Già, di cose non materiali ne acquistiamo tante. Inoltre, gli stessi soldi che spendiamo non passano più dalle nostre mani fisicamente, tutto è virtualizzato ed un item virtuale comporta un beneficio reale (soddisfazione, vantaggi). E' giusto come concetto, a mio avviso.
Non conosco il gioco di cui parli, Boyakki, ma come spesso accadeva per i vecchi titoli, era l'obiettivo di partenza ad essere diverso: quello in cui ti stai cimentando vuole puntare sulla sfida vera, vuol creare problemi al videogiocatore, mentre oggi la produzione attuale ti impegna meno e soprattutto tende a fornirti la soluzione assieme al gioco, vuoi tramite mappa con indicatore su dove dirigersi o addirittura pilota automatico... Il gioco devi finirlo per comprare l'altro! Prima forse le softco erano più ingenue e puntavano sulla qualità...
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Dipendenza da videogiochi
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Scusate se per un attimo vado off topic, ma volevo segnalarvi una recensione che sto per inviare: Legacy of the Wizard, un platform/adventure per NES. Lo cito qui perché è esattamente all'estremo opposto di quei giochi in cui tutto è evidente e predeterminato al massimo: un gioco che ti getta letteralmente in un ambiente immenso, senza una minima preparazione né indizi su come adoperare le abilità dei personaggi. Giochi e ti senti sperduto, come se fossi finito davvero in un immenso dungeon labirintico.
Ho pensato di dargli un voto basso perché la frustrazione che ne deriva limita molto il divertimento, però... dopo aver letto questi esempi, non sono più sicuro che sia una cosa così negativa. Forse non sono più abituato a questo stile di gioco...
Tornando in topic, mi ha molto colpito l'equivalenza tra beni reali e beni virtuali, è una cosa a cui non avevo mai pensato, ma in fondo ci potevo arrivare, con tutte le transazioni basate sul "denaro elettronico" che esistono, anche per acquistare cose come account (quindi immateriali), era logico che il passo successivo sarebbe stato quello...Ultima modifica di Boyakki; 09-11-2010, 20:22.
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Io fino a qualche anno fa credevo che tutti i videogiochi avessero effetti negativi su di noi, ma ora mi sono rso conto che fa perdere la testa a chi gioca a generi molto surreali, come ad esempio sparatutto o social games come the sims. Giochi come simulazioni di sport, gestionali, strategici, giochi umoristici o classici come gli scacchi non creano strani effetti in moi
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Sì, però nei JRPG rimane una sceneggiatura importante ed i combattimenti spesso presentano degli ostacoli strategici. Fermo restando che la crescita dei personaggi è sempre necessaria (ma anche nei JRPG occidentali), un conto è che ti serva per avanzare nella trama, un altro è che ti serva solo per collezionare qualcosa. Il potenziamento delle caratteristiche è nella definizione di gioco di ruolo, del resto. Il problema nasce quando diventa un pretesto per farti rimanere incollato allo schermo... WoW ed i Pokémon ti portano a giocarli per abitudine, per passare il tempo facendo qualcosa di molto prevedibile e conosciuto, per moltissimi JRPG questo non vale.
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Originariamente inviato da musehead Visualizza il messaggioNon è solo il genere MMORPG o Browser game a puntare su questo meccanismo, ma anche alcuni single-player che non richiedono abbonamenti. Basta citare i Pokémon: sono giochi "non divertenti", sono passatempi in cui ripetere all'infinito le solite cose, come combattere ripetutamente i nemici nelle terre di Final Fantasy. Si tratta di offrire una garanzia di 100 o più ore di gioco e non 100 ore di divertimento. Tristissimo. Però se conquisti un Pokémon è un premio, hai vinto, ti senti gratificato. Per cosa? Per avere solo speso del tempo, senza aver superato una reale sfida?
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Per la serie "una volta li chiamavamo videogiochi"...
Il quadro dipinto nel link è sconvolgente eppure reale. Il paragone con il ratto e la sua gabbia è calzante in ogni aspetto, è terribile.
Un videogioco possiede due peculiarità irrinunciabili per definirsi tale: la capacità di farci ammazzare un po' di tempo e quella di offrirci una sfida. Il problema è che una sfida troppo dura scoraggia i giocatori, ragion per cui molti sviluppatori si sono orientati su prodotti fruibili da tutti. Fino a che si parla di New Mario e Donkey Kong col pilota automatico possiamo limitarci a mere considerazioni sull'abbassamento della difficoltà, mentre quando l'obiettivo è tenere il giocatore più tempo possibile incollato al pad/mouse... diventa preoccupante, diventiamo sacchi di monete da svuotare.
WoW e tanti altri hanno bisogno di abbonamenti, quindi una sfida costante, mai troppo difficile per non lasciarci mollare. Quindi veniamo "trattenuti" e, cosa più triste, non divertiti. Quanti possono dire di esaltarsi di fronte ad un gioco che ti costringe ad eseguire sempre le solite azioni? Pochi, credo. Quindi entra il meccanismo "rimani e ti premiamo", perché continuando a combattere anche senza divertirsi si può ottenere un item. E la spiegazione del premio "random" è davvero disturbante.
Non è solo il genere MMORPG o Browser game a puntare su questo meccanismo, ma anche alcuni single-player che non richiedono abbonamenti. Basta citare i Pokémon: sono giochi "non divertenti", sono passatempi in cui ripetere all'infinito le solite cose, come combattere ripetutamente i nemici nelle terre di Final Fantasy. Si tratta di offrire una garanzia di 100 o più ore di gioco e non 100 ore di divertimento. Tristissimo. Però se conquisti un Pokémon è un premio, hai vinto, ti senti gratificato. Per cosa? Per avere solo speso del tempo, senza aver superato una reale sfida?
Idem per i trofei di PSN e XBLA, purtroppo.
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se fino a qualche anno fa avevo dei dubbi sugli effettivi effeti che i videogiochio possono avere su di noi guardando un po' male questi tipi di articoli, con il tempo ho maturato cher effettivamente non hanno tutti i torti. i dati ci sono. sono dell'idea però che dipenda sempre da chi gioca, da come è preposto mentalmente... io ricordo una mia amica che diceva che i videogame "facevano diventare scemi" per poi vederla attaccata per 4 ore di seguito a Zuma... cosa aveva zuma che aveva così tanto creato dipendenza in un soggetto che fino a qualche giorno prima denigrava i videogame?
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Dipendenza da videogiochi
Ho trovato un articolo molto interessante sul sito Cracked, che di solito si occupa di umorismo più o meno sarcastico, ma stavolta ha elencato una lista in due parti chiamata: "I 5 modi inquietanti in cui i videogiochi tentano di renderci dipendenti".
In sostanza vengono esaminati a livello neuro-psicologico e comportamentale i meccanismi che rendono così imprescindibile stare attaccati a "giochi" come quelli di Facebook (talvolta anche con risultati tragici, come dimostra una recente notizia di cronaca: http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=124644). Non dico che sono rimasto scioccato nel leggerlo, ma senz'altro visto da un diverso punto di vista è effettivamente un po' inquietante vedere quello che stiamo diventando sotto le mani di chi sviluppa questi giochini aparentemente innocui...
Mi piacerebbe sapere la vostra opinione in merito.Tag: browser game, donkey kong, fan, final fantasy, genere, giocatore, giocatori, ico, link, mario, mmorpg, possibile, premio, problema, prodotti, psn, serie, sfida, single-player, sviluppatori, tratta, tutti, videogiochi, videogioco, xbla
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