Come avrete sicuramente capito Point Blank è un gioco arcade di pura abilità, privo di qualsiasi tipo di trama ed il cui unico scopo consiste nell’ottenere un punteggio sufficientemente elevato da suscitare l’altrui ammirazione. Una volta scelto il livello di difficoltà che più si confà alle nostre capacità ci verranno assegnati 16 minigiochi a caso fra le diverse decine a disposizione, tutti caratterizzati da un aspetto assai innocuo e ai limiti del surreale. Questi potranno variare dal dover sparare a bersagli di un determinato colore, centrare un piccolo oggetto in movimento con un singolo colpo, colpire un determinato numero di animaletti stando attendi ad evitare alcune bombe, eliminare banditi o ninja rigorosamente sotto forma di sagome di cartone, e altre amenità più o meno sullo stesso livello. La diversificazione dell’azione è assicurata oltre che dal numero anche dalla diversa impostazione degli stages. Ciascuno di essi punta infatti l’accento su di una differente abilità. Alcuni richiederanno colpo d’occhio, altri precisione e altri ancora rapidità di fuoco o tempismo. Il divertimento raggiunge invece la sua apoteosi nelle partite in doppio, dove utilizzando due pistole contemporaneamente si può dare vita a delle esilaranti sfide all’ultimo proiettile.
Considerando che alcuni stages possono essere completati anche in un paio di secondi(!!!), la durata massima di ogni singola partita si aggira intorno alla manciata di minuti. Inoltre alcuni quadri potranno privarci di tutte e tre le vite a nostra disposizione in un colpo solo, ad esempio centrando tre bombe o tre sagome di civili, ponendo immediatamente fine a quella che era stata fino a quel momento una partita perfetta. Se una simile impostazione rendeva il coin-op un vero e proprio mangia gettoni, una volta caricato il gioco sulla nostra PSX la breve durata della modalità principale cesserà di rappresentare una limitazione, finendo anzi col diventare un ottimo incentivo al raggiungimento della perfezione balistica, e perché no della mitica soglia dei 200.000 punti (vero e proprio spartiacque che separa il campione dal semplice appassionato).
Tecnicamente parlando il gioco riproduce fedelmente la controparte arcade del 1994. Non per nulla nessuno