Roma caput ludi!
In una piovosa domenica di fine Novembre la capitale d'Italia si trasforma per un giorno in capitale dei videogames. Ecco arrivare una piccola mostra dedicata alla interessante storia dei videogiochi, che spazia dall'esposizione di retrocomputers d'epoca e console che hanno fatto la storia fino all'approfondimento di importanti figure del settore come Jeff Minter e Gunpei Yokoi.
La città di Roma
Roma non ha decisamente bisogno di presentazioni, poiché è un luogo che racchiude nella sua storia millenaria molteplici culture a volte convergenti altre contrastanti. Passeggiando per le sue strade si possono ammirare i famosi “strati storici sovrapposti” che mescolano allegramente arte classica, medievale e modernità assortite. A Roma non ci sono solo il Foro Romano, testimonianza della grandezza di un impero mai dimenticato, ma trovano spazio altri monumenti meno conosciuti come la Piramide Cestia, che testimonia l'amore per il mondo egizio da parte degli antichi romani, il Colosseo Quadrato memoria dell'epoca del fascio littorio, o l'esposizione d'arte di Via Margutta, nota per l'associazione di pittori ed artisti ad essa legati. Raramente però le tantissime mostre estemporanee, che spaziano tra i temi più disparati dell'arte, hanno avuto come filo conduttore la storia dei videogiochi. Perchè quindi non tentare di organizzarla?
Location ed organizzazione
La location scelta per la mostra è un accogliente hotel romano situato nei pressi di Via Nazionale in Roma, i cui “seri” locali, deputati normalmente all'accoglienza del turismo tradizionale, sia esso culturale che religioso, sono stati, per un giorno, invasi da reliquie videoludiche di ogni tipo. L'Hotel Monaco Louisiana ha gentilmente messo a disposizione una sala per la mostra dando completa carta bianca all'intraprendente gruppo organizzativo. Lo staff che si è occupato di allestire gli spazi espositivi è chiamato Archeoludica ART Net ed è una vera e propria compagnia dell'anello estemporanea i cui membri si sono riuniti, come in un RPG, per lavorare insieme per la riuscita del progetto. L'ideatore della mostra è il relatore dell'articolo che state leggendo, ma la mostra non sarebbe stata così bella e divertente senza gli altri fondamentali membri dello staff, provenienti da diverse realtà del settore. Importantissimi sono stati i contributi di Andrea Pastore, creatore dell'interessante Dizionario dei Videogames e di Ermanno Betori, un veterano delle retro-esposizioni che ha già partecipato a moltissime iniziative simili. Nello staff spiccavano anche Daniele Nunziati, campione europeo di Tetris e Mario Di Loreto, di Zetalog Multimedia, che ha esposto delle splendide macchine del passato. Completano poi la “gilda” Francesco Roman, proveniente dal mondo del collezionismo romano, la moglie Maria Giulia Franceschini e Salvo Croce, consulente legale della mostra, che ha anche fornito uno splendido Atari 2600. Allo staff si sono inoltre uniti i rapprensentanti dell'Hotel, nelle persone di Francesca Giovagnoni, addetta al coordinamento interno e Stefano Moscato, addetto all'accoglienza dei visitatori. Aldo Torroni di Retrogames Club si è poi unito all'organizzazione fornendo parte dei CRT della mostra. La ristorazione ed il buffet serale hanno visti protagonisti i gustosi manicaretti della premiata dolceria Er Cecio in Roma.
Web Friends
Pur non potendo essere presenti alla mostra fisicamente, hanno dato un contributo mediatico molto importante anche Federico “Fedeweb” Salerno, la cui community Games Collection, colleghi del nostro RH, ha seguito molto da vicino la manifestazione, Alessandro “Retrogame” Pugliese e Daniele Cavallo, amici di Retrogame.Biz, Debora Ferrari di Game Art Gallery, ed Alberto “Bert” Fin di Lost Games Blog.
Retrocomputing Passion
Il primo spazio retrocomputing era curato da Ermanno Betori ed era situato strategicamente vicino alle macchine distributrici di caffè e succhi di frutta no-limits. Qui potevamo trovare alcuni home computer storici, tra cui uno splendido Texas Instruments TI 99 4/A su cui girava una conversione di ottima fattura del leggendario coin-op Q*Bert.Ecco spiegata la sistemazione, chi decideva di affrontare il difficilissimo Q*Bert aveva bisogno di una continua iniezione di energia! Subito accanto trovavamo un raro Spectravideo SV 328, home computer basato sullo standard MSX, un Amstrad CPC 64 con il fascino 80s del lettore a cassetta ed i tasti colorati, un Sinclair Spectrum 48K, uno Spectrum +3 128K a floppy ed un Commodore 64 con scheda SD Manosoft, particolare interfaccia per caricare i giochi tramite mezzi di archiviazione attuali.
