Mi chiamo Fabio, nato negli anni 70, praticamente, assieme ai primi videogiochi.
Il mio primo (e costosissimo) personal computer è stato il Commodore 64, che mi traghettò, per primo, nel variopinto mondo digitale, assemblato di pixel, sprite e interminabili caricamenti.
Il tempo scorreva inesorabile mentre, davanti ai miei occhi, sfilavano titoli indimenticabili, come; Who Dare Wins, International Soccer, Cybernoid, Forbiden Forest, Armalyte, Nebulus. I caldi pomeriggi d'estate passati a sfidare gli amici a Gary Lineker International Soccer e le giornate invernali perse nelle ambientazioni immersive di The Great Escape. Senza calcolare le ore passate nell'esplorazione di infinite galassie, a bordo del Cobra Mark 3, di Elite.
In pratica, ero un soprammobile di casa che viveva in simbiosi con quella scatola marrone che, amichevolmente, chiamavamo C=64. Non era un bene per un ragazzino della mia età, passare cosi tante ore attaccato a quel genere di intrattenimento, cosi mia madre, iniziò a dirmi:”Sei sempre a casa attaccato a quel coso! Esci!”.
Iniziai a uscire e vagare tra le vie del mio piccolo paesino a bordo di una rumorosa bicicletta e cominciai a passare i pomeriggi fuori casa, lontano dallo sguardo dei genitori, appiccicato agli Arcade della Sala Giochi; con la sola differenza che, per giocarci, dovevo spendere soldi. Ne valeva la pena. In quell'ambiente nuovo, affascinante, ho avuto la possibilità di provare dei veri mostri sacri del videoludo. La voce di Pole Position che annunciava biascicando:”Prepate to Qualify” era incredibile, il mobile di Space Harrier e la sua giocabilità erano stupefacenti, mentre, la grafica di Dragon's Lair era bella “come un cartone animato”, anche se i primi giorni della sua comparsa in sala giochi, era impossibile giocarci, per la quantità esagerata di giovani attorno al mobile, che attendeva di inserire il gettone. Sono capitati anche incidenti di percorso; mi sono slogato il polso per smanettare nel gioco a due schermi della Nintendo: “Arm Wrestling”, mi sono spellato entrambe le mani nella trackball di Tehkan World Cup e sono cresciuto di 10 centimetri a furia di giocare, in punta di piedi, sull'altissimo mobile di Star Wars. Incidenti che potevano succedere, se hai passato la gioventù negli anni 80.
Il mio pellegrinaggio nelle terre del pixel è continuato, poi, attraversando anni '90, con tappe obbligatorie:
L'Amiga: Lanciata con killer application della Cinemaware:”Defender of The Crown”, “Kings of Chicago” e successivamente tenuta in vita da un numero spettacolare di giochi: Xenon 1 e 2, l'assurdo Shadow of the Beast, Barbarian, Kick Off, il difficilissimo Cannon fodder e tanti, tanti, altri. Ho suicidato volontariamente milioni di odiosi Lemmings, perchè non avevo abbastanza pazienza per giocare a un simile titolo.
Megadrive: La velocità di Sonic mi confondeva e entusiasmava allo stesso tempo. Anche se penso di aver passato più tempo attaccato a Street Of Rage e ai suoi tre seguiti.
Supernintendo: Con i miei amici abbiamo consumato la cartuccia di Mario Kart e slogato la croce del pad in Street Fighter 2, quindi, imprecato contro la Capcom per le versioni successive del gioco, che uscivano con troppa facilità e velocità (vizio che non ha perso neanche ai giorni nostri...). Ho amato Zelda nella sua versione a 16 bit e sbavato per Starfox e i suoi rudimentali, ma efficaci poligoni, resi possibili dal chip “Super Fx”.
Gameboy: Divertimento portatile con una vastissima scelta di giochi, che abbracciavano qualsiasi genere. Anche se il mio Gameboy è nato e morto con la cartuccia del Tetris; un gioco immortale.
Ancora oggi, armato di Pc e qualche console contemporanea, esploro mondi virtuali, clikko icone nei browser game e sventolo in aria il pad della Wii, guardando con ottimismo il futuro di questo passatempo, in continua evoluzione.
Mi è sempre piaciuto recensire, in forma amatoriale e a tempo perso, i videogame capitati sotto mano e, in genere, scrivere in maniera ironica senza prendere mai sul serio il titolo, con argomentazioni che convertono sempre nel faceto, con l'intento di fare sorridere il lettore. Per questo prediligo criticare titoli di scarsa qualità, che si prestano perfettamente, per una disamina dissacrante.
Ringrazio, quindi, Sandro “Sunstoppable” per la possibilità concessami nel collaborare in questo avvincente progetto, chiamato: Retrogaming History
Ora, è tempo di giocare...
Nome e Cognome: Fabio Basso
Nickname: Karka (o Mousetung, dipende da chi mi cerca.)
Email: fabio.basso@ngi.it
Messenger: Mousetung@hotmail.it
Giochi preferiti: Impossibile elencarli tutti, sprecherei spazio digitale inutilmente. Adoro i giochi di ruolo, specialmente quelli online, mi piace sfidare gli amici ai picchiaduro, sbavo per gli sparatutto in prima persona e finisco con interesse gli rts. Ma, non riesco proprio a giocare a qualsiasi racing game. Inoltre, penso che la piattaforma Flash, (tanto contestata da Steve Jobs), sia un'ottima vetrina per fare conoscere al pubblico, prodotti di inequivocabile talento e genialità. Comunque, nulla mi leverà mai dalla testa che, i Videogame, siano la Settima Arte. Anche se molti di questi in commercio, sono spudorati prodotti per fare soldi...