Spyro The Dragon, Spyro 2: Gateway To Glimmer e Spyro: Year of the Dragon
La saga di Spyro per me è stata fondamentale. Colpevolmente ammetto di aver recuperato Mario 64 troppo tardi e tuttavia ho avuto modo di apprezzarne ugualmente il relativo genere, grazie alla trilogia originale di Spyro su PS1, considerata da moltissimi appassionati un ottimo esempio di platform 3D. In quegli anni andavano alla grande le mascotte –vivono nuove giovinezze a fasi alterne, ma fortunatamente non passano mai del tutto di moda– e ricordo piacevoli pomeriggi, trascorsi fra Crash Bandicoot, Croc, Spyro e Rayman. Avevo attorno ai dieci anni, allora, ma già ebbi la fortuna di conoscere alcuni titoli d’indubbio spessore, soprattutto per un amante dei platform come me. E allora via, tra un Klonoa e un Bugs Bunny: Travels In Time, tra un Pandemonium e un Jinx (chi se lo ricorda?) i pomeriggi trascorrevano davvero in fretta. Spyro mi colpì in maniera notevole... tanto da dedicare al draghetto Insomniac questo mio piccolo tributo.
Insomniac Games, casa di grande talento che già al tempo si segnalava per meccaniche ottime, trame ben congegnate, nonché per un comparto tecnico sempre all’avanguardia, caratteristiche mantenute anche nei loro giochi successivi. Questo sviluppatore, noto per tre grandi saghe, Spyro, Ratchet & Clank e Resistance, debuttò con tale Disruptor per PS1, uno sparatutto in prima persona di cui si ricordano in pochi. Curiosamente, il 2013 vedrà una sorta di parallelismo con gli esordi: nata con un titolo “fuori saga”, Insomniac ha in listino per la prossima primavera un certo Fuse (già annunciato come Overstrike), altro titolo non legato alle sue tre storiche saghe.
Per quanto mi possa piacere la fantascientifica saga di Resistance, per quanto adori i grandi giochi con protagonisti Ratchet & Clank, volevo però parlare del piccolo, grande Spyro, per me simbolo dei giochi di piattaforme durante l’epoca PS1. Pure Crash era grandioso, intendiamoci, ma ho sempre preferito il draghetto per i plot narrativi: non particolarmente elaborati, ma comunque bellissimi per i più piccoli (e io avevo dieci anni). E poi, Spyro, ai miei occhi, ricreava un mondo tridimensionale, mentre Crash mi ricordava più i platform stile Mario, proponendo diverse aree erano strutturate a corridoio (diverse sezioni bonus, ma anche interi livelli, avevano molto spesso delle aree a scorrimento laterale). Attenzione, adoro i platform bidimensionali e vorrei Mario come vicino di casa, ma dopo qualche annetto di giochi a scorrimento 2D, mi si aprivano dei mondi: potevo esplorarli liberamente, ottenere missioni secondarie dai personaggi dei vari livelli, tutti diversi tra loro, potevo pure volare (o almeno planare...)! Un sogno per un bambino che iniziava a vedere al cinema i primi film d’animazione tridimensionali – a partire da Toy Story (1996) e A Bug’s Life (1998), anno d’uscita del primo Spyro –. Ora, chiunque potrà obiettarmi la validità di altri giochi di piattaforme che magari hanno avuto meno risonanza, ma che presentavano qualità anche superiori ai diversi Spyro. Però in quest'ultimo c’era una magia che agli occhi di un bimbo era qualcosa di magnifico, impensabile.
Ora, a 22 anni, ho rigiocato questa trilogia e mi sono divertito come allora! Qualcosa vorrà pur dire! Forse un’autosuggestione in ricordo dei vecchi tempi? No, o almeno non solo: semplicemente erano e restano dei giochi realizzati con passione.
Per garantire una carrellata completa della saga, disserterò anche degli altri episodi, fermo restando che per me resteranno sempre “altri”. Ecco, un’altra cosa in comune con Crash Bandicoot: escludendo gli spin-off CTR e Crash Bash, entrambe le saghe sono composte da tre capolavori per PS1 e hanno poi dovuto affrontare dei cali qualitativi, a volte notevoli.
