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ID: 249638Il design dello chassis del Multi-System e delle periferiche aggiuntive a esso collegabili è opera di Wynford Peter Holloway, presidente di Konix, il quale vide nella tecnologia creata da Flare la possibilità di realizzare un progetto che inseguiva da tempo. Oltre a volante, cloche, manubrio, joystick Navigator e pedaliera, forniti in bundle con la macchina, si ricordano:

Power Chair: qualcosa d’incredibile per un sistema casalingo, una sedia idraulica capace di trasmettere al giocatore i movimenti del gioco. Dotata d’alloggiamenti per monitor, Multi-System e pedaliera, pare fosse equipaggiata anche con altoparlanti stereo incassati nel poggiatesta: essi, combinati con quelli frontali del monitor, avrebbero garantito un primitivo effetto surround per riprodurre, ad esempio, il rombo d’una macchina che passa oltre. Ai lati del monitor erano previste due ventole, azionate da una pompa, con lo scopo di “sparare” in faccia al giocatore un getto d’aria d’intensità proporzionale alla velocità del mezzo che si stava guidando. Si veniva così a creare un effetto molto realistico, adatto in particolar modo ai titoli motociclistici. Era disponibile anche una periferica aggiuntiva, da montare in un secondo momento: una cloche a due tasti da elicottero, per titoli in stile “Thunder Blade”. Un tentativo mai più sperimentato da nessun altro in ambito domestico, forse a causa degli elevati costi e delle relativamente scarse vendite che una periferica di tal genere potrebbe avere. Il prezzo di lancio era previsto tra i 249.99 e i 299.99 pound.

Light Gun:
pistola dal design accattivante che, tramite alcuni pezzi aggiuntivi, poteva trasformarsi in fucile. Dotata di force feedback per riprodurre il rinculo.

Flying Helmet:
casco per giochi di volo, con un display all’interno del visore.

Skiing Peripheral:
periferica per simulazioni sciistiche, con sensore di pressione molto accurato.

Cycling Peripheral: periferica per simulazioni ciclistiche.

Rowing Peripheral:
un vero e proprio vogatore, equipaggiato con sensori sulle maniglie per rilevare e monitorare su schermo il battito cardiaco del giocatore.

Number Pad:
tastierino numerico aggiuntivo a 12 tasti, per quei giochi che ne richiedevano un numero maggiore a quello di base. Idea originariamente nata sull’Atari 2600, poi recuperata e implementata anche sui joypad dell’Atari Jaguar.

Navigator Joystick:
per tutti quei giochi (platform, sportivi, etc.) cui non s’addicevano gli speciali controller del Multi-System. Secondo la migliore tradizione Konix, il Navigator possedeva un’ergonomia particolare grazie alla sua impugnatura “a pistola”, la leva sul dorso e il pulsante a grilletto. Utilizzabile pure su Atari ST e Commodore Amiga. Il sottoscritto ne possedeva uno… semplicemente leggendario! Unici inconvenienti: l’uso prolungato causava una fastidiosa escoriazione alla nocca superiore del pollice e il pulsante tendeva a rompersi facilmente.

Keyboard:
Holloway ipotizzava che gli utenti avrebbero sfruttato il Multi-System anche come home computer. Idea piuttosto contraddittoria, dato che esso era stato pensato come macchina da gioco. La tastiera, unitamente al lettore di floppy, l’avrebbero di fatto trasformato in un emulo di Amiga e ST.


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Per il lancio della console era prevista una ventina di giochi, tra cui la conversione di famosi titoli apparsi su altri sistemi domestici, a dimostrare il coinvolgimento nel progetto da parte di varie software house, tra cui Llamasoft, Lucasfilm Games, Mirrorsoft, Ocean, Palace, System 3, US Gold. Alcune demo tecniche reperibili in rete mostrano la potenza della macchina, anche se non tutti i giochi in via di sviluppo sembrano avere il medesimo impatto delle versioni già realizzate per altre piattaforme. Tuttavia certi titoli, come “Attack of the Mutant Camels 1989”, “StarRay”, “Revenge of Starglider” o “Hammerfist” rendono evidenti le reali capacità del Multi-System.
Come supporto Konix aveva inizialmente pensato alle cartucce, sulla scia d’altre console coeve. Decise in seguito di modificare il sistema affinché usufruisse di floppy disk da 3.5”, decisamente più economici. Di seguito la lista di giochi e software in fase di sviluppo:


