Le origini (1986-1989)
Bentornati nella rubrica Retrospettive Videoludiche, rassegna che nella sua quarta puntata vede arrivare Castlevania, una saga fondamentale per chi ama i videogiochi ed uno dei franchise più importanti dell’intero panorama videoludico. Ogni nuovo episodio della serie, infatti, viene accolto con estremo interesse da tutta la comunità giocante, nuovi e vecchi appassionati, tutti curiosissimi di vedere come questo gioco dalle origini nobili ed antiche riesca a reinventarsi... ancora una volta. Proprio da Dracula, protagonista principale di tutti gli episodi, anche se “solo” in qualità di boss finale, il transilvanico franchise ha appunto ereditato la caratteristica principale, ovvero la capacità di reincarnarsi periodicamente. La saga gode infatti di una grandissima longevità e ci accompagna dal lontano 1986, festeggiando proprio quest'anno il venticinquennale. Gli episodi usciti sono quasi tutti di ottima qualità, soprattutto se ci riferiamo a quelli bidimensionali. Per una maledizione, forse lanciata alla Konami dallo stesso Dracula, stufo di essere sempre perseguitato ad ogni visita nel mondo dei mortali, la serie ha sempre avuto problemi con la terza dimensione. I capitoli in 3D visti dal 1999 in poi, infatti, non hanno mai del tutto convinto pubblico e critica, e si attende ancora un ritorno alla grandezza di un tempo. Inizia oggi in questa rubrica una lunga carrellata, divisa in ben quattro puntate, dedicata appunto a Castlevania. Una serie di articoli, dunque, per ripercorrere insieme la storia della serie dalle sue origini fino ad oggi. In alto i paletti di frassino cacciatori, il principe delle tenebre sta per risorgere!
Venticinque anni tra vampiri e spicchi d'aglio
Castlevania è un marchio decisamente longevo ed ha al suo attivo, per ora, oltre 30 giochi, ai quali si devono aggiungere uno spin-off ed i due episodi di Kid Dracula, parodia del gioco. Questa immensa mole di titoli è stata prodotta in ben venticinque anni, facendo raggiungere alla serie lo status di simbolo dei videogames. In un tale arco di tempo, ovviamente, la saga ha avuto modo di evolversi, generando di fatto tre sotto serie, distinte per alcuni elementi di gameplay, pur restando sempre molto legata alle ambientazioni iniziali.
Le dinamiche di Castlevania: tipologia A, il platform adventure 2D
La prima tipologia di gameplay, a cui appartengono gli episodi più classici, è quella del filone del platform adventure bidimensionale puro, durato oltre dieci anni, dal primo Castlevania del 1986 fino a Castlevania Legends per GBC del 1998, per ora ultimo rappresentante retail della prima sotto serie. Recentemente la tipologia A è stata anche riproposta sul canale WiiWare di Nintendo Wii da Castlevania: The Adventure Rebirth, splendido remake del classico Castlevania: The Adventure per Game Boy. Il gameplay della prima serie è basato su classiche dinamiche action a scorrimento laterale e si configura come un adventure con alcuni elementi platform, una generale impossibilità di ripetere i livelli già superati ed uno status fisso del personaggio, sempre con le stesse potenzialità dall’inizio alla fine. Importanti varianti alla tipologia, come vedremo in seguito, sono apportate da Vampire Killer per MSX e Simon's Quest per NES, che introducono alcuni lievi elementi strategici al gameplay di base, pur non stravolgendolo.
