Presentandosi come un insolito mix fra un rhythm game, uno strategico in tempo reale ed un god game, il titolo Pyramid ci richiederà di guidare un piccolo esercito di simpatici mostriciattoli occhiuti fino alla fine di numerosi scenari, facendo fuori qualsiasi cosa intralci il loro cammino. Per impartire i dovuti ordini alla nostra armata sarà necessario inserire la giusta combinazione di tasti seguendo il ritmo della musica d’accompagnamento, la quale, al di là di alcune piccole differenze distintive di ciascuna location, si presenterà con una metrica costante in 4/4. Così, se vorremo far avanzare la nostra tribù, non dovremo far altro che inserire il comando: quadrato, quadrato, quadrato, cerchio. Allo stesso modo, per lanciare all’attacco le nostre schiere ci basterà digitare: cerchio, cerchio, quadrato, cerchio; e così via per un totale di cinque ordini differenti che ci permetteranno di affrontare qualsiasi nemico o situazione potenzialmente avversa.
Logicamente, nell’impartire tali comandi dovremo rispettare sia la giusta tempistica che stare ben attenti a ciò che accade sullo schermo, in modo da reagire in accordo con le azioni dei nostri avversari. Inoltre, impartendo un certo numero di ordini senza commettere errori, permetteremo alle nostre schiere di entrare in modalità “fever”, la quale andrà ad aumentarne in maniera considerevole un po’ tutte le caratteristiche. Fin qui la parte più strettamente connessa ad un rhythm game.
La necessità di dover selezionare per ciascuna missione tre tipologie di unità fra le sei disponibili rappresenta invece l’aspetto che più si avvicina ad uno strategico, in quanto un esercito male assortito, o comunque poco adatto al nemico, sarà inevitabilmente destinato alla sconfitta.
Al termine di ciascun livello, i nostri occhiuti “patapon” faranno invece ritorno al loro villaggio, dove, tramite una serie di divertenti minigame a sfondo musicale, avremo la possibilità di gestire la crescita e lo sviluppo della nostra tribù. Non tutti gli “ingredienti” necessari a tale scopo potranno però essere reperiti in casa. Gli “item” più rari e preziosi andranno perciò recuperati cacciando in apposite location, oppure sconfiggendo più volte i numerosi boss. L’aspetto gestionale o da god game del titolo Sony si configura, quindi, come un vero e proprio gioco nel gioco, in grado di prolungarne quasi esponenzialmente la longevità. Una volta completati tutti i livelli proposti (operazione che comunque si rivelerà tutt’altro che agevole), Patapon continuerà a stimolare l’interesse del giocatore, grazie ad una serie di mostri che, ogni volta che verranno sconfitti, torneranno a darci battaglia con un livello di difficoltà più elevato ed in possesso di item via via sempre più rari.
Anche dal punto di vista squisitamente tecnico il titolo Pyramid si presenta come un prodotto assolutamente fuori dagli schemi. Sebbene il suo look 2D minimalista non sia di certo l’ultima meraviglia in fatto di tecnologia grafica, l’elevato valore artistico del suo design rimane assolutamente fuori discussione. Combinando sapientemente dei colori pastello ad un massiccio utilizzo delle tinte nere, Patapon finisce col rassomigliare ad un particolare tipo di stampa giapponese, meritando perciò il plauso di qualsiasi estimatore del genere. Letteralmente incredibile il lavoro svolto sul fronte animazioni, in grado di donare al nostro esercito movenze eccezionalmente fluide e divertenti.
Ottimo, e non poteva essere altrimenti, il comparto audio, le cui musiche, per quanto caratterizzate tutte dalla stessa ritmica in 4/4, risultano sempre piacevoli ed abbastanza diversificate. Ma la vera chicca del titolo Pyramid risiede nelle esclamazioni con cui i nostri piccoli Patapon accompagneranno l’azione. Proprio come in Locoroco, tale “particolare” finisce col rappresentare uno dei veri punti di forza del gioco, capace di ammaliare l’utente e di imporsi come il più persistente dei tormentoni.
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