La location di Villa Torlonia
Il luogo scelto per il festival è davvero splendido, poiché si trova all’interno di una delle tante oasi verdi di Roma, l’ottocentesca Villa Torlonia, che dopo essere appartenuta alla famiglia Doria Pamphili è diventata di proprietà del comune ed è stata aperta al pubblico. L’importanza storica e artistica della villa è molto alta, poiché contiene al suo interno importanti testimonianze storiche ed architettoniche che coprono quasi tre secoli. Oltre alle rigogliose bellezze naturali, con molte specie floristiche rare e alberi secolari, all’interno della villa si trovano anche un laghetto artificiale, suggestivi percorsi in mezzo al verde decorati da statue di ispirazione grecoromana ed alcuni palazzetti costruiti nel tempo dai vari proprietari dopo l’acquisizione da parte dei Torlonia della ex tenuta Colonna su via Nomentana. Situata all’incirca all’altezza di Corso Trieste, la villa è oggi un vero e proprio museo, dopo aver passato un lungo periodo di degrado ed abbandono nel Novecento, che ancora interessa alcune porzioni in restauro della stessa. Oltre ai palazzetti più evidenti, si possono trovare seminascosti anche un cimitero ebraico con delle catacombe, e persino i bunker antiarei risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le costruzioni interne spiccano il Tempio di Saturno, di ispirazione ellenistica, ricco di statue e con una splendida fontana, e la Casina delle civette, realizzata da Enrico Gennari, che vuole riproporre, con le dovute proporzioni, un piccolo villaggio medievale, che risulta veramente ben realizzato e suggestivo, oltre a richiamare il vicino “quartiere coppedè”, ricco di bizzarre ispirazioni artistiche provenienti da molti stili diversi (barocco, liberty, decò, manierismo e medievaleggiante) riproposti tutti insieme con un forte senso eclettico. Altre edificazioni di spicco sono i casini “Principale” e “Dei Principi”, oggi diventati musei, gli interessantissimi “falsi ruderi” e per ultimo il “Villino Medievale”, ottocentesco ma ispirato all’epoca del medioevo, trasformato di recente in ludoteca, che è proprio il luogo scelto per il Videogames Festival.
La struttura del Technotown
La ludoteca prende il nome di Technotown ed è un interessante progetto a cura del Comune di Roma realizzato dalla Zètema con l’ideazione e la supervisione di Paco Lanciano. Lo spazio a disposizione non era in verità tanto grande ed era suddiviso in ambienti, dopo un corridoio si trovava la biglietteria ed un piccolo negozio dove poter comprare libri a tema videoludico o guide dedicate ai videogiochi, come quelle sul nuovo Prince of Persia, Fallout 3 o Pokemon Diamante, ma nulla che non si possa trovare ovunque. Sul lato destro c’era una sala dedicata allo spazio intrattenimento, con un simulatore di guida monoposto offerto in mostra da Driving Italia e alcune postazioni libere con varie X360 giocabili rigorosamente nere, Elite Edition. Sul lato destro invece si trovava la sala principale, dove erano collocati i tavoli centrali su cui venivano disputati i vari tornei. Sopra a tutto il resto troneggiava il megaschermo di cui è dotato il Technotown, che ha ospitato di volta in volta le finalissime di ogni torneo. Una piccola stanza a parte era dedicata ai giochi musicali di Activision e si chiudeva con lo spazio ristorazione. In generale bisogna dire che anche se lo spazio fisico non era troppo vasto, rispetto magari ad altri eventi analoghi europei, ogni giocatore aveva uno spazio di “sopravvivenza” buono, la qualità dei monitor e delle macchine da gioco scelte era di sicuro alta, e l’illuminazione delle postazioni perfettamente studiata per il gaming.