Le dinamiche di Castlevania: tipologia B, la serie platform-RPG
Nel 1997 nasce, grazie a Simphony of the Night, una nuova serie, che si può identificare come Adventure-RPG e considerare l'evoluzione del semplice platform adventure di ottobittiana memoria. In questi titoli, tuttora rappresentativi del filone principale di Castlevania, la visuale è sempre laterale, ma i livelli appaiono rigiocabili e raggruppati in un'enorme mappa che li collega tutti insieme. Di fatto non ci troviamo più ad affrontare un singolo livello per superarne il boss finale e passare oltre, ma dobbiamo peregrinare per la mappa alla ricerca di potenziamenti e tesori, come faremmo in un qualunque RPG alla Baldur’s Gate. La formula, che ha dato una ventata di novità alla saga, è stata forse mutuata dalla serie Metroid, che proponeva un gameplay simile già nei primi episodi e presentava in Super Metroid una mappa basata sullo stesso concetto di esplorazione e sblocco di nuove zone in seguito al ritrovamento di particolari items. In realtà c'era stato un importante precedente già nella saga tradizionale, poiché alcuni blandi per quanto interessanti elementi RPG erano già presenti in Castlevania II Simon's Quest per NES, anche se poi non sono più stati ripresi.
Le dinamiche di Castlevania: tipologia C, gli episodi tridimensionali
Con il debutto della terza dimensione, arriva anche la terza sotto serie di Castlevania, quella, attesissima, in 3D. Konami era molto titubante nel traghettare il franchise nella modernità, e visti i risultati, aveva forse ragione. Il debutto di Castlevania nel 3D avviene nel 1999 su Nintendo 64, grazie al controverso Castlevania Apocalypse, da noi chiamato semplicemente Castlevania, come a voler sottolineare un nuovo inizio. La serie riprende la classica visuale “alla Tomb Raider” e cerca di adattarla al mondo transilvanico con effetti, ancora oggi, non del tutto convincenti. Solo il recente Castlevania: Lords of Shadow pare aver riconquistato parte dei favori di pubblico e critica, nonostante sia sviluppato da un gruppo esterno a Konami e sia stato concepito inizialmente come un gioco al di fuori della saga originale. E' paradossale come un Castlevania-non Castlevania sia riuscito dove i “veri” Castlevania in 3D hanno fallito, circostanza forse sintomatica della piccola crisi creativa del franchise stesso.
Il contesto storico e la nascita del titolo
Nel 1979 era uscito al cinema il Dracula di John Badham, pellicola che, dopo tante opere minori sul tema, si riproponeva di realizzare un vero e proprio remake del primo film originale. Non stiamo parlando di Nosferatu di Marnau del 1922, splendido ed imperdibile affresco dell'espressionismo tedesco, ma proprio di Dracula di Tod Browning, avente come protagonista l'indimenticabile Bela Lugosi. Questo era infatti il primo ed unico film ufficialmente tratto dal romanzo di Bram Stoker. Il lungometraggio di Dracula risaliva difatti al 1931 e dopo di esso si erano solo visti film di basso valore “vagamente ispirati” dalle gesta del vampiro. La bravura interpretativa di Frank Lagella nei panni del “nuovo” conte Dracula colpì molto l'immaginario collettivo dell'epoca, al punto da influenzare tutto il decennio successivo. Negli anni 80, infatti, l’horror viveva una seconda giovinezza. Molte tematiche classiche della cinematografia del terrore tipiche degli anni 30 e 40 erano riproposte al cinema, con la riscoperta di alcune icone fondamentali del genere, come i classici mostri della Universal, tra cui La Mummia, Frankenstein o lo stesso Dracula. Non è un caso che nel 1986, stesso anno di uscita di Castlevania, nasca, nel mondo dei fumetti, Dylan Dog, serie di albi che riporterà nella letteratura disegnata temi, personaggi e storie tanto care al genere. Siamo nella metà degli anni 80, e proprio in quel decennio l'interesse per l’universo narrativo dell’orrore è ai massimi livelli. Perché non creare videogiochi horror che riprendono tali ambientazioni? E se Capcom rilascia nel 1985 Ghosts 'n Goblins, Konami risponde l'anno dopo con Castlevania, scomodando il personaggio più importante del genere, ovvero il conte Dracula in persona... risvegliandolo da un sonno centenario...
