Ieri, mentre facevo un pò di ordine in garage, ho riesumato delle vecchie riviste che conservo in un cartone: Mega console, PlayStation Magazine, PS power ecc. L'occhio è caduto in particolare su un PS Magazine del dicembre '97 con in copertina Cloud di Final Fantasy VII e la dicitura "numero speciale di 144 pagine" ("speciale" era pure il prezzo di 14.900 lire ma erano tempi in cui, non avendo a disposizione internet, si era disposti a spendere di più per una rivista di vg...). Bene, preso da un pò di nostalgia, lo apro e lo sfoglio con calma e noto alcune cose:
- le numerose inserzioni pubblicitarie di negozi e negozietti italiani di videogiochi, oggi invece inghiottiti, poveri loro, dalle grandi catene straniere.
- una differenziazione più netta fra i giochi europei, quelli americani e quelli giapponesi che andava a vantaggio dell'arricchimento e di una differenziazione culturale che stimolava reciprocamente
- i giapponesi erano decisamente più avanti di noi rispetto ad oggi: la sezione giapponese riportava ad es. delle foto da sbavo di un Gran turismo ancora molto in là da uscire in Europa, mentre nella terra del Sol Levante era già uscito da un pezzo, con tanto di joypad analogico con vibrazione Dual shock a corredo (non sapevo che il Dualshock in Giappone fosse diffuso già nel '97! ).
- infine una cosa che mi ha sconcertato: nelle recensioni di quel mese, oltre a Final fantasy VII giustamente premiato con un 10 (anche se gli diedero solo 7 al sonoro! Le meravigliose musiche di Nobuo Uematsu gridano ancora vendetta...) e a Tomb raider 2 anch'esso premiato con un 10 (qui invece sono stati di manica larga) c'è una recensione di Castlevania Symphony of the night (era un mese bello ricco, quello lì, non c'è che dire... ci starebbe bene una "macchina del tempo" di Musehead ) che non saprei definire se approssimativa e incompetente o se soltanto figlia di un periodo in cui c'era la moda del 3D: a Castlevania davano soltanto un 7 stiracchiato motivando così: "Giocabile e immenso, ma privo della brillantezza dei predecessori e un pò 2D " e poi ancora "E' un platform? Un gioco di ruolo? O è solo un terribile ritorno ritorno ai vecchi giochi che si giocavano su Megadrive e SNES?" . E notavo anche nel resto della rivista questo continuo riferimento alla "sensazionale tecnologia del 3d" per cui i giochi bidimensionali, anche stupendo come Castlevania, erano improvvisamente considerati da buttare, quasi preistorici.
Ora, sappiamo bene come negli ultimi anni c'è stata un cambiamento di prospettiva e i giochi di quel periodo siano stati storicizzati, a vantaggio dell'obiettività di giudizio, però mi chiedo: non è più o meno quello che sta succedendo adesso con i giochi più alla moda e di maggior successo, peraltro alcuni ottimi, come God of war (con miriadi di cloni) e soprattutto con le "nuove sensazionali tecnologie" del Kinect, del Move e compagnia? Tutto a discapito di contenuti e della intrinseca qualità del videogioco, oggi come 13 anni fa...
Ora mi chiedo: chissà quanti Castlevania SOTN oggi escono e sono valutati male (e magari fra 10 anni saranno rivalutati, si spera...) oppure magari non escono proprio perchè gli sviluppatori sono scoraggiati dalle richieste del momento?
Cosa ne pensate? Come si evolverà la situazione secondo voi?
- le numerose inserzioni pubblicitarie di negozi e negozietti italiani di videogiochi, oggi invece inghiottiti, poveri loro, dalle grandi catene straniere.
- una differenziazione più netta fra i giochi europei, quelli americani e quelli giapponesi che andava a vantaggio dell'arricchimento e di una differenziazione culturale che stimolava reciprocamente
- i giapponesi erano decisamente più avanti di noi rispetto ad oggi: la sezione giapponese riportava ad es. delle foto da sbavo di un Gran turismo ancora molto in là da uscire in Europa, mentre nella terra del Sol Levante era già uscito da un pezzo, con tanto di joypad analogico con vibrazione Dual shock a corredo (non sapevo che il Dualshock in Giappone fosse diffuso già nel '97! ).
- infine una cosa che mi ha sconcertato: nelle recensioni di quel mese, oltre a Final fantasy VII giustamente premiato con un 10 (anche se gli diedero solo 7 al sonoro! Le meravigliose musiche di Nobuo Uematsu gridano ancora vendetta...) e a Tomb raider 2 anch'esso premiato con un 10 (qui invece sono stati di manica larga) c'è una recensione di Castlevania Symphony of the night (era un mese bello ricco, quello lì, non c'è che dire... ci starebbe bene una "macchina del tempo" di Musehead ) che non saprei definire se approssimativa e incompetente o se soltanto figlia di un periodo in cui c'era la moda del 3D: a Castlevania davano soltanto un 7 stiracchiato motivando così: "Giocabile e immenso, ma privo della brillantezza dei predecessori e un pò 2D " e poi ancora "E' un platform? Un gioco di ruolo? O è solo un terribile ritorno ritorno ai vecchi giochi che si giocavano su Megadrive e SNES?" . E notavo anche nel resto della rivista questo continuo riferimento alla "sensazionale tecnologia del 3d" per cui i giochi bidimensionali, anche stupendo come Castlevania, erano improvvisamente considerati da buttare, quasi preistorici.
Ora, sappiamo bene come negli ultimi anni c'è stata un cambiamento di prospettiva e i giochi di quel periodo siano stati storicizzati, a vantaggio dell'obiettività di giudizio, però mi chiedo: non è più o meno quello che sta succedendo adesso con i giochi più alla moda e di maggior successo, peraltro alcuni ottimi, come God of war (con miriadi di cloni) e soprattutto con le "nuove sensazionali tecnologie" del Kinect, del Move e compagnia? Tutto a discapito di contenuti e della intrinseca qualità del videogioco, oggi come 13 anni fa...
Ora mi chiedo: chissà quanti Castlevania SOTN oggi escono e sono valutati male (e magari fra 10 anni saranno rivalutati, si spera...) oppure magari non escono proprio perchè gli sviluppatori sono scoraggiati dalle richieste del momento?
Cosa ne pensate? Come si evolverà la situazione secondo voi?
Commenta