L’organizzazione
All’organizzazione del festival hanno partecipato importanti nomi istituzionali legati all’arte e alla cultura, come Zètema Progetto Cultura, società che gestisce moltissimi dei musei e degli eventi culturali romani, che ha messo a disposizione la splendida location. Il tutto è stato però realizzato grazie all’Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma che ha fortemente creduto nell’evento come aggregatore sociale e lo ha promosso in modo attivo. Oltre alle istituzioni tra gli organizzatori erano presenti gruppi di appassionati che operano nel settore dell’intrattenimento legato ai videogiochi, tra cui l’Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive, il Movimento per la Cultura del Videogioco, Wings of Magic, ESC Italia e Driving Italia Net. Era presente persino un “albergo ufficiale” per dormire, convenzionato con l’evento, bisogna riconoscere che nulla è stato trascurato.Anche le telecamere televisive di Odeon TV sono state presenti per dare testimonianza dell’evento.
I tornei tradizionali
Quello che traspariva subito ad una prima occhiata durante la manifestazione è la grande passione che accomuna organizzatori e partecipanti che si affrontano in molti giochi, appartenenti ai generi più disparati, dagli FPS ai picchiaduro, dagli sportivi ai giochi musicali. I dieci titoli selezionati per l’evento rappresentano alcune tra le migliori produzioni attuali del mercato, ma purtroppo non è stato dato spazio, come moltissimi dei lettori avrebbero voluto, al retrogaming. Tra i grandi nomi figurano i due beat ‘em up Street Fighter IV della Capcom e il suo concorrente Tekken 6 di Namco Bandai, che sono tra i giochi ad aver avuto maggior successo durante i tornei. Molto seguiti anche i due sparatutto Halo 3 di Bungie nella sua nuova edizione ODST e l’acclamatissimo Call of Duty-Modern Warfare 2 di Activision, appartenti ad un genere che da sempre riesce a dare il suo meglio nelle competizioni multiplayer. I giochi sportivi erano ben tre, il nuovo Wii Sports Resort di Nintendo, Forza Motorsport 3 di Microsoft Game Studios e l’inossidabile FIFA, presente con l’edizione 2010, forse il torneo più affollato in assoluto. Uno spazio più alternativo è stato quello dedicato allo splendido Aion: Tower of the Eternity, gioco coreano della NC Soft, che rappresentava i MMORPG al posto del gioco che si sarebbero aspettati tutti, ovvero il seguitissimo World of Warcraft.
Lo spazio dei giochi musicali
Stranamente considerati dei fanalini di coda, nonostante il successo di vendite e di pubblico, chiudevano i tornei Guitar Hero, presente col quinto capitolo, indirizzato ai novelli Jimmy Hendrix, e il divertentissimo DJ Hero destinato agli amanti dello scratching. Il torneo di Guitar Hero è stato quello di minor successo, con davvero pochi partecipanti iscritti, questo fattore va davvero in controtendenza rispetto all’incredibile successo che è stato tributato da parte del pubblico modiale a questa relativamente nuova tipologia di videogames. In questo particolare evento forse i giochi musicali hanno sofferto anche della poca visibilità a loro attribuita, poiché erano situati separatamente dal resto e sono stati quindi eclissati dai più richiesti FIFA ’10, Tekken 6 e Halo3-ODST.
Gli ospiti dell’evento
Tra i tanti partecipanti ai tornei spiccano cinque campioni italiani dell’ eSport videoludico, che sono stati presenti durante le competizioni per la gioia di fans e sfidanti. I loro nomi reali sono Fabrizio Tavassi, Seung Ju Kim (nella foto), Lorenzo Castelli, Amir Hajar e Valentino La Favoci ma molti appassionati del settore li conoscono con i nickname “da battaglia” di Bode, Shirl, LO7 Guitar Hero, George e KeyVale. Ognuno di questi campioni ha un proprio gioco di specializzazione tra quelli presenti al festival, come ad esempio Guitar Hero, Fifa10 e Street Fighter IV. Molte anche le comunità di giocatori presenti, tra cui Halo Italia, Arcade Extreme e XLC It con sfide appassionanti e giocatori davvero formidabili nei rispettivi giochi. Uno dei contest più di successo durante la manifestazione è stato proprio quello dedicato a Fifa’10, intitolato “Sfida il Campione” con la partecipazione dell’imbattibile KeyVale. Le partite disputate durante gli incontri, per tutti i generi ludici presentati, spesso avevano caratteristiche fuori dall’umano, con tecniche personali e raffinatissime, maturate dai giocatori dopo tantissime ore di duro allenamento, al pari degli sportivi tradizionali che temprano se stessi giorno dopo giorno nelle proprie discipline.
