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ID: 258679La saga di Metal Gear ha mosso i suoi primi passi sul sistema portatile Sony con uno strategico a base di carte collezionabili, sottotitolato AC!D, che ha avuto anche un seguito. Molti pensavano che un gioco stealth come Metal Gear non potesse esistere su un sistema portatile. Si sbagliavano: Metal Gear con Portable Ops tornò su PSP nella sua vera veste di “tactical espionage action”, o stealth game se preferite, ossia gioco in cui si controlla un personaggio da un punto A ad un punto B cercando di non allertare le guardie di pattuglia, ricorrendo allo scontro diretto solo se si viene scoperti. Tutti noi fan ne fummo contenti e pensammo che fosse un gioco eccezionale. Che dire allora di questo Peace Walker che migliora di molto tutto quanto realizzato in Portable Ops?

Peace Walker riprende la narrazione delle gesta di Big Boss pochi anni dopo gli eventi di Portable Ops. Siamo nel 1974, in Costa Rica e Big Boss, ora capo del gruppo di mercenari Militairs Sans Frontiers (MSF), è stato chiamato a risolvere una situazione che rischia di degenerare se nessuno interviene. La Guerra Fredda è ancora in corso e, nonostante qualche timido gesto di distensione fra Est ed Ovest, la minaccia nucleare è più presente che mai . In un primo momento Big Boss non è molto propenso ad accettare la missione che gli viene proposta, ma poi si rende conto che il passato è tornato a bussare alla sua porta e che potrebbe far luce su alcuni eventi accaduti pochi anni prima. Per quel che riguarda la trama, mi terrò sul vago per evitare spoiler. Ogni Metal Gear ha una storia sfaccettata ed appassionante che merita di essere assaporata dall’utente il quale, secondo me, deve saperne il meno possibile per gustarsela in prima persona.
E’ bene notare come il gioco dia quasi per scontato che l’utente abbia già giocato i capitoli precedenti. Questo, è un “difetto”comune a tutta la serie. I vari giochi sono da considerarsi capitoli di una storia, quindi dal punto di vista narrativo è quasi obbligatorio aver giocato tutti i titoli e questo potrebbe scoraggiare parecchio i neofiti. Chi non abbia mai giocato alcun capitolo precedente potrà certo godersi la storia di questo Peace Walker, ma non potrà capire la miriade di riferimenti alla saga. Questo non dovrebbe comunque scoraggiare coloro i quali volessero avvicinarsi a questo prodotto senza aver giocato i precedenti titoli. Questo Peace Walker è un titolo irrinunciabile, profondo ed appassionante.

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Avremo ancora una volta a che fare con una trama complessa e ricca di colpi di scena, incontreremo personaggi noti ai fan della saga più numerosi volti nuovi che ci accompagneranno nello svolgimento di questo nuovo capitolo delle gesta del “padre” di Solid Snake, facendo luce su alcuni punti oscuri della saga e rendendoci partecipi di un nuovo capitolo della serie di Metal Gear. Ad ulteriore riprova che questo Peace Walker è un vero e proprio capitolo del franchise , non mancheranno occasionalmente scene di intermezzo piuttosto lunghe, quasi mai realizzate con l’engine di gioco, ma con vignette disegnate parzialmente animate, alcune delle quali interattive. Sia chiaro, Metal Gear non può essere Metal Gear senza lunghe cut-scene che, tra l’altro, raccontano una splendida trama: il problema è che siamo al cospetto di un sistema handheld, e sequenze filmate di parecchi minuti mal si conciliano con un titolo “portatile”. Se dunque volete giocare a Peace Walker su di un treno, assicuratevi di farlo durante un viaggio lungo, o rischiate di saltare la vostra fermata e ritrovarvi chissà dove.

Il fatto che questo sia un capitolo “portatile” non deve trarre in inganno, poichè la longevità e la profondità di questo nuovo capitolo sono equiparabili se non addirittura superiori a quelle di un qualunque capitolo della serie apparso sulle console casalinghe. Peace Walker offre molte possibilità che gli altri capitoli non hanno. Big Boss, oltre ad essere “Il più grande soldato del XX secolo” (come asserito nel primo capitolo di MGS) è anche il capo dei MSF, il che implica che dovrà reclutare nuovi effettivi, oltre a doversi occupare direttamente dello sviluppo del quartier generale (la Mother Base) dell’equipaggiamento, dei mezzi e di una miriade di altre cose grandi e piccole. Vi basti sapere che lo sviluppo della Mother Base può essere considerato a tutti gli effetti un gioco gestionale in miniatura. Starà a voi decidere quali soldati arruolare e quali mansioni affidare loro per far crescere e prosperare l’efficienza della vostra base (e di conseguenza degli MSF). Essa vi permetterà di avere un equipaggiamento migliore che vi agevolerà nelle missioni, in modo che nuovi e più bravi volontari bussino alla vostra porta dando vita ad un circolo virtuoso che vi porterà a migliorarvi sempre di più.

