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ID: 241937All'epoca dei 16-bit, la Francia ha avuto un ruolo di primissimo piano fra gli home computer. E non è un caso che anche oggi siano presenti nomi come Infogrames e Ubisoft tra i big del mondo, senza dimenticare altri come Microids, Cryo e Delphine.

Fra tutti questi seminatori di perle videoludiche c'era un team sicuramente di minor successo ma capace di far breccia nel cuore di alcuni videogiocatori: si tratta della Lankhor. Questo gruppo fu fondato da tre elementi durante la seconda metà degli Ottanta, quando Jean-Luc e Beatrice Langlois, aspiranti programmatori, e Bruno Gourier, programmatore unico della sua società Kyilkhor Création. Nel 1987 decisero di metter su la Lankhor, il cui nome derivava da Kyil(khor) Création e (Lan)glois, per completare ed arricchire Mortville Manor, un'avventura portata avanti dal solo Bruno Gourier per molto tempo. Si trattò di un software rivoluzionario in quanto possedeva una sintesi in tempo reale del parlato ed affascinanti temi investigativi. L'apporto di Gourier, continuato fino alla fine del 1994, si tradusse in una florida produzione di avventure grafiche su molti formati, con una certa predilezione per l'Atari ST e l'Amstrad CPC, limitandosi a fornire sulle altre piattaforme semplici adattamenti non troppo ottimizzati.

L'apice qualitativo delle numerose avventure nate sotto il marchio Lankhor fu toccatoClicca sull'immagine per ingrandirla. 

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ID: 241938 proprio dal seguito ufficiale di Mortville Manor: Maupiti Village. L'ambientazione cambia in una splendida isola tropicale dove, in attesa di un tifone, ci toccherà svelare i segreti dietro un misterioso rapimento. Il parlato rimase ed il gameplay si arricchì di uno scenario dinamico, con personaggi che cambiavano la loro posizione ed occupazione in base agli orari della giornata, un pò come visto in Cruise for a Corpse.

Lo stile che la Lankhor applicava alle avventure fu pesantemente oscurato dalla leggerezza e intuitività dei modelli Lucasfilm Games e Sierra e per la casa francese si aprì un periodo difficile. La qualità degli elementi del team, tuttavia, rimaneva e, come volevasi dimostrare, tornò a galla, seppure sotto altre vesti. Il 1991 fu l'anno della svolta per la Lankhor: videro la luce, infatti, un originale shooter intitolato Outzone ed il primo di una lunga serie di giochi di guida, Vroom.

Outzone poteva tranquillamente somigliare ad un Project-X qualsiasi, naturalmente a causa dell'astronave che campeggiava sullo schermo con tanto di pod. In realtà, l'obiettivo del giocatore non era quello di ammazzare tutti i nemici ma quello di far arrivare indenne il pod al termine del livello. Per farlo bisognava fare fuoco su appositi elementi che, attivati a coppie uguali, esplodevano sgomberando il campo. Pressappoco geniale.

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ID: 241939Vroom è una sorta di cult fra le simulazioni di guida. Perfettamente idoneo alla tradizione Amiga che strizzava l'occhio alle meccaniche arcade, poteva vantare una giocabilità immediata e una cosmetica rispettabilissima, addirittura sottovalutata. L'engine ibrido fra 2D e 3D schizzava a grande velocità e ci mise poco ad attrarre l'attenzione di publisher più ricchi come la controversa Domark, la quale ingaggiò la Lankhor per affidarle la programmazione di una serie di videogiochi di Formula 1 basati sulla licenza ufficiale.

Ne vennero pubblicati un paio, persino su Megadrive, e l'esperienza su console incoraggiò i francesi a tentare anche la strada motociclistica con Kawasaki World Challenge, con ottimi riscontri sul piano tecnico, sia su Megadrive che sul Super Nintendo, ma senza grossi risultati come divertimento. Nel frattempo, la Lankhor si concesse anche un remake di una sua vecchia avventura, ripubblicata con aggiornamenti estetici per PC, Amiga e Atari ST con il nome di Black Sect.

Con l'arrivo delle macchine a 32-bit lo storico engine Lankhor divenne ben presto obsoleto, ma il team si adeguò ai tempi sviluppando nuove routine tridimensionali utilizzate, ancora una volta, in ambito automobilistico. Il loro ultimo gioco di guida fu Warm Up del 2000, che fallì nell'impressionare le platee. Il gruppo cominciò ad intraprendere la strada del declino che si completò del tutto dopo la pubblicazione di Ski Park Manager, un apprezzabile simulazione gestionale di piste da sci con tutte le strutture accessorie.

Nonostante i quasi quindici anni di titoli interessanti, il nome della Lankhor non ha mai conosciuto la celebrità, rimanendo ben noto soprattutto fra gli addetti ai lavori che non hanno mai esitato a riporre fiducia nelle loro capacità. E chissà quanta gente si è divertita con loro senza nemmeno saperlo.

VIDEORUBRICA
Gianluca "musehead" Santilio