Nel 2000 Squaresoft raggiunse il proprio apice. La saga ruolista di Final Fantasy, un tempo unica speranza per una software house in piena crisi, era ormai diventata uno dei punti di riferimento di tutto il videogioco contemporaneo. Al fianco del gioco di ruolo tipicamente nipponico, questa casa seppe però produrre una lodevole varietà di strategici tra cui la serie di Front Mission. Quest'ultimo si incrocia con la nostra storia perché fu solo nel 2000, appunto, che risale la sua prima pubblicazione europea nonostante la presenza di più di un prequel già all'attivo. Lo strategico Square era infatti nato ai tempi del Super Famicom imponendosi subito come uno dei migliori rappresentanti del genere per poi riconfermarsi su Playstation anche se forse con risultati inferiori. L'arrivo del nuovo millennio corrispose quindi alla proposizione del terzo capitolo nei lidi occidentali ovviamente sempre sfruttando la console a 32 bit Sony.
La trama ha come sfondo un universo futuro in cui il controllo del pianeta è spartito tra le varie potenze mondiali organizzate in società militarizzate. Il protagonista di cui vestiremo i panni è un ragazzo giapponese il cui lavoro consiste nel collaudare i Wanzer. Questi ultimi sono dei mech, ovvero i classici robottoni tipici dell'animazione nipponica utilizzati sia a livello civile, per esempio come mezzi di trasporto, ma soprattutto a scopo militare. Insieme al compagno Ryogo, Takemura (questo è il nostro nome) viene incaricato di consegnare due Wanzer presso la base di Yokosuka dove tra l'altro lavora la sorella stessa del ragazzo nonché figlia di uno dei pezzi grossi dell'OCU (Oceanic Community Union), il cui rapporto con i due figli è a dir poco inesistente. La base viene improvvisamente colpita da un'esplosione, inizialmente considerata un incidente, ma in realtà frutto di un attacco nemico teso a sequestrare il MIDAS, un progetto segreto che in mani sbagliate può trasformarsi in una grave minaccia per la pace mondiale. Indagando sull'accaduto succede così che Takamura si ritrova dall'altra parte della barricata, l'USN, ed è così costretto a fuggire dal proprio paese come un criminale per poi imbattersi in tutta la serie d'eventi che costituiscono la parte restante della storia. Inizialmente la narrazione è sinceramente un po' lenta mentre in seguito gli eventi riescono ad assumere un piglio più deciso anche se non c'è niente di così sorprendente da farci incollare allo schermo. La parte più positiva della regia è legata al fatto di non annoiare in quanto le parti giocate si alternano perfettamente, da un punto di vista quantitativo, ai momenti di stasi costituiti dai dialoghi. Nel complesso la storia è lineare e non si lascia tanto spazio alla libertà gestionale del giocatore che viene sostanzialmente chiamato in azione quasi solo nelle battaglie o nella customizzazione dei Wanzer.
La struttura ludica di Front Mission 3 è quella dei più classici strategici orientali. Gli attacchi, dell'utente e dell'IA, vengono frammentati in turni tipicamente da RPG mentre le movenze delle nostre truppe si sviluppano su campi di battaglia divisi in caselle. Ogni decisione, che si tratti di uno spostamento o una manovra offensiva, necessita della spesa di più punti abilità (Ability Points) la cui distribuzione è molto importante all'interno dei vari conflitti in quanto più si conservano AP, più è possibile compiere azioni. I mech posso essere danneggiati invece in più parti, ognuna dotata di barra energetica, ed è forse questa la differenza principale che contraddistingue Front Mission rispetto alla concorrenza. Distruggere i singoli arti, superiori o inferiori che siano, oppure il corpo principale di un Wanzer avrà diverse conseguenze che vanno dall'impedimento nell'utilizzo delle armi nel caso delle braccia all'impossibilità di muoversi nel caso delle gambe fino ad arrivare alla distruzione totale qualora si riesca a debellarne il corpo centrale che costituisce il fulcro di ciascun mezzo. Infine, man mano che utilizzeremo un'arma, aumenterà anche la propria affinità con il robot annesso incrementandone la precisione in fase offensiva. I piloti stessi, imbattendosi con determinati avversari, potranno assimilarne le tecniche speciali da distribuire manualmente per ogni pilota ma tuttavia non attuabili volontariamente negli scontri. In sostanza, quando combatteremo, non potremo lanciare questi attacchi a piacimento.
