I computer a 16-bit si godono una vera e propria valanga di nuovi titoli. Partiamo dalle conversioni: Shadow Dancer arriva dalle sale giochi in forma forse non perfetta, ma sicuramente fa meglio della media delle trasposizioni da bar, soprattutto su Atari ST; Mercs è abbastanza buono per essere un gioco firmato dalla Tiertex oltre a dimostrarsi piuttosto fedele al coin-op, ma tecnicamente poteva fare di più, tuttavia gli appassionati di questo secondo episodio di Commando potrebbero rimanere soddisfatti; Skull & Crossbones della Atari non ha fatto sfaceli nemmeno in sala giochi e non c'è da sorprendersi se non ci riesce neppure su computer, ma bisogna dare atto alla solitamente terribile Tengen di aver rispettato benino le atmosfere piratesche dell'originale; terminiamo con l'importante conversione di The Secret of Monkey Island per Amiga che si rivela quasi un remake, dato che sfrutta la più abbondante palette del computer Commodore (l'originale era in grafica EGA) e le ottime capacità acustiche della macchina.
Tantissimi i nuovi giochi, a partire da due seguiti eccellenti come Supercars II e Space Quest IV. Altri nuovi prodotti relativi a nomi noti sono parecchi: Gauntlet III, realizzato dalla Software Creations per la Tengen, cerca di rinvigorire questo marchio da qualche tempo abbandonato dalla Atari, trasformandolo in un action-game isometrico con la solita orda di nemici che ci assale, ma il risultato non è dei migliori a dispetto di sforzi apprezzabili; arriva il seguito del classico 8-bit Ballblazer e Masterblazer, disponibile su Amiga ed ST, propone una formula pressoché sovrapponibile all'originale con tutti i vantaggi tecnici della nuova generazione, sicuramente un buon titolo; altrettanto valido è Switchblade II, anch'esso legato a doppio filo con un predecessore ad 8-bit, rispetto al quale tende a distaccarsi avvicinandosi un po' alle meccaniche dei Turrican; più di nicchia è Jetfighter II: Advanced Tactical Fighter, un pregiato simulatore di volo solo per DOS appartenente ad una serie sopravvissuta a lungo, fino al declino della categoria in generale; infine, pur non avendo ancora avuto precedenti videoludici, tra i “famosi” c'è anche Hero Quest, adattamento dell'omonimo gioco di ruolo molto gradevole, operato da una competente Gremlin.
Passiamo ai titoli inediti, che presentano ben tre simulatori di volo oltre al già citato Jetfighter II: sono A-10 Tank Killer della Dynamix (non acclamatissimo e dedicato al noto bombardiere, ne derivava un gameplay lento e complessivamente immaturo), Chuck Yeager's Advanced Flight Trainer 2.0 della EA (molto originale, dato che si poneva come un tutorial al volo su numerosi aerei da guerra, senza scontri) e Blue Max: Aces of the Great War della Three-Sixty Pacific (relativo alla Prima Guerra Mondiale, ma inferiore ad altri illustri concorrenti).
Tra gli sportivi, Jahangir Khan's Squash rappresenta una delle rarissime simulazioni di questo sport e non è neppure malvagia, ma fatica ad entrare nella sfera d'interesse del pubblico. International Ice Hockey della Impulze presenta un reparto audiovisivo molto ben fatto, con grafica fluida e sonoro campionato, ma non risulta divertentissimo all'atto pratico. Sportivo, ma futuristico, è Disc della Loriciel, sfacciatamente ispirato a Tron e concentrato sulla sfida con lancio di dischi, ma all'apprezzabile estetica si accostano controlli poco gratificanti. La maggiore sorpresa è tutta italiana grazie alla Simulmondo che pubblica l'ambizioso I Play: 3D Soccer, precursore delle modalità presenti nei moderni FIFA e PES nel quale controllare un singolo giocatore, con la non secondaria presenza della regola fuorigioco, una rarità per i tempi; nonostante la grande immersività garantita dal motore tridimensionale, competentemente programmato, la giocabilità non era molto elevata.