Saga principale: Spyro the Dragon, Spyro 2, Spyro: Year of the dragon, Spyro: Enter the Dragonfly, Spyro: A Hero’s Tail.
Portatili: Season of Ice, Season of Flame, Spyro Adventure, Spyro Fusion, Shadow Legacy.
The Legend of Spyro: A New Beginning, The Eternal Night, L’Alba del Drago, Skylanders...
Spyro The Dragon (Insomniac, PS1, 1998)
Correva il 1998 quando si affacciò sul mercato il capostipite di una saga che, tra alti e bassi, prosegue fino ad oggi. Gli ingredienti erano semplici ma efficaci: un protagonista carismatico, un problema che solo lui poteva risolvere, poteri speciali raramente visti in precedenza, livelli completamente diversi tra loro, nemici che in fondo non sembravano davvero cattivi e, ciliegina sulla torta, una localizzazione completa nelle diverse lingue europee, che ha rappresentato una delle SFIDE (Spanish, French, Italian, Deutsch, English) affrontate da una Sony ancora “giovane” nel mondo dei videogiochi: avvalersi di uno dei punti di forza del CD rispetto alla cartuccia, ovvero la capienza, per includere nel supporto ottico i diversi idiomi. È stato molto interessante rigiocare i primi tre Spyro ascoltando i doppiaggi nelle diverse lingue, feature davvero apprezzabile, anche perché al tempo di giochi ne giravano pochi e non si avevano certo a disposizione servizi e portali come PlayStation Network, WiiWare o Steam.
In ogni caso, la trama è facilmente riassumibile: Nasty Gnorc (da noi, Gnorco Gnorante...) ha congelato (o meglio, cristallizzato) tutti i draghi del regno, poiché si prendevano gioco di lui; Spyro, il draghetto più piccolo, è scampato alla maledizione ed è l’unico che potrà porre rimedio questo guaio. Fin dall’inizio capiremo che quello del boss Gnorc non è stato un gran piano: per liberare un drago basterà sfiorarlo. In realtà, oggi mi chiederei: ma, una volta salvato un drago anziano, com’è che non mi dà una mano? Decine di draghi salvati... ma son sempre da solo a completare la missione. Vabbé, questa logica non avrebbe senso in un videogioco, però un minimo di aiuto avrebbero potuto darlo...
Il gioco si aprirà in un mondo strutturato intorno ad un hub, con portali che ci destineranno ai vari worlds. Si tratta di una bella ambientazione: un laghetto, un piccolo labirinto, qualche grotta, qualche nemico, un po’ di draghi da salvare, una rocciosa testa di drago che cela il passaggio al mondo del boss... Gli ingredienti ci sono tutti: saltando sulle pietre in mezzo al laghetto si aprirà un passaggio “segreto” per la prova a tempo. E così accadrà in tutti i mondi: quello magico, quello bellico (ironicamente denominato dei Pacificatori), il porto di Nasty... visiteremo ben sei worlds, ognuno composto da altrettanti livelli (compresa la Home, la prova a tempo e l'area del boss). Nello specifico, visiteremo i mondi degli Artigiani, dei Pacificatori, degli Stregoni, dei Domatori, dei Tessisogni, e di Nasty.
In questo primo capitolo si possono già cogliere diverse elementi che saranno replicati negli episodi successivi della serie: le gemme da raccogliere che incrementeranno il nostro tesoro, i ladri in fuga con le uova di drago (rapidi e dalla risata irritante), i livelli di volo, in cui dovremo distruggere determinati elementi in movimento o passare attraverso degli anelli o degli archi prima dello scadere del tempo e ancora Sparx, la libellula che mostrerà il livello di salute di Spyro: dorata inizialmente, blu dopo un colpo, verde dopo due e, se sparirà, allora... attenzione, poiché ancora un attacco subìto e perderemo una vita. Alcune cose, invece, sono state modificate con il proseguimento della serie: la mossa di Spyro che permette un rotolamento laterale sparisce, in quanto praticamente inutile (comoda magari giusto nel combattimento contro Metalhead, robotico boss piuttosto coriaceo ai primi tentativi, ma nel complesso superflua). Gli episodi successivi, inoltre, non risentono dell’assenza di personaggi con cui interagire nei livelli che contrassegna il primo capitolo, dove entreremo in una nuova area e ci metteremo subito ad avanzare, senza saper nulla di quel che ci aspetta.