Il bel lungometraggio del 1979 su Dracula aveva dunque riacceso l’interesse per i grandi classici horror del passato, primi tra tutti quelli con Bela Lugosi e Boris Karloff, che scopriremo essere infatti citati nel “cast” del primo Castlevania dalla stessa Konami.
Il tema transilvano in cui si trova il protagonista diventa da subito uno dei punti di forza del gioco, poiché da sempre i vampiri hanno esercitato nel pubblico molto fascino, fermo restando che è comunque la grande cura profusa in tutto il resto a decretare il successo del titolo. Grafica, sonoro, atmosfera, gameplay e giocabilità, infatti, sono tutte voci ai massimi livelli in Castlevania.
I giochi della saga negli anni 80
Essendo stata rilasciata solo nella seconda metà degli anni 80, in questo decennio la serie Castlevania ha visto uscire solamente quattro titoli per il mercato casalingo, uno portatile ed un altro per le sale giochi. I titoli appartengono tutti alla sopraccitata tipologia A, ovvero il classico platform adventure a scorrimento laterale 2D, modello per tutto il decennio successivo fino alla rivoluzione del 1997.
1986: Castlevania
Titolo originale: Akoumajou Dracula (Demon Castle Dracula)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1986
Piattaforma: Nintendo Famicom Disk System
Conversioni: NES Cartridge, Commodore 64, Amiga, PC DOS, GBA, Cellulari.
Protagonisti: Simon Belmont, Dracula.
Anno di ambientazione: 1691
Genere: Platform/Adventure 2D (tipologia A)
Caratteristiche: Scorrimento laterale, livelli non rigiocabili, arma secondaria.
Il debutto di Castlevania è di quelli che non si dimenticano. Il contesto narrativo è semplice ma affascinante, tirando in ballo il classico eroe che deve salvare il mondo dal male. Nel nostro specifico caso la minaccia principale è sì costituita dal risveglio di Dracula, però in scena non si vedono solo vampiri, croci, paletti di frassino e pipistrelli ed aglio, ma anche uomini lupo, zombi, cavalieri senza testa, gobbi, pantere nere, mummie, arpie, scheletri e molti altri mostri classici… insomma Konami ha messo su un bestiario eccezionale, tratto appunto da tutti i classici della letteratura horror. Castlevania è un vero festival delle creature immonde, tutte riunite nel castello del principe delle tenebre! Un solo eroe può affrontarle, armato di una frusta magica e di tante armi secondarie, che troverà lungo il suo cammino, lungo ben sette livelli, divisi in 18 evocativi stage. Il gameplay è semplice e funzionale, ma le ottime trovate del game designer, come le scalette su cui inerpicarsi, rischiando così di essere attaccati senza potersi difendere, lo arricchiscono notevolmente. Perfetta unione tra platform puro ed adventure, Castlevania mette in scena l’orrore e lo presenta in un comparto audiovisivo eccezionale. Il game designer ed ideatore del gioco è Akihiko Nagata, mentre l’autore delle musiche è un misterioso James Banana… e questo chi è? Si chiederanno molti lettori. Dietro il bizzarro pseudonimo, per molto tempo rimasto oscuro, oggi sappiamo celarsi la bravissima musicista giapponese Kinuyo Yamashita, tra le migliori autrici della serie Konami. Il fantomatico Banana è solo una delle prese in giro di Konami, che si diverte a mettere nei titoli di coda del gioco un cast totalmente inventato, includendovi storpiature parodistiche dei nomi di grandi attori la cui fama è legata anche ai vecchi film horror in bianco e nero, come Boris Karloffice o Christopher Bee! Giocabilità altissima, ambientazione intrigante e realizzazione cosmetico/sonora azzeccatissima, Castlevania non poteva non avere successo.
Il titolo ha fatto scuola, inaugurando una saga decisamente longeva, tuttora in produzione. La piattaforma originale è il Famicom Disk System, dove Castlevania arriva nel Settembre 1986, per poi essere riversato su cartuccia NES nel 1987. Possiamo trovarlo convertito anche su Commodore 64, Amiga e DOS. In tempi moderni il GBA ha presentato una riedizione del titolo originale, oggi disponibile per Virtual Console. Agli altri titoli della saga si unisce un gioco per MSX, episodio che è Castlevania, ma allo stesso tempo non lo è, differenziandosi molto dal capostipite della serie.
