Discussione interessante. Io non giudico aprioristicamente male quelli che comprano al "primo giorno" (parliamo in italiano per una volta ) un nuovo gioco o una nuova console: anzi in quest'ultimo caso ho sempre avuto un pò di invidia, da ragazzino, per chi all'epoca si è potuto permettere l'acquisto, ad esempio, di un Dreamcast giapponese appena uscito: una cosa veramente da bava alla bocca e da fare invidia agli amici ma fuori (e di molto) dalla portata delle mie tasche... Per il resto, soprattutto ora che siamo cresciuti (si spera, almeno!) la maggior parte di noi frequentatori di questo forum diciamo non più giovincelli (mi ci metto pure io che ho 30 anni) difficilmente sbava dietro alla console appena uscita, anche se magari a differenza di quando siamo ragazzini ce la possiamo permettere.
Tuttavia se lo stato dell'industria attuale è quello che è (serializzazione sfrenata, diminuzione della voglia di rischiare e tendenza all'appiattimento sui soliti generi, in primis FPS) non è certo colpa di chi si compra la Dreamcast al day one ma piuttosto dei tanti (purtroppo) pecoroni (sono d'accordo con MBry0) che comprano, magari a prezzo pieno, sempre gli stessi giochi soltanto basandosi sul nome o sulla pubblicità, invogliando così i produttori a battere sempre le stesse strade (cercando anche di renderle più "percorribili" dalle masse: che equivale a dire eccessiva semplificazione del gameplay e autocensura su ciò che può essere considerato troppo complesso/troppo scomodo/troppo innovativo)
Ora, non voglio fare lo snob. Anche io qualche gioco a prezzo pieno anche ora ogni tanto (ma molto raramente: 9 volte su 10 compro su siti inglesi, o usato, o molto tempo dopo l'uscita del gioco) me lo concedo: ma soltanto perchè ho fiducia nello sviluppatore, apprezzo quello che fa e voglio per così dire ricompensarlo: è il caso di David Cage oppure di Tim Schafer, e non a caso sono stato felice di sovvenzionare quest'ultimo tramite kickstarter con la mia bella donazione di 15 dollari che si potrebbe dire "fatta alla cieca" (non sapendosi ancora nulla della nuova avventura grafica che svilupperà), ma per quanto mi riguarda è come per un centrocampista della Juve passare la palla a Pirlo Anzi, ancora mi chiedo come dei capolavori assoluti di arte videoludica come Grim Fandango, Psychonauts o Stacking abbiano venduto così poco, e non a caso il povero Tim ha dovuto ricorrere a kickstarter per racimolare qualche soldo, visto che i produttori non vogliono più saperne di finanziare un genere, un tempo sulla cresta dell'onda ma oggi ormai fagocitato dalle spietate logiche di mercato, come quello delle avventure grafiche
Tuttavia se lo stato dell'industria attuale è quello che è (serializzazione sfrenata, diminuzione della voglia di rischiare e tendenza all'appiattimento sui soliti generi, in primis FPS) non è certo colpa di chi si compra la Dreamcast al day one ma piuttosto dei tanti (purtroppo) pecoroni (sono d'accordo con MBry0) che comprano, magari a prezzo pieno, sempre gli stessi giochi soltanto basandosi sul nome o sulla pubblicità, invogliando così i produttori a battere sempre le stesse strade (cercando anche di renderle più "percorribili" dalle masse: che equivale a dire eccessiva semplificazione del gameplay e autocensura su ciò che può essere considerato troppo complesso/troppo scomodo/troppo innovativo)
Ora, non voglio fare lo snob. Anche io qualche gioco a prezzo pieno anche ora ogni tanto (ma molto raramente: 9 volte su 10 compro su siti inglesi, o usato, o molto tempo dopo l'uscita del gioco) me lo concedo: ma soltanto perchè ho fiducia nello sviluppatore, apprezzo quello che fa e voglio per così dire ricompensarlo: è il caso di David Cage oppure di Tim Schafer, e non a caso sono stato felice di sovvenzionare quest'ultimo tramite kickstarter con la mia bella donazione di 15 dollari che si potrebbe dire "fatta alla cieca" (non sapendosi ancora nulla della nuova avventura grafica che svilupperà), ma per quanto mi riguarda è come per un centrocampista della Juve passare la palla a Pirlo Anzi, ancora mi chiedo come dei capolavori assoluti di arte videoludica come Grim Fandango, Psychonauts o Stacking abbiano venduto così poco, e non a caso il povero Tim ha dovuto ricorrere a kickstarter per racimolare qualche soldo, visto che i produttori non vogliono più saperne di finanziare un genere, un tempo sulla cresta dell'onda ma oggi ormai fagocitato dalle spietate logiche di mercato, come quello delle avventure grafiche
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