Non ho giocato l'ultimo della serie e non sono neppure un grande fan della saga, ma Skyward Sword è stato osannato ancor prima di essere pubblicato. E' il noto hype "a prescindere" dei nintendari (molto apple-style) oppure meriti effettivi? A sorpresa il sito principale della zona Pal, 1UP, si è rivelato molto duro con un'analisi cruda sulla politica Nintendo.
Premettendo che non si dice assolutamente che sia un brutto gioco, si cita la strategia "una misura va bene per tutti", perfetta per Mario e Wii Sports ma che non si addice a una saga coraggiosa e caratteristica come Zelda.
"Questo Zelda brilla per gli impeccabili controlli e la rivoluzione dei dungeon, ma ci sono cinque cose che fanno di tutto per buttare giù la serie"
1- "Invece di consegnare una varietà di contenuti, il gioco sceglie il riciclo senza vergogna. La maggior parte del gioco vede Link rivisitare aree con i più infimi pretesti, con compiti semplici e non immaginativi con tanti time-trial incredibilmente noiosi (...) Considerando che ci sono appena tre distretti, il costante backtracking spunta fuori molto prima di rendersi conto che il gioco intero suona come un disco rotto."
2- "paragonato agli altri Zelda, SS presenta un mondo molto statico. Gli altri presentavano strumenti per cambiare il tempo, meteo e altro, l'arpa di SS è solo uno stupido minigioco. Gli altri Zelda davano anche la possibilità di modificare il territorio ed è proprio ciò in cui SS sembra così poco creativo. (...) Anche il ciclo giorno/notte è stato molto semplificato e ridotto ad una opzione binaria. SS sembra un museo in cui guardare e non toccare."
3- Mancanza di esplorazione. "SS riduce il girovagare senza meta, ma lo fa sbloccando un livello per volta, risultando disconnesso, lineare e totalmente senza sorprese. (...) Il game design non ti fa accorgere di un'area finché il prossimo obiettivo non ne giustifica l'esistenza."
4- "Tradizionalmente, gli Zelda enfatizzavano il cast attorno a Link e davano al giocatore un incentivo a continuare l'avventura. (...) Nintendo non dà priorità alla personalità nella sua ultima installazione. Infatti, viene da chiedersi se i pericoli del mondo siano almeno passati nella mente degli abitanti di Skyloft, dato che non potremo neppure scoprirlo parlandoci."
5- Riguarda Fi, la guida di Link che "è ossessionata dal sottolineare le cose ovvie. Si comporta involontariamente come il peggiore boss del gioco ed ha come obiettivo quello di rubarvi tutto il gusto della scoperta in ogni possibile momento. Se Navi sapeva quando parlare, Fi ci fa il riassunto delle informazioni ogni volta che termina un dialogo. (...) Che senso ha Fi? La sua utilità è di mostrarsi come simbolo di eccellenza della perdita di fede da parte di Nintendo verso il suo pubblico."
Insomma, belle bastonate e questo è il link per l'intero articolo. Skyward Sword pare sia stato lodato "a prescindere" perché "è bello e vende", ma l'analisi approfondita di professionisti veterani di ogni Zelda si è rivelata assai cruda. Da leggere anche i commenti a corredo dell'articolo che spesso rincarano la dose. Da notare che l'articolo è stato ospitato nella homepage di Ign, il che potrebbe denotare un certo malcontento anche da parte del colosso editoriale nintendiano.
Premettendo che non si dice assolutamente che sia un brutto gioco, si cita la strategia "una misura va bene per tutti", perfetta per Mario e Wii Sports ma che non si addice a una saga coraggiosa e caratteristica come Zelda.
"Questo Zelda brilla per gli impeccabili controlli e la rivoluzione dei dungeon, ma ci sono cinque cose che fanno di tutto per buttare giù la serie"
1- "Invece di consegnare una varietà di contenuti, il gioco sceglie il riciclo senza vergogna. La maggior parte del gioco vede Link rivisitare aree con i più infimi pretesti, con compiti semplici e non immaginativi con tanti time-trial incredibilmente noiosi (...) Considerando che ci sono appena tre distretti, il costante backtracking spunta fuori molto prima di rendersi conto che il gioco intero suona come un disco rotto."
2- "paragonato agli altri Zelda, SS presenta un mondo molto statico. Gli altri presentavano strumenti per cambiare il tempo, meteo e altro, l'arpa di SS è solo uno stupido minigioco. Gli altri Zelda davano anche la possibilità di modificare il territorio ed è proprio ciò in cui SS sembra così poco creativo. (...) Anche il ciclo giorno/notte è stato molto semplificato e ridotto ad una opzione binaria. SS sembra un museo in cui guardare e non toccare."
3- Mancanza di esplorazione. "SS riduce il girovagare senza meta, ma lo fa sbloccando un livello per volta, risultando disconnesso, lineare e totalmente senza sorprese. (...) Il game design non ti fa accorgere di un'area finché il prossimo obiettivo non ne giustifica l'esistenza."
4- "Tradizionalmente, gli Zelda enfatizzavano il cast attorno a Link e davano al giocatore un incentivo a continuare l'avventura. (...) Nintendo non dà priorità alla personalità nella sua ultima installazione. Infatti, viene da chiedersi se i pericoli del mondo siano almeno passati nella mente degli abitanti di Skyloft, dato che non potremo neppure scoprirlo parlandoci."
5- Riguarda Fi, la guida di Link che "è ossessionata dal sottolineare le cose ovvie. Si comporta involontariamente come il peggiore boss del gioco ed ha come obiettivo quello di rubarvi tutto il gusto della scoperta in ogni possibile momento. Se Navi sapeva quando parlare, Fi ci fa il riassunto delle informazioni ogni volta che termina un dialogo. (...) Che senso ha Fi? La sua utilità è di mostrarsi come simbolo di eccellenza della perdita di fede da parte di Nintendo verso il suo pubblico."
Insomma, belle bastonate e questo è il link per l'intero articolo. Skyward Sword pare sia stato lodato "a prescindere" perché "è bello e vende", ma l'analisi approfondita di professionisti veterani di ogni Zelda si è rivelata assai cruda. Da leggere anche i commenti a corredo dell'articolo che spesso rincarano la dose. Da notare che l'articolo è stato ospitato nella homepage di Ign, il che potrebbe denotare un certo malcontento anche da parte del colosso editoriale nintendiano.
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