Molti esponenti anche tra i “vari ed eventuali”. Mai sentito parlare di Viz: the Floppy One? Si tratta di uno dei multieventi più assurdi di sempre, ispirato ad un fumetto demenziale e persino con degli spunti divertenti. Agli antipodi c'è 'Nam 1965-1975 della Domark, che propone uno strategico gestionale incentrato sulla terribile guerra asiatica, trovando un buon grado di complessità capace di accontentare il pubblico appassionato al genere. Davvero ispirato e suggestivo è Crystals of Arborea, un RPG che precede la saga di Ishar e che è realizzato dallo stesso team: il gioco è ben fatto, ma soffre di una longevità troppo contenuta. L'abbondanza del mese accontenta persino gli appassionati di avventure testuali con The Famous Five della Enigma Variations, un buon prodotto che fa leva su un gruppo di persone determinate a trovare il tesoro nascosto di un'isola. Alquanto insolito, ma spettacolare, è Metal Masters della Infogrames che si configura come un picchiaduro ad incontri tra robottoni, tecnicamente notevole ma non altrettanto impressionante in fatto di divertimento. La bella grafica non manca neppure a Spirit of Excalibur, un action adventure che ci permette di controllare un cavaliere e visualizzarlo lateralmente, e con esso combattere e venire a capo della trama, ma anche stavolta la giocabilità latita pericolosamente. Esclusivamente al divertimento mira The Power della Demonware, che si presenta come un semplice, per modo di dire, puzzle-game di qualità gradevole, impreziosito da “I've Got the Power”, il brano degli Snap, nella intro. Elf della Ocean (da non confondere con un titolo omonimo del 1988) è un platform con qualche elemento da avventura non certo pirotecnico ma abbastanza giocabile, col difetto, però, di rivelarsi piuttosto criptico sulle azioni da compiere. Ricercato e tecnicamente molto ben fatto (ottima la prestazione musicale di Barry Leich) è Pegasus della Gremlin, che cerca anche di essere originale offrendo sia sezioni da shoot'em up orizzontale che da platform game, ma la sua enormità (sono necessarie ore per concluderlo) lo rendono eccessivamente monotono. Bisogna esplorare, combattere e commerciare in Megatraveller: the Zhodani Conspiracy della Paragon, un cult-game del genere RPG che arriva proprio questo mese su Amiga ed ST dai PC, ma grafica e sonoro sono quelli che sono. Più semplici ed immediati risultano Warzone della Core Design e Lupo Alberto della Idea: il primo è molto vicino a Commando (e Mercs, presentato questo mese), con una buona grafica da console ed un gameplay più che godibile; il tie-in del fumetto italiano è un platform game molto convenzionale che nella sua semplicità riesce tuttavia a divertire, nonostante alcune criticabili bocciature della stampa estera.
Vale la pena spendere due parole sul 3D Construction Kit della Domark: si tratta di un editor per costruire videogiochi piuttosto complesso, a partire dalla possibilità di realizzare grafica appunto in 3D; è l'engine alla base dei titoli della Incentive Software, rivoluzionari per l'epoca, ed il prodotto ha trovato un buon riscontro.
Veloce panoramica sui computer ad 8-bit, sempre più in difficoltà e che s'accontentano di conversioni mediocri, con le significative eccezioni di Toyota Celica GT Rally per Spectrum e Lotus Esprit Turbo Challenge per Amstrad CPC ed ancora Spectrum (peggiore invece su C64). Mediocri le trasposizioni di Shadow Dancer, ma peggio di tutti fa Great Gurianos della Taito. Il Commodore 64 riceve le sue edizioni degli italianissimi I Play: 3D Soccer e Lupo Alberto, ma confermano solo parzialmente i buoni risultati visti sui computer maggiori. Approda anche sulle macchine 8-bit Gauntlet III, mantenendo gli stessi problemi di giocabilità, mentre è molto ben fatto graficamente su C64, semplicemente troppo confuso su Amstrad CPC e Spectrum.
Supercars II Il team più popolare nel campo dei racing games era quello dei Magnetic Fields, autori dell'acclamato Lotus, ma gli stessi ragazzi erano già noti per un gioco di corse con visuale top-down chiamato Supercars, positivamente valutato da critica e giocatori. Supercars II adotta le armi ed altri potenziamenti per le vetture, migliora tutto l'impianto tecnico ed offre una giocabilità invidiabile. Space Quest IV: Roger Wilco e i Viaggiatori del Tempo Roger Wilco, l'eroe più demente dello spazio, si ritrova ancora una volta immischiato in una brutta faccenda, che tanto per peggiorare le cose tira in ballo strappi temporali. Verrà catapultato da uno Space Quest all'altro (persino quelli mai usciti, né programmati) ed al giocatore toccherà aiutarlo per battere Vohaul. Come al solito, le avventure della Sierra non sono per tutti, ma se l'umorismo fortemente demenziale vi attira potreste trarre grandi soddisfazioni da questa produzione. |
Rispetto alla varietà offerta dai computer, il mondo delle console potrebbe sembrare fiacco, ma la qualità di alcune uscite è significativa.
