Abbandonata la grafica semi-realistica degli episodi precedenti, a favore di uno stile che strizza molto l’occhio agli anime giapponesi, i vari street fighter Alpha sono contraddistinti anche da numerose innovazioni a livello di gameplay, che si sono man mano andate a sedimentare col progredire della serie. Il culmine di questa evoluzione è ovviamente la terza ed ultima incarnazione, qui riproposta sul portatile Sony a distanza di quasi nove anni dalla sua originale apparizione nelle sale. Ed è proprio per cercare di dare una svecchiata ad un titolo uscito nell’ormai lontano 1998, che alla Capcom hanno saggiamente deciso di dotare quest’ennesima versione di nuove modalità e personaggi, tanto da fargli meritare l’appellativo di MAX.
Parlando in generale SFA3 può essere definito come il capostipite del nuovo corso di picchiaduro made in Capcom. In esso sono infatti presenti tutte quelle caratteristiche che sono state successivamente riproposte e implementate nei vari titoli della serie “VS”, come gli “aerial recover”, i tre livelli di super, il “guard break” e via discorrendo. Nonostante tutto ciò sia stato fonte di non poche critiche da parte dei puristi del secondo episodio, è indubbio che proprio per questo motivo SFA3 riesce ancora a reggere il confronto con le produzioni attuali. Per quanto riguarda la grafica siamo logicamente lontani dall’alta definizione dei titoli targati Arc Sys. o dalle animazioni viste in SFIII; ma l’elevato carisma dei personaggi e i fondali molto ispirati fanno ancora la loro bella figura. Sensazione che viene accentuata con il passaggio sul piccolo 16:9 della PSP.
Entrando nello specifico di questa versione denominata MAX la prima cosa che balza agli occhi è sicuramente l’aggiunta di quattro nuovi personaggi. Innesto che porta il totale dei lottatori selezionabili alla ragguardevole cifra di trentotto. Tre di queste new-entry provengono direttamente dal fortunatissimo “Capcom VS Snk 2”, dal quale vengono riciclati anche gli sprites. Questi sono: Yun di Street Fighter III, Maki di Final Fight 2 e Eagle del primissimo Street Fighter. Il quarto e ultimo personaggio è invece una ragazzina di nome Ingrid, apparsa originariamente nel controverso Capcom Fightin Evolution. Quest'ultimo è forse l’unico del quartetto a non amalgamarsi alla perfezione con il resto del gioco. Risultato tra l’altro prevedibile se si tiene conto della differenze a livello di gameplay che intercorrono fra SFA3 e CFE.
Per rendere il prodotto appetibile anche a coloro che hanno già avuto modo “spolparlo” fino all’osso in una o più delle precedenti incarnazioni, un altro sforzo non indifferente è stato fatto per ampliare la rosa delle modalità di gioco disponibili. Oltre alla riconferma dello splendido “World tour mode”, in cui dovremo affrontare una serie di missioni con lo scopo di potenziare i parametri del nostro lottatore, e del “dramatic battle”, che ci vedrà impegnati in un’emozionante sfida 2 contro 1, si assiste all’aggiunta di quattro nuove opzioni, che andremo ora ad analizzare nel dettaglio.
La più gradita delle novità è sicuramente rappresentata dal “variable battle”, che ci permetterà di scegliere due personaggi da poter switchare liberamente nel corso del gioco, proprio come avviene nei classici picchiaduro Capcom ad impostazione "tag". Altra novità è il “vs100 kumite”, che come s’intuisce dal nome ci vedrà impegnati in una serie di ben 100 combattimenti a round singolo, cercando di vincerne il maggior numero possibile. Abbiamo poi il “reverse dramatic battle” che si commenta da solo ed infine il "final battle mode”, che ci consentirà di saltare direttamente allo scontro con il temibile Bison/Vega.
Di fronte a tanta abbondanza di personaggi e sfide differenti è indubbio che il gioco, già molto longevo di suo, “rischia” di diventare praticamente eterno, soprattutto se messo nelle mani di un appassionato del genere. Volendo andare a trovare il così detto pelo nell'uovo, una della pochissime pecche imputabili a questo splendido picchiaduro è il leggero schiacciamento dei personaggi dovuto al passaggio sul 16:9 della PSP. Difetto al quale potremo comunque ovviare selezionando la classica modalità 4:3, che andrà logicamente a lasciare degli spazi vuoti ai lati dello schermo riempibili con un apposito wallpaper. Un altro piccolo neo, che non può comunque essere imputato al gioco, è l'assoluta impossibilità di effettuare le mosse più complicate con la pessima croce direzionale dei primissimi modelli del portatile. Limitazione che invece non si avverte sui modelli successivi (come le ceramic-white) o meglio ancora sulle più recenti "slim", che invece rispondono alla perfezione.
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