Cominciamo, però, con un rapidissimo cenno al C64, perché sulle riviste spunta un clone tutto italiano di Ghost'n'Goblins chiamato Dragon's Kingdom, molto curato dal punto di vista tecnico ma non eccezionale nel divertire.
Le strane vie dell'intrattenimento delle macchine a 16-bit incrociano per la seconda volta la saga di Silent Service della Microprose, che ancora una volta riserva una simulazione di sottomarini veramente giocabile e accessibile molto ben accolta dal pubblico. Drammatico, invece, Zone Warrior della Imagitec Design (che sarà uno dei team più attivi sul Jaguar...), le cui meccaniche da run'n'gun sono precarie a fare un complimento. Una sorpresa di giocabilità è World Class Rugby della Audiogenic, primo una trilogia dedicata a questo sport oggi sorprendentemente popolare, titolo curato e facile da padroneggiare dalle prime partite. Con un'altra disciplina prova il colpaccio la Anco, forte dei fasti di Kick Off ma che con questo Tip Off propone una simulazione di basket brutta da praticamente ogni punto di vista. Non mancano titoli dedicati al volo: Mig-29M Super Fulcrum è uno dei rari buoni giochi della Domark che qui offre un data disk dedicato all'omonima simulazione creata attorno al caccia russo, con validi risultati; il vero mostro del mese, e non solo, è F-117A Stealth Fighter di una eccellente Microprose che centra l'obiettivo di produrre un titolo pieno di missioni appassionanti, buona tecnica e considerevole aderenza alla realtà; Big Business rappresenta la categoria dei gestionali, proponendosi con una grafica molto simpatica e situazioni umoristiche che, in realtà, tornano utili soprattutto per mascherare la pochezza di fondo. Di tutt'altra pasta l'originalissimo Jones in the Fast Lane della Sierra, in cui portare un uomo alla sua realizzazione, curandone tanto la felicità quanto il lavoro in un videogioco assolutamente da provare. La Maxis sposta la telecamera molto più in alto rispetto a Sim City e ci permette di controllare l'intera Terra in Sim Earth, nel quale dovremo occuparci di questioni macroscopiche relative al ciclo di vita del nostro amato pianeta, fra problemi naturali o causati dall'uomo.
Tre le avventure del mese: Timequest quella più di nicchia, legata ancora ad un input testuale ma coadiuvata da elementi grafici, è la nuova opera di Bob Bates, un guru del genere che qui riesce ancora una volta a prodigarsi in un racconto appassionante; forse incompreso è stato Geisha della coraggiosissima Coktel Vision, titolo francese ispirato alla nota figura femminile giapponese che riserva buoni momenti, purtroppo in un programma molto ostico da apprezzare, troppo puzzle-based; decisamente raffinato è invece Rise of the Dragon, ad opera di una Dynamix che non cela la sua ispirazione a Blade Runner, che tramite un gameplay alternativo, come da buona abitudine della casa, offre un'esperienza appassionante.
Dino Wars è invece Archon nella preistoria, in cui agiremo su una scacchiera con dinosauri di varie specie che quando si incroceranno daranno luogo a lotte da picchiaduro vero e proprio, senza dimenticare la vasta enciclopedia inclusa che ci spiega le varie razze. Death Knights of Krynn non è affatto un gioco di ruolo adatto a chiunque, e si basa sulla serie di Dragonlance, offrendo di conseguenza molte varianti all'RPG tradizionale, ma le sue meccaniche molto hardcore, appesantite da un'interfaccia alla quale non siamo più abituati, rendono le sue qualità piuttosto inospitali per il retrogioco.
