Mentre la saga principale Pokèmon venne sviluppata sempre sulle portatili Nintendo da Game Freak, numerosi altri giochi e spin-off furono creati per svariate console, casalinghe e portatili. A differenza dei titoli principali, RPG tutti uguali ma sempre di buona fattura, gli spin-off sono molto più vari ma, spesso, molto più scadenti.
Pokèmon Trading Card Game (GameBoy Color 1998) (Hudson Soft)
Questo titolo non si rifà tanto all'universo Pokèmon creato dai precedenti titoli quanto al gioco di carte collezionabili ad esso ispirato. Le meccaniche del prodotto, infatti, sono le stesse, e non mi dilungherò qui a spiegare il funzionamento del gioco di carte. Sicuramente un ottimo titolo, forse il più “adulto” di tutta la serie: l'esperienza ludica è, infatti, fortemente incentrata su strategia e ragionamento, esattamente come nel gioco di carte. E' possibile, inoltre, collegare due console per sfidare un amico. Purtroppo, la IA a volte difetta parecchio e la difficoltà della sfida non è sempre ben calibrata. Un'ottima alternativa per chi non vuole dissanguare i propri averi nelle carte collezionabili...
Primo titolo per una console casalinga, si rifà alla prima generazione Pokèmon. In realtà questo sarebbe il secondo in Giappone, dove uscì un Pokèmon Stadium in versione essenziale (solo 40 Pokèmon). Il gioco presenta principalmente un'arena dove poter duellare contro la IA in una serie di tornei o contro un amico. Oltre alla modalità Stadium, ci sono da affrontare i soliti otto capopalestra, la Lega e vari minigiochi. Interessante la possibilità di trasferire da Pokèmon Rosso, Blu e Giallo le nostre creature, più personalizzate di quelle “standard” offerte dal gioco, anche se, in realtà, tutto ciò risulta inutile perché troviamo già tutti i Pokèmon a livello 99. In sostanza, viene riproposta in chiave tridimensionale la classica battaglia. Bella la realizzazione poligonale delle creature, piuttosto spoglie, invece, le arene. L'animazione è solo discreta: i due Pokèmon sfidanti non entrano mai in contatto l'uno con l'altro e non si muovono nell'arena, piuttosto “mimano” sul posto la mossa eseguita. L'impossibilità di potenziare i propri Pokèmon e di personalizzare in qualsiasi modo l'esperienza di gioco rendono questo titolo piuttosto superficiale. Sufficienza stentata.
Giochino curioso, senza pretese, dove non ci sono combattimenti, allenamenti, catture et similia. Scopo del gioco immortalare con una macchina fotografica i Pokèmon nascosti tra la natura. Sette location disponibili, ampie e abbastanza particolareggiate. Non possiamo muoverci liberamente ma siamo obbligati a dirigerci dove ci ordina il prof. Oak. Per superare il “livello” bisogna raggiungere alcuni obiettivi, o meglio realizzare alcuni scatti precisi. Nella valutazione della foto, infatti, sono importanti alcuni fattori come la centratura della foto, lo sguardo della creatura verso l’obiettivo o meno, la posa o il numero di elementi. Interessante anche il modo in cui si comportano i Pokèmon, a seconda del carattere della specie: alcuni incuriositi si faranno fotografare, altri più scontrosi o più rari saranno difficili da trovare e da immortalare, tanto da costringerci a usare tattiche più complesse o oggetti che li attirino. Tecnicamente non è certo il massimo raggiungibile su N64, pochi i poligoni utilizzati e animazioni scarne. Anche la longevità non è il suo punto forte, soprattutto se non siete amanti della serie. Si tratta tutto sommato di un gioco pregevole, molto originale, caratteristica sempre ben accetta nella serie, ma poteva essere approfondito maggiormente, in quanto risulta davvero troppo semplice...