Vampire Killer
Titolo originale: Akoumajou Dracula (Demon Castle Dracula)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1986
Piattaforma: MSX2
Protagonisti: Simon Belmont, Dracula.
Anno di ambientazione: 1691
Genere: Platform/Adventure 2D (Tipologia A con varianti)
Caratteristiche: Scorrimento laterale, livelli non rigiocabili, utilizzo strategico di chiavi
Vampire Killer debutta solamente un mese dopo il primo titolo della saga per NES, nell'Ottobre 1986, facendo la sua comparsa sulla piattaforma MSX2, uno standard diffuso in Giappone, Europa e Brasile e voluto da vari produttori di computer, tra cui spicca Philips. Quasi tutto è uguale al gioco originale, ma le ottime potenzialità dell’home computer danno una marcia in più al gioco, che sfoggia un nuovo splendore grafico. Molti lo considerano un episodio differente dal primo Castlevania, anche se, di fatto, si tratta di una conversione. Vampire Killer fra l'altro è stato il primo Castlevania ufficialmente apparso in Europa, essendo già disponibile nel 1986, mentre la controparte NES arriverà in formato PAL solo nel 1988.
Una piccola curiosità: il titolo Vampire Killer è stato in seguito abbandonato da Konami in favore del più carismatico Castlevania, Akoumajou Dracula in giapponese, per poi essere ripreso nel lontano 1994 dall’episodio inedito per Mega Drive, come forma di omaggio alla versione MSX. La denominazione “Castlevania” arriverà anche in Giappone, ma solamente nel 2002. Paradossalmente Vampire Killer, pur essendo uno dei primi della serie, è considerato un episodio non canonico, almeno secondo La “Castlevania History" di Koji Igarashi, documento ufficiale di Konami che appunto considera molti episodi non appartenenti alla serie.
Il sapiente game design di Akihiko Nagata risulta studiato in ogni minimo particolare e ben si sposa con le splendide architetture audiovisive del gioco. Da notare che in questo titolo alcuni interessanti elementi vengono aggiunti al gameplay originale, come la presenza di mercanti da cui comprare oggetti o la necessità di trovare delle particolari chiavi o altri oggetti da utilizzare per avanzare nel gioco. Non siamo certo di fronte ad un gioco di ruolo, ma queste poche caratteristiche appunto ruolistiche aumentano significativamente la varietà. Le innovative features sono state in seguito riproposte in modo blando nel secondo capitolo della saga, per poi essere abbandonate e dimenticate lungo l'intero arco della serie classica.
Castlevania II: Simon's quest (NES)
Titolo originale: Dracula II: Noroi no Fuin (The Accursed Seal)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1987
Piattaforma:, Nintendo Famicom Disk System
Conversioni: Nintendo Entertainment System
Protagonisti: Simon Belmont, Dracula.
Anno di ambientazione: 1698
Genere: Platform/adventure 2D (Tipologia A con varianti)
Caratteristiche: elementi RPG, differenza giorno-notte, salvataggi.
Passa quasi un anno dalla pubblicazione del primo episodio e, visto l’enorme successo, Konami rilascia un secondo Castlevania per NES, stavolta però in esclusiva per la console, senza alcuna conversione per altri sistemi. Nintendo, a quanto pare, ha intuito le potenzialità della serie e la vuole tutta per se. Il formato scelto è sempre il Famicom Disk System, dove il titolo arriva già nell’Agosto 1987, mentre per vederlo su cartuccia bisognerà attendere fino al Natale 1988, perlomeno negli USA. L’Europa, sempre in ritardo, vede arrivare Simon’s Quest solo nel tardo 1990!