La presentazione di Boh e Quod Init Exit
Durante la mostra Archeoludica abbiamo avuto l'onore di ospitare Simone Bevilaqua, un artista italiano che ha presentato le sue creazioni. Il programmatore ha incontrato i visitatori spiegando le caratteristiche del suo gioco più noto, Boh, compatibile con la piattaforma PC Windows ma, ci teniamo a ribadirlo, nato per Amiga OS. Per saperne di più sul titolo vi rimandiamo alla recensione di Boh sul nostro sito, in cui potete trovare anche un'intervista al programmatore. Oltre a Boh, Simone, noto sul web come Saimo, ha ideato anche un simpatico gioco per Commodore 64, Quod Init Exit, datato 2010 ed ottimo rapprensentante del fenomeno retroprogramming, ovvero la compilazione di nuovi titoli per le vecchie macchine, che serve a dar loro vita nuova anche dopo che non sono più in commercio. Uno dei più noti sostenitori di questa corrente è Atari Age, che crea nuovi giochi per le classiche macchine Atari.
Le TV gemelle
Al centro della prima sala troneggiavano due grosse TV gemelle Synudine che ospitavano rispettivamente un Amiga 1200 con il gioco Dynablaster, titolo amighista del leggendario Bomberman, ed una Xbox nera su cui girava il classico Ninja Gaiden. Spiccava il contrasto tra l'essenziale minimalismo visivo del franchise Hudson e l'esplosione quasi barocca di particolari e gusto per la ricercatezza del gioco Tecmo. Entrambi i giochi hanno riscosso un buon successo presso il pubblico. All'interno della mostra erano poi presenti i modelli di TV più svariate, poiché erano state sia fornite dall'albergo, le mitiche Mivar, che portate dai vari membri dello staff.
Lo spazio di Zetalog Multimedia
Inizialmente allestito nel terrazzo dell'hotel, ma prontamente trasferito all'interno della sala, per non trasformarsi in dimostrazione dal vivo della resistenza dei retrocomputers all'acqua, ecco arrivare lo spazio Zetalog Multimedia, uno dei più interessanti dell'intera esposizione. Gli eroici gestori dello stand hanno resistito all'aperto, impavidi, alla furia degli elementi, ma alla fine hanno dovuto ripiegare su lidi decisamente più asciutti... la passione per il retrogaming è anche questo! Lo spazio era a cura di Mario di Loreto e della sua collaboratrice, che ha portato in mostra una splendida serie di macchine tra cui spiccavano sistemi Apple, Sinclair, Commodore, Olivetti, Compaq e Texas Instruments. Ogni macchina era accompagnata da una scheda illustrativa storico-tecnica molto dettagliata. I computer Apple II e Macintosh 128 erano forse i pezzi più belli, ma alcune chicche come la classicissima calcolatrice Olivetti colpivano molto i visitatori. Uno dei computer inoltre trasmetteva in loop l'interessantissimo documentario “La storia dei Video Games” prodotto nel 2007 da Discovery Channel e perfettamente in tema con la mostra.
Psichedelia & Cammelli, una retrospettiva su Jeff Minter.
Appena al di sopra dello spazio Zetalog si trovava l'angolo forse più caratteristico della mostra, un luogo in cui tempo e spazio perdono di significato, dove contano solo la ricerca del punteggio più alto... le luci psichedeliche, l'espansione sensoriale, l'arte compositiva di matrice lisergica e, soprattutto... i cammelli! I lettori più attenti e preparati sul tema retroludico avranno già capito che stiamo parlando dell'eclettico artista inglese Jeff Minter, noto come Yak. A questo programmatore era infatti dedicata una retrospettiva storica che ripercorreva le tappe della carriera dell'autore, soffermandosi sui giochi ideati, sulle collaborazioni e sulle tantissime idee di questo polidedrico quanto bizzarro game designer. Il murales storico era arricchito da una serie di 147 stampe fotografiche che ritraevano momenti diversi della vita dell'autore, dalle cover dei suoi titoli, alle apparizioni publiche fino alla sua passione per dromedari, giraffe ed altri animali pelosi. Un enorme cammello di peluche chiudeva l'esposizione dedicata a Yak. Se volete approfondire la conoscenza di questo autore vi rimandiamo allo speciale a lui dedicato.
