Rispetto al diretto concorrente di casa Sega, ossia quel Virtua Cop a cui si fa risalire l’invenzione di questo sottogenere per pistola, Time Crisis può vantare non solo un comparto grafico immensamente più dettagliato, ma anche un gameplay decisamente più avanzato; nonostante i due titoli possano dirsi quasi contemporanei. Lo scopo dell’avventura sarà sempre quello di sgominare una pericolosissima banda di criminali, avanzando lungo una serie di schermate fisse unite fra loro da alcune cut-scene. Ciò che rende Time Crisis così innovativo è però lo sfruttamento strategico degli scenari. Il nostro alter ego tenderà infatti a nascondersi automaticamente dietro alcuni degli elementi in essi presenti, rimanendo pertanto al sicuro da eventuali attacchi avversari. Solamente tenendo premuto l’apposito pulsante della G-con45 il nostro eroe farà capolino dal suo nascondiglio, dando così vita alla sparatoria vera e propria. L’abuso di tale protezione è però scoraggiata dalla presenza di un contatore, il quale scandirà il tempo limite a nostra disposizione per il superamento di ogni singola schermata (da cui il titolo Time Crisis). Con un po’ di pratica impareremo quindi a sfruttare al meglio ogni singolo rifugio, ricorrendovi per il tempo strettamente necessario a schivare eventuali proiettili o a ricaricare la nostra arma. Il tatticismo del titolo Namco trae ulteriore vantaggio dalla presenza di diversi avversari, dotati di potenza di fuoco e precisione di tiro totalmente differenti. Per completare la tutto sommato breve modalità principale non basteranno perciò buoni riflessi e un ottimo tempismo, ma ci verrà chiesto d’imparare praticamente a memoria la posizione degli avversari più pericolosi, molti dei quali saranno in grado di centrarci con una precisione pressoché assoluta.
Tecnicamente parlando abbiamo già accennato all’ennesimo miracolo compiuto dalla Namco, in grado di ottenere una conversione degna del titolo di “arcade perfect”, nonostante la differenza abissale di prestazioni fra l’hardware di partenza e quello PSX. Accennare alla qualità di texture e modelli poligonali non basta però a rendere giustizia a Time Crisis. Eccellente il lavoro svolto sul fronte animazioni, con avversari dalle movenze incredibilmente fluide ed in grado di reagire differentemente in base alla parte del corpo in cui verranno colpiti. Come non parlare poi del comparto audio, vero piccolo gioiello capace di donare al titolo un’atmosfera frenetica e coinvolgente, grazie soprattutto ad un magistrale utilizzo del parlato.
Anche sul fronte giocabilità siamo sugli stessi livelli di assoluta eccellenza. Una difficoltà ottimamente calibrata trova la sua giusta controparte nella G-con45, sulle cui qualità è ormai inutile dilungarsi oltre. L’unica cosa che mi sento in dovere di aggiungere, rispetto a quanto già detto in altre sedi, è come la periferica Namco (lanciata per la prima volta proprio con questo gioco) riesca a restituire al giocatore un senso di assoluta potenza. Sbarazzarsi di una schermata gremita di avversari con una serie perfetta di colpi, può generare nell’utente un vero e proprio stato di esaltazione, andando a costituire il cardine centrale dell’intera esperienza ludica.
Per quanto riguarda la longevità il discorso si fa decisamente più complesso. Ad una modalità principale indubbiamente troppo breve fa infatti da contraltare un livello di sfida che, almeno al livello più elevato, saprà dare del filo da torcere anche ai professionisti della light-gun. Inoltre, la presenza di statistiche sulla precisione di tiro, può rappresentare per l’appassionato un ottimo incentivo a rigiocare ed approfondire il titolo più e più volte. Consapevoli dei limiti di un prodotto così spiccatamente arcade, i programmatori della Namco hanno comunque deciso di dotare questa versione casalinga di un’apposita modalità inedita. Trattasi in realtà di un vero e proprio gioco a se stante, comprensivo di nuovi avversari, una struttura a bivi con finali multipli, nonché di un livello di difficoltà leggermente più elevato.
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