del padre di Mario, Shigeru Miyamoto, sul rapporto tra arte e videogiochi.
Miyamoto non pensa che i videogiochi siano arte:
Tema molto complesso, ma anche stimolante! Voi cosa ne pensate?
Secondo me Miyamoto ha sostenzialmente ragione.
I videogiochi non sono arte.
I videogiochi possono includere aspetti artistici dovuti al talento, appunto, artistico di uno o più grafici (che siano character o background designer), di uno o più musicisti e di uno o più sceneggiatori videoludici (colui o coloro che concepiscono il plot narrativo del vg).
L'arte, dunque, è un gradito "effetto collaterale" del prodotto d'intrattenimento videoludico.
Fra l'altro il valore artistico di un videogioco, pur indubbiamente positivo, non è fondamentale per determinarne la riuscita qualitativa.
Un videogioco, infatti, deve essenzialmente offrire un buon numero di ore di stimolante divertimento, deve coinvolgere, appassionare, intrattenere piacevolmente, in alcuni casi anche emozionare per determinate soluzioni narrative, registiche, estetiche, musicali o stilistiche.
Ecco... lì entra in gioco l'elemento artistico che può essere o meno legato alla sequenza narrativa, come integrato ad una particolare fase interattiva, ma rimane in ogni caso ben delimitato a specifici elementi che si armonizzano in una o più sequenze particolarmente riuscite da punto di vista, appunto, artistico.
Il prodotto nel suo insieme può essere di eccelso livello qualitativo nell'ambito che più conta, quello specificamente videoludico, senza concedere molto sul piano artistico (così come un videogioco molto ricco in contenuti artistici può risultare tendenzialmente carente in aspetti fondamentali quali giocabilità, longevità e varietà).
L'eccellenza artistica e quella videoludica, dunque, viaggiano su binari paralleli.
Può capitare che s'incontrino e allora l'arte costituisce un valore aggiunto del prodotto d'intrattenimento... valore aggiunto che si limita a particolari aspetti e non sublima il videogioco nel suo insieme ad opera d'arte, cosa che, pur indubbiamente apprezzabile, non rientra negli obiettivi primari di questo tipo di produzioni.
musehead:
Alex, ma il tuo ragionamento ancora l'arte videoludica a pittura e musica. Arte, nel contesto dei videogiochi, vuol dire anche bilanciare perfettamente i combattenti in Street Fighter. E' una nuova disciplina ed è multimediale, per questo si finisce a parlare di musica e grafica. Il cinema è un'altra arte multimediale ma, attenzione, non è solo l'unione di musica e recitazione, in quanto porta elementi ulteriori come la qualità del montaggio, per esempio. Il cinema quindi è un arte che c'ha messa decenni ad affermarsi come tale perchè tutti cercavano di giudicarla coi parametri del teatro. Con i videogiochi si sta commettendo lo stesso errore. Se Miyamoto può essere considerato un artista non è perchè Mario è ben disegnato, ma perchè è un prodigio di level design ed innovazione. E non c'entra nulla con l'arte della pittura e della musica, è l'arte dei videogiochi che non potrà mai essere inquadrata come tale finchè non verrà giudicata coi parametri adatti.
Come dicevo nella news, Granturismo 4 è, per me, arte, forse più di un Final Fantasy, e semplicemente perchè nell'ambito dei videogiochi è un miracolo di elementi ben gestiti e mescolati, frutto di menti creative e geniali come quelle della Polyphony anche se non ci sono disegni fantastici e musiche epiche. I videogiochi vanno giudicati come arte del divertimento, ecco tutto.
AlextheLioNet:
Secondo me nei videogochi gli spunti artistici solo legati a determinate soluzioni visive, acustiche, narrative, sceneggiative o registiche frutto del talento di singoli individui.
Tutti gli elementi dotati di valenza artistica che si possano ravvisare in un prodotto videoludico non forniscono al prodotto videoludico stesso considerato nel suo insieme una valenza artistica.
Nè d'altra parte l'arte rientra nei fini statutari di questi prodotti d'intrattenimento.
Per questo ho parlato di arte "collaterale" che di per sè non determina necessariamente la qualità videoludica.
Gli spunti artistici, in ogni caso, possono fare la differenza tra due videogiochi che abbiano tutte le carte in regola nei parametri fondamenali, quelli prettamente videoludici.
Nella stragrande maggioranza dei casi gli elementi di eccellenza dei capolavori videoludici sono legati alla perizia tecnica dei programmatori, all'abilità e all'ingegnosità dei game designer, alla competenza di planners e "sceneggiatori".
Si tratta, dunque, di tecnica, di know-how di alto livello... ed è la qualità del professionismo inteso come "mestiere" videoludico, che incide maggiormente in questi prodotti, senz'altro molto più di eventuali graditissimi ma non fondamentali spunti artistici.
musehead:
Ma la capacità di restituire la morbidezza di un lenzuolo col marmo che aveva Michelangelo non è perizia tecnica? Il fotorealismo di alcuni pittori non è perizia tecnica? Loro usano marmo e colori, i programmatori usano la tastiera, dov'è la differenza?
