Ci salutano grandi volti noti come quello di Sandro Pertini, Ugo Tognazzi, Alberto Moravia, Aldo Fabrizi, Greta Garbo, mentre in Giappone si celebra l'imperatore Akihito.
Noi italiani abbiamo sofferto anche nello sport, con i maledetti mondiali casalinghi persi contro l'Argentina di Maradona in semifinale... Meno male che ci sono i videogames!
Col 1990 tramontano molto di più i computer ad 8-bit, con Spectrum ed Amstrad che si legano al cuore degli appassionati, sempre più dimenticati dal mercato che, tuttavia, per questo Natale li omaggia con una conversione di un classico per Amiga: Shadow of the Beast, peccato che su entrambi la trasposizione sia pessima. Va un po' meglio al C64 che, in coppia inedita con l'Atari ST, riceve B.A.T., un'ambiziosa avventura fantascientifica complessa ed affascinante che sul Commodore è davvero “troppo”, mettendo in ginocchio la macchina che si esibisce in una performance lenta. Meglio sul computer Atari, dove è corredato da una cartuccia che espande le capacità audio della macchina, a tutto vantaggio dell'atmosfera.
Su tutti computer fa capolino anche uno dei seguiti più controversi di sempre: Strider 2, che nulla ha a che vedere con quello visto tempo dopo in sala, infatti si trattava di un discutibile episodio sviluppato dalla temibilissima Tiertex, con le conseguenze del caso.
Incredibilmente, c'è una sola conversione da arcade: S.C.I, Special Criminal Investigation, praticamente il seguito di Chase HQ, ma il porting è fin troppo scattoso.
I titoli originali sono gustosi e spicca James Pond, il debutto del character nel mondo dei videogiochi ma non in quello dei platform, ma è significativo anche Killing Game Show della Psygnosis. Nel frattempo, i Bullfrog, che già s'erano fatti notare col “divino” Populous, ritornano con Powermonger, sempre uno strategico in tempo reale ma ad ambientazione bellica, capace di convincere davvero moltissimi tra critici e giocatori.
Meno rilevanti, ma per nulla brutti, sono The Amazing Spiderman, un platform-puzzle con il noto eroe dei fumetti, Gremlins 2, tie-in action dell'omonimo film, e Rogue Trooper, pure questo un platform basato su fumetto.
Uno spazio importante cominciano ad averlo anche i sistemi DOS, non per l'avventura testuale Wonderland, ispirata al mondo di Alice, e nemmeno per Night Shift, che pure è un gioco di piattaforme godibile, ma per l'immenso Secret of Monkey Island, che porta Guybrush Threepwood finalmente in Europa.
James Pond Il protagonista di questo videogioco è diventato famoso soprattutto per i suoi platform. La cosa buffa è che il suo primo titolo non appartiene a tale genere, e potremmo definirlo come un gioco d'azione a tema subacqueo, in cui muovere l'ittico agente segreto secondo uno schema multidirezionale, risolvendo anche piccoli enigmi. Forse non un capolavoro, ma un prodotto simpatico. Killing Game Show I minuti seguenti all'inserimento del floppy nel drive DF0 erano sufficienti a giustificare l'esborso per questo lavoro Psygnosis: grafica pre-renderizzata avveniristica, grande senso della regia, atmosfera palpabile. Coloro i quali non fossero collassati dinanzi a cotanto spettacolo si sarebbero ritrovati con un gioco non certo trascendentale, ma musicato da pezzi di notevole qualità. Secret of Monkey Island No. Qui non c'è proprio nulla da commentare. |
Passiamo alle frizzantissime console, che lasciano intendere di voler sbancare il mercato nel 1991. C'è da crederci eccome: il Megadrive, per esempio, lancia delle conversioni allucinanti come quella di Strider e di Hellfire, che fanno davvero fregare le mani dei fan degli arcade. Anche i porting dal mondo a 16-bit, vuoi per la parentela con l'Amiga, sono riuscitissime come nel caso di Populous e Budokan. In tutta sincerità, sul 16-bit Sega c'è spazio anche per un pessimo prodotto come Fatman, un picchiaduro dell'era “pre-Streetfighteriana” di qualità assai desiderabile nonchè derivante un gioco per Commodore 64, senza fare troppo per nasconderlo.
