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ID: 251945Comprai quel “pacco” di Resident Evil Director’s Cut (assolutamente identico all’originale se non per delle modifiche trascurabilissime) principalmente per il cd demo accluso del secondo capitolo della saga, e ricordo di aver consumato quel dischetto ben più del gioco cui era allegato.
L’attesa per Resident Evil 2 era spasmodica, la stessa Capcom, dopo aver iniziato il suo sviluppo incentrandolo sulla componente action e sull’aumento del numero di zombie presenti a schermo (per avvicinarlo idealmente alla massa abnorme dei film di George Romero, un po’ come successo in tempi recenti con Dead Rising) optò ad un certo punto per un deciso cambio di rotta, complice il risultato fino ad allora ottenuto, ritenuto non soddisfacente, a fronte delle altissime aspettative del mondo videoludico.
Alla fine, Resident Evil 2 uscì tra clamori e indignazioni dei media (analogamente a quanto occorso a scoppio ritardato con Rule of Rose, per la serie come fare disinformazione e creare un caso dal nulla) rivelandosi fortunatamente un ottimo prodotto.

Alcuni difetti del precedente erano stati limati, in primis una mappa finalmente più lineare che costringeva ad un backtracking quantomeno accettabile, altri, vedasi le noiose sequenze di apertura delle porte e l’inventario limitato (con i soliti bauli comunicanti in cui riporre gli oggetti in eccedenza) erano purtroppo rimasti. Inoltre per favorirne la rigiocabilità, Capcom inserì nuovamente due personaggi, Claire, sorella del mitico Chris Redfield del primo RE e l’inedito Leon, futuro protagonista del clamoroso quarto capitolo che, partendo da punti differenti, affrontavano ognuno una propria storia, con alcune locazioni inedite ed altre in comune, che si intrecciavano l’un l’altra, arricchendo la trama e compensandone le lacune. Un esempio esplicativo era la location con un muro sfondato da un elicottero in fiamme: finendo l’avventura e ripartendo con l’altro personaggio, era possibile scoprire cosa fosse realmente accaduto.
In sostanza, per terminare davvero RE2 si doveva finirlo ben quattro volte: partendo con Leon e affrontando la relativa storia parallela con Claire e viceversa, ovviamente ognuna con la propria conclusione.

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Le varie avventure, contemplanti personaggi secondari, non erano molto diversificate, e anche le scelte intraprese in un percorso non erano poi così influenti sull’altro, però l’idea di base era lodevole e alla fine ci si ritrovava a terminare il gioco effettivamente tutte e quattro le volte richieste. Il vero problema era che per finirlo in toto occorreva una settimana o poco più (anche meno con sessioni immersive) e dopo aver terminato più volte quello che in fondo era sempre lo stesso titolo, subentrava una sorta di rigetto. Quindi nonostante l’impatto e la sua bellezza, bastava davvero poco più per averne abbastanza di RE2: certo tale periodo era intensissimo ed appagante, ma davvero troppo esiguo.
Di negativo c’era anche da segnalare l’implementazione di enigmi banali, di spessore quasi nullo se paragonati a quelli validi del precedente (difetto purtroppo mutuato dai successivi capitoli), adatti a bambini dell’età massima di 10 anni, particolare ambiguo visto che si parla di un videogioco vietato ai minori di 18! Sarà stato per favorire la velocità di gioco ma rimangono un insulto all’intelligenza del giocatore.

Inoltre la seconda parte di ogni storia non era all’altezza delle buone premesse, col sentore che si facesse un pò troppo leva sulla spettacolarità, ritrovandosi ad affrontare più una sorta di colossal fantascientifico hollywoodiano che un buon horror; una delle storie, palesemente ispirata ad “Aliens” (quando, nel film di Ridley Scott, Ripley va a cercare Newt) la dice lunga al riguardo, così come la scena in cui si avrà a che fare con un gigantesco coccodrillo, da abbattere in maniera analoga al film “Lo squalo”, di certo coreografica ma un po’ fuori contesto.
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Peccato perché era notevole l’idea di far partire la vicenda dalle strade di Racoon City, ritrovandosi allo scoperto, in un ambiente non claustrofobico, quindi abbastanza inusuale (da qui forse lo spunto di riprenderlo nel terzo episodio) e la stessa stazione di polizia era una location perfetta nel ricreare la giusta tensione, essendo un luogo sicuro per antonomasia, diventato d’improvviso dispensatore di pericoli e salti sulla sedia: ottima la scena in cui decine di braccia cercano di afferrarci attraverso le finestre sbarrate alla "benemeglio", un evidente omaggio a “La notte dei morti viventi”.
Per carità, si parla di un ottimo titolo nonostante le critiche appena mosse: dal punto di vista realizzativo lo sforzo di Capcom era evidente, con ambienti puliti e dettagliati, personaggi ben definiti e particolareggiati (vedasi l’uniforme di Leon), una giocabilità all’altezza che traeva giovamento da una velocità aumentata, e la citata idea delle storie ad incastro, per quanto implementata in modo discutibile, arricchiva la narrazione, denotando una certa dose di coraggio nell’introdurre delle novità in un videogame che in fondo avrebbe venduto lo stesso solo per il nome.

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Difficile quindi puntare il dito contro Capcom relativamente all’impegno profuso nella creazione di RE2, specie pensando che la softco avrebbe potuto adagiarsi sugli allori e piazzare un seguito basandosi semplicemente su di un brand vincente, producendo invece un titolo di spessore e a suo modo innovativo.
I veri problemi di questa saga riguarderanno maggiormente alcuni episodi successivi, in cui non ci saranno significativi passi avanti nel gameplay, con i difetti cronici a quel punto ingiustificabili e senza attenuante alcuna.
L’unica critica oggettiva qui riguarda la longevità e la lunghezza effettiva di ogni singola avventura: preferibile, come in Code Veronica, inserire due personaggi che si passano il testimone nel corso di una singola storia lunga piuttosto che crearne 4 brevi e molto simili tra loro, ma finchè dura, si vive una delle esperienze migliori possibili su PSX. L’espressione “breve ma intenso” è la più adatta a descrivere in poche parole RE2, senza dimenticare che molti best seller moderni hanno una durata ancor più risibile. Quindi non è il caso di lamentarsi troppo… o no?


COMMENTO FINALE


"Il seguito di Resident Evil è stato così bramato, da essere letteralmente divorato appena uscito. E una volta finito la gente ne avrebbe voluto ancora, perchè di bei giochi non si è mai sazi. La prosecuzione ideale di un titolo storico, che raggiunge alcuni dei picchi più elevati dell'intera serie."