Street Fighter Alpha Corner
Di fronte allo spazio Zetalog si trovavano due importanti console della Nintendo, SNES e Nintendo 64, con l'immancabile Super Mario 64. Accanto ai sistemi di Kyoto si trovava un esemplare di prima PlayStation nel classico colore grigio, a cui era attaccato il leggendario Arcade Stick, un controller da tavolo dedicato ai picchiaduro. Davanti a SNES e PS1 faceva inoltre bella mostra di sè un cartonato dedicato a Street Fighter Alpha, le cui versioni 1 e 2 giravano sui sistemi.Un mini torneo spontaneo a SFA 2 è stato subito inaugurato da uno dei membri più appassionati della saga Capcom, Francesco Roman, che si è rivelato come al solito imbattibile nel maneggiare i personaggi della saga! Memorabile uno dei momenti del torneo, in cui Francesco, sfidando un suo collega di Zetema Progetto Cultura ha realizzato un estemporaneo balletto artistico tra Ryu & Ken, in cui una pioggia di palle di fuoco partiva all'unisono da entrambi i personaggi e si ripeteva all'infinito.
Le console dello sperimentalismo eclettico
La strana coppia Vectrex-Virtual Boy, due bizzarre console accomunate da un destino simile, ha come sempre rapito il cuore dei partecipanti, incuriositi da tanto eclettismo creativo. L'MB Vectrex è una splendida macchina, affascinante quanto particolarissima, con uno schermo ad estensione verticale dove girano versioni molto caratterizzate di alcuni giochi classici come Scramble, visibili in bianco e nero o a colori tramite l'applicazione di mascherine tematiche sopra lo schermo, dette overlay. La particolarità più evidente però è quella di usare una grafica vettoriale davvero evocativa, che negli anni '80 era altamente futuristica e sembrava appena uscita da un film di Guerre Stellari, come ha ben evidenziato lo storico videoludico Andrea Pastore. Bizzarra la storia legata alla sua nascita, dove i produttori avevano una buona scorta di schermi a tubo catodico e hanno deciso di costruirci attorno una console dal fascino retro-futurista unico. Il Vectrex in mostra era situato su una postazione tanto improvvisata quanto particolare. Una colonnina stretta e lunga che evocava i coin-op da sala, dotata persino di una “finta” fessura per inserire le monetine che è diventata subito un cult.
Un tocco di rosso con Virtual Boy
Il Virtual Boy è forse più conosciuto dal grande pubblico, e pur essendo stato un incredibile flop commerciale riesce ancora ad avere un discreto fascino sui temerari che decidono di immergersi nella suo mondo virtuale dipinto di rosso. La macchina, definita coraggiosamente da Nintendo un portatile, è in effetti scomodissima da usare all'aperto, e nessuno mai si sognerebbe di giocarci in metropolitana, eppure i suoi particolarissimi occhialetti a casco, dentro cui vengono generati giochi in 3D simulato con tonalità rosse e nere, sono ormai un'icona del lato oscuro dei videogiochi, quello in cui la sperimentazione è troppo ardita e non riesce ad entusiasmare i giocatori. Genio creativo o follia allo stato puro? Per approfondire la conoscenza di questa inusitata console vi rimandiamo allo speciale a lei dedicato.