Gli unici con cui potremo parlare, infatti, saranno i draghi che salveremo, e i dialoghi non sono proprio il massimo... ma si tratta comunque di una piccolezza risalente a quando Spyro non era ancora un’icona. Due punti di forza erano in ogni caso le mosse del protagonista e la varietà dei livelli. Questi ultimi, infatti, sono sempre diversi tra loro e se ne contano oltre una trentina: una grotta congelata, una città messicana, un palazzo arabeggiante, un tempio stile Maya, una palude oscura... Dei cliché, ma il 3D allora stava ancora muovendo i primi passi, cosa che non ha comunque impedito alla Insomniac di sfoggiare una notevole perizia nel creare mondi molto diversi tra loro. E Spyro... un piccolo grande eroe: un vero drago, capace di soffiare fuoco e planare (talvolta pure di volare), nonché di correre a forte velocità. E poi era davvero simpatico! Per me, questo era già sufficiente. I livelli ottimamente congegnati, poi, erano ciò che rendeva unico questo gioco e i suoi due seguiti. Fortunatamente, questo non valeva solo per me, dato il successo che ha riscosso la saga negli anni successivi!
Spyro 2: Gateway To Glimmer (Insomniac, PS1, 1999)
E qui la consacrazione. Dal sottotitolo americano, Ripto’s Rage, si poteva desumere il nome del nuovo cattivo, che, dato il largo apprezzamento ottenuto tra i fan, sarebbe poi apparso anche in altri giochi della saga. Si trattava di un... un... rospetto? Un piccolo dinosauro? Di sicuro non è un drago, dato che, tolta la magia che può utilizzare tramite il suo scettro, non è dotato di poteri speciali.
Il gioco si aprirà con dei video ben più lunghi ed esplicativi di quanto già visto in passato: Ripto giungerà coi suoi ottusi scagnozzi Crush e Gulp (due specie di dinosauri) nel mondo di Avalar, che metterà a ferro e fuoco. Faremo poi la conoscenza di personaggi che ricorreranno spesso in molti seguiti: Elora, un fauno femmina molto risoluta, Hunter il ghepardo, e il Professore, una talpa-scienziato che ha creato il portale per richiamare un drago, nella speranza che questi possa sconfiggere il temibile Ripto.
Dovremo muoverci attraverso tre mondi: Foresta d’estate, Pianure d’autunno e Tundra d’inverno. Ognuno di questi è articolato in sette/dieci livelli, per un numero di aree simili al predecessore, ma con la differenza che qui ci sono molte più cose da fare! Giunti in un livello, noteremo gli scompigli portati dagli sgherri di Ripto. Si dovrà quindi recuperare alla fine di ogni area i manufatti necessari per proseguire nel gioco, raccogliendo nel contempo le solite gemme, che torneranno utili per ricompensare l’orso Riccone.
Questi è un altro volto nuovo che ci permetterà di accedere a diverse aree altrimenti precluse, sbloccando ponti, consentendoci di utilizzare un sottomarino per superare squali metallici e insegnandoci un paio di tecniche: nuotare e salire le scale. In ogni caso, anche senza la volontà di cercare gemme per ogni dove, difficilmente ci troveremo a non poter pagare l’amichevole Riccone (in originale chiamato, non a caso, Moneybags).
Questa volta potremo davvero interagire con dei personaggi, dentro i livelli: loro ci chiederanno aiuto per delle missioni secondarie, che andranno dal salvare dei cavernicoli al seguire sott’acqua Hunter con una manta, al salvare delle tartarughe da un crudele cuoco, prima che entrino in un pentolone, al seguire un percorso evitando delle trappole mortali, al distruggere degli Ufo tramite il doppio potenziamento volo + raggio di fuoco (power-up che dà una sensazione di potenza non irrilevante), e ad altre decine di situazioni da affrontare... Il tutto in cambio di sfere magiche, necessarie per proseguire.
