I possessori di computer possono immaginarsi come emuli di Indiana Jones nel lontano Oriente grazie ad Heart of China, mentre chi preferisce qualcosa di più fantascientifico può tentare con Chaos in Andromeda, adventure-RPG coraggiosamente portato anche su CDTV della trashissima On-Line Entertainments. Tutte le volte in cui arriva un prodotto targato Psygnosis il pubblico si divide, compreso per Amnios, shooter multidirezionale caratterizzato da sprite belli grossi e numerosi che si muovono su scenari dalla colorazione particolarmente acida, e come al solito è difficile e non molto giocabile, ma c'è a chi piace. Sempre sparatutto ma più convenzionale è R-Type II, conversione dell'omonimo coin-op operata dalla Arc Developments che anche in questo frangente svolge un lavoro apprezzabile, peccato solo per qualche rallentamento di troppo. Ancora ad un'altra branca del genere sparatutto appartiene Beast Busters, un rail shooter alla Operation Wolf e realizzato nella sua originale forma coin-op dalla SNK, ma su Amiga ed ST bisogna fare i conti con un downgrade tecnico che mal si sposa con la qualità non troppo esaltante di partenza. E' un piacere, invece, accogliere il debutto di una compagnia che ha fatto la storia del 16-bit Commodore: parliamo del Team 17 che con Full Contact, un picchiaduro ad incontri di livello trascurabile, mette insieme lo straordinario trittico Tadic-Holmes-Brimble per la prima volta, piantando semi che daranno ottimi frutti.
Uno dei migliori giochi del mese è uno sportivo, RBI Baseball 2 della Domark che abbraccia anche le piattaforme ad 8-bit, il quale si presenta con un reparto tecnico curato e impreziosito dalla presenza di replay ed animazioni sul tabellone oltre che di una giocabilità senza particolari difetti. Amiga e C64 condividono anche F1 GP Circuits, racing game tutto italiano migliore nella seconda versione, ma soffre davvero troppo un sistema di collisioni tutto da rivedere. Allo stesso genere appartiene un prodotto della System 3 intitolato Turbo Charge, considerato da molti una delle prove migliori della macchina 8-bit della Commodore nei giochi di corsa.
Heart of China Un tempo si pensava che la grafica fotorealistica avrebbe soppiantato quella di fantasia, cosa che non è invece avvenuta, ma all'inizio degli anni Novanta qualcuno tentava di proporre videogiochi simili a film. Questo titolo della Dynamix ci mette nei panni di un avventuriero che finisce ben presto nei guai nella lontana Cina, ma risolvendo molti enigmi e superando persino sezioni arcade riuscirà a cavarsela alla grande! |
Il PC Engine continua a non voler arrivare in Europa se non tramite importazione parallela, ma per fortuna questo mese ci perdiamo solo Hatris, puzzle-game del genio Alexey Pajitnov in cui combinare dei cappelli, qui adattato dalla Hudson per la console NEC.
Va (un po') meglio al Megadrive, grazie all'arrivo di numerose conversioni: quella più celebre è probabilmente Alien Storm, adattamento del futuristico picchiaduro a scorrimento conosciuto in sala giochi, qui in forma dignitosa; molto meno brillante è la conversione di Fire Mustang della NMK, horizontal shooter apprezzabile fra gli arcade ma esageratamente sottotono nell'edizione da salotto; c'è spazio anche per il lato serioso del Megadrive che con M1 Abrams Battle Tank (l'originale della Dynamix era per DOS) e 688 Attack Sub (EA per vari computer) ci permette di controllare carri armati e sottomarini in prodotti davvero insoliti per il panorama console.
Nella corsa per il trono europeo dell'hardware 8-bit, questo mese il Master System perde in quantità col NES ma non in qualità, visto che Psycho Fox è davvero un buon titolo e che anche il tie-in di Spider-Man offre buoni spunti sia tecnici che ludici. Il rivale Nintendo, dal canto suo, si affida all'immortale Boulder Dash qui adattato da una competente Data East, ma si fa apprezzare anche Kabuki Quantum Fighter, un platform in cui abbattere i nemici con... i capelli! A sorpresa arriva anche la trasposizione di un gioco di ruolo occidentale, Shadowgate della Mindscape, miracolosamente calzante all'8-bit Nintendo.
Non dimentichiamoci, però, che è estate con un sacco di gente che per videogiocare è costretta ad affidarsi ad hardware portatile. Da qui una bella lista di titoli per GameBoy e partiamo con Rescue Princess Blobette, seguito molto ben fatto del cult game A Boy and his Blob in cui superare numerosi enigmi affidandoci ad un gelatinoso compare. Castelian è la conversione di un platform/puzzle già conosciuto sui computer col nome di Nebulus, molto difficile e peculiare rimasto fedele alla versione casalinga. Chi vuole far sudare sotto il caldo anche le meningi può affidarsi a Nobunaga's Ambition, uno strategico della Koei che ci farà rivivere le vicissitudini giapponesi del periodo Sengoku, ovviamente dal punto di vista militare. Hunt for Red October è il tie-in del celebre film con Sean Connery, qui divenuto un insolito sparatutto più elaborato del
solito. L'ultimo da citare è una conversione di un arcade molto popolare, quello Snow Bros che tanto ricordava Bubble Bobble, che si fa trovare in grande spolvero anche sul piccolo display monocromatico del GameBoy.
Si rivede persino l'Atari Lynx che propone ben tre giochi ma sono tutte conversioni da coin-op: Ninja Gaiden è l'adattamento dell'omonimo arcade della Tecmo, un picchiaduro a scorrimento un po' lento ma giocabile e graficamente attraente; APB tratta di una pattuglia di polizia che deve svolgere i suoi normali compiti evitando di combinare troppi danni ed infrangere la legge a sua volta; Pac-Land, infine, è uno storico esponente del genere platform, addirittura antecedente a Mario, che viene ricordato anche per l'inedito “assetto” (per l'epoca) con gambe e braccia installate sulla pallina gialla.
Psycho Fox Non soltanto porcospini per la Sega, in Psycho Fox, sviluppato dalla Vic Tokai, le protagoniste sono le volpi. Una è cattiva e demoniaca, che guarda caso intende conquistare il mondo, l'altro è buona e pure dotata di poteri magici in grado di trasformarla in animali diversi. Un bel vantaggio, dato che ognuno avrà vantaggi e svantaggi che andranno soppesati affrontando i vari livelli. Forse non un classico, ma un buon gioco per il Master System. |
La trasposizione di Fire Mustang su Mega Drive è tutto sommato trascurabile. Se il coin-op si faceva notare essenzialmente per l'estetica elaborata, l'ottimo uso dei colori, l'apprezzabile dettaglio e la spettacolare quanto velocissima parallasse multistrato, sul 16 bit Sega del ricco comparto grafico originale viene replicata, per l'appunto, la sola multiparallasse.