Pure il PC Engine è in forma, e F1 Circus lo dimostra, rivelandosi come uno dei racing game più amati dei suoi tempi. Non sono male nemmeno Final Blaster e Legendary Axe 2, un platform hack'n slash della Atlus piuttosto apprezzato.
Per quanto riguarda gli 8-bit puri, possiamo segnalare Indiana Jones and the Last Crusade per NES, che nulla ha in comune con gli episodi per computer ma che risulta un dignitoso action game. Da sottolineare una presenza inconsueta nella nostra Macchina del Tempo: è un gioco per GX4000, in realtà uno dei migliori (ci voleva poco), perché Robocop 2 ha uno scrolling fluido, una grafica colorata ed un sonoro decente, ma la sua filosofia “trial and error” non lo rende un titolo per tutti.
Chiudiamo giusto con una citazione per la zona coin-op, dove compare l'ennesimo titolo per schede CPS-1: è Mega Twins, ma il platform della Capcom non è tra gli esemplari più riusciti della sua straordinaria carriera.
Arrivederci al 1991!
Final Blaster Non è uno degli sparatutto più famosi per la macchina NEC, ma c'è da dire che qui sopra la concorrenza è sempre stata feroce. Il prodotto della Namco si distingue comunque per una buona giocabilità e per un'altrettanto valida tecnica, pur non essendo ricordato dalla massa dei videogiocatori. |
No. Qui non c'è proprio nulla da commentare.
Bello anche The Killing Game Show... questo, purtroppo, me lo persi su Atari ST dove era realizzato benissimo... audio in-game e parallasse a parte (comunque la musica era di "buon livello" considerato il chip e il notevole brano dei titoli era sample-based come sul 16 bit Commodore), infatti, risultava molto simile alla versione Amiga. Questa sorta di "pseudo Rainbow Islands cibernetico" virato verso lo shoot 'em up fu convertito anche su Mega Drive con il nome "Fatal Rewind"... su console era più fluido rispetto alle versioni per computer ma risentiva di un'incomprensibile perdita del pregevole riflesso sull'acqua (presente anche su ST!) e di un audio decisamente mediocre (tenuto debitamente conto dei rispettivi hardware la musica in-game è relativamente migliore su ST!).
Il Mega Drive, comunque, "piazza" porting del calibro Strider e Hellfire... due eccellenti conversioni con il secondo titolo un po' "reinterpretato"... ma, quando le modifiche sono per il meglio, non c'è davvero nulla di cui lamentarsi...
"The secret of Monkey Island", che capolavoro!
"The killing game show", classico prodotto Psygnosis dall'introduzione pompata e dalla scarsa giocabilità in game. E questo è tra i più giocabili della softhouse. Per quanto riguarda l'intro, sinceramente questa volta non mi colpisce: pochi elementi narrativi, tempi morti eccessivi e grafica prerenderizzata inferiore allo standard della softhouse. La Psygnosis ha sfornato intro di gran lunga superiori sia narrativamente che graficamente (date un'occhiata, ad esempio, a quella in apertura all'orrido "Stryx").
Il Megadrive, all'epoca, era roba per ricchi su cui fantasticare e sbavare.
Interessante lo scrolling di "Final Blaster", che ricorda incredibilmente quello di "Xenon 2 - The megablast", uscito nel 1989.
Incredibile dictu, sono un felice possessore di Robocop II per GX4000, di sicuro il gioco più snervante del mese, fidatevi...
The Killing Games Show su amiga era trmendamente difficile ,ma la musica e la cura per la grafica ti conivolgeva al massima.La colonna sonora mi è sempre rimasta dentro.
Il 1° James Pond non fu un gioco eccezionale ,molto meglio il suo seguito.