Pokèmon Stadium 2 (N64 2000) (HAL Laboratory)
Sequel di Pokèmon Stadium, gioco strutturalmente identico al suo predecessore, ma utilizza anche la seconda generazione ed è compatibile con Oro,Argento e Cristallo. Nuovi minigiochi, nuove arene e qualche abbellimento grafico. La sostanza, però, è sempre quella...
Pokèmon Channel (GameCube 2003) (Ambrella)
I Pokèmon sbarcano sul Cubo con un gioco stupido come pochi. In sostanza, siete tra i pochi eletti (che fortuna...) a poter assistere in tv al nuovo Pokèmon Channel. Ma neanche questo vi è concesso in santa pace: il solito dannato Pikachu si installerà davanti alla tv, rallegrandosi o rattristandosi a seconda che il programma del momento sia o meno di suo gradimento. Il palinsesto disponibile è costituito da un telegiornale, una televendita, un quiz e altri ancora, aumentando man mano che si avanza nel gioco. L'idea potrebbe anche incuriosire se non ci fosse un’interattività nulla: non c'è assolutamente niente da fare. Potete immaginare il divertimento di guardare una finta tv costituita da Pokèmon per ore... E, visto che passare ore davanti al televisore fa male, perchè non fare qualche attività all'aria aperta come la pesca? Perfetto! Un po' di azione romperà la monotonia! Sbagliato. La nostra opera si limita nel “dire” a Pikachu: “pesca” e guardarlo. Tecnicamente non sarebbe neanche male, bella grafica, belle animazioni e sonoro ricavato dai doppiatori originali (chissà perchè scomodarli per questo gioco....). Tirando le somme, possiamo dire che questo titolo è del tutto inutile: guardare un finto televisore senza poter far niente non può che essere considerata una delle cose più noiose del mondo.
Pokèmon Colosseum (GameCube 2004) (Genius Sonority)
Misteriosamente, su N64 non uscì mai un'avventura dedicata ai Pokèmon ma, soltanto, la versione 3D delle battaglie. Ecco allora che, sul cubo, nacque Pokèmon Colosseum, primo adventure/rpg per una console casalinga. Nonostante si riproponga come successore di Pokèmon Stadium (molte modalità di gioco sono simili) si differenzia dai predecessori per la tanto agognata presenza della modalità Storia. Un pericoloso team riesce a potenziare i Pokèmon rendendoli ostili agli umani, toccherà dunque a noi catturare queste creature sfidando altri allenatori (a differenza della solita cattura limitata a quelli selvaggi) e “purificarli”.La struttura di gioco ricalca quella delle console portatili: Pokèmon da catturare e allenatori da battere. Sempre identico il sistema di combattimento con i suoi ormai consolidati tatticismi. Un gioco dalle buone premesse ma, purtroppo, ricco di difetti. La storia è banale e ripetitiva (l'unica differenza con gli altri titoli della saga è l'atmosfera più cupa): girovagare per 30 ore nel deserto di Auros incappando ad ogni passo in uno scontro risulta piuttosto frustrante. Mancano, inoltre, tanti elementi che variavano l'esperienza su console portatile quali mini-giochi, quest secondarie, eccetera. Il multiplayer è legato alla connessione con il GameBoy Advance, tarpando un po' le ali a questa modalità. Il reparto tecnico è di buona fattura, nonostante la colonna sonora molto (troppo) imponente. Un punto di merito va alle animazioni delle battaglie, varie e ben curate.
L'impressione che rimane è quella di un gioco non completo, o non studiato abbastanza a fondo: le premesse c'erano tutte, eppure la superficialità e l'estrema facilità rovinano molto l'esperienza di gioco.
Pokemon XD - Tempesta Oscura (GameCube 2005) (Genius Sonority)
Per confermare la regola della saga, dove il successore dev'essere identico al primo, troviamo in questo Pokemon XD - Tempesta Oscura la stessa alchimia di Pokèmon Colosseum. Le differenze sono così poche che, a colpo d'occhio, sembrano uguali. Stesso motore grafico, stessa impostazione di gioco e addirittura praticamente la stessa storia! Ci troviamo di nuovo di fronte ad un Pokèmon Stadium camuffato da RPG....
