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ID: 251083Dopo il successo mondiale di Final Fantasy VII, Square poteva permettersi di fare quello che voleva, perfino esportare diverse tipologie di giochi prima d’ora inedite per l’utenza occidentale (e ancora oggi mal digerite). Questo è il caso di Final Fantasy Tactics ovvero la risposta alla fortunata serie rivale Ogre Battle/Tactics Ogre della Quest Corporation (poi confluita guarda caso nella stessa Squaresoft).
Il gioco in questione fa parte della categoria degli strategici orientali e ben poco ha da spartire con la saga ruolista da cui prende il nome. Partiamo però dalla trama: la storia è ambientata nel magico mondo di Ivalice, un universo principalmente fantasy con sporadiche contaminazioni di stampo tecnologico. La popolazione di Ivalice è stremata da una lunga guerra che dura da oltre cinquant'anni e desidera ardentemente un salvatore: il giocatore assume quindi il controllo di Ramza Beoulve, figlio cadetto di una delle famiglie in guerra, che alla fine risulterà però decisivo per le sorti del conflitto. Qui iniziano le differenze con il genere più tradizionale dei j-rpg dato che a questo punto il giocatore percorrerà l’avventura seguendo binari già tracciati e non modificabili assistendo quasi da spettatore allo scorrere degli eventi, con una limitata capacità di influire sugli stessi; la trama, tragica ed epica al punto giusto come Square sapeva fare egregiamente, risulta in fin dei conti nulla più che un intermezzo tra un combattimento e l’altro, i veri eventi centrali della narrazione.

Questo è in sostanza il principale ostacolo con cui i giocatori occidentali devono imbattersi ovvero che il bello di questo tipo di giochi risiede nelle battaglie che posso intrigare fin da subito o annoiare immediatamente a seconda dei gusti di ognuno.
Gli scontri possono essere sia predeterminati, quando servono a far proseguire la storia, sia del tutto casuali come avviene nei classici Final Fantasy. Essi vanno però studiati e preparati in ogni minimo dettaglio. Il campo di battaglia si presenta in 3D attraverso una visuale isometrica. E’ completamente ruotabile a seconda delle nostre esigenze belliche. Risulta poi suddiviso in tanti quadrati, come una scacchiera, all’interno dei quali il giocatore decide come e dove disporre i propri guerrieri, scelti tra una rosa che, col progredire del gioco, sarà sempre più folta. In questi quadrati sono inoltre situati anche vari elementi naturali (rocce, corsi d’acqua, alberi, ecc) che andranno sfruttati strategicamente. Una volta collocato il proprio party, il cui numero di membri sarà di volta in volta stabilito dal gioco, si comincerà lo scontro. Ogni attacco, a seconda della propria natura (corto, a lunga gittata, incantesimo), avrà un raggio variabile di quadrati. La stessa cosa vale per lo spostamento dei combattenti differente in relazione ai semplici avanzamenti di caselle, all’utilizzo di un oggetto oppure al rimanere fermi. Clamorosa la mancanza della posizione di difesa. A gestire invece il ritmo delle azioni c’è la Wait Time Gauge. Si tratta di una barra regolatrice che segna il tempo che scorre tra una mossa e l’altra. Ogni personaggio ne è dotato e di questa dovremo tenere conto poiché più saremo rapidi a decidere le nostre azioni offensive, più aumenterà la possibilità di aggredire nuovamente il nemico prima che questo riesca a sferrare una risposta al nostro attacco. La WTG è inoltre influenzata in particolar modo dagli incantesimi: più questi saranno efficaci, maggiore sarà la durata del turno successivo alla fine del quale potremo riutilizzare il combattente che ha lanciato la magia in questione. Eccellente è il Job System la cui profondità può benissimo far sfigurare quella di un j-rpg classico talmente sono vari i diversi ruoli disponibili nel corso dell’avventura. Ruoli che ovviamente andranno irrimediabilmente ad aumentare la componente strategica per la gioia degli appassionati. Senza contare che quando un guerriero avrà raggiunto sufficiente esperienza nella sua classe di origine, saremo liberi di dirottarlo in un’altra con il conseguente apprendimento di nuove abilità che vanno ad aggiungersi a quelle acquisite precedentemente.

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La complessità di questo strategico va oltre: impareremo a conoscere l’importanza delle taverne nelle quali raccoglieremo informazioni utili. Impareremo a sondare le zone di reclutamento per ingaggiare nuovi guerrieri da inserire nella nostra truppa. Infine ci sbizzarriremo nei negozi dove acquisteremo armature, scudi, ecc, in modo da migliorare il nostro party. Come se non bastasse sono presenti numerose missioni secondarie che andranno ad incrementare felicemente il fattore longevità. Non rimane da dire che il mondo di Final Fantasy Tactics è percorribile attraverso una mappa bidimensionale nella quale gli spostamenti possono avvenire solo lungo le strade segnate anche se non in maniera univoca visto che sarà possibile ritornare indietro verso gli itinerari scoperti durante l’avventura. Lascia un po’ perplessi il fatto di ritrovare costantemente i combattimenti casuali in quelle zone dove già sono stati affrontati.

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L’aspetto grafico non fa che incrementare in maniera eccelsa la bellezza del tutto. E’ stata scelta l’adozione delle due dimensioni (l’unico elemento in 3D sono il già citato campo di battaglia e qualche sporadico scenario) tuttavia il risultato è comunque splendido. I personaggi sono dettagliatissimi, animati egregiamente e grandi abbastanza da mostrare addirittura delle espressioni facciali. Anche le ambientazioni sono ben realizzate manifestandosi in scenari vari, ricchi di elementi prerenderizzati e illuminazioni perfettamente inserite nel contesto. Menzione d’onore per gli effetti sonori ma soprattutto per le musiche firmate dal duo Sakimoto-Iwata che tra l’altro si occuperà in futuro delle melodie di Final Fantasy XII. Magari non saremo ai vertici toccati dal buon Nobuo Uematsu nella arco della sua carriera ma non si può certo dire che la colonna sonora pecchi di liricità o epicità.

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COMMENTO FINALE


"Final Fantasy Tactics è uno dei più grandi titoli strategici di stampo orientale mai prodotti con l’unica pecca di non essere mai stato pubblicato sul suolo europeo. Stategli alla larga solo se non digerite il genere mentre nel caso contrario correte a procurarvi l’edizione statunitense o il remake per la console portatile Sony PSP."

Paolo "Big_Paul86" Richetti