Il supporto non estraibile
Il disco Floppy
Un problema comune del floppy, col passare del tempo, è stata la poca capienza, lo spazio andava da 720Kb a 1.44Mb per i dischi formattati DOS, e da 880Kb a 1.76Mb per il formato Amiga. L’ultimo supporto appartenente alla famiglia dei Floppy è stato infatti il SuperDisk, lanciato sempre da Sony nella seconda metà degli anni '90, della capacità di 120 MB, ma con scarso successo commerciale e utilizzo videoludico nullo. L’avvento nello stesso periodo del CD-Rom, molto più capiente, benché a sola lettura, ne decretò presto la fine, tanto che oggi i moderni PC, come già il Mac dieci anni prima di loro, non ne fanno più uso.
Da memoria di massa ad icona concettuale
Il successo del formato floppy disk è stato tale che tutt’oggi il simbolo del “salvataggio dei dati” è rappresentato da un dischetto, anche se in realtà esso non c’è “fisicamente” più! E’ sopravvissuto solo il simbolo, superando la natura fisica della memoria di massa per diventare una vera e propria icona riconoscibile immediatamente da tutti. Davvero un bel riconoscimento per i suoi creatori.
La cassetta
La cartuccia
Il Laser Disc
Paragrafo a cura di Igor "Igorstellar" Maggiorelli
Il CD Rom
Il DVD
Evoluzione a grande capienza del CD-Rom, il Digital Versatile Disc ha conosciuto la sua consacrazione ludica sulla Playstation 2. Sony, inoltre, ha fatto molto leva sulla lettura dei film per promuovere la macchina. La caratteristica principale del DVD è di utilizzare microsolchi di dimensioni molto inferiori al CD ed oltretutto molto più ravvicinati, permettendo una compressione fisica dei dati notevole, nello stesso spazio di 12 centimetri questo nuovo disco permette di immagazzinare un contenuto di oltre sei volte più grande. L’ottimizzazione dello spazio si può capire facendo l’esempio di una libreria semivuota, dove in ogni scaffale ci sono solo pochi libri, ma in realtà ce ne potrebbero andare molti di più. La moderna concezione dei film su DVD, che include audio multilingue, sottotitoli e contenuti extra è nata decenni prima sul Laser Disc, diretto ispiratore del piccolo disco ottico versatile digitale.
In ambito PC, il DVD è stato utilizzato all’inizio per quei titoli che richiedevano la distribuzione su più CD-Rom, anche se le case di produzione hanno preferito supportare sempre il più diffuso vecchio formato per paura di perdere gli utenti che non fossero ancora dotati di lettore DVD.
Nintendo, dopo aver snobbato il supporto CD in seguito al famoso litigio con la Sony, si è distinta anche stavolta, decidendo di lanciare un suo supporto esclusivo il “Nintendo Optical Disc” uno speciale DVD in due formati, uno piccolo da otto pollici e capienza di 1,5 GB, utilizzato sul Game Cube, e l’altro più standard, basato sul DVD, di capienza 4,7 GB, montato sul “rivoluzionario” Wii.
Il Blu-ray
Il mercato portatile
Dai primi Game & Watch o Gig Tiger, i sistemi portatili hanno seguito un iter simile ai sistemi casalinghi, utilizzando cartucce miniaturizzate, come su Game Boy, Game Gear o Neo Geo Pocket, fino ad arrivare alle schede, simili alle SD, del Nintendo DS ed ai dischi UMD del gioiello portatile Sony PSP, il cui progetto di “disco protetto dai graffi grazie al supporto plastico esterno” è il ritorno alla luce del progetto originale del CD, commercializzato poi “nudo” per abbassarne i costi produttivi.
Recenti indiscrezioni, da poco confermate da Sony, vedono però PSP evolversi verso lo stoccaggio interno, abbandonando il supporto fisico ed appoggiandosi esclusivamente al web per la distribuzione dei giochi. La nuova macchina, che porta il nome di PSP Go!, sarebbe la prima console della storia ad abbandonare la fisicità del software, concretizzando il desiderio di molti produttori, che considerano la stampa, lo stoccaggio e la distribuzione dei giochi un costo aggiuntivo. Molto più semplice produrre i giochi e metterli online per la vendita diretta.
I primi portatili basati su tecnologia LCD sono tornati di recente in una riedizione nella catena di giochini allegati all’Happy Meal di Mac Donald, che, pur essendo una delle aziende meno eco-compatibili della terra, almeno sul lato retrogaming ha dato un buon contributo.
Studi per il supporto del futuro, memorie olografiche e solide
Oltre al formato Blu-Ray sono allo studio altri supporti ottici in grado di contenere sempre più grandi quantità di dati, come l’Holographic Versatile Disc, un disco ottico basato sulle memorie di tipo olografico, a cui molte case, tra cui Nintendo, stanno guardando con interesse. Il supporto però maggiormente diffuso e a più amplio raggio di espansione è proprio il vecchio hard disk, ormai disponibile, oltre che sui classici Mac o PC, anche sulle console e sui videoregistratori DVD da salotto. Proprio su questa memoria di massa potrebbero puntare gli interessi del futuro.