Fiorello fa varietà, non disegna, non suona (a volte canta), sta là solo per intrattenere ma lo fa bene. Non è un artista?
Cannon Fodder (come diceva Heclegar nella sua videorece) prova a far riflettere sui temi della guerra restituendo anche un mare di divertimento. Jon Hare non è un artista per questo? FIFA 10 tenta di rendere armonica, perfetta e divertente l'azione di ventidue umani, non è questo un gesto artistico? Anche tecnico, è ovvio, ma come potrebbe essere bravo un artista se non è dotato di tecnica?
Puoi definire i videogiochi "arte collaterale" solo se non li consideri l'arte del divertimento. Questo, però, vuol dire che nell'accezione di arte tocca escludere anche il cinema e tutto ciò che non è fondato sulle arti CLASSICHE. Se vogliamo parlare di arti classiche è un altro discorso e siamo tutti d'accordo che i videogiochi, cresciuti negli ultimi trent'anni, non possano esserlo, ma se diciamo che la riuscita di un videogioco dipende da game designer, planners e sceneggiatori (che svolgono lavoro concettuale e non tecnico) vuol dire che c'è una contraddizione. E ripeto: il tecnico, ovvero il coder, è un grande artista nell'ottenere dalla macchina un'opportunità di intrattenimento.
AlextheLioNet:
Che la perizia tecnica sia uno dei presupposti dell'arte è verissimo, ma si tratta, appunto, di una condizione necessaria ma non sufficiente.
Perchè si possa parlare di "arte" ci vuole ben altro che un alto o altissimo livello di mestiere professionistico nel progettare dei modelli di movimento, un sistema raffinatissimo di gestione delle fonti di luce sulle textures, un'ingegnoso sistema di comando o quant'altro.
In questo caso si parla generalmente di notevole competenza e di ottimo professionismo nella specifica specializzazione e non di arte.
Nei caso dei capolavori videoludici ci sono comunque delle punte di straordinaria eccellenza a livello di ingegno tecnico, inventiva e creatività che si possono considerare anche artistiche nel caso in cui si ravvisi una vera e propria ispirazione creativa.
Ma si tratta in ogni caso di aspetti, elementi, venature, sfaccettature... frammenti, anche consistenti e, in alcuni casi, abbaglianti di arte funzionale al divertimento.
Non è raro che questa notevole visibilità dipenda semplicemente dal contesto inevitabilmente non artistico in cui questi bagliori di creatività sembrano brillare più del dovuto.
Poi c'è da considerare anche il semplice fatto che ogni prodotto videoludico è frutto di un compromesso tra progetto iniziale e realizzazione pratica in relazione ad aspetti molto concreti, pratici e contingenti quali: budget, marketing, target e relativi approcci di interazione, tempi di realizzazione e hardware di riferimento.
Alla fine il risultato finale è un compromesso, un punto di equilibrio tra un gran numero di pesi e contrappesi.
Tutto questo non è, secondo me, un presupposto che possa consentire al videogioco, inteso nel suo insieme, di essere considerato come "opera d'arte"... a meno che non la si intenda, appunto, come... "arte del compromesso".
Sunstoppable:
Non posso che essere d'accordo con muse. Non buttiamo il discorso sul fatto che per esempio il videogioco non è arte solo perchè ha scopi di lucro, perchè così facendo elimineremo la musica e il cinema dalla definizione di arte. Come giustamente faceva notare gianluca, come un cantante (oltre a farlo per diventare ricco) compone musica per esternare i suoi sentimenti o altro o per rendere tangibili delle emozioni, anche un coder di videogiochi ti proggramma il gioco per restituire delle emozioni. Purtroppo per rendere un videogioco "arte" sembra che questi debba avere al suo interno elementi esterni come musica e cinema, però non lo giudichiamo per i suoi elementi artistici, come la capacità di regalarci emozioni, sia con la storia, sia con la musica sia per una grande qualità del gameplay. L'esempio di GT5 calza a pennello. I programmatori , senza mettere in scena una storia, senza particolari musiche, ti riescono a donare l'emozione di stare al volante di un bolide proprio per la loro bravura di riuscira a riprodurre delle cose reali grazie allo strumento console. La polyphony dalla Ps3 ti ricavano gt5, un musicista dalla chitarra ti ricava una canzone, un regista dalla cinepresa ti ricava un film, uno scultore da una pietra ti ricava una scultura e un pittore da una tela e pennelli ti ricava un quadro, tutti con un unico scopo, regalare emozioni. forse un giorno quando il videogioco avrà una "vita propria" senza essere sempre accostato ad altre forme artistiche, sarà analizzato con parametri consoni al suo essere. Così potremmo parlare di arte videoludica...