L' angolo dei ricordi
Non solo di postazioni interattive era composta la mostra Archeoludica. Al suo interno si poteva infatti trovare una serie di vetrinette in cui erano esposti i momenti salienti della storia dei videogiochi. Forse a causa della leggera preferenza da parte dello staff organizzativo, o forse perchè realmente ha ricoperto un ruolo fondamentale nella storia del settore, Nintendo vedeva coperta quasi interamente la sua storia. A partire dalle leggendarie carte Hanafuda, prodotte nel secolo scorso e dai giocattoli Ultra-Hand ed Ultra-Machine ideati da Gunpei Yokoi, per arrivare ai primi esperimenti nel campo del gioco elettronico, con il Color TV Game, i Game & Watch ed i tantissimi modelli di Game Boy, inclusi Color, Pocket, Advance ed SP. La mostra era dedicata proprio alla memoria di Yokoi, scomparso prematuramente nel 1997 a causa di un incidente, e per questo era dato molto spazio ai portatili da lui ideati, non solo della linea Game Boy, ma anche il già citato Virtual Boy o il Bandai WonderSwan, presente in mostra solo per esposizione. Tutte le macchine Nintendo erano presenti, NES, SNES, N64 nell'edizione speciale Pokèmon ed in versione Aqua bicolore. Il recente GameCube faceva bella mostra di se nell'edizione dedicata a Resident Evil e la carrellata si concludeva con gli attuali Wii e DS, nella recentissima release rossa dedicata al venticinquennale di Super Mario Bros, senza dimenticare il GBA Micro Famicom del ventennale. Anche Sega era decisamente ben rappresentata, con una intera vetrina a lei dedicata. Iniziava il Sega SC 3000, un rarissimo home computer prodotto da Sega e basato sulla sua prima console, l'SG 1000. Anche Master System, Mega Drive, Saturn e Dreamcast sono stati apprezzatissimi dal pubblico, memoria di una grande casa sempre un passo avanti sui tempi. Alcune vetrine erano poi dedicate a riviste storiche del settore, manuali e listati d'epoca ed altro interessante materiale cartaceo, tutto proveniente dalla collezione di Ermanno Betori. Isolata dalle altre ed adiacente allo spazio di Saimo, troviamo l'ultima vetrina dedicata ai portatili alternativi, tra cui il già citato WonderSwan, i leggendari Tiger, il Neo Geo Pocket, il PC Engine LT ed i rari handheld LCD Micro Games of America. Immancabili un po ovunque gadget videoludici, illustrazioni tematiche dedicate ai videogiochi, come quelle di Tyris Flare, eroina di Golden Axe, la storica locandina di Another World, lo stralunato Q*Bert ed i tantissimi peluches di Mario, Sonic e Donkey Kong. Una citazione a parte per le splendide cover dei giochi Intellivision, che meriterebbero davvero una mostra dedicata per il loro fascino vintage irresistibile.
Le schede storiche ed i testi della mostra
Quasi tutti i sistemi, esposti o interagibili, erano accompagnati da una scheda illustrativa storico-tecnica che spiegava le basi della scienza retroludica a chi non conoscesse il sistema o ne volesse approfondire e contestualizzare nascita e ciclo vitale. Le schede e tutti gli altri testi presenti in mostra erano a cura dello staff. Oltre alle schede ufficiali targate Archeoludica, con testi di SFB, erano presenti anche le schede dedicate Zetalog curate da Mario di Loreto.
Special Thanks to all friends!
L'ideatore della mostra vuole ringraziare tutti, il competente ed appassionato staff organizzativo, che ha dato il massimo sotto ogni punto di vista, ed anche i visitatori che gentilmente ci sono venuti a trovare. Ospitare il programmatore Simone Bevilaqua è stato molto interessante, quasi tutti i visitatori sono venuti da Roma, come il lettore di RH Dexther o il misterioso Mr Quipo 2, che salutiamo, l'amico Marco Accordi Rickards di Game Republic o il giornalista Fabio Davide, venuto apposta da Napoli per vedere Archeoludica. Moltissimi non sono potuti venire ma hanno cercato di seguire l'evento via web, come i lettori di RH, i colleghi di Games Collection, Retrogame Biz, Retrogamer, Cyberludus, Tilt, CVG, Bit Generation, GamesReplay e tutti i rappresentanti delle comunità italiane di videogiocatori accomunati dalla stessa passione.
L'importanza dell'evento
Pur essendo un evento piccolo, a causa degli spazi ridotti, lo staff ha messo tutto il suo impegno per dare il massimo sotto ogni punto di vista. Sono stati effettuati su richiesta dei piccoli tour guidati esplicativi alla scoperta del materiale esposto, in modo da far comprendere al pubblico l'importanza fondamentale del retrogaming per capire il videogioco moderno. Alcune delle attività in programma come la proiezione dell'emblematico film eXistenz di David Cronenberg con annesso dibattito e l'esibizione del campione europeo di Tetris sono purtroppo saltate a causa del maltempo, poiché erano previste nel terrazzo, invaso da un acquazzone per tutto il tempo della mostra. Ma non tutto è perduto, poiché già si prevedono nuove edizioni dell'evento, magari in spazi più grandi od anche in contesti più estivi. Che ne pensate di un' Archeoludica On The Beach in riva al mare? Per ora è solo un'idea ma l'estate prima o poi arriverà... Archeoludica, videogiochi del passato chiude il sipario e ringrazia chi ha gradito lo spettacolo.
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