-Attack of the Mutant Camels 1989 (Llamasoft): ennesima conversione del pluripremiato shoot’em up a scorrimento orizzontale di Jeff Minter
-Art and Music Toy (Llamasoft/Konix Software): titolo provvisorio d’un editor per musica e video
-Big Heads Demo - Attention to detail: demo tecnica d’uno shoot’em up non destinato alla vendita, ma verosimilmente utilizzato da programmatori e sviluppatori per testare le funzionalità del Multi-System
-Bikers (Argonaut): racing game in stile “Super Hang-on”, fornito in bundle con la console e da giocare con l’apposita configurazione
-Konix Chess (Konix Software/Digital Ink): gioco di scacchi in stile “Battle Chess”. Pare fosse prevista la compatibilità con la Power Chair (!)
-Crazy Cars II (Titus): racing game in stile “Out Run”, uscito anche per gli altri formati a 8 e 16-bit
-Flight Simulator (Konix Software): titolo provvisorio per un simulatore di volo, non è dato sapere se fosse 2D o 3D
-Hammerfist (Vivid Image): action platform di notevole fattura, uscito anche per altri formati
-Last Ninja II (System 3/ATD): la conversione per Multi-System di questo famosissimo gioco sarebbe in realtà stata la prima versione disponibile di “Last Ninja III”. Un vero colpo di scena… peccato aver puntato su una console mai commercializzata per metterlo in pratica
-Manchester United FC (Krysalis): gioco di calcio pubblicato per vari formati, di cui si ricorda la piacevole versione Amiga
-Mr Do's Wild Ride (Electrocoin): platform game, conversione d’un coin-op del 1984
-Rotox (Binary Design): shoot’em up con inquadratura dall’alto, che mescolava sprite 2D a fondali 3D
-Run the Gauntlet (Ocean): racing game multi-disciplina con inquadratura dall’alto
-Sailing (ODE): simulatore di barca a vela sportiva con grafica 3D, compatibile con la Power Chair
-Award Winning Shoot’em up (Konix Software): titolo provvisorio d’uno shoot’em up di cui non si sa nulla di preciso
-Sport Simulator (Konix Software): titolo provvisorio d’un gioco sportivo multidisciplina in stile “Decathlon”
-Revenge of Starglider (Argonaut): shoot’em up con grafica 3D di grande impatto, compatibile con la Power Chair
-StarRay (Logotron): shoot’em up 2D a scorrimento orizzontale dalla bellissima e dettagliatissima grafica a 256 colori
-Super Ski Simulator (Microids): gioco dedicato al mondo delle competizioni sciistiche
-Tank Simulator (Konix Software): simulatore di carro armato, presumibilmente con grafica 3D
-Tunnels of Doom – Attention to detail (Konix Software): titolo provvisorio d’un racing game futuristico in stile “Wipeout”. Sarebbe stata la vera killer application del Multi-System, in grado di sfruttare tutte le potenzialità della console
-Vendetta (System 3): beet’em up isometrico, in stile “Last Ninja II” e “Double Dragon” con alcuni elementi originali, come i livelli di guida a bordo di un’automobile


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L’eccessivo clamore suscitato dalla stessa Konix attorno al proprio innovativo gioiello tecnologico non portò tuttavia bene all’azienda, che collezionò una delle più colossali figuracce della storia videoludica: il Multi-System, infatti, non venne mai commercializzato, nonostante fossero stati costruiti alcuni prototipi perfettamente funzionanti. La frase principale della martellante e un po’ arrogante campagna pubblicitaria recitava “Experience the reality” (“Sperimenta la realtà”), in virtù della particolarità di controller e periferiche e della potenza audio-video che caratterizzavano la macchina: ironia della sorte, fu proprio la “realtà” che la console Konix non poté mai sperimentare. Della serie: “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco”.
Alcuni segnali lasciavano però presagire che le cose non stessero andando per il meglio. Molte software house si lamentarono del fatto che, nonostante le pressanti richieste da parte di Konix di completare entro una certa data i giochi in fase di sviluppo, non venisse loro fornito il development kit definitivo. Sembra che particolari problemi di programmazione della macchina derivassero dalla presenza d’un unico chip DSP a gestire grafica e sonoro. Alcuni ingegneri, inoltre, sostengono che la Power Chair non funzionasse a dovere e che, se fosse stata messa in vendita, sarebbe stato un vero disastro. Pare inoltre che lo chassis delle foto distribuite alla stampa fosse soltanto un modello in legno verniciato su cui era stato incollato il logo “Konix”: si sa, comunque, che questa è tuttora una procedura tipica nelle fasi iniziali di sviluppo d’un nuovo sistema. I detrattori del Multi-System ritengono addirittura che certe funzionalità non fossero state del tutto implementate nell’ultima versione della macchina. Si potrebbe ipotizzare che Konix, di fronte alle difficoltà riscontrate dai programmatori, si fosse resa conto della necessità di cambiamenti tecnici e di un’ulteriore fase di progettazione della console, cosa questa che avrebbe richiesto l’impiego di risorse e capitali non più disponibili.
La distanza cronologica, l’interruzione del progetto e l’impossibilità di mettere le mani su una console funzionante non permettono tuttavia di controllare la veridicità di tali affermazioni, che allo stato attuale restano, pertanto, semplici illazioni. D’altro canto certe foto, le quali mostrano una console d’un colore grigio leggermente più chiaro, dotata di floppy disk, leve, pulsanti e porte d’espansione, facciano invece supporre che si fosse veramente giunti a un “working prototype” da presentare nelle fiere di settore, documentate da alcune immagini. In un numero limitato di fotografie, infine, si possono vedere persone che giocano con un Multi-System di colore nero.


continua...






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Luca "Synapsy" C.