musehead:
Infatti, ma poi anche riprendendo l'esempio del "compromesso" fatto da Alex, va detto che il cinema ed il teatro fanno le stesse cose. Notre Dame de Paris non lo puoi inscenare degnamente se non hai un budget che ti consenta di assumere un'orchestra e di creare un bel palcoscenico, senza dimenticare che devi pagare cantanti e ballerini, quindi il budget condizionerà la tua produzione. Idem per il cinema: a me Avatar non è piaciuto, ma Cameron è definito un artista ed ha incassato solo Oscar tecnici. Come mai? Perchè la sua valanga di soldi gli ha consentito di restituire un'emozione grazie alle competenze tecniche dei suoi strapagati ARTISTI che hanno realizzato una strepitosa computer grafica che ha colpito. Non è arte?
Comunque continuo a dire che stiamo ricorrendo a riferimenti ad altre arti perchè ci ostiniamo a non considerare la capacità di intrattenere un arte, il che è una contraddizione visto che teatro, letteratura e cinema fanno lo stesso. Miyamoto fa davvero il modesto, ma secondo me sai come si incazzerebbe se dicessimo che Super Mario è solo un programma ben compilato...
AlextheLioNet:
Nessuno nega ad un prodotto di intrattenimento un valore artistico... non avrebbe senso e si tratterebbe di una flagrante negazione della realtà.
Io nego il valore artistico globale al videogioco nel suo insieme in quanto prodotto di intrattenimento di genere differente rispetto a teatro e cinema.
Nel caso del teatro e del cinema (la settima arte) il fine può essere sì di intrattenimento, ma non si tratta di espressioni creative paragonabili al videogioco.
Il videogioco, infatti, è interattivo e ha un fine ben preciso: il divertimento.
Il cinema e il teatro possono intrattenere e divertire, così come emozionare (commuovere, indignare, rattristare ecc.) e l'intento dell'artista è suscitare, appunto, emozioni, coinvolgere, rapire e far provare agli spettatori le stesse correnti emotive che provano gli attori (dal greco "sympatheia": patire / provare emozioni insieme).
Nel videogioco tutto ciò è collaterale in quanto funzionale divertimento interattivo, scopo fondamentale del prodotto videoludico.
Si tratta, dunque, di spunti, di elementi, di accorgimenti sapientemente mirati ad accentuare il coinvolgimento per coinvolgere, appassionare e, in ultima analisi, divertire di più e rendere più intensa l'esperienza di gioco.
Nei videogiochi di eccelso livello qualitativo, dunque, l'arte, oltre ad essere delimitata a specifici aspetti e situazioni, è funzionale al divertimento e non risponde agli stessi fini delle opere cinematografiche o teatrali.
Il videogioco ingloba e sfrutta la tecnica cinematografica per migliorare l'esperienza videoludica, con la struttura di quest'ultima che deve garantire la piena funzionalità di tutto il meccanismo videoludico... altrimenti, per quanto i contenuti multimediali siano "artistici", l'insieme non funziona a dovere.
Con questo non voglio dire che non esistano titoli bellissimi che, nell'ambito dei prodotti videoluduci e nel loro specifico genere, possono essere tranquillamente considerati capolavori, ma si tratta in ogni caso di un comparto ben diverso da quelli dove si manifestano le espressioni artistiche propriamente dette.
L'arte in alcuni casi penetra nel videogioco e ne sublima determnati aspetti fino a farli considerare come elmenti artistici a sè stanti, ma questo non significa che il videogioco stesso nel suo insieme possa essre considerato arte, cosa di cui, peraltro, non ha assolutamente bisogno per per ottenere apprezzamenti.
Il videogioco non ha, dunque, bisogno di essere "artistico" per raggiungere eccellenti livelli qualitativi... se poi l'eccellenza videoludica è già presente, un po' di spunti artistici costituiscono indubbiamente un gradito valore aggiunto.
musehead:
Mi dispiace, ma non capisco cosa intendi per spunti artistici. Ti riferisci alle arti classiche? In tal caso è inopportuno parlarne in videogiochi o cinema, perchè sono arti moderne. Il game designer cerca di far provare al giocatore delle emozioni, che possono essere i brividi di Silent Hill o la frenesia di Dodonpachi, è uguale. Nel cinema l'artista è il regista, nel disegno è il pittore, nel videogioco altre figure come il game designer...
AlextheLioNet:
Classiche e moderne.
La musica e la narrativa (nel senso di sceneggiatura videoludica, ideazione del plot narrativo) sono le classiche.
Poi ci sono le moderne: visiva (grafica e computer grafica) e cinematografica (la "regia videoludica").
In ogni caso si tratta di elementi in cui è possibile, in certi casi, riconoscele la scintilla dell'arte, delimitata e confinata ad aspetti ben precisi del prodotto ludico.
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