La trama fa un balzo in avanti di sette anni, e ci vede arrivare nel 1698, anno in cui ritroviamo Simon intento a cercare le parti disperse del corpo di Dracula, per liberarsi da una maledizione lanciatagli dal signore delle tenebre in persona. Già dal sottotitolo Simon’s Quest s'intuisce che molto è cambiato e, forse memore dell’esempio di Zelda, che aveva pesantemente modificato la formula nel suo secondo e controverso episodio su NES, anche la serie di Castlevania gioca la carta della rivoluzione. Castlevania II si presenta come un gioco atipico: resta sempre un platform adventure, ma propone un'interessante commistione con elementi ruolistici, necessari per la ricerca di Simon. Ci ritroviamo dunque a visitare dei villaggi in cui troviamo PNG (personaggi non giocanti) con cui poter dialogare e comprare oggetti utili al prosieguo dell’avventura.
Questo esperimento influenzato dai giochi di ruolo non ha in realtà avuto gran successo presso il grande pubblico, come dimostra il ritorno alle origini di Castlevania III, ma riveste comunque il merito di aver preparato la strada, con ben dieci anni di anticipo, a Simphony of the Night, eccellente episodio della serie che riuscirà ad amalgamare perfettamente le caratteristiche action ed RPG.
In Simon’s Quest grafica e sonoro si attestano su livelli molto buoni, il design dei nemici è ben realizzato e, tutto sommato, anche se non riuscito del tutto, il gioco risulta divertente e longevo. Considerate le peculiarità del gameplay, si è optato per un utile sistema di salvataggio della posizione, feature relativamente poco diffusa all’epoca dell’uscita del gioco. Decisamente interessante è anche l’implementazione del ciclo giorno-notte, che comporta notevoli differenze nell’affrontare il livello in un differente momento della giornata, come ad esempio la maggior forza dei nemici di notte.
Haunted Castle
Titolo originale: Akoumajou Dracula (Demon Castle Dracula)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1988
Piattaforma: Arcade Coin-Op
Conversioni: PlayStation 2 (solo in Giappone)
Protagonisti: Simon Belmont, Serena, Dracula.
Anno di ambientazione: 1691
Genere: Platform/adventure 2D (Tipologia A)
Caratteristiche: Scorrimento laterale, livelli non rigiocabili, continua tramite gettone.
In occidente Haunted Castle sembra quasi nascondere all'avventore occasionale le sue origini, ma non appena il gioco inizia si è subito folgorati da un inedito Castlevania in versione da sala giochi. Il contesto, in effetti, non si era mai visto prima, poiché la serie, a differenza di molti altri classici dell'epoca, è nata per il mercato casalingo. Un'esile trama ci introduce nell'azione, che vede la vecchia conoscenza Simon Belmont subire da parte di un redivivo Dracula il rapimento della fidanzata Serena proprio nel giorno del matrimonio. Il personaggio di Serena è un escamotage narrativo per introdurre la storia e rappresenta la maggior novità del titolo, ambientato nello stesso anno di Castlevania e Vampire Killer, ma considerato non canonico da Konami stessa a causa della sua trama alternativa. Il coin-op è in verità sempre stato raro da trovare in sala, ed è un peccato, poiché, pur prendendo le distanze dall'originale gioco casalingo, il titolo ha dalla sua alcune caratteristiche interessanti. Il comparto grafico appare allora come oggi splendido ed è accompagnato da un sonoro ai massimi livelli, che rientra in quegli standard qualitativi altissimi a cui la saga ci ha abituati da sempre. Il classico Castlevania è reinterpretato con uno stile più arrotondato e maggiormente cartoonesco, che, grazie al custom chip Konami 052001 su cui è basato il cabinato, permette virtuosismi grafici mai visti in precedenza. L'ottima presentazione audiovisiva si scontra però con una giocabilità altalenante ed un controllo del personaggio meno affidabile rispetto a quello delle versioni casalinghe. Castlevania Arcade, nome non ufficiale con cui molti chiamano questo episodio, presenta purtroppo alcuni pesanti difetti strutturali. Picchi estremi di difficoltà, punti complicatissimi alternati senza continuità ad altri fin troppo semplici, tradiscono infatti una cattiva calibrazione del gioco, che presenta anche un rilevamento delle collisioni non ottimale, unito alla già accennata scarsa manovrabilità di Simon, troppo lento rispetto ai nemici. Al resto si aggiunge anche una sensibile semplificazione del gameplay, forse voluta da Konami per venire incontro ad un pubblico più ampio.