La gestione meccanica dei robot umanoidi prende il posto di quelle fasi le quali, in titoli simili, corrisponderebbero al potenziamento dei personaggi umani. In appositi negozi o servendosi della fittizia rete informatica presente nel gioco è così possibile acquistare nuove armi o parti anatomiche oltre che potenziare le stesse rinforzandole sia nell'energia che nella tenuta difensiva. A differenza del passato, il numero dei Wanzer a disposizione è nettamente inferiore. Probabilmente, sotto questo aspetto, nascono luci e ombre. Un numero maggiore delle componenti in campo permetterebbe infatti di mettere in pratica strategie oggettivamente un po' più complesse dato che ragionare contemporaneamente su molte unità non è ovviamente semplice quanto gestirne una manciata. Al di là di questo, l’approccio alle battaglie diventa di conseguenza prevalentemente offensivo e sarà dura digerire quelle sconfitte nelle quali molto schiettamente, strategie o meno, gli avversari picchieranno molto ma molto più forte di noi senza poterci fare niente. Non essendo presente la libertà d’azione “alternativa” concessa in un J-RPG, non tutti potrebbero avere quindi la pazienza di aumentare il livello dei mech con sessioni assai ripetitive di missioni virtuali, abbandonando il tutto. D'altro canto il minor numero di personaggi va incontro a coloro che si lamentano del ritmo forzatamente lento degli RPG strategici giapponesi. I conflitti sono infatti molto più rapidi della media non dovendosi dilungare in una successione di turni che richiedono una certa dose di pazienza. Chiaramente questo aspetto è cruciale ai fini dell'apprezzamento globale di FM3. Pur risultando un prodotto divertente, gli amanti del genere potrebbero infatti storcere un po' il naso considerando che solo nei titoli precedenti si poteva arrivare a schierare anche più di una decina di mech su scenari di conseguenza ancora più vasti. La giocabilità di uno strategico fa leva invece sulla massiccia ripetizione di comandi il più delle volte identici, elemento verso il quale è rivolto l'amore dell'appassionato. E' difficile quindi giudicare il tutto come un passo indietro o come un'evoluzione. Sicuramente, agli occhi di un fan attento alla saga in questione, tagliare il ritmo degli scontri e livellare drasticamente la componente strategica è un difetto considerevole.
Il livello di difficoltà è mal calibrato. Nelle primissime missioni il gioco sembra ostico faticando ad evitare la dipartita di un membro del nostro team. Col proseguo dell'avventura invece compare una sperequazione tra il potenziamento dei mech che prende il sopravvento e il livello di sfida proposto. L'upgrade dei Wanzer ci consente infatti di rafforzare troppo velocemente le nostre truppe le quali, col passare del tempo, riusciranno a battere sempre più facilmente le fazioni avversarie. Come se non bastasse, è possibile ripetere gli scontri già affrontati accumulando così esperienza e soldi aggiuntivi tramite la voce “Simulation” presente nel menù della fittizia rete Internet. E' ovvio che in questa maniera il livello di difficoltà ad un certo punto si abbassi né più né meno per forza di cose. Se non altro proprio il Web costituisce un'alternativa di gioco anche se non obbligatoria. Parlando con i personaggi si ricavano alcuni indirizzi internet dai quali, scoprendo come accedervi, è possibile guadagnare del materiale extra come pezzi o mech nuovi di zecca. Detto tutto questo sembrerebbe che il gioco sia in discesa ed invece no. Alla fine i nemici si fanno all’improvviso nuovamente coriacei, fin troppo direi, presentandosi all’interno di campagne in cui il senso di impotenza nei confronti dell’avversario si mostra imperante. Iniziare uno scontro e sorbirsi lentamente la propria sconfitta causata dalla netta disparità di forze non è cosa facile. E sarà qui che la fiducia del giocatore sarà messa a dura prova trovandosi davanti ad un titolo che non ammette alternative che spezzino la routine dell’unica modalità di gioco. La dedizione richiesta in questa fase a causa dell’estenuante upgrade dei personaggi è, in quanto a noia, a dir poco nazista e c’è poco da stupirsi se qualcuno deciderà di mettere il joypad da parte e spegnere la console.
