Da che mondo è mondo, le buone idee sono sempre state viste come mucche da mungere senza tregua – o come galline dalle uova d’oro, se preferite. E’ un fenomeno che è sempre esistito: persino Collodi fu “costretto” dal suo editore a far proseguire le avventure di Pinocchio oltre quello che lui aveva deciso come finale e di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe.
Al giorno d’oggi è una cosa perfettamente normale vedere libri tratti da film di successo, film tratti dai fumetti, videogiochi tratti dai film e così via. Tutte queste manovre commerciali hanno in comune il fatto di essere dei mezzucci per far soldi sfruttando un nome di richiamo, lucrando sulla fame di “qualcosa di più” degli appassionati. Questa è la regola, ma per fortuna ogni tanto c’è anche qualche eccezione. Non è certo un mistero che Assassin’s Creed sia una delle serie più fortunate e più sfruttate degli ultimi tempi ed il fatto che la Ubisoft stia sfornando capitoli nuovi ad una velocità allarmante fa capire- se ce ne fosse bisogno- che ha deciso di trarre il massimo profitto da questa sua fortunata serie, facendo uscire il possibile e anche l’impossibile. Con queste premesse sarebbe lecito pensare che la quasi totalità di prodotti griffati AC sia, nella migliore delle ipotesi, immondizia. Ed invece a volte la speranza è davvero l’ultima a morire.
Il fumetto in esame è stato realizzato da Cameron Stewart e da Karl Kerschl ed è di fatto formato da due miniserie di 2 numeri ciascuna (almeno nell’edizione italiana, pubblicata da Panini Comics) intitolate rispettivamente “The Fall” e The Chain” ma possono essere considerate a tutti gli effetti come un’unica storia in 4 numeri. Certo, si potrebbe leggere anche solo “The Chain”, ma avrebbe davvero poco senso: viene praticamente dato per scontato che il lettore abbia letto anche i numeri precedenti.
Raccontare la storia senza rovinare il piacere della lettura non è facile. In questo fumetto facciamo la conoscenza di Daniel Cross (molti di voi lo avranno certo sentito nominare..) un ragazzo con molti problemi: senza famiglia, lavoro o amicizie, è un ribelle in conflitto col mondo intero, non si fida di nessuno e vuol fare le cose solo a modo suo. Il suo assistente sociale cerca di aiutarlo come può, dandogli consigli e prescrivendogli medicine ma Daniel ovviamente fa di testa sua. Durante l’ennesima notte brava a base di eccessi, però, succede qualcosa. Daniel comincia a star male di brutto e pensa che sia solo l’effetto dell’ennesima sbornia, ma stavolta gli effetti sono davvero strani. Comincia ad avere delle visioni, si sente come se non fosse più lui, come se stesse vivendo la vita di qualcun altro, qualcuno in un altro tempo, in un altro luogo … E si passa così alla Russia di fine ‘800. Dopo averci fatto vedere la prima Roma (in Brotherhood) e la seconda (Istanbul, in Revelation) la serie di Assassin’s Creed con questo fumetto ci porta nella terza Roma (Mosca). Nikolai Orelov è un membro della Confraternita degli Assassini ed il suo bersaglio è nientemeno che lo Zar; quest’ultimo sta viaggiando su un treno con la sua famiglia, e la missione di Nikolai è uccidere il sovrano prima che il suo viaggio giunga al termine ed al contempo impossessarsi di un oggetto dai poteri straordinari, in mano alla famiglia reale …
Il fatto che il protagonista ai giorni nostri non sia Desmond Miles ma un altro personaggio (comunque presente nella serie video ludica) ci mostra come la Ubisoft abbia provato davvero a creare una storia capace di stare in piedi per conto proprio, che può aggiungere dei dettagli alla trama se letta ma che non penalizza coloro che non volessero o potessero leggere questo fumetto. Fare un semplice adattamento, inoltre, avrebbe finito per svilire un’iniziativa che , invece, ha dimostrato di avere una propria dignità ed un proprio valore, tanto che questo fumetto potrebbe essere tranquillamente letto ed apprezzato anche da chi ignori la saga ludica (si, lo so che è un po’ improbabile non conoscere la serie, ma tant’è) mentre rappresenta un’importante aggiunta per chi abbia seguito tutti i vari capitoli video ludici, quindi aggiunge senza penalizzare chi la ignori, il che non è poco. Se pensate che esistono serie che vi obbligano- o meglio, vorrebbero obbligarvi- a comprare tutto il comprabile per conoscere luoghi ed eventi (potrei citare Mass Effect, oppure costringervi ad uno sforzo di memoria e tirare in ballo la saga di DragonLance), possiamo dire che la Ubisoft si è comportata in maniera decisamente signorile da questo punto di vista.
La commistione con persone realmente esistite e fatti realmente accaduti non viene meno nei fumetti: Nikolai avrà modo di incrociare i sentieri di personaggi quali Rasputin, Lenin e soprattutto lo Zar Alessandro III (suo obiettivo nella prima missione) e farà da spettatore ad eventi come la Rivoluzione d’Ottobre e l’esplosione di Tunguska del 1908 (alla quale, ovviamente, la Ubisoft dà la “sua” spiegazione, in linea con la tradizione della saga). Si potrà inoltre vedere che cosa è capace di generare la pura dell’altro, del diverso, quando assisteremo alla messa in atto del decreto antisedizione del 1918, a dimostrazione di come, per citare Snake Plissken, “più le cose cambiano, più restano le stesse”.
Da notare come, anche qui, non c’è mai una netta distinzione tra “buoni” e “cattivi”: come nel gioco, non esista una divisione manichèa tra bene e male, tra bianco e nero. Ogni fazione si renderà colpevole di alcuni atti decisamente discutibili, e lo stesso Nikolai cederà in alcuni punti alla rabbia ed alla collera. Capiterà di vedere i “buoni” massacrare di botte un prigioniero al fine di ottenere informazioni come capiterà di vedere i “cattivi” lottare per proteggere i propri cari. Tutto questo renderà i personaggi molto veri e credibili, dando alla storia un gusto molto realistico ed in alcuni casi addirittura drammatico.
A costo di sembrare un bacchettone vi segnalo che questo fumetto non è assolutamente una lettura per bambini: in molte tavole il sangue scorre a fiumi, e la seconda miniserie è pervasa (nella parte relativa a Nikolai) da un’atmosfera cupa ed opprimente, col protagonista in fuga braccato da tutti, sia dai nemici che da quelli che un tempo chiamava amici. Senza fare troppe rivelazioni sulla trama, Nikolai si è reso colpevole di un atto contrario a quello che è l’interesse della Confraternita, e si trova quindi costretto a vivere da fuggiasco, non tanto per salvare la sua vita ma quella di suo figlio. Anche in questo caso si può notare come i cosiddetti “buoni” ogni tanto agiscano con modi e sistemi non proprio cristallini e che facciano “quello che deve essere fatto” con la giustificazione che non contano gli interessi del singolo ma quelli del gruppo.
Queste due miniserie sono sicuramente un prodotto adulto, non tanto e non solo per le scene violente in esse contenute ma per i temi trattati, per l’atmosfera generale, per il setting storico, per la caratterizzazione dei personaggi, per l’atmosfera nichilista che permea tutta la narrazione come una cappa, che dà un sapore un po’ fatalista all’intera opera. Le scelte fatte dai personaggi condizioneranno tutta la loro esistenza, e non solo la loro, ma anche quella di chi sta loro vicino. Coloro i quali decidono di non sottostare ad un determinato stato di cose saranno costretti a combattere e scappare per tutto il resto della loro esistenza, non è possibile per loro una realtà che non sia quella della lotta o della guerriglia, non è possibile ritirarsi e fare altro poiché “gli altri”, semplicemente,non lo permetteranno, siano essi nemici od ex compagni. E la cosa peggiore è che questo stato di cose colpirà anche persone che quella determinata scelta non l’hanno fatta ma l’hanno subita. Sul lato tecnico inoltre va notato come i disegni e la colorazione siano davvero degni di nota.
Forse questa mini raccolta non sarà una pietra miliare del fumetto, magari sarebbe oltraggioso paragonarla ad alcune graphic novels che sono diventate dei veri e propri capolavori del fumetto ma per fortuna non sono neanche una scialba e raffazzonata operazione commerciale, ma un valido fumetto, ben disegnato e con una bella trama, tanto valido da poter essere letto anche da chi ignora bellamente nomi come Animus, Abstergo e simili. Se siete lettori attenti, di quelli che vanno a cercare il particolare o il riferimento nascosto, avrete di che sbizzarrirvi; ci sono infatti tantissimi rimandi alla saga di AC ma anche al mondo reale, alla politica ed alla società, ad ulteriore dimostrazione che questo fumetto non è stato fatto “tanto per fare”.
Alcune note a margine: il primo numero di “The Fall” contiene un estratto della soluzione di AC: Brotherhood, mentre il secondo numero offre un codice per sbloccare un’armatura per Ezio nel medesimo gioco. Nel secondo numero di “The Chain” invece viene dato un codice per sbloccare il personaggio “Giubba Rossa” in AC III. Le diverse versioni per le due console (PS3 ed XBOX 360) hanno anche copertine diverse, per la gioia (o la disperazione) dei veri collezionisti.
Assassins Creed The Fall - The Chain
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- Pubblicato: 08-08-2013, 22:25
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Assassin’s Creed: The Fall & The Chain
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A me i fumetti non hanno mai attirato particolarmente (quando ero piccolo leggevo Topolino, e poi passai a Dylan Dog, poi ho smesso, non sentivo più stimoli).
Però di Assassin's Creed sono usciti anche dei libri, con la trilogia completa su Amazon e ne parlano abbastanza bene anche.
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Molto interessante! Pur essendo un lettore onnivoro, non ho mai provato ad esplorare la narrativa collaterale al mondo videoludico. Penso che le graphic novel dedicate alla saga di Assassin's Creed potrebbero essere indicate per iniziare
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The Fall è davvero un ottimo fumetto. Ben superiore alle mie aspettative!
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