L'altalenante sbilanciamento della difficoltà potrebbe però essere voluto. I programmatori del coin-op, infatti, proprio per la sua intrinseca natura di “mangia monetine”, hanno forse intenzionalmente implementato delle sezioni "a morte facile". Il mercato arcade è pieno di esempi simili: il pur validissimo Metal Slug o lo stesso Bubble Bobble, dove si muore spessissimo, e non solo nei livelli più avanzati. Forse proprio a causa di questo problema la riedizione per PS2 del 2006 non è arrivata in occidente, ma si è fermata ai confini del Giappone. Passato alla storia come uno dei peggiori Castlevania, in realtà il titolo, pur restando minore, conserva comunque il fascino della saga ed i sei brevi ma difficilissimi livelli sono tuttora molto evocativi, specie il primo. Alcune trovate molto piacevoli, come l'effetto atmosferico della pioggia battente, restano impresse nella memoria. Per saperne di più sul gioco vi invitiamo a leggerne nella sezione Arcade la recensione dedicata ad Haunted Castle.
Castlevania: The Adventure
Titolo originale: Dracula Densetsu (The legend of Dracula)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1989
Piattaforma: Nintendo GameBoy
Conversioni: Nintendo Wii (remake per WiiWare)
Protagonisti: Christopher Belmont.
Anno di ambientazione: 1576
Genere: Platform/adventure 2D (Tipologia A)
Caratteristiche: Livelli non rigiocabili, assenza di salvataggi.
Il primo episodio portatile della saga debutta nell’Ottobre 1989 sull’appena nato Game Boy di casa Nintendo e si dimostra un titolo riuscitissimo. Il bianco e nero, invece di costituire una limitazione rispetto allo splendore degli episodi casalinghi, garantisce al titolo un'atmosfera azzeccata, ricordando da vicino i mondi tetri dei classici film della Universal, soprattutto il classicissimo Dracula del 1931 con Bela Lugosi. A rigiocarlo oggi su Game Boy Player a tutto schermo gli si rende finalmente giustizia.
La giocabilità è alta e il titolo, pur semplificato rispetto agli episodi casalinghi, raggiunge un buon livello di sfida, poiché la difficoltà è generalmente più elevata di quello che ci si aspetterebbe. Il totale di soli quattro stages può sembrare limitato, ma è comunque compensato da un level design ispirato ed evocativo. Peccato per la mancanza dell’arma secondaria, assente ingiustificata a cui oramai i fans della serie erano abituati. Affrontare i lunghi e tetri livelli prima dello scontro finale è decisamente appassionante. La colonna sonora, infine, è indimenticabile e splendidamente composta. Considerando i limiti tecnici del primo GB, uniti all’inesperienza dei programmatori su una macchina appena uscita, Castlevania: The Adventure raggiunge una qualità molto alta e non sfigurerebbe se trasportato su NES. Se volete saperne di più su questo piccolo grande episodio vi rimandiamo alla recensione dedicata nella sezione Game Boy.
Castlevania III: Dracula's curse
Titolo originale: Akumajou Densetsu (The Legend of Demon Castle)
Sviluppatore: Konami
Casa: Konami
Anno: 1989
Protagonisti: Trevor Belmont, Alucard, Grant DaNasty, Sypha Belnades
Anno di ambientazione: 1476
Genere: Platform/adventure 2D (Tipologia A)
Caratteristiche: Livelli non rigiocabili, percorsi a bivi.
