“Atari ?! MAGARI !!!”
Queste erano le ultime parole pronunciate dal protagonista di un vecchio spot TV dei primissimi anni ’80. Il prodotto pubblicizzato era una grossa novità per il mercato dell’elettronica di consumo (se così si poteva chiamare all’epoca) italiano, mentre in quello U.S.A. era già presente da tempo... ma vediamo un po’ di cosa mi accingo a parlare in questo mio PRIMO speciale.
L’ Atari VCS / 2600
Nel 1977 la Atari, azienda fondata nel 1972 che dette inizio a ciò che oggi verrebbe chiamato “cultura videoludica”, mise sul mercato statunitense, già abbastanza "colmo" di sistemi per videogiochi quali il Magnavox Odyssey, il Fairchild Channel F, l' RCA Studio II e tutti i loro vari "cloni", la sua "VERA" console da gioco a cartucce intercambiabili:
Il Video Computer System
Il modello raffigurato è il PRIMO VCS commercializzato, chiamato “Woodgrain Heavy Sixer”, per via del pannello frontale in legno, del ragguardevole peso e per la presenza di 6 switches sul pannello controlli. La confezione include la “base” con cavo di connessione alla TV di tipo RF, un’alimentatore di rete, due joystick, due “paddle”, una cartuccia gioco “Combat” e istruzioni varie.
Già dopo un solo anno di produzione Atari modificò l’aspetto del VCS, riducendo lo spessore della parte in plastica nera che “riveste” la console nella parte bassa e il pannello metallico interno avente funzione di schermatura per i segnali RF. La console rimase comunque la stessa, sempre con pannello frontale in legno e 6 switches, e venne chiamata ( con poca fantasia… ) “Light Sixer”.
I modelli prodotti dal 1980 in poi “persero” 2 switch che dal pannello frontale finirono per essere “nascosti” DIETRO la console, affiancati alle porte joystick e realizzati con materiale più “plasticoso” rispetto ai più eleganti interruttori frontali ( peraltro mutuati dal mondo dei prodotti “Audio Hi-Fi” ).
Dal 1982, anno di inizio produzione del più potente 5200, in poi la console venne definitivamente chiamata “2600” e “perse” pure la livrea in legno, assumendo una tonalità di colore “globale” in stile “dark”. Ed infatti le venne subito “affibbiato” l’appellativo di “Vader”, vocabolo molto adatto per quell’epoca tipicamente “StarWarsiana”.
Ma senza farla troppo lunga ecco una tabella pressochè “riassuntiva” che mostra i diversi tipi di VCS che vennero messi in commercio, presa in prestito dal sito AtariAge:
Avrete constatato che sull’elenco compaiono alcune console molto simili a quella vista nella PRIMA immagine dell’articolo, ma con marchio diverso da quello Atari.
Le “Sears-Telegames”, azienda distributrice dei prodotti Atari, aveva già in passato “personalizzato” il famigerato “Pong” (1972), considerato il primo apparecchio videoludico “casalingo” della storia, ed in concomitanza con il “lancio” dell’Atari VCS commercializzò la “sua” console VCS / 2600: stesso hardware interno e diverse tinte di colori sia per il pannello comandi che per quello in legno frontale.
Altre aziende quali la Coleco fabbricarono e commercializzarono consoles compatibili con le numerose cartucce per il VCS. Tutto ciò per tentare in qualche modo di risanare i propri bilanci purtroppo rigorosamente “in nero”, così come nero è stato il periodo di crisi del mercato U.S.A. delle home consoles nell’anno 1983.
Vi propongo ora qualche immagine pubblicitaria scansionata da alcune riviste “d’epoca” del settore...
Molto conosciuta negli U.S.A., questa pubblicità mise in risalto la “colonna” di scatole di cartucce... neanche a dirlo il “motto” che ne è scaturito è stato un po’ un “flagello” per la concorrenza : “GLI ALTRI NON IMPILANO I GIOCHI”.
Molto emblematico, non trovate?
Questa è invece la “corrispettiva” pubblicità in versione italiana: molto più descrittiva ma altrettanto meno pungente di quella statunitense.
Ma lasciamo un attimo da parte le vicende prettamente commerciali e vediamo di analizzare un po’ alcune CARATTERISTICHE di questo VCS.
Hardware
La console monta una CPU MOS Technology 6507 a 8 bit, con un clock di 1.19 MHz, processore audio+video TIA capace di una risoluzione su schermo di 160x192 pixel e 128 colori (128 su schermo, massimo 4 per linea senza utilizzo di trucchi software), 2 canali mono per l'audio, 1 generatore di onde quadre, 1 generatore di rumore bianco, memoria RAM (fornita dal MOS Technology RIOT) di 128 byte (le cartucce potevano fornire una buona/notevole quantità di memoria extra), memoria ROM (cartucce giochi) di 4 kb di capacità massima (che diventarono presto 32 kb e anche più tramite lo scambio dei banchi ROM).
Vennero prodotte schede madri con uscite video a radiofrequenza sia in standard americano / giapponese NTSC (60hz) che Europeo PAL (50 hz).