Visivamente ci troviamo davanti ad un lavoro non esattamente brillante ma più che altro funzionale. A dispetto dell'anno 2000, la grafica risulta un po' spartana già per il tempo. Il grosso lo fanno i Wanzer, ben disegnati e caratterizzati, i cui dettagli sono notabili nelle rispettive scenette accompagnate da zoomate in occasione degli scontri a fuoco. Tra l'altro, modificando le parti stesse dei mech, i cambiamenti saranno percepibili anche ad occhio nudo scorgendo le differenze tra i pezzi montati. I campi di battaglia sono anch'essi in 3D e totalmente ruotabili per 360° rispetto ai fondali statici dell'epoca 16 bit. Le animazioni fanno il loro anche se alle volte mostrano il fianco più debole per via di sporadici movimenti che perdono qualche frame per strada o per fenomeni di compenetrazione con lo sfondo poligonale. Le scene di intermezzo sfruttano il motore di gioco e quindi ne ripresentano pregi e difetti. Rari invece i filmati in CG ma in ognuno, per quanto brevi, si respira aria dei tempi d'oro Square. Cromaticamente il tutto si dipana attraverso tinte opache e solitamente scure in cui grigi e blu fanno generalmente da padroni. Questa scelta stilistica è comunque una tendenza seguita fin dal Super Nintendo, una tendenza applicata ad hoc per esaltare le tematiche militari. Buona infine la caratterizzazione in stile anime dei personaggi presenti durante i dialoghi e dotati di espressioni facciali che cambiano al variare del tono delle battute. Musicalmente si è assecondato il contesto militare mettendo in mostra dei temi piuttosto sinfonici ma adatti allo scenario bellico. Gli effetti sonori sono ottimi per quanto scarsi numericamente. Non si può infatti ascoltare molto di più del rumore dei mech, delle esplosioni o degli spari.
Front Mission 3 Playstation
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- Pubblicato: 19-08-2011, 20:14
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Front Mission 3
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Non sono mai stato un videogiocatore particolarmente abile, per cui, di norma, preferisco i giochi abbastanza semplici e quelli che richiedono particolare abilità o dedizione finiscono col frustrarmi.Ciò premesso, mi stupisco un po' del giudizio su Front Mission 3, che ho acquistato e giocato al lancio pal.Ricordo di averlo giocato serenamente, senza difficoltà (non ricordo di aver mai dovuto ripetere una missione più di due o tre volte), e con gran gusto.Insomma non l'ho trovato affatto difficile o frustrante. Niente a che vedere con un Final Fantasy Tactics, per esempio, che, ritengo, richiede decisamente più dedizione.A tal punto il gioco è filato liscio e piacevole che dopo averlo finito seguendo una delle due storie (all'inizio viene proposto un bivio che, in pratica, racconta la storia da due punti di vista differenti), l'ho ricominciato seguendo l'altra.Insomma mi discosto un po' dal giudizio della recensione, ma si tratta solo di opinioni Forse semplicemente mi piacevano troppo i wanzer (fantastici quelli con i tirapugni stile uomo tigre ).
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Originariamente inviato da FulvioNon sono mai stato un videogiocatore particolarmente abile, per cui, di norma, preferisco i giochi abbastanza semplici e quelli che richiedono particolare abilità o dedizione finiscono col frustrarmi.Ciò premesso, mi stupisco un po' del giudizio su Front Mission 3, che ho acquistato e giocato al lancio pal.Ricordo di averlo giocato serenamente, senza difficoltà (non ricordo di aver mai dovuto ripetere una missione più di due o tre volte), e con gran gusto.Insomma non l'ho trovato affatto difficile o frustrante. Niente a che vedere con un Final Fantasy Tactics, per esempio, che, ritengo, richiede decisamente più dedizione.A tal punto il gioco è filato liscio e piacevole che dopo averlo finito seguendo una delle due storie (all'inizio viene proposto un bivio che, in pratica, racconta la storia da due punti di vista differenti), l'ho ricominciato seguendo l'altra.Insomma mi discosto un po' dal giudizio della recensione, ma si tratta solo di opinioni Forse semplicemente mi piacevano troppo i wanzer (fantastici quelli con i tirapugni stile uomo tigre ).
Scherzi a parte io ho completato anche il primo Front Mission. L'ho trovai molto più facile.
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Originariamente inviato da Big_Paul86Può darsi molto probabilmente che io sia un giocatore più scarso rispetto a te hihi.
Scherzi a parte io ho completato anche il primo Front Mission. L'ho trovai molto più facile.
Il primo all'epoca dello SNES non l'ho giocato (ero giovane e la barriera della lingua me lo rendeva assai indigesto), poi quando sono usciti emulatori e patch varie avevo l'attenzione rivolta ad altro e non l'ho recuperato (mea culpa).
Rimane nella lista dei giochi che prima o poi mi piacerebbe giocare.
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