Il protagonista del gioco è Scuotivento (Rincewind, in origine) un mago in senso lato (molto lato, pure troppo!) incapace di eseguire anche il più banale degli incantesimi, incaricato di trovare e sconfiggere un drago, tanto misteriosamente quanto improvvisamente apparso ad Ank-Morpork (la pestilenziale città in cui si svolge per buona parte la vicenda) che sta seminando paura e distruzione; il tutto accompagnato dal suo fido bagaglio di pero sapiente (un baule deambulante dotato di tante gambette, praticamente indistruttibile ed estremamente pericoloso se viene stuzzicato, capace di portare oggetti MOLTO più grandi di lui... cioè... di esso... insomma... di qualunque cosa sia!) che funge da inventario mobile e che seguirà il suo padrone ovunque (almeno, nei limiti del possibile!).
Ovviamente la missione sarà tutt’altro che semplice e il simpatico Scuotivento si ritroverà suo malgrado (non fa certo mistero di essere un codardo che evita ogni situazione che possa mettere a repentaglio la propria incolumità) a passarne di tutti i colori, tra bibliotecari tramutati in scimmia che amano le nuove dita prensili (così utili nel loro lavoro!) ma odiano essere chiamati “scimpanzè” (e via di giochi di parole e gag esilaranti, peccato che la loro traduzione in italiano ne sminuisca la genialità), sette segrete e… la Morte (si , proprio la mietitrice in carne ed ossa... pardon, in ossa soltanto!) che Scuotivento, in quanto mago, può vedere, che apparirà spesso nei momenti meno opportuni a ricordargli che la fine è prossima... impagabile la scena in cui il mago, attaccato ad un palo e sospeso nel vuoto, chiede se gli resta molto da vivere e per tutta risposta ottiene qualcosa tipo “ti consiglio di non iniziare la lettura di un libro troppo lungo”... questo per farvi capire l’aria che tira!
Personalmente non amo troppo il genere fantasy, specie quando si prende troppo sul serio e preme eccessivamente sul tasto dell’epicità a ogni costo eppure Discworld, forse proprio per la sua peculiarità nel mostrare i classici personaggi del genere in un’ottica diversa, demenziale, per il suo umorismo coinvolgente (ma non sguaiato, badate bene) fa eccezione. Graficamente il gioco è davvero valido, gli sfondi sono ottimi e i personaggi ben caratterizzati, con un taglio giustamente fumettistico (ma non come il secondo, un vero e proprio cartone animato in tal senso), il tutto poi è estremamente colorato, le musiche sono perfette per le ambientazioni e varie al punto giusto, il doppiaggio è spassosissimo (per quanto in inglese) è troppo divertente sentire i (pochi) attori recitare più parti (anche quelle dei personaggi femminili!).
Se quindi tecnicamente la trasposizione libro/videogioco è da promuovere a pieni voti, lo stesso si può dire per quanto riguarda la storia e il suo svolgimento: a parte alcune situazioni mutuate direttamente dall’opera letteraria anche quelle totalmente originali riprendono lo stile dell’autore (che ha tra l’altro partecipato attivamente allo sviluppo) quindi l’appassionato di questa deliziosa saga avrà davvero di che gioire ma è altrettanto corretto evidenziare che questo prodotto non è per i soli cultori, perché, come è successo a me, anche chi è all’oscuro dei romanzi del Mondo Disco potrà godersi appieno quest’avventura e poi, in un secondo momento, avvicinarsi agli scritti. Gli enigmi pure sono attinenti allo spirito generale e questo, a conti fatti, non è per forza un bene, perché a volte, nella loro demenzialità, risultano piuttosto astrusi: se si aggiunge che la mappa è davvero vasta e le locazioni sono più o meno tutte esplorabili in ogni momento, se si rimane bloccati, ci si ritrova con un bel po’ di oggetti (ce ne sono davvero molti) nell’inventario e tanti, troppi hot spot su cui tentare, con l’ovvio risultato di provocare una certa frustrazione.
Bisogna menzionare poi la possibilità, ad un certo punto della narrazione, di viaggiare nel tempo (quindi ancora più punti con cui interagire, perché l’utilizzo di un dato oggetto in una locazione del passato, può avere conseguenze in quella futura) e i dialoghi che purtroppo, per quanto divertenti, risultano un tantino lunghi e lenti, soprattutto si ha la spiacevole impressione che tra tutti gli argomenti proposti per impostare le conversazioni, alla fine la maggior parte siano solo pretestuosi per generare battute a gogo e così, dopo un po’, questa situazione può iniziare a generare un certo fastidio, specie se si rimane bloccati e ci si ritrova a sorbirseli più e più volte, nel tentativo di trovare il bandolo della matassa. Per questo mi sento di consigliare Discworld principalmente agli appassionati di avventure grafiche più esperti, che armati di una buona dose di pazienza, troveranno davvero pane per i loro denti.
La versione per PSX (virtualmente identica a quella PC) per quanto ottima, soffre di un fastidioso bug: praticamente, proprio nell’ultimissima parte del gioco, un certo personaggio non appare in una data locazione (non vi svelo nulla di più!) costringendo il povero giocatore ad uscire e rientrare nella stessa fino alla sua comparsa... è questione di fortuna, può passare qualche minuto o magari intere ore... da un lato, è giusto ammettere che ciò non pregiudica lo svolgimento del gioco (visto che, si può dire, si verifica al 99,9% del suo completamento) ma è altresì ovvio ribadire che è davvero avvilente trovarsi ad un passo dalla riuscita salvo poi essere costretti a ripetere meccanicamente tale procedura, senza per giunta avere la certezza del suo funzionamento anche dopo tot tentativi, proprio quando bisognerebbe godersi il finale e basta, a suggello di tanta fatica… peccato!
Ciononostante, questo è un gioco bellissimo, di sicuro non per tutti ma comunque un’avventura capace di competere ad armi pari coi mostri sacri del genere e di catturare meravigliosamente l’atmosfera e la magia dei libri da cui è tratta (cosa non facile) e lo fa splendendo di luce propria. I vari difetti evidenziati quindi vanno ad intaccare solo parzialmente la qualità globale di Discworld che, per quanto mi riguarda, resta un prodotto riuscitissimo; se siete amanti della saga cartacea, se vi sentite attratti dall’ambientazione o più semplicemente, se siete alla ricerca di un’avventura grafica tosta e longeva, capace di mettere duramente alla prova la vostra materia grigia (e la vostra pazienza...) beh, smettetela pure di cercare altrove: avete trovato ciò che fa per voi!
Giuseppe "Epikall" Di Lauro