Pokèmon Dash! (DS 2005) (Ambrella)
Primissimo gioco per Nintendo DS e, come ci hanno abituato le prime apparizioni sulle ultime console, si tratta di uno spin-off anomalo. Stavolta si tratta di una sorta di gioco di corse: con il nostro nuovissimo Touch Screen dovremo guidare il solito Pikachu attraverso vari percorsi, più o meno ricchi di ostacoli. E' possibile inoltre giocare fino in sei contemporaneamente grazie alla connessione wi-fi. Il gioco si presenta, tutto sommato, divertente e variegato, peccato per una realizzazione tecnica davvero sottotono. Purtroppo, un'altra discreta occasione mancata....
Rilasciato in due versioni: squadra rossa e squadra blu. La novità del gioco consiste nell'impersonare un Pokèmon, e non un allenatore, “scelto” dal gioco dopo una sorta di test attitudinale all'inizio dell'avventura, dopodiché si può scegliere un “accompagnatore” tra gli altri disponibili. La storia inizia, infatti, con la nostra misteriosa trasformazione in Pokèmon e, dopo aver salvato un Caterpee in difficoltà, ci verranno aperte le porte per la “Squadra di Soccorso”, organizzazione dedita all’aiuto altri Pokèmon in pericolo. Ogni giorno riceveremo le missioni da affrontare, con la risoluzione delle quali potremo ottenere del denaro spendibile in item e combo. Altra novità è l'utilizzo della struttura a “dungeon a caselle”: ogni Pokèmon o oggetto occupa una posizione fissa sul campo da gioco. I dungeon sono costruiti su più livelli collegati da scale e all’ultimo piano troveremo il Pokèmon da guarire o da affrontare in taluni casi. Essendo un gioco di ruolo, ogni combattimento porta, ovviamente, miglioramenti nei parametri del personaggio tramite i punti esperienza, e sarà possibile utilizzare nuovi item e attacchi speciali (inspiegabilmente, questi ultimi esulano completamente da ogni logica dettata dai precedenti capitoli: ad esempio è possibile insegnare ad un Pokèmon d'acqua un attacco di fuoco....).
Nonostante l'idea originale di impersonare un Pokèmon e, finalmente, di abbandonare un po' lo schema fisso dei titoli principali della serie, questo Pokémon Mystery Dungeon risulta essere un esperimento mal riuscito: la grafica, bidimensionale, è carina ma anonima, i suoni e le musiche mediocri e la longevità minima, unita ad un senso di noia che si avverte già dopo le prime ore di gioco. Inoltre manca del tutto di multiplayer e, nella versione DS, il touch screen è più scomodo dei tasti del GBA...
Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del Tempo & Esploratori dell'Oscurità (DS 2007) (Chunsoft)
Ovviamente, non poteva mancare un seguito... E se il primo non è stato un granché, non ci si sforza neanche per migliorarlo. Le novità sono infatti minime, cambia giusto la trama, leggermente più interessante della prima. Per il resto è identico: comparto tecnico arretrato e ripetitività assoluta. Ma si sa, i Pokèmon fanno vendere comunque...
Pokèmon Ranger (DS 2007) (HAL Laboratory)
Action-RPG piuttosto originale. In questo titolo non vestiamo i panni dell'allenatore, bensì di un ranger. Grazie ad una squadra di Pokèmon, potremo avanzare attraverso le varie missioni, sfruttando le abilità di ognuno di essi. Per “catturare” le creature non saranno più necessarie le vecchie Pokèball ma avremo a nostra disposizione lo “Styler”. Con questo strumento sarà sufficiente “circondare” il Pokèmon con un certo numero di cerchi tracciati con il pennino sul touch screen. Ovviamente, i Pokèmon non si lasceranno catturare tanto facilmente e cercheranno in ogni modo di distruggere i cerchi creati intorno a loro o di impedire che essi vengano formati. Dopo che il Pokèmon avrà svolto la sua mansione, però, verrà rilasciato e dovremo catturarne un altro. L'idea non è malvagia, ma il sistema soffre di una certa monotonia e di scarsa varietà d'azione. Purtroppo, è assente anche il multiplayer... Un seguito migliorato potrebbe rivelarsi un buon successo.
