The Corporate Machine è forse il meno spettacolare di tutti e contemporaneamente il più divertente, nel quale avremo l’obiettivo di creare la nostra megacorporazione intenzionata a fagocitare il mercato mondiale occupandosi di computer, automobili, aerei e cibo! Più convenzionale è The Nations della divisione austriaca della JoWood: in realtà è il seguito di Alien Nations, del quale rappresenta grossomodo una “total conversion” di popolazioni e scenari in salsa terrestre. Più o meno nella stessa scia si pone The Settlers 4, nuovo episodio dell’apprezzata saga della Blue Byte nata addirittura su Amiga, che stavolta raggiunge nuovi traguardi tecnici come la possibilità di zoomare sulla mappa e di girare a risoluzioni molto elevate, ma per fortuna anche la giocabilità è valida come un tempo.
Cambiamo genere e passiamo a Eurofighter Typhoon, simulatore di volo di una Digital Image Design, punto di riferimento assoluto per la categoria, appena acquisita dalla Rage. Il prodotto è notevolmente giocabile, eppure segna la fine di questo team a causa delle difficoltà finanziarie immediatamente ostentate dal nuovo publisher. Tuttavia, i fan storici della DID sono rimasti scottati da questa loro ultima creazione a causa della decisa virata verso meccaniche più abbordabili imposta dalla Rage, una scelta che non ha pagato.
Muoviamoci verso i meandri dello spazio per tuffarci nelle spettacolari battaglie con astronavi di Edge of Chaos: Independence War 2 della Particle Systems, nel quale non dovremo solo combattere, ma anche esplorare e mercanteggiare in uno scenario di enormi proporzioni, proprio secondo la scuola di Elite, ma per fortuna tutto qui è realizzato estremamente bene. Le guerre spaziali vengono affrontate con un piglio diverso da Conquest: Frontier Wars, il quale si pone come uno strategico in tempo reale meno pirotecnico di Homeworld ma anche più abbordabile nelle meccaniche, fatto molto bene e con la peculiarità di dover gestire più mappe contemporaneamente. Di pura fantascienza è costituito anche Roboforge, un programma troppo geniale per non diventare cult: il fulcro del gioco sembrano i combattimenti, ma in realtà è tutto ciò che li precede dato che non controlleremo direttamente i nostri robot ma dovremo solo limitarci a programmarne l’intelligenza artificiale! In base al codice da noi impartito essi assumeranno determinati comportamenti e da questo dipenderanno le sorti dei match, magari organizzati online ora che il gioco è stato reso di pubblico dominio.
Il titolo più atteso del mese, però, è Arcanum.
Arcanum: of Steamworks and Magick Oscura Il clamore suscitato dai tie-in firmati Interplay del gioco di ruolo Fallout era ancora vivo, ma una parte del team originale decise di separarsi dal suo publisher e fondare la Troika Games. Arcanum ricrea un universo simile a quello precedentemente curato dagli sviluppatori, con elementi fortemente steampunk e la stessa prospettiva isometrica. Inoltre, vengono enfatizzati gli aspetti ruolistici della produzione, anche troppo secondo alcuni, con il programma che accusa un po’ di ripetitività dovuta al dilatamento dell’esperienza, che può superare assai facilmente le venti ore di gioco. |
Si rivede il Nintendo 64! C’è solo un gioco, ma è ben fatto: Tony Hawk’s Pro Skater 2 si impegna moltissimo per offrire una grafica fluida ed una colonna sonora campionata, per quanto compressa, e tutto ciò si affianca ad un gameplay già molto apprezzato sulla Playstation.
La Dreamcast continua a vivere il suo drammatico declino ed è quasi commovente l’ostinazione con la quale Sega continua a fornire titoli first-party puntualmente ogni mese, spesso offrendo idee anche molto interessanti come quelle di Floigan Bros. Non dimentica nemmeno i più canonici titoli sportivi come World Series Baseball 2K2 che, pur non riuscendosi ad imporre come la migliore simulazione del mercato, si distingue per l’elevato spessore tecnico e comunque per oggettivi meriti del gameplay. Tornano i rail-shooter con Death Crimson OX, dove ci tocca disinfestare una cittadina da nientepopodimenoche alieni grossi e cattivi che spunteranno da ogni dove, ma sulla Dreamcast ci sono migliori esponenti nel genere. Alien Front Online ci offre combattimenti veicolari futuristici con una longeva campagna single-player e la rimarchevole possibilità di confrontarsi anche online che mette davvero le ali al divertimento. Per farsi un’idea di Razor Freestyle Scooter, invece, bisogna immaginare Tony Hawk col monopattino, ma il gioco sembra piuttosto un “primi passi” del team Shaba che poco dopo realizzerà il terzo episodio della saga del noto skateboarder, offrendo in questo prodotto delle arene molto meno stimolanti. Anche la SNK fa visita alla Dreamcast per portare The Last Blade 2, valida conversione dell’omonimo per Neo-Geo uscito due anni prima, e questo picchiaduro con spade mantiene intatto il suo carisma e la qualità di meccaniche che prendono le distanze con la normale azione alla Street Fighter.