Il Master System riceve con un po' di ritardo il suo porting di Forgotten Worlds, notevole considerando le modeste capacità grafiche dell'hardware 8-bit Sega. Titoli originali invece per il NES, dove fa scalpore A Boy and his Blob di David Crane (lo stesso di Pitfall!), in cui dobbiamo interagire con un essere gelatinoso per risolvere degli enigmi; Solstice: Alla Ricerca dello Scettro di Demnos è diventato col tempo un vero e proprio cult game e si configura come un action-adventure in chiave isometrica insolito e giocabile; molto semplice ed immediato, e per questo divertente, è Super Spike V'Ball della Technos, un “simulatore” di beach volley convertito da coin-op.
Chiudiamo gli 8-bit col Game Boy e le sue due trasposizioni di giochi già popolari nell'homegaming, Boulderdash e Gremlins II, entrambi validi, e col GX4000 che accoglie nientemeno che un gioco Epyx, peccato che World of Games rappresenti forse il peggiore di tutto il gruppo, nonostante qualche buono spunto tecnico. Un altro fiasco per la console Amstrad.
Dobbiamo davvero presentare Sonic il porcospino? Spero di no, ed è lui a capitanare i giochi in arrivo sul Mega Drive. Non è affatto solo: Block Out è la conversione di questo arcade che voleva imporsi come l'erede tridimensionale di Tetris, spuntando anche buoni risultati, ma il gameplay non è affatto altrettanto immediato; Hardball è una simulazione di baseball della Accolade arrivata direttamente dai computer occidentali, e conferma le sue buona qualità così come il suo ritmo piuttosto lento; sempre da Ovest arriva King's Bounty, RPG della New World Computing validissimo già nella sua forma originale, che su Mega Drive si gode una trasposizione molto competente; Wrestle War, per concludere, è un gioco di wrestling senza infamia e senza lode, che mira principalmente a coprire una lacuna nel parco software della macchina.
Le rivali della console Sega puntano sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Il PC Engine propone un gioco di moto non trascendentale con inquadratura dall'alto chiamato Moto Roader 2, mentre il Super Nintendo fa debuttare il leggendario F-Zero, ma si gode anche un picchiaduro con Ultraman che non è però nemmeno lontanamente paragonabile ai migliori esponenti del genere.
E chi c'è al vertice della categoria picchiaduro per antonomasia? Proprio Street Fighter 2 in versione arcade, che finalmente si presenta agli occidentali.
Sonic the Hedgehog Troppa popolarità per Mario e non c'era modo di esibirsi in una dignitosa console war senza una mascotte vincente. La Sega manda in pensione (purtroppo) Alex Kidd e adotta un porcospino blu superveloce disegnato ben bene a tavolino: Sonic è “cool”, è un duro ma è giusto, calza solo scarpe da ginnastica e pettina molto bene i suoi aculei. C'è chi lo ama e chi lo odia, ma il suo platform di debutto è indiscutibilmente un gran gioco. F-Zero L'introduzione tecnica di maggiore pregio del Super Nintendo era il Mode-7, il quale sfruttava un chip custom che permetteva alla macchina di esibirsi in rotazioni e zoomate di un piano senza gravare sul processore. Era un trampolino per offrire ai videogiocatori una pseudotridimensionalità ed F-Zero lo fa nell'ambito dei racing game futuristici. C'è un vero e proprio campionato da affrontare a bordo di veicoli avveniristici. Ne è venuto fuori un successone! Street Fighter II: the World Warrior Dopo un non certo trascendentale debutto della serie nel 1987, Street Fighter ritorna con un prodotto che si rivelerà uno dei più influenti dell'intera storia videoludica. Picchiaduro ad incontri fra lottatori pescati da una rosa di otto, ognuno relativo ad una particolare zona del mondo. Un ottimo bilanciamento tra le peculiarità di ogni character è il catalizzatore per una giocabilità infinita che si poggia sull'eccellente sfruttamento della scheda CPS-1. Uno dei più grandi classici di ogni epoca. |
Gianluca "musehead" Santilio
Per la verità ricordo che la conversione di Shadow Dancer su Amiga / Atari ST era ampiamente trascurabile (vero che ho visto solo la versione Amiga)... dignitosa, invece, la trasposizione di Mercs... specialmente se si considera che era firmata Tiertex
Sicuramente erano due affermazioni indipendenti
Mentre "The famous five" è probabilmente basato sulla serie di romanzi per ragazzi della scrittrice britannica Enid Blython ("L'isola dei cinque" in Italia... ai tempi delle medie ho amato & divorato questi romanzi, ne avevano realizzato anche una versione librogame rpg), oggetto anche di una celebre serie TV. Non sapevo avessero realizzato anche un videogame!!!
"Elf" è quello con lo sprite rubato dall'arcade "Willow"? Com'è la storia di quello sprite?!
"Warzone", invece, clone spudorato di "Mercs", anche se bisogna ammettere che era davvero ben fatto.