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Durante le varie missioni vi troverete ad affrontare sia soldati sia mezzi nemici, che potrete decidere di abbattere o catturare. In questo ultimo caso, il soldato o il mezzo in questione andrà ad infoltire le vostre fila e voi potrete usare il vostro personale o sulla Mother Base (assegnandolo ad ruolo specifico, come spionaggio o sviluppo di nuovi oggetti) o in appositi incarichi denominate Missioni Esterne. Voi non avrete nessun controllo su questo tipo di incarichi, ma potrete scegliere la formazione di mezzi e soldati, basandovi sulla squadra nemica e sulle statistiche dei vostri soldati e dei vostri mezzi. Una volta ottenutolo potrete anche utilizzare in queste missioni anche il vostro personalissimo Metal Gear: in questo capitolo potrete avere il vostro carro armato bipede, che potrete personalizzare e migliorare depredando, dopo averli battuti, determinati mezzi che incontrerete durante la storia e di cui ora non vi dico di più per non rovinarvi la sorpresa.
Dal punto di vista tecnico, PW sfrutta al meglio le potenzialità della PSP. La grafica non è al livello dei capitoli PS2 ma ci si avvicina parecchio. I poligoni usati sono molti numerosi e le texture fanno un buon lavoro per mascherare qualche mancanza, anche se ogni tanto si nota qualche spigolo di troppo nella vegetazione, ma non è proprio il caso di lamentarsi, visti anche i vari effetti grafici utilizzati ed i particolari presenti nelle varie zone, come ad esempio le farfalle nei boschi , le onde dei corsi d’acqua o le gocce di pioggia che rigano lo schermo.

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Il gioco è suddiviso in varie micro missioni che ben si sposano con la filosofia handheld: gli incarichi infatti sono spesso brevi. Alcune missioni possono essere completate in un minuto o poco più, mentre altre possono tenervi impegnati anche per mezz’ora. Il problema più grosso è che, inizialmente, non avrete idea di quale sarà la durata effettiva della missione, quindi dovrete azzardare, come è successo a me, di dover mollare una missione a metà perché in quel momento non avete il tempo necessario da dedicarle. Ma è un problema relativo, basta provare una volta e regolarsi di conseguenza.
Le missioni sono suddivise in principali (circa una quarantina) e secondarie (quasi 130, anche se alcune sono molto simili tra loro, con l’unica differenza di avere magari un livello di difficoltà maggiore od essere ambientate in una location diversa). Quasi tutte le missioni possono essere affrontate da soli o in multiplayer e questa è un’altra delle grandi novità della serie. Non che MGS non abbia mai fatto uso di una componente multiplayer, ma qui è possibile cooperare nelle missioni stesse della storia, non in una modalità specifica separata dalla trama single player. Il fatto di poter avere uno o più amici al vostro fianco può rappresentare un grosso aiuto nelle missioni in cui bisogna abbattere un mezzo corazzato grosso quanto una palazzina di due piani, un po’ meno quando si tratta di introdursi furtivamente in angusti corridoi, ma la possibilità della cooperazione (è prevista comunque la possibilità di sfidarsi nei canonici deathmatch del tipo "tutti contro tutti" e modalità varie) dà al tutto un sapore nuovo, da provare almeno una volta.
Sono presenti inoltre le missioni di caccia ai mostri con creature prese in prestito da Monster Hunter di Capcom e già che siamo in ambito di prestiti e citazioni di altri franchise, va notato come non manchi anche in questo capitolo un piccolo omaggio alla serie di Assassin’s Creed.

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Sul piano dei controlli va detto che sono funzionali ma non perfetti. Ci sono vari set predefiniti tra cui scegliere, ma purtroppo la mancanza di un secondo stick si fa sentire. Dopo un po’ si fa l’abitudine a controllare la visuale con i tasti frontali, ma non sarà mai possibile avere lo stesso grado di precisione di uno stick analogico, fatto che rende alcune azioni, come prendere la mira, più difficili del dovuto. Lo dimostra il fatto che giocato su PS3 rimasterizzato in HD, col supporto di un Dualshock 3, il gioco diventa molto più docile, rendendo più semplice ottenere valutazioni alte in determinate missioni, specie in quelle che richiedono di sparare alle sagome di cartone al poligono di tiro.
La longevità di Peace Walker può essere praticamente infinita, tutto dipende da come lo si affronta. Se si decide di vedere tutto quello che il gioco ha da offrire, di ottenere la valutazione massima in ogni missione, di sbloccare tutte le armi e gli equipaggiamenti e di ampliare la Mother Base fino al suo limite allora il gioco può durare in eterno o quasi. E’ un po’ come in Gran Turismo. Se vi interessa solo arrivare in fondo alla storia potrebbe non volerci molto, ma se volete vedere tutto quello che il gioco ha da offrire potrebbero volerci molte ore, tante quante ne richiederebbe un gioco di ruolo. Vi basti sapere che il mio salvataggio riporta circa 170 ore il che dimostra diverse cose: il gioco è decisamente profondo, a me personalmente è piaciuto un sacco e gli ho dedicato molto tempo!

Piccola nota: Peace walker è disponibile anche per Xbox360 e PS3. Se avete entrambe le console Sony - ed il gioco per entrambe le piattaforme – potrete passare i salvataggi da una all’altra tramite Transfarring, ma se avete cominciato a giocare su Psp e poi volete passare il salvataggio su ps3 scordatevi pure i trofei.


COMMENTO FINALE


"Dopo Portable Ops era lecito aspettarsi da Psp un gran gioco, ma nessuno poteva aspettarsi che fosse così dannatamente grande. Peace walker non solo segue il solco dei migliori titoli della serie, ma si permette anche di apportare innovazioni, tanto che non sarei sorpreso di rivedere alcune formule qui introdotte nei prossimi capitoli (Big Boss wants you). Peace Walker è un gioco eccezionale, enorme, longevo. I controlli non sono il massimo (è un problema dell’hardware) ed alcune missioni possono risultare un po’ troppo lunghe, ma il titolo è un vero e proprio capolavoro. Nessuno di questi difetti può compromettere la validità del titolo."