Quanto del suo successo deve Tomb Raider alla sua protagonista Lara Croft e quanto invece Lara deve al gioco vero e proprio? Oggi su RetrogamingHistory analizziamo i motivi che hanno portato Lara ad avere un simile successo mediatico, visto raramente per un protagonista dei videogiochi del passato. Lara appartiene all’età moderna del videoludo, eppure ha superato idealmente mostri sacri del settore come Pac-Man, Mario, Sonic o Donkey Kong. Il tocco di Lara è stato a lungo come quello di Mida, capace di trasformare in oro tutto ciò che toccava… Come ha fatto la signorina Croft a diventare una vera e propria diva virtuale? Scopriamolo insieme nella nuova puntata di Videogames Celebrities!
La storia di Laura Cruz
Lara Croft, orfana nella fiction come nella realtà
Nude Raider
Cinematografia e marketing: Lara come fenomeno mediatico
L’altra faccia del successo, le parodie di Tomb Raider
L’importanza storica: ispirazioni ed influenza di Tomb Raider
Tomb Raider è un caso emblematico, pur rifacendosi a modelli chiari e ben conosciuti dei videogiochi e del cinema precedenti e a chichè tipici della narrativa d’avventura, ha saputo miscelare alla perfezione tutte le intuizioni, creando qualcosa di nuovo ed unico. Gli stessi sviluppatori hanno dichiarato di essersi ispirati a determinate icone, prima tra tutti quella di Indiana Jones, da cui Lara mutua gli scenari e l’atmosfera esotica ed avventurosa, ma anche al primo Prince of Persia di Jordan Mechner, che ha fatto da modello per le atletiche movenze di Lara. Una delle fonti iconografiche e sceniche meno note è però quella dei “dungeon crawler”, genere molto amato dai creatori di Lara, che ha senza dubbio contribuito al risultato finale del gioco. La struttura a corridoi è di chiara derivazione ruolistica. Molte sono quindi le fonti di ispirazione per il gioco Core Design, ma altrettanti sono i titoli debitori di Tomb Raider. Piccoli rimandi ad altre avventure classiche si rilevano inconsciamente in alcuni punti, e quando ci troviamo in un corridoio dai cui lati scoccano delle frecce contro di noi il pensiero va magari ad Aztec Challenge, e nel momento in cui il terreno ci frana sotto i piedi pensiamo subito al classico Prince of Persia. Concettualmente innovativo il titolo ha ispirato moltissimi giochi, non è possibile oggi concepire un action adventure senza guardare indietro a Tomb Raider, e come per le avventure di Mario per i platform, o Final Fantasy per gli RPG, Tomb Raider è diventato un modello. Tra i tantissimi debitori, oltre al recente Uncharted c’è anche il secondo capitolo della saga di Legacy of Kain, Soul Reaver di Crystal Dynamics.
Lo sfruttamento commerciale di Eidos
L’incredibile successo di pubblico e critica attribuito a Lara e al suo Tomb Raider, unito allo sconfinamento dello stesso franchise nei media tradizionali ha portato però l’originale idea iniziale ad uno sfruttamento troppo intensivo. Eidos, spinta da mire imperialiste del mercato e accecata dalle enormi possibilità lucrative del successo del gioco, ha calcato troppo la mano e ha costretto Core a produrre un Tomb Raider l’anno, semplicemente perché il mercato lo voleva, tutti desideravano ancora Lara, la bramavano. Non potevano ormai farne a meno. Ma come tutti sanno la serializzazione di un prodotto, per quanto buono, porta sempre ad un suo decadimento qualitativo. Quanto veramente si poteva dire ancora con nuove avventure che non avesse già detto il primo episodio? Quali innovazioni si potevano apportare ad un titolo già virtualmente perfetto che aveva fatto un tale uso artistico del Saturn? A Eidos non importava. Il mercato vuole Lara? E loro davano nuovi episodi di continuo. Il rischio di passare dall’arte al manierismo era forte ed infatti così è stato. Anche se il primo, vero Tomb Raider era stato concepito dallo staff di Toby Gard per i circuiti del Sega Saturn, il franchise è stato presto spostato in esclusiva sulla ben più remunerativa console Sony. Eidos ha dunque legato il proprio nome a Tomb Raider e a PlayStation, reiterando all’infinito le idee di Gard e soci, e mettendo sotto stress la stessa Core Design, ormai costretta a sfornare continui seguiti e non lasciata libera di esplorare nuove idee di gameplay, presa com’era dalla gestione di Lara, ormai decisamente troppo ingombrante. Forse anche queste pressioni forti, unite all’esigenza di far uscire sul mercato al più presto il nuovo episodio per PlayStation 2, hanno portato all’insuccesso del titolo, considerato spesso il peggiore della serie. Il controverso Angel of Darkness ha causato la rottura tra Eidos e Core Design, ed il passaggio di Lara nelle sapienti mani della californiana Crystal Dynamics, che si era fatta valere già per titoli come Gex e Legacy of Kain, ed ora si ritrovava la “patata bollente” della gestione del franchise di Lara. In un'interessante intervista pubblicata qualche anno dopo l’uscita di Angel of Darkness sul mensile Edge, gli sviluppatori della Core hanno poi rivelato che le pressioni di Eidos per l’uscita anticipata del titolo hanno portato a non poter curare come volevano moltissimi aspetti del gioco. Core Design è nota a chi la segue come casa di software perfezionista, che ripone moltissima cura nei suoi prodotti di punta e costringerla a pubblicare un gioco incompleto per accelerarne la commercializzazione è ciò che di peggio si poteva fare nell’industria videoludica. Solo Ubisoft, tagliando deliberatamente il finale del nuovo Prince of Persia in HD per venderlo separatamente è riuscita a superare l’ottusità commerciale di Eidos.