L’e-Sport
Il tema portante di questa prima edizione di Roma Videogames Festival è stato “Lo Sport Elettronico”. Un importante messaggio che è venuto fuori da questo festival è la volontà da parte della comunità videoludica di rendere il videogaming un vero e proprio sport virtuale, con pari dignità delle nobili discipline olimpioniche di ellenica memoria. L’approccio al videogioco, secondo i teorici dell’e-Sport, può essere una attività di puro intrattenimento, di arricchimento culturale, ma anche diventare una attività sportiva, sia competitiva che di squadra. Nella giornata di Domenica si è svolta infine una conferenza stampa in cui sono stati evidenziati i temi legati alle teorie dell’ e-Sport, del Netgaming ed è stata annunciata la nascita di una vera e propria federazione dello sport elettronico, chiamata FNIGE, che ha in cantiere l’organizzazione di svariati eventi “videoludosportivi” in tutta Italia. Le voci della conferenza stampa, Federico Bruneri , Sebastiano Silluzzio e Simone Galli hanno quindi parlato di due interessanti progetti, la nascita di una intera rivista dedicata all’e-Sport e il Videogames Legue 2010, la prima delle competizioni sportive che dovrebbe prendere il via nell’ anno appena iniziato. Un giorno vedremo i virtuosi di Street Fighter alle Olimpiadi? Forse è ancora presto, ma questo è un primo, importante passo. Nel discorso dello sport elettronico rientrerebbe inoltre anche la guida simulata, come quella che si poteva provare durante l’evento grazie alla monoposto di Driving Italia e che spesso è utilizzata anche per moltissimi videogiochi arcade, come i vari Sega Rally, o home entertainment, come ad esempio la celebre serie Gran Turismo.
Il futuro
Essendo la prima volta che viene organizzato un festival videludico ufficiale a Roma non sappiamo ancora se gli organizzatori decideranno di dargli un seguito, come invece è successo per il Monza Videogames Festival, ormai un appuntamento fisso per molti appassionati di videogiochi. Una eventuale espansione del festival potrebbe allargare il proprio campo al resto della cultura del videogame, comprendendo spazi dedicati a mostre e approfondimenti storici sull’argomento videoludo.
Le nostre impressioni
RH ha visitato l’evento da semplice spettatore per poter fare un resoconto su un'interessante iniziativa legata al mondo videoludico. Una piccola critica va però al settore “altro intrattenimento”, poiché gli spettatori avevano molto poco da fare se non partecipare ai tornei o assistervi.
Possiamo quindi concludere dicendo che Roma Videogames Festival rappresenta la parte “action” del variegato mondo videoludico, dove sono i tornei, il divertimento e le innumerevoli partite giocate “sul campo” il succo dell’avvenimento. C’è da dire che forse questo festival è stato troppo sbilanciato verso i tornei ed una eventuale prossima edizione potrebbe dare più spazio anche al contorno, come spesso succede in altre manifestazioni del settore. Simili iniziative sono l’altra faccia della medaglia di eventi culturali più istituzionali come la mostra The Art of Games, nella quale, al contrario, veniva evidenziato maggiormente il lato artistico e storico del videogaming piuttosto che la sua componete puramente ludica. Le due visioni del videogioco non sono opposte nè antitetiche, ma possono invece essere perfettamente complementari, poiché non ci sarebbe una “cultura del videogame” senza il gioco e la passione dei partecipanti ai tornei e degli spettatori.
Si ringrazia Francesco “Ciccino” Roman di Zètema per la segnalazione dell’evento.
Sito Ufficiale
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Fabio "Super Fabio Bros" D'Anna