Alla luce di tutto ciò era logico aspettarsi che il lancio del nuovo portatile Sony sarebbe stato accompagnato da una nuovo episodio del picchiaduro targato Namco. Cosa che è puntualmente avvenuta con questo che è, conti alla mano, il settimo capitolo della saga.
Tekken DR si presenta come da tradizione con una giocabilità fuori dal comune e un comparto tecnico che rasenta il miracolo; in grado di sfruttare a pieno regime l’hardware della PSP già a pochissimi mesi dal suo lancio sul mercato. Probabilmente questa recensione potrebbe anche terminare qui, in quanto cercare di trovare un qualsivoglia difetto a questo capolavoro di tecnica e divertimento rischierebbe di tramutarsi solamente in uno sterile esercizio di retorica. La sola cosa che potrebbe essergli imputata è forse l’eccessiva somiglianza con il quinto capitolo (uscito per sala e PS2 circa un paio di anni prima), del quale DR rappresenta più un’espansione che un seguito vero e proprio. Ma il vero punto della questione è che tutto ciò che c’è di nuovo all’interno di DR denota grandissima passione ed impegno da parte del team di sviluppatori, andando ad ampliare ogni singolo aspetto del suo predecessore ma soprattutto individuandone i pochissimi difetti e ponendovi brillantemente rimedio. Insomma, Tekken DR è uno di quei rarissimi casi di “versione riveduta e corretta” da accogliere a braccia aperte. Fatta soprattutto per la gioia dei numerosissimi fan e non solamente per bieche mire commerciali.
Per quei pochi che non lo sapessero Tekken è un picchiaduro ad incontri interamente poligonale, caratterizzato da una meccanica di gioco decisamente intuitiva e veloce (in cui tra le altre cose ci si para con la leva all’indietro e non con il classico pulsante), ma in grado di offrire allo stesso tempo un elevato spessore strategico, grazie allo spropositato numero di mosse e combo messe a disposizione di ogni singolo lottatore. Un altro aspetto da non sottovalutare è sicuramente l’incredibile carisma che caratterizza il vastissimo cast, in cui si fa veramente fatica a scovare una figura da potersi definire comprimaria. Logicamente la Namco non poteva lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione per inserire un paio di nuovi combattenti. Che sono nell’ordine: Dagunov, un misterioso soldato d’elite che utilizza uno stile di lotta sovietica denominato “Sambo”, e Lili, una ricca e annoiata ragazza che fa uso di una non meglio precisata tecnica da strada, ma che ricorda molto da vicino, sia nell’aspetto che nelle movenze, Ingrid di Capcom Fighting Jam. A questi si va inoltre ad affiancare Armor King, nonostante nel quarto episodio fosse stata annunciata la sua morte per mano del gigantesco Marduk; che fa il suo trionfale rientro con un set di mosse totalmente rinnovato, differenziandosi finalmente da King in maniera significativa. Cosa che porta il numero dei personaggi alla ragguardevole cifra di 35, probabilmente un record per un picchiaduro 3D.
Come già accennato in precedenza le migliorie di questo DR non si limitano solamente al ritocco del cast, ma riguardano in pieno anche le numerose modalità di gioco. Fra queste spicca certamente il Tekken Dojo, versione ampliata e corretta della precedente modalità arcade. La quale prevede ora più cinture (o livelli) ed un sistema di sfide decisamente più vario. Anche sotto il profilo delle musiche d’accompagnamento e dei diversi scenari nei quali combattere ci accorgiamo che il passo in avanti rispetto al quinto capitolo è di quelli da gigante, sia per quanto riguarda la qualità che la quantità. Per non parlare poi dei vari oggetti con i quali personalizzare i vari combattenti, che in questa versione raggiungono finalmente un numero soddisfacente per ogni singolo personaggio, andando ad includere qua e là anche qualche “item” decisamente fuori di testa. Ma l’aspetto più stupefacente è senza ombra di dubbio il comparto tecnico, che ha nell’eccelsa qualità grafica e nella brevità dei caricamenti quasi dell’incredibile; soprattutto se si considera che il secondo aspetto è stato per lungo tempo la vera spina nel fianco del software PSP (e in alcuni casi lo è tuttora). Se con Tekken5 in molti si erano chiesti come avessero fatto i programmatori della Namco a far girare una versione così simile alla controparte arcade su di una vetusta PS2, sappiate che gli stessi geniacci sono riusciti nella straordinaria impresa di farne girare una versione ancora più vasta e dettagliata sul piccolo portatile Sony, senza per questo dover scendere a chissà quali compromessi. Proprio a volersi sforzare possiamo notare qualche sparuto poligono in meno e un leggero calo di frame-rate in occasione dei replay, ma oltre a queste insignificanti sottigliezze possiamo definire DR quasi un arcade perfect.
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