Floigan Bros.: Episode 1 I Visual Concepts ci presentano uno dei più originali esperimenti tentati sulla Dreamcast: si tratta di un’avventura che ci vede impersonare il maggiore di due fratelli che vivono in una discarica. Essi hanno in serbo una grande invenzione, ma per portarla a termine ci sarà bisogno di risolvere numerosi grattacapi, molto spesso incentrati sulla collaborazione dei due character. A giudicare dal titolo, sarebbero dovuti arrivare ulteriori episodi, ma le sorti della console e probabilmente le vendite del gioco hanno costretto la Sega a cambiare rotta. |
La Playstation originale può godersi una sola uscita e si tratta di Saiyuki: Journey West, basato su un’omonima novella che narra il lungo viaggio di una persona dalla Cina all’India, con una forte impronta spirituale e combattimenti molto strategici.
Sulla PS2 ritorna la serie sportiva ESPN, in realtà mai molto fortunata, ed anche questo ESPN X Games Skateboarding non è esattamente prodigioso, riuscendo ad imporsi come primo gioco di skate per la nuova console Sony ma risultando assai meno appagante di qualsiasi Tony Hawk per sistemi più vecchi. L’iniezione di bit fa invece molto bene a Madden NFL 2002, capace di sfruttare da subito bene le qualità della nuova piattaforma offrendo una grafica fluida e dettagliata che si affianca a meccaniche di gioco collaudate da anni di esperienza EA.
E’ un bel mese anche per le corse: gli utenti Playstation hanno l’onore di ricevere una serie precedentemente legata al solo N64, Extreme G, giunta al terzo episodio che col salto di generazione perde, tuttavia, un po’ di carisma, rimanendo un racing game valido che sarà in poco tempo soffocato da una concorrenza esagerata; Gadget Racers è l’adattamento occidentale di ChoroQ, saga molto popolare in Giappone, che affianca ad un’onesta azione tipica del genere degli elementi presi da più parti, persino RPG, configurandosi come un approccio gradevolmente alternativo alla categoria; Test Drive Off-Road Wide Open è il tentativo della Infogrames di cavalcare la moda delle corse su fuoristrada, proponendo scenari molto vasti e senza un tracciato ben definito, con le sole “porte” da attraversare, ma questo titolo deve fare i conti con un reparto tecnico davvero poco attraente ed una longevità non abbondante. Un po’ “da corsa” è anche Gallop Racer 2001 della Tecmo, nel quale domina una componente gestionale che ci vuole gestori e solo eventualmente fantini di un maneggio destinato a primeggiare nelle corse di cavalli, dove dovremo fondare la nostra scuderia e sviluppare attributi utili al momento delle gare.
Spazio anche all’azione, grazie ad un adattamento da Dreamcast molto atteso, quello di Code Veronica (qui col suffisso “X”) che porta in dote anche qualche contenuto speciale configurabile in una decina di minuti di cut-scenes inedite. Fa sicuramente peggio James Cameron’s Dark Angel, ispirato alla popolare serie TV con Jessica Alba, che prova a miscelare elementi action ad altri stealth, riuscendo così così con i primi e molto male coi secondi, tenendosi a distanza dai fasti di Metal Gear Solid, pur rimanendo abbastanza appetibile per i fanatici del telefilm.
Il gaming portatile non ci offre abbondanza di uscite, però Mario Kart: Super Circuit è un vero big. Sull’Advance c’è anche Fortress, un titolo che parte dal concept di Tetris per costruire una fortezza con le combinazioni dei pezzi con cui difendersi dagli attacchi nemici.
Anche il Game Boy Color vede un grande ritorno, quello del terzo capitolo di Dragon Quest, Dragon Warrior III, che accusa un po’ il peso degli anni pur rimanendo un JRPG di importanza storica. C’è uno sfruttamento originale della licenza WWF, infatti Betrayal prende alcune delle più celebri star del ring come The Rock e The Undertaker e le rende controllabili in un picchiaduro a scorrimento con sceneggiatura umoristica.
Mario Kart: Super Circuit Prendete le meccaniche di Mario Kart 64 e la grafica del debutto per Super Nintendo ed avrete un’idea abbastanza precisa di cosa sia diventato questo Super Circuit. Venti tracciati, tante armi e tutte le celebrità dell’immaginario Nintendo sono presenti, per un videogioco che non rivoluziona la sua formula perché, come testimoniano i lusinghieri giudizi della critica, non ce n’era assolutamente bisogno. |
Gianluca "musehead" Santilio