Passiamo ai giochi d'azione e troviamo subito Executioner, una rivisitazione delle meccaniche Lunar Lander con una grafica dalla definizione tipica dei 16-bit, ma complessivamente nulla di memorabile. Di rilievo sicuramente maggiore è l'uscita di Duck Tales: Quest for Gold, scattosissimo multievento del tutto differente dagli splendidi episodi per NES che fallisce praticamente su ogni fronte. Barbarian II è da non confondere con l'omonimo della Palace, qui parliamo di Psygnosis che propone un hack'n'slash molto più dinamico dell'altro, ma senza assolutamente brillare per qualità, intro a parte. Allo stesso genere, ma da tanti considerato un capolavoro, fa capo Moonstone: A Hard Days Knight, in cui nella pesante armatura di un cavaliere al giocatore tocca aggirarsi per una mappa che si rigenera ad ogni partita per affrontare mostri e pericoli di ogni tipo, persino con la possibilità di un peculiare multiplayer a quattro persone a turni per definire un vero e proprio cult game. Con un po' di ritardo viene convertito sui computer maggiori The Last Ninja III della System 3, ma questa saga continua a brillare molto meno che su Commodore 64. Terminator 2: Judgement Day è il consueto spin-off targato Ocean che racconta la trama del film con una struttura multievento parecchio umile che ha l'unico pregio di mostrare qualche fotogramma della pellicola originale tra uno stage e l'altro. Stesso destino per Darkman col medesimo publisher, ma in questo caso la componente platform, qui prevalente, non è fatta troppo male.
Lotus II Il primo Lotus aveva mostrato la bontà dei chipset Amiga con una grafica immensamente fluida ed una giocabilità che si rivelava eccellente disputando il campionato offerto. Il secondo episodio abbraccia le regole di Out Run, rigorosamente a tempo, con una tecnica ancora più raffinata che consente la visualizzazione a schermo intero e con un modello di guida più frenetico. Una meraviglia! Another World Prima di lui, ancora nessuno aveva spiegato al mondo del videoludo come fosse possibile raccontare una storia rimanendo un platform game, addirittura senza neppure usare i dialoghi. Il capolavoro della vita di Eric Chahi è un'opera d'arte con tutti i crismi, strepitosa nel tratto grafico e nell'animazione, geniale nella narrazione. Caposaldo della storia e dell'evoluzione del videogioco, la cui influenza è ancora oggi evidentissima in molti titoli contemporanei. Alien Breed La saga di Alien non ha forse mai goduto di episodi di qualità paragonabile ai lavori del Team 17 che certamente hanno tratto abbondante ispirazione dalla cinematografia. Alien Breed è uno sparatutto multidirezionale capace di alternare sezioni di fuoco selvaggio a meticolose fasi di esplorazione e fuga. Non si va avanti senza un piano ed il senso di difficoltà e disperazione è fortemente avvertibile nella riuscitissima atmosfera. |
Il Super Nintendo comincia ad ingranare seriamente, anche se dall'Europa continua a rimanere distante. Fanno una bella figura, però, le immagini di Ganbare Goemon, demenziale senza limiti e farcito di azione tanto platform quanto con accenti da beat'em up per un gameplay vario e complessivamente valido, certamente impreziosito dall'overdose di humor nipponico. I prestigiosi HAL Laboratory sfornano HyperZone che vorrebbe configurarsi come un F-Zero in variante shooter, con uno spettacolare Mode-7 a tutto schermo per fare scena, ma alla fine rimane solo quella, dato che come divertimento è messo maluccio. Super Tennis non si capisce se sia bello per meriti effettivi o semplicemente perché è il primo della categoria a sfruttare la nuova modalità grafica della console, ma a distanza di anni un gran gioco non sembra. Alquanto controverso, invece, è Super Ghouls'n'Ghosts.
Il Megadrive non sta certo a guardare e risponde con lo stranissimo ToeJam and Earl, in cui bisogna controllare due bizzarri alieni alla ricerca dei pezzi perduti della loro astronave schiantatasi sulla Terra con un gameplay che permette il gioco a due cooperativo. Arriva l'attesa conversione di Out Run e la Sega dimostra di tenerci al suo gioiellino a 16-bit con un lavoro che si posiziona due spanne sopra agli adattamenti per computer. Altra trasposizione è quella di Flicky, assai meno impegnativa e conseguentemente molto fedele all'arcade, ma è difficile credere di trovarsi di fronte ad una console di nuova generazione. Mike Ditka Power Football della Accolade è l'unico sportivo per la macchina Sega e non ce la fa a mettere in crisi la supremazia di John Madden.