Controller
Il joystick Atari a 4+4 direzioni (lasciamo pure perdere i vari “successori” di forma orribile che Atari “allegò” nelle confezioni dei modelli di 2600 “ridisegnati”...) più un tasto andava benissimo per la quasi totalità dei giochi, mentre alcuni altri titoli erano invece studiati per essere giocati con altri tipi di controllers, quali il “paddle” ( ved.Breakout ), oppure abbinando il joystick con un tastierino numerico (ved.Star Raiders) acquistabile a parte o incluso in determinate confezioni gioco+controller (sempre Star Raiders).
[Vorrei ricordare che la presa e il connettore joystick di Atari furono mantenuti ed adoperati per un lunghissimo periodo anche da diverse altre compagnie quali la Commodore per entrambi i suoi capolavori assoluti quali sono stati il C-64 e l’Amiga.]
Componenti aggiuntivi
Venne reso disponibile nel 1982 da un’azienda di nome Starpath un modulo chiamato Supercharger, composto da cartuccia+lettore/registratore di audiocassette. Il sistema consentiva di caricare in memoria alcuni giochi, appositamente “incisi” appunto su nastro magnetico, dagli aspetti grafico, sonoro e della giocabilità/complessità sensibilmente superiori a qualsiasi altra realizzazione su cartuccia!
Software
Inizialmente molto “scarno” e principalmente composto da titoli di scarsa notorietà (ma dalla giocabilità all'epoca immensa rispetto ai vari giochi cloni di quello stesso Pong Atari presenti in quasi tutte le consoles avversarie) il catalogo dei giochi per VCS si è arricchito nel tempo, sino ad arrivare a contare tuttora UN MIGLIAIO di titoli, tra i quali si possono annoverare un centinaio di trasposizioni “Bar > Casa”.
E’ vero anche che il catalogo è nutrito di alcuni (POCHI, fortunatamente!) titoli storicamente annoverati fra quelle che sono vere e proprie CIOFECHE videoludiche... E.T., “spin-off” del noto film di fantascienza, in primis. Ma si sà... ogni famiglia numerosa he le proprie pecore nere...
Conclusioni
Forte della varietà dei suoi titoli e di una campagna pubblicitaria senz'altro tra le più azzeccate della storia, in poco tempo questa nuova console eclissò completamente TUTTE le sue avversarie! Comprese quelle console molto più potenti in termini di hardware, arrivate dopo il VCS seguendo “la cresta dell’onda commerciale” venutasi a formare proprio grazie al successo del VCS... il Mattel Intellivision, il Creativision, il CBS ColecoVision... tutte console eccellenti ma poco fortunate...
A tale enorme successo contribuirono anche le straordinarie strategie di marketing, che in breve tempo portarono in casa Atari numerosissime licenze o diritti per la programmazione di giochi che, come già detto, altro non erano che le CONVERSIONI in formato casalingo di veri e propri giochi da sala! Space Invaders, Asteroids, Defender... solo per citare alcuni dei primi titoli convertiti e commercializzati con il marchio Atari, sino ad arrivare ai vari Mario Bros, Pole Position, Jungle Hunt, Joust, Moon Patrol...
Parecchie software house “di terze parti” fecero la loro fortuna, producendo per il VCS anche giochi dalla qualità eccelsa come Pitfall (Activision) e Fathom (Imagic), mentre altre ebbero ugualmente successo proponendo, come fece Atari, trasposizioni di giochi da sala quali Frogger (Parker Bros.) e Donkey Kong (CBS-Coleco). Poter giocare a questi giochi stando comodamente seduti sulla poltrona di casa e davanti al proprio televisore... questo era un po’ il pensiero più ricorrente quando da noi si parlava di Atari!
Il VCS detiene tuttora anche il primato di console più longeva della storia (l’ultimo modello di 2600 risale al 1991... 14 anni in produzione!!!), superando brillantemente anche il periodo nero delle consoles per videogiochi, cominciato in USA con la crisi del 1983 (...che in Italia non si è sentita proprio... qui si pensava ad acquistare console e cartucce a volontà e... GIOCARE!) e terminata solamente nel 1985 con l’introduzione sul mercato da parte di Nintendo di quell’altro piccolo capolavoro videoludico che è stato il Nintendo Entertainment System.
Marco"MacDLSA"Marabelli
Atari VCS / 2600
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- Pubblicato: 21-12-2009, 21:00
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Risposta a Ghouls 'n Ghostsda emachanMetro City - aMaru dopo un lungo periodo di pausa sta facendo il terzo livello. L'ultimo update è di un paio di settimane fa. Lo sto seguendo anch'io....
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Sezione: Mega Drive
20-01-2025, 11:14 -
Atari si è costruita e distrutta da sola in modo inevitabile con questa console, che è sempre molto valida.
una nel 1983 e una nel 2003 .. quello del 2003 è stato fatale
ha cercato di sopravivere in tutti imodi in un mondo ludico pieno di pescecani ...
Toglietemi tutto ma non il mio Atari 2600!
Bell'articolo, non sapevo dell'esistenza di questo Supercharger: chissà come mi sarebbe piaciuto all'epoca un aggeggio del genere... Ma una delle cose più belle dell'Atari VCS/2006 è a mio parere il joystick (quello originale), perfetto nella sua funzionalità e anche nell'estetica; dopo un pò ne comprai anche un altro di concorrenza, con più tasti di fuoco, più lungo e bombato, apparentemente migliore, ma il joystick originale Atari è un must, non lo batte nessuno, per me è uno dei simboli principe dei videogiochi in generale.