Le vie del franchise sono infinite
I mille volti di Lara
In occasione dell’uscita del remake del primo Tomb Raider, Eidos ha fatto una incredibile rimpatriata, riunendo ben cinque delle modelle storiche in un’unica indimenticabile serata commemorativa, intitolata “Lara Croft Live Models Reunion” tenutasi nel 2007. A questa imperdibile occasione mancava purtroppo Rhona Mitra, assente giustificata poiché impegnata in un set dall’altra parte del mondo. L’interpretazione di Lara da parte di così tante modelle, a cui va aggiunta anche la già citata attrice Angelina Jolie, che l’ha impersonata nei film, ha portato Tomb Raider nel Guinnes dei primati, poiché a Lara, già presente in altre categorie, è stato riconosciuto il record di “maggior numero di attori reali che interpretano un personaggio di un videogames”. Come già anticipato, per il terzo film si è fatto spesso il nome di Megan Fox, che dovrebbe sostituire la Jolie, ma tutti i fans sperano che Angelina, figlia del leggendario attore Jon Voight, sia confermata ancora una volta. Anche per lei vale il “tocco magico di Lara” ed è stato proprio il film sull’archeologa a consacrarla sul grande schermo.
Cosplay
Lara & Kain, un amore impossibile
La Crystal Dynamics è una società americana di sviluppo facente parte del gruppo Eidos, come la Core Design. Allo sviluppatore americano è stato affidato in seguito il franchise di Lara forse proprio per merito della grandiosa realizzazione della sua serie ammiraglia, ispirata appunto da Tomb Raider stesso. All’interno dei nuovi episodi realizzati dalla Crystal Dynamics ci sono spesso auto citazioni ed omaggi alla loro saga classica, una delle armi segrete del loro remake Tomb Raider Anniversary ad esempio è proprio la Soul Reaver, spada usata da Raziel, ma possiamo trovare anche i simboli della stirpe vampiresca nascosti negli abiti di Lara o in alcuni misteriosi tatuaggi. La citazione più imponente è però l’apparizione dell’enorme quadro che ritrae lo stesso Kain durante la sua vita mortale, già incontrato da Raziel durante le sue peregrinazioni e ritrovato improvvisamente da Lara durante i suoi viaggi attorno al mondo. Chi ama entrambe le saghe resta sempre impressionato da questi inaspettati cammei, simili al citazionismo dei vecchi classici tipico di Nintendo.
L’arte di Tomb Raider
In Italia parte del successo di Lara è dovuto anche alla sua doppiatrice ufficiale, l’attrice teatrale Alda Olivieri, che con la sua voce suadente e sensuale ha contribuito a dare carisma e personalità all’esploratrice. Moltissimi gli artisti esterni al mondo di Tomb Raider che hanno tributato il loro omaggio a Lara con quadri, disegni, sculture o canzoni. Tra i brani musicali italiani dedicati alla nostra eroina ricordiamo Larasong dei Litfiba e Amami Lara di Eugenio Finardi. Nata proprio il 14 Febbraio per San Valentino, Lara è stata scelta dal destino per conquistare milioni di cuori.
Conclusioni
Fabio "Super Fabio Bros" D'Anna
eppure di belle fanciulle ne abbiamo viste tanto nei videogame ma senza il successo clamoroso ottenuto da Lara: un pò di merito io lo darei anche al gioco in sè e per sè... E' vero che col passare degli episodi la serie ha iniziato sempre più a stancare (dal quarto in poi secondo me: il terzo era ancora molto godibile...) e che il gameplay e la grafica a dure il vero sono invecchiati maluccio però non dimentichiamo quello che rappresentava all'epoca: un gioco di esplorazione totalmente in 3d (quando ancora il 3d era poco usato) innovativo e per certi versi esaltante... quindi rivaluterei l'importanza storica di Tomb raider, di cui spesso ci si dimentica per colpa del decadimento qualitativo che è venuto dopo... fermo restando che Lara (al di là del gioco) resta un gran pezzo di figliola...
Io ho apprezzato solo il 1° ,gli altri erano solo reciclati e ripetitivi , fu anche l'ultimo grande gioco della Core design che sie ra fatta le ossa sulla Amiga.
Un vero capolavoro, insomma.
Ritornando, invece, "in topic" io direi che il piccolo particolare del SENO PIRAMIDALE (o triangolare se si preferisce...) di Lara nel primo TR ha guastato non poco la sua immagine, mentre invece già dal secondo capitolo questa PREPONDERANTE (e, oserei dire, PRIMARIA...) parte anatomica della protagonista ha riacquisito la sua corretta forma "geometrica"
COMUNQUE
Visti e RIvisti i 2 films con la Jolie, finiti e STRAfiniti svariate volte i 5 giochi per la PS, posso dire che la mia grande e personalissima soddisfazione è stata quella di vedere MIA MOGLIE (. ..non vestita come Lara Croft !!!