Wild arms 2Se qualcosa viene ripetuta, a lungo andare finirà per stancare. Questa è una delle regole principali della vita, almeno per alcuni. Stessa cosa accade nel mondo videoludico... e così, quasi 20 anni fa, a spezzare la monotonia dei soliti videogiochi di ruolo, venne alla luce il primo capitolo di una saga che era sì destinata sì a rimanere un po' di nicchia, ma che ha comunque contribuito a valorizzare ancor di più il genere. Nel 1996, infatti, nacque Wild Arms, ad opera di Media Vision.

Dopo l'esordio del capostipite, la serie di Wild Arms si è sviluppata in cinque sequel, realizzati in Giappone dal 1999 al 2007, ed è stata oggetto di adattamenti per cellulari, un manga, e un anime distribuito dalla ADV Films dal titolo Wild Arms: Twilight Venom.

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Il gioco proponeva una riuscita contaminazione tra elementi tipici dei classici JRPG ed ambientazioni western. Solo 5 anni dopo venne alla luce un altro capitolo della saga, sequel accolto da pareri contrastanti: Wild Arms 2, conosciuto in Giappone con il nome Wild Arms: 2nd Ignition.
Questo titolo è l'unico della serie mai distribuito in Europa in alcun formato; l'unica altra mancata pubblicazione, difatti, è stata quella del remake PS2 del primo Wild Arms.

La storia ruota intorno a 3 protagonisti: Ashley, un fuciliere; Lilka, una giovane sacerdotessa e Brad, un veterano di guerra. Essi non sono semplicemente un gruppo di ragazzi in cerca di avventura, ma si ritrovano viceversa ad essere reclutati per far parte di un gruppo speciale autonomo chiamato "Agile Remote Mission Squad" (ARMS), un team creato appositamente per combattere contro Odessa, un'organizzazione terroristica che mira alla conquista del mondo.

Dopo l'introduzione, si comincia a giocare, impersonando di volta in volta Ashley, Brad e Lilka in una sorta di prologo.
Nel corso dell'avventura si aggiungeranno altri 3 personaggi giocabili: Kanon, Marivel e Tim.

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A primo impatto il titolo si presenta graficamente superiore al suo predecessore, JRPG ancora contrassegnato da classiche soluzioni visive già adottate dai vecchi esponenti del genere. Nelle fasi di esplorazione, infatti, si è immersi in un'ambientazione 3D (diversamente dal 2D del primo Wild Arms) popolata da sprite bidimensionali che raffigurano i personaggi (character che però in battaglia sono modellati in 3D) e la telecamera orientabile in 8 direzioni.

Il gameplay è essenzialmente basato sull'esplorazione, caratterizzata perlopiù dal susseguirsi di enigmi ambientali, oltre che naturalmente da battaglie, comunque evitabili premendo "Cerchio" quando appare il punto esclamativo bianco. Per il recupero delle proprie forze è poi necessario procurarsi dei cristalli rossi. In caso di game over, infine, per continuare la partita possiamo utilizzare delle monete (rare e difficili da trovare) chiamate Gimmel Coin.

In battaglia, il party è composto da tre personaggi ben differenziati per caratteristiche ed abilità (come nel predecessore) e non ci sono MP, con il tutto che risulta quindi gestibile tramite la barra Force. Le battaglie non sono affatto complesse e generalmente i nemici, con l'ovvia eccezione dei boss, muoiono in 1 o 2 colpi. Sono poi presenti potenziamenti/auto-abilità, sbloccabili applicando punti che aumentano di uno a livello. In questo caso si può scegliere tra un elenco completo al negozio specifico e rimangono permanenti. Si possono potenziare gli Arms fino ad un massimo di 10 potenziamenti e permanentemente. Questi Arms non sono direttamente armi da fuoco come equipaggiamento, ma fungono viceversa da abilità per Ashley e Brad, che, come avviene nel primo con il protagonista Rudy, usano come arma generica rispettivamente baionetta e guanti armati.

Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, anche Wild Arms vanta i suoi bei boss opzionali: un totale di 11 per affrontare i quali è necessario effettuare un rigido allenamento.

Ovviamente il gioco non è esente da difetti, fermo restando che l'importanza di alcuni di essi dipende necessariamente dalle preferenze dei giocatori.

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Iniziamo con il sistema della world map: essa va continuamente scansionata per trovare gli edifici. Qualunque luogo si voglia scegliere, deve prima essere nominato da qualcuno durante il gioco, oppure, in alternativa, ci si deve affidare ai Sonar Ping, strumenti che vengono utilizzati per la ricerca di un luogo o dungeon vicino. Questo rallenta sì un po' il proseguimento della storia, ma per certi versi funge comunque da pretesto per scoprire gradualmente i vari elementi del gioco.

Anche il font dei dialoghi è facilmente criticabile. In alcune parti del gioco, infatti, è praticamente impossibile leggere i testi, con alcune frasi che presentano addirittura vistosi errori grammaticali e persino dichiarazioni contraddittorie dello stesso personaggio durante la medesima scena di dialogo. Altre contraddizioni riguardano l'uso di alcuni oggetti. Se per esempio otteniamo gli stivali di Kanon, essi vengono descritti come “stivali capaci di passare ad altre piattaforme tramite piastrelle speciali”, il che è vero. Ma il testo specifica inoltre come Kanon possa utilizzare gli stivali per cancellare piccole altezze, presumibilmente senza avvalersi delle suddette mattonelle magiche, cosa sicuramente falsa.

E per finire, la grafica viene spesso criticata. Nonostante i miglioramenti visivi in confronto al primo capitolo, infatti, Wild Arms 2 non eccelle come altri giochi contemporanei del suo tempo, quali ad esempio Final Fantasy IX e Chrono Cross, presentando modelli poligonali ancora troppo “grezzi”.



COMMENTO FINALE


"Wild Arms 2 è divertimento assicurato. Nonostante una durata che varia dalle 30 alle 50 ore, ma che può anche raggiungere le 70, c'è davvero molta carne al fuoco che permette di giocare piacevolmente, quasi senza stancarsi e senza sfociare nella ripetitività. L'esplorazione dei dungeon risulta molto divertente e il combattimento si presenta generalmente come un'esperienza "breve e dolce", dato che si ha sempre il pieno controllo dell'azione. Se si chiude un occhio sugli evidenti errori di traduzione e non ci si sofferma troppo su una povertà visiva derivata dal tentativo di ottenere una grafica 3D troppo ambiziosa per la piattaforma di riferimento, allora questo JRPG apparirà certamente valido. Certo, nella nostra attuale generazione di esponenti del genere migliori ce ne sono molti... ma se avete solo voglia di giocarne uno per PSOne, potete spendere ad occhi chiusi questi 5 dollari (poco più di 4 euro) su PlayStation Network USA. Considerate poi che, nonostante il "2" alla fine del titolo, il gioco è completamente a sé stante, con la saga di Wild Arms che difatti avrà un vero prosieguo nel successivo Wild Arms 3, capitolo realizzato per PS2."