La varietà dunque non mancherà di certo! Chiaramente, i livelli saranno molto più vasti che in passato: se anche nel predecessore c’erano diverse strade alternative o passaggi segreti, questa volta il tutto sarà moltiplicato! Saranno incluse sfide segrete anche nei circuiti, che torneranno in grande stile, con delle gare ancora più difficili. Come nel predecessore, ci sarà anche un livello segreto che si sbloccherà solo una volta ottenuto tutto l’ottenibile, anche se in questo Spyro 2 la parte extra dura un po’ pochino...
Come prevedibile, in questo seguito il comparto grafico risulta essere più dettagliato e vario, con nemici un po’ più diversificati, per quanto sia confermato il doppio cliché “nemico-grosso-che-batto-col-fuoco” e “nemico-con-la-corazza-che-batto-con-la-carica”. Il sistema corsa-salto-planata è ancora migliore che in passato e i livelli si mostrano più vivi, nonché felicemente caratterizzati da vivide ambientazioni fantasy: castelli, deserti, templi... e chi più ne ha più ne metta.
Diversamente dal predecessore, dove, a parte il già citato Metalhead, pochi erano veramente pericolosi (Tosto, in realtà era formato da due pecore nascoste, una sopra l’altra, in un travestimento da pastore, mentre Soffio Feroce era poco più che una scatola a sorpresa!), i tre boss, Gulp, Crush e Ripto, sono finalmente più “seri”. Se Gulp andrà giù piuttosto in fretta, Crush vi farà un po’ sudare, mentre Ripto... che gran combattimento! Questo scontro si svolgerà in più fasi, e darà fondo a tutte le abilità di Spyro. Favoloso... ma non posso dire troppo. Comunque, a mio parere, nell’arena di Ripto si consumerà il più grande scontro di tutta la saga.
Spyro: Year of the Dragon (Insomniac, PS1, 2000)
Seguiti facili? Beh, non proprio, dato che questo è stato il canto del cigno di Insomniac per PS1, e rimane un grandissimo gioco, godibilissimo anche oggi, come del resto i suoi predecessori.
Spyro: year of the Dragon introduce personaggi inediti, come la spietata Maga, il nuovo antagonista, e la determinata Bianca, che nel corso del gioco si innamorerà, ricambiata, di Hunter e tornerà anche nei futuri episodi. Prevedibilmente, la formula di gioco non cambia, ma viene comunque ulteriormente sviluppata. Il protagonista assoluto resta Spyro, ma per la prima volta gli si affiancano dei compagni. E che dire delle musiche... Ma andrò con ordine.
Siamo nell’anno del Drago, come da titolo, e stanno per nascere, come capita solo una volta ogni dodici anni, dei giovani draghi. Le uova in cui stanno ancora riposando sono però state prese di mira dalla crudele Maga, dominatrice nei Mondi Dimenticati. Tramite la giovane apprendista Bianca, la Maga si approprierà delle 150 uova, e solo Spyro e Hunter potranno attraversare il passaggio che porterà verso il nuovo regno. Quando poi Bianca scoprirà il vero piano della Maga, rinnegherà lato oscuro e collaborerà con Spyro.
La formula sarà molto simile a quanto visto in passato: quattro mondi (Fonte Estiva, Giardino del Sole, Lago della Sera e Giardino di Mezzanotte), ognuno con diverse aree: il world in sé da esplorare, circa quattro/cinque livelli canonici, un circuito, uno special level per ognuno degli amici di Spyro, una zona che affronterà Sparx e, infine, lo scontro con il boss di turno, inevitabile preludio al mondo successivo.