Primo (e per il momento unico) titolo per la nuova console casalinga Nintendo. La macchina si evolve, ma lo standard rimane lo stesso, se non, addirittura, retrocede. Questo titolo rappresenta, infatti, soltanto la vecchia arena virtuale, per di più spogliata di buona parte delle caratteristiche di contorno. La modalità Storia, che aveva elevato un po' gli episodi per GameCube e aveva tanto lasciato sperare in un vero RPG su console domestica, è stata eliminata. In poche parole, l'unica cosa da fare è combattere con la solita, incrollabile struttura di gioco. La caratteristica più sbandierata è il duello contro ogni giocatore del mondo tramite la connessione wi-fi del Wii, eppure neanche questa funzione è ben implementata: si può combattere solo con il Codice Amico, non esistono tornei né classifiche. Come sempre è possibile trasferire le creature da Pokèmon Diamante/Perla. Ci troviamo di fronte a uno dei peggiori titoli in assoluto dedicato ai Pokèmon: grafica da Gamecube, animazioni ricche di bug, povertà totale di modalità di gioco, online scarno. Il titolo “Battle Revolution” sembra quasi una presa in giro.
Altri titoli:
Pokèmon Pinball (GameBoy Color) flipper con tema Pokèmon
Pokèmon Pinball Rubino e Zaffiro (GameBoy Advance)
Pokémon Puzzle Challenge (GameBoy Color) Puzzle game in stile Tetris con temi Pokèmon
Pokémon Puzzle League (N64)
Pokèmon Link! (DS) Altro puzzle game, leggermente più complesso e variegato dei precedenti
Tirando le somme...
Il brand Pokèmon tira ancora, e tanto. La serie, come avrete notato, segue alcuni schemi quasi fissi. I titoli principali, ad esempio, sono sempre su console portatili, RPG quasi identici: il gameplay è puntualmente lo stesso ma profondo, divertente e ben consolidato. I giochi escono sempre a coppie, seguiti a breve distanza da un terzo leggermente differenziato. Gli episodi sulle console casalinghe e, in generale, tutti gli spin-off non godono della stessa profondità e concretezza, perdendosi in concept troppo semplicistici o in realizzazioni tecniche frettolose. Rimane, quindi, l'impressione che il marchio venga sfruttato bene soltanto dai giochi principali, quelli sviluppati dalla “casa ammiraglia” dei Pokèmon, la Game Freak, mentre gli altri appaiono troppo spesso come prodotti commerciali poco ispirati e mal realizzati.
Eppure, nonostante i grandi alti e bassi, la serie continua ad essere una delle più redditizie per Nintendo. Le motivazioni possono essere molteplici, ad esempio la fascia d'utenza giovane, molto soggetta alla “moda” del gioco. Tuttavia, i giochi (quelli della saga principale) non sono del tutto “casual” come la maggior parte dei “best seller” di oggi: la difficoltà non è elevatissima ma ci vuole un discreto impegno e una buona dose di pazienza per portarli a termine. Il loro pregio potrebbe essere quella dipendenza che danno al giocatore... La Pokèmania, oggi, non è più ai livelli di follia collettiva di dieci anni fa, quando ero bambino e tutto ruotava intorno alle “simpatiche creature”: la saga comincia a sentire il peso degli anni ma, nonostante tutto, si conferma una delle pagine più importanti nel videogaming moderno, nel bene e nel male.