Moltissimi analisti del settore ritengono, infatti, che questa potrebbe essere l’ultima generazione di macchine ad utilizzare un supporto fisico di tipo commerciale. La grande diffusione di dati attraverso internet sta portando i produttori a mettere in rete i contenuti, sia quelli gratuiti che quelli commerciali. La possibile assenza di fisicità del supporto in futuro potrebbe essere una realtà, con macchine incapaci di contenere dei supporti ottici o magnetici ma capaci di collegarsi alla rete per disporre dei contenuti multimediali, nel nostro caso ludici. I primi passi verso una concezione del genere sono i negozi virtuali per le attuali macchine, sempre più importanti, come ad esempio Apple Store, Xbox Live Arcade, PSN e il servizio WiiWare/Virtual Console di Nintendo. Molti giochi sono spesso realizzati in esclusiva per queste piattaforme virtuali e la loro realizzazione è spesso accompagnata da buonissima qualità. Anche PSP Go! e DSi puntano molto sul servizio online per il proprio successo. L’hard disk del futuro però potrebbe essere basato sulle memorie solide, viste di recente in alcuni pc portatili avanzati, anziché sui dischi rigidi veri e propri.
Una tecnologia basata su Internet, Onlive
L’assenza di supporto
Un ritorno alle origini, dunque, le future macchine senza alcun supporto sarebbero delle console non programmabili, ma dotate della possibilità di scaricare i contenuti ed i media a loro dedicati dalla grande rete. Dopo aver passato anni a cercare il supporto ideale, la risposta potrebbe essere che il supporto definitivo è il supporto che non c’è, ovvero quello virtuale.
Nessun supporto all’inizio della storia delle macchine da gioco e paradossalmente nessun supporto alla fine. Il concetto di supporto virtuale è da tempo discusso dagli esperti del settore, non solo videoludico, ma in generale per la distribuzione di contenuti digitali per l’intrattenimento. Con la diffusione della banda larga e della possibilità di download veloce, si è amplificato l’interesse per questo mezzo virtualmente raggiungibile da tutti. Moltissime case di produzione musicali, cinematografiche e di videogiochi, oltre che di romanzi elettronici, i famosi e-book, si stanno seriamente chiedendo se esso potrà, in tempi medio-lunghi, sostituire del tutto il supporto fisico.
La salvezza dei supporti fisici, il collezionismo
In pochi decenni le abitudini sono cambiate, prima c’erano i Walkman con le cassette da ascoltare per strada, poi si sono evoluti nei lettori CD, poi hanno perso il supporto e sono divenuti lettori mp3, con la possibilità di cambiare musica senza un vero “disco” all’interno. Questa potrebbe essere la strada che seguiranno le console e i riproduttori di film. Avremo nei negozi confezioni vuote contenti solo un codice per il download o nemmeno questo? Quello che potrebbe salvare il futuro della fisicità dei supporti è senza dubbio il fenomeno del collezionismo. Quanti, infatti, pur avendo a disposizione l’intero parco software del NES in emulazione o i migliori titoli nel catalogo di Virtual Console di Nintendo, preferiscono avere nelle proprie case le cartucce originali? Oggi è possibile scaricare, sia illegalmente che in maniera lecita praticamente tutto il panorama dei videogiochi del passato, ma spesso i veri amanti del retrogame preferiscono recuperare le vecchie macchine, rimetterle in funzione ed utilizzarle nello stesso modo per cui esse sono state progettate, con i sistemi di controllo originali ed anche i difetti legati all’hardware, che spesso sono invece ottimizzati sulle macchine successive. Allo stesso modo, ogni generazione produce i suoi classici, non solo nel settore ludico, ma anche in quello cinematografico e musicale. Il fenomeno del collezionismo fa tendere quindi le industrie produttrici a fornire di continuo oggetti da collezione, come edizioni speciali di un gioco/disco/film fatte apposta per i fans più accaniti.
Un esempio calzante potrebbe essere il disco in vinile, dato per morto dall’industria con l’avvento del CD Audio, è invece risorto ed ha oggi una vita commerciale molto dinamica, essendo ricercato dai “puristi del suono” che non perdono occasione di dire come la musica ascoltata sul vecchio supporto sia molto più viva e vibrante. Il fatto che sia da poco tornato sul mercato anche il Mega Drive, per la gioia dei collezionisti, è indice che, nonostante l’obsolescenza del supporto, l’amore dei fans non conosce limiti. Sarà proprio il collezionismo, si spera, a salvare il supporto fisico che anche se non necessario, viste le possibilità offerte dalla grande rete, si salverà dall’estinzione.