I nuovi “colleghi” saranno Sheila il canguro, il sergente Byrd, un soldato pinguino volante dotato di lanciamissili, Bentley, uno Yeti piuttosto potente, e l’Agente 9, un’iperattiva scimmia soldato. Oltre ad avere intere aree a loro dedicate, i compagni di Spyro dovranno recarsi in alcune zone di diversi altri livelli canonici e compiere delle missioni per conto del draghetto viola. I livelli rischiano così di essere un po’ più frammentati? Solo in parte si ha questa sensazione, poiché l’area che Spyro dovrà esplorare sarà grande quanto quelle dei giochi precedenti, se non più estesa. Prima di dedicarsi alle sezioni secondarie, infatti, è sempre consigliabile concludere quella principale. Quando il livello sarà stato liberato da nemici e gemme, allora è il momento di visitare le zone secondarie e completare l’area. E allora il giocatore non dirà di no ad alcune fasi con Spyro sullo skateboard (davvero niente male!), o con Hunter a caccia di UFO pilotati da pecore, o con Sheila che distrugge delle torrette nemiche tramite grandi salti, o ancora con l'Agente 9, protagonista di fasi di sparatutto in prima persona. Si tratta di ben più che di semplici mini-giochi. Anche “pilotando” Spyro a bordo di un hovercraft, o giungendo in fondo ad un corridoio sommerso pieno di pericoli (un po’ come il tunnel spaziale di Crash Bandicoot 2), o ancora giocando sezioni strutturate come uno sparatutto con doppio stick e vista dall’alto, come accade nelle zone che affronterà Sparx, ebbene... tutto è amalgamato davvero nel migliore dei modi e non si prova la sensazione di “aggiunte-solo-per-allungare-il-brodo".
Finora non avevo parlato delle musiche... ebbene, la colonna sonora della trilogia è stata composta dal batterista Stewart Copeland, dei Police e il risultato è sempre più che adeguato. I vari brani, infatti, si adattano davvero bene ai diversi contesti e compongono delle soundtrack realmente valide. Non ho una gran cultura musicale, ma posso in ogni caso assicurare che le musiche sono più che azzeccate alle differenti situazioni: a volte fantasy, a volte arabeggianti, a volte sognanti, a volte pop, a volte drammatiche.
Alla fine, poi, completando il gioco al 100%, si sbloccherà un nuovo, grande mondo speciale, che terrà impegnati almeno per un’ora ancora, prima di giungere al vero scontro finale con la Maga, combattimento comunque un po’ più piatto rispetto a quello del predecessore.
Nights era forse l'unica "mascotte" che mi aveva colpito di più, forse per il suo gameplay un pò particolare o la sua storia che, nonostante non puntasse a chissà che, rappresentava un concetto importante, quello di inseguire i propri sogni ed idee, nonostante le paure ed il mondo che rema contro e forse perché sono un pò di parte
Spyro però un pò mi affascina, non ho mai approfondito molto e mi sono sempre limitato a qualche partitina, ma appena ho un pò di tempo mi ci butto.
@Cthulhu: come appena scritto, non andare oltre quei capitoli, che poi entri nel vortice di meh della serie! XD
Spyro è stato il mio animaletto antropomorfo preferito in assoluto - si capisce? -, e la trilogia per PS1 mi ha davvero esaltato! Quasi tutte le estati mi rigioco qualche episodio, ormai su PS3, ma mi sa che li proverò pure su PSVita: sto ricompletando Crash 2 e 3 su Vita e sembrano altri giochi, tanto è bello lo schermo di tale console. Un anno di Vita, e continua a sorprendermi... anche per la scarsità di titoli! Che si sbrigassero! meno male che Persona 4 mi durerà per un po'....
Riguardo Spyro, questi sono tre episodi così belli che non voglio rimangano solo ricordi, per questo li rigioco ogni tanto. E ogni volta si scopre qualcosa di nuovo!
La trilogia originale è irragiungibile, ma non l'avrei chiamata retrospettiva se avessi trattato solo una parte della saga.
Comunque, tornando a Spyro, mi spiace, ma arriveranno anhe gli altri pezzi... dipende dal Boss. Ma che rallenti, che sta pubblicandomi in fretta assai!
PS: grazie per la comprensione! Felcie che Spyro non abbia appassionato solo me! Che tristezza che ora il nostro mischievous little dragon sia solo uno dei tanti pupazzetti di un gioco... diverso...
Credimi Nembulus, ai tempi del primo Spyro avevo già ventidue anni, ciò non tolse che la simpatia del draghetto in questione, unita a una realizzazione tecnica di primo ordine, fece scattare la scintilla in me. Il primo Spyro mi folgorò letteralmente, spingendomi in seguito a spulciare anche gli altri due capitoli, purtroppo mai terminati al 100% come il capostipite.
Magico!