Capita frequentemente, ormai, di imbattersi in giovanotti che prendono l'ultimo FPS, action-RPG o action-adventure, lo divorano e vanno avanti col prossimo. Tutto legittimo, anche molto bello se la mettiamo in termini di popolarità del medium videoludico.
Io, però, che di giochi ho fatti pure tanti ma spalmati in decadi e, ahimè, non anni, soffro ogni tanto di fughe nel passato della mente che mi riportano ai tanti piccoli passi, segnati ognuno da un gioco nuovo, verso quello che abbiamo ottenuto oggi.
Navigando come di consueto, mi sono poco fa imbattuto in un meraviglioso tributo ad una serie non molto popolare, ormai, ma di grande significato storico e artistico: Mercenary. Giocarci oggi è un atto di grossa forza di volontà che sfiora autolesionismo per quanto sia scomoda l'interfaccia, spoglia la grafica e macchinoso il gameplay.
E' una trilogia videoludica che ci fionda nel futuro, in un mondo che non è statico, nel quale dobbiamo cercare persone, prendere taxi, arricchirsi, persino darsi alla politica. Open world, lo chiamiamo oggi, ma forse su un Commodore 64 o uno Spectrum è un'altra cosa.
Vi linko QUI un sito dedicato nel quale sono capitato che mi ha provocato un fugace brivido di malinconia, soprattutto quando ho visto la data di realizzazione: 1997. Una vita fa. I grossi network del videogioco non esistevano e (sembra incredibile) neppure Google, mentre Excite ed Alta Vista indicizzavano solo umili e piccoli siti in HTML come questo. Mi collegavo ad internet col modem da 56k ed un Pentium a 90 Mhz, una configurazione fantascientifica pensando a Mercenary.
Io, però, che di giochi ho fatti pure tanti ma spalmati in decadi e, ahimè, non anni, soffro ogni tanto di fughe nel passato della mente che mi riportano ai tanti piccoli passi, segnati ognuno da un gioco nuovo, verso quello che abbiamo ottenuto oggi.
Navigando come di consueto, mi sono poco fa imbattuto in un meraviglioso tributo ad una serie non molto popolare, ormai, ma di grande significato storico e artistico: Mercenary. Giocarci oggi è un atto di grossa forza di volontà che sfiora autolesionismo per quanto sia scomoda l'interfaccia, spoglia la grafica e macchinoso il gameplay.
E' una trilogia videoludica che ci fionda nel futuro, in un mondo che non è statico, nel quale dobbiamo cercare persone, prendere taxi, arricchirsi, persino darsi alla politica. Open world, lo chiamiamo oggi, ma forse su un Commodore 64 o uno Spectrum è un'altra cosa.
Vi linko QUI un sito dedicato nel quale sono capitato che mi ha provocato un fugace brivido di malinconia, soprattutto quando ho visto la data di realizzazione: 1997. Una vita fa. I grossi network del videogioco non esistevano e (sembra incredibile) neppure Google, mentre Excite ed Alta Vista indicizzavano solo umili e piccoli siti in HTML come questo. Mi collegavo ad internet col modem da 56k ed un Pentium a 90 Mhz, una configurazione fantascientifica pensando a Mercenary.