Ultimo Castlevania degli anni 80, ecco arrivare il capitolo che chiude la grande trilogia del NES: Castlevania III - Dracula’s Curse. Questo attesissimo gioco esce sul mercato giapponese pochi giorni prima del Natale 1989, ancora in esclusiva per l’8 bit della Nintendo, mentre erano ormai realtà i nuovi sistemi a 16 bit. La saga rende benissimo omaggio al fascino ottobittiano che la vecchia generazione ormai morente poteva garantire ed il titolo è il miglior regalo per le feste che gli appassionati nipponici potessero desiderare. Per vederlo nei negozi occidentali bisogna però aspettare quasi un anno, poiché il debutto negli Stati Uniti avviene nel Settembre del 1990, mentre l’Europa, come al solito fanalino di coda del settore videoludico, vede arrivare Dracula’s Curse nel tardo 1992.
Dopo gli esperimenti ruolistici di Vampire Killer e Simon’s Quest, Castlevania torna alle origini. Eliminati tutti gli elementi che appesantiscono il gameplay, resta un platform adventure con i fiocchi, ambientato nel classico universo orrorifico konamiano. Le trovate ludiche già sperimentate negli episodi precedenti della saga sono affiancate da nuove intuizioni, tra cui l'interessante l’idea dei percorsi a bivi, trovata che aumenta la rigiocabilità, e l’aiuto dei comprimari, Grant e Sypha. Indimenticabile il debutto di Alucard, che si manifesta tra noi miseri mortali per la prima volta proprio in questo titolo. Al gioco è allegato un simpatico concorso che mette in palio un viaggio in Transilvania, ovviamente solo per gli USA. La complessità già alta della serie aumenta ancora, mentre alla sfida ludica si affianca un notevolissimo splendore visivo. I programmatori Konami conoscono ormai talmente bene l’hardware NES da riuscire a tirare fuori un vero miracolo. La cosmesi, infatti, non sfigurerebbe su un 16 bit e dà il giusto lustro ad un titolo eccezionale. Alcuni boss, come il gigantesco demone rosso del settimo livello, ci sono rimasti nel cuore. Le musiche, come da tradizione, sono ispiratissime e coinvolgenti. Dracula’s Curse è un vero e proprio romanzo d’avventura fatto di pixel che conclude gli anni 80, lasciando un segno molto profondo nella storia dei videogames.
Tre decenni con Castlevania
Finisce qui la prima puntata di Retrospettive Videoludiche dedicata alla saga Konami, rubrica che ripercorre tutti i titoli del franchise negli anni 80. Il meglio deve in realtà ancora venire. Sarà il decennio successivo, infatti, a dare alla luce alcuni tra gli episodi migliori mai prodotti, come Simphony of the Night o Rondo of Blood, benché già nel 1989 Castlevania abbia già ottenuto un posto molto importante nell’olimpo dei videogames. Nelle prossime due puntate ci occuperemo rispettivamente degli anni 90 e 2000 e nell’ultima cercheremo di tracciare una timeline che faccia ordine tra le estremamente complesse e variegate trame delle avventure transilvaniche. Fate scorta di aglio e paletti di frassino e croci, poiché Dracula ci farà compagnia ancora molto a lungo... anche sulle pagine di Retrogaming History.
Per quanto riguarda il terzo titolo per NES / Famicom, ho solo avuto la curiosità di approfondirne il lato sonoro che, nella sua versione nipponica (Akumajo Densetsu), beneficia di un chip audio aggiuntivo (VRC6) che ne migliora notevolmente le musiche.
Eccellente retrospettiva, complimenti! Non vedo l'ora di leggere la seconda parte...
La questione su quale gioco sia più seminale tra Metroid e Castlevania è tutt'altro che banale.
Tanto che oggi ci si riferisce a quel peculiare genere con "MetroidVania"..
Voi quale preferite ? Per me è davvero arduo.. da un lato l'ambientazione gotica, che amo.. dall'altro, la cura maniacale di Nintendo ed un gameplay forse superiore...
De gustibus..