Gli 8-bit riservano un NES pimpante: Marble Madness ci mette due anni per adeguarsi al formato PAL, ma è un buon prodotto; Galaxy 5000 è un racing a tema futuristico della Activision, molto originale e curato sotto ogni aspetto, in primis quello del divertimento; ambizioso è Star Trek: 25th Anniversary della Interplay che tasta le possibilità di trasportare l'atmosfera del telefilm sul NES tramite la formula dell'action adventure con un lavoro apprezzabile, complesso, ma un po' noiosetto; c'è anche Star Wars, altro importantissimo tie-in della fantascienza, con la Lucasarts che prova a fare le cose in grande, offrendo sorprendenti cut-scenes ed una fedeltà significativa alla pellicola ma anche fasi di gioco da run'n'gun con alti e bassi; anche i recensori dell'epoca, invece, avevano problemi a definire Roger Clemens' MVP Baseball, titolo di facile fruizione, senza particolari pregi né difetti, che si limita a svolgere ordinatamente il suo compito; piacevole, invece, vestire i panni del tamarro spaziale per massacrare di botte i nemici in Shatterhand della Natsume, da riscoprire. La Nintendo, però, cala un asso non da poco con la ritardatissima importazione europea di Super Mario Bros. 3, giunta da noi tre anni dopo il suo avvento sul territorio nipponico.
L'altro 8-bit, il Master System, deve accontentarsi di una semplice conversione, semplice per modo di dire visto che Xenon 2 era ritenuto inadatto alla circuiteria prima di questo generoso adattamento, che pure soffre di rilevanti rallentamenti. C'è anche una presenza per il PC Engine con Silent Debuggers, insolito sparatutto in prima persona in cui controllare un malcapitato lavoratore su una nave spaziale infestata da alieni.
Sui portatili c'è il consueto dominio GameBoy: Battle Unit Zeoth è uno shooter a base di mech della Jaleco, con buona grafica ma una giocabilità non trascendentale; Caesar's Palace è una simulazione di casinò che fa esattamente quello che ci si aspetta, ovvero offrire varianti di popolari giochi d'azzardo; tra le conversioni c'è Double Dragon, abbastanza simile all'originale, infinitamente superiore ad alcuni adattamenti per computer; della stessa tipologia è Battletoads, tuttavia più ritmato e ben trasportato anche tecnicamente dal NES; persino più sorprendente è forse Turrican, vicinissimo alle controparti da salotto ed impreziosito da chicche grafiche come il parallasse.
L'offerta delle console portatili rivali, invece, ha ben poche chance di competizione: il Game Gear presenta il solo Slider, un puzzle-game magari anche simpatico, ma altrettanto trascurabile, mentre il Lynx vanta Turbo Sub, indubbiamente spettacolare ma non un grande gioco.
Merita una citazione, però, anche Time Traveler, presentato come il primo videogioco olografico della storia che riusciva a vantare una rappresentazione pseudotridimensionale grazie ad un complesso sistema basato su un enorme specchio curvo, mentre il gameplay era molto vicino a quello dei lasergames a mosse. Nonostante il ragguardevole costo del cabinato, Time Traveler viene ricordato come un successo commerciale.
Super Ghouls'n'Ghosts Flop o capolavoro? La Capcom non opta per la semplice conversione del suo classico da sala, ma preferisce preparare un episodio esclusivo per il Super Nintendo che non si può certo considerare un brutto gioco, anzi. Il problema, però, è che la saga è di massimo prestigio ed alcuni appassionati hanno lamentato alcune scelte di design che hanno riguardato il cambio di ritmo e l'inclusione di un doppio salto. Super Mario Bros. 3 Per molti fan dell'idraulico, questo è il massimo punto della fenomenale carriera di Shigeru Miyamoto. L'introduzione più rilevante è quella della mappa che diventerà un must per platform game e non solo, senza dimenticare le tute che Mario potrà vestire per acquisire determinate abilità. A fare da sfondo a tutte le novità, ovviamente, c'è un level design immortale, di qualità senza precedenti che continua a fare scuola ancora oggi. |
Gianluca "musehead" Santilio
Da notare che la presenza di Lotus II si registra anche nelle line-up di Atari ST e Acorn Archimedes.
La versione ST, datata 1991, è tutt'altro che disprezzabile nonostante i rilevanti compromessi audiovisivi rispetto alla controparte Amiga. Tenuto conto che il sistema Atari gestisce il tutto via software "a carico" del solo 68000, il risultato è piuttosto buono: