Si tratta di giochi che, in effetti, non spiccano certo per originalità, in quanto appartenenti ad un genere ibrido piuttosto diffuso verso la metà degli anni ’80 e indifferentemente definibile come avventura grafica (come si intendevano in quegli anni), puzzle e arcade.
The Devil’s Crown, uscito nel 1984 per ZX Spectrum e Amstrad CPC, rientra nel novero delle “avventure grafiche” con elementi “action”, e ambientazione “fantasy”. Lo scopo del gioco è esplorare una nave affondata per trovare 7 gemme nascoste. Si procede, così, di schermata in schermata tramite il classico flip-screen evitando fantasmi e fauna ittica molesta, raccogliendo tesori nascosti e cercando di non rimanere a corto di ossigeno.
The Devil’s Crown, pur sufficientemente divertente, è schematico, ripetitivo e, in una parola, basilare da tutti i punti di vista, compreso quello estetico. La grafica, infatti, è molto stilizzata e il livello di dettaglio assolutamente spartano. La versione Amstrad, grazie alle migliori specifiche del CPC, è relativamente più gradevole sul piano visivo.
Basildon Bond si basa sull’omonima serie TV inglese del mattatore comico Russ Abbott. Le dinamiche di gioco spaziano tra: raccolta di oggetti nascosti in una serie di “stanze” di uno studio televisivo (lo scrolling è rigorosamente flip-screen) allo scopo di ricostruire un codice segreto, fughe dalle telecamere che cercheranno di impedire al protagonista di raggiungere la sala computer (il protagonista deve inserire nel PC tutti dati richiesti entro un tempo limite di 5 ore) e gli sporadici interventi di una sorta di supereroe che cercherà di dare una mano al nostro agente segreto. Le difficoltà derivano dal fatto che gli oggetti devono essere raccolti in una determinata sequenza e dalla costante insidia delle telecamere che, se colpiscono Basildon, ne causano il ritorno al punto di partenza (la sala computer) con 10 minuti di penalty.
La grafica abbastanza povera e l’azione piuttosto ripetitiva penalizzano Basildon Bond cui non basta il richiamo del nome di Abbott per mascherare la sostanziale mancanza di appeal del gameplay e la realizzazione tecnica assai poco brillante.
The Devil’s Crown e The Adventures of Bond… Basildon Bond hanno, dunque, in comune un team di sviluppo inglese fondato nel 1984: la Probe Software.
La carriera di questa attivissima équipe è piuttosto lunga e costellata di titoli importanti a partire dai primi action game di successo: Savage e Trantor: The Last Stormtrooper. I suddetti giochi riscuotono, infatti, molti apprezzamenti per l’ottima realizzazione tecnica che lascia esterrefatti i possessori di Spectrum e Amstrad (meno notevoli i successivi porting diretti per Atari ST e Amiga), deliziati da sprite di ragguardevoli dimensioni, ottime animazioni (va, però, specificato che queste raffinatezze sono limitate ai soli main characters) e un ritmo piuttosto frenetico che contribuisce ad un’accattivante feeling arcade.
Savage e Trantor, dunque, sono sì lavori particolarmente importanti nella prima parte del curriculum Probe, ma anche, dopo la versione Amstrad CPC di Beyond The Ice Palace, due tra le primissime testimonianze del genio di David Perry (game designer, insieme a Nick Bruty, di Savage su ZX e CPC e coder della versione Amstrad di Trantor).
Perry è un celebre programmatore irlandese che, in seguito a numerosi altri lavori (tra cui i titoli Probe: Dan Dare III : The Escape -C64-, Teenage Mutant Hero Turtles -ZX e CPC-, Smash T.V. -ZX, CPC e C64-, Supremacy / Overlord -C64, Amiga, Atari ST e PC- e The Terminator -MD-), realizza per la Virgin e la Disney plaform popolarissimi come Cool Spot -MD e SNES- e Aladdin -MD-, fonda la Shiny Entertaiment e consolida il proprio successo con i popolari platform della serie Earthworm Jim.
La foltissima line-up Probe include una nutrita serie di conversioni per home computer di classici hit arcade (Arkanoid, Metro-Cross, Mr. Heli, Side Arms, 1943: The Battle of Midway, Out Run, Chase HQ 2, Tiger Road, Golden Axe, Turbo Out Run, Out Run Europa, Super Monaco GP, Teenage Mutant Hero Turtles: The Arcade Game, The Terminator, Terminator 2: The Arcade Game, Super Smash T.V., Mortal Kombat e Mortal Kombat II) e tie-in capillarmente diffusi (ACME Animation Factory -SNES-, Alien 3 -GG, C64, MS, MD, NES, SNES e Amiga-, Alien Trilogy -Saturn, PSX e PC-, Back to the Future Part III -Amiga, Atari ST e MD-, Batman & Robin -PSX-, Batman Forever -GG, GB, MD, SNES e PC-, Bram Stoker's Dracula -GG, GB e SMS-, Daffy Duck in Hollywood -GG-, Dan Dare III : The Escape -C64, Atari ST e Amiga-, Desert Speedtrap -GG-, Die Hard Trilogy -Saturn, PSX e PC-, Fantastic Four -PSX-, The Incredible Hulk -GG, MD e SNES-, Judge Dredd -GG, GB e MD-, The Pagemaster -GG, MD, SNES e PC-, RoboCop 3 -NES-, Stargate -GG, GB, MD e SNES-, Terminator 2: Judgment Day -GG-, X-Men: Children of the Atom -PSX e PC-).
Tra le conversioni da coin-op, oltre a Golden Axe (C64, Atari ST e Amiga), spiccano Mortal Kombat (GB, MD, MCD, Amiga e PC) e Mortal Kombat II (GB, MD, 32X, Saturn, Amiga e PC) che suggellano un rapporto di stretta collaborazione con la Acclaim. Nel 1999, infatti, la ex Probe Software, già dal 1995, Probe Entertainment diventa un team interno dell’Acclaim con il nome di Acclaim Studios London.
Altri titoli firmati dalla Probe Entertainment / Acclaim Studios London sono: Primal Rage (GG, GB, MD, 32X, Amiga, PSX e Saturn), Fifa Soccer 96 (GG, 32X, SNES e Saturn), Bubble Bobble also featuring Rainbow Islands (PSX e PC), Bust-A-Move 2 Arcade Edition (GB e N64), Extreme-G (N64), Extreme-G 2 (N64 e PC), Forsaken / Forsaken 64 (PSX, N64 e PC), Armorines: Project S.W.A.R.M (PSX, N64) e Re-Volt (PSX, N64 e Dreamcast).
Nel 2001 la Acclaim Studios London cambia il proprio nome in Acclaim Cheltenham. Il nuovo game studio, situato, appunto, a Cheltenham UK, realizza Extreme G 3 per PSX 2 e GameCube e XGRA: Extreme G-Racing Association per PSX 2, GameCube e Xbox.
La carriera di questo team giunge, infine, al capolinea quando la Acclaim dichiara bancarotta nel 2004.
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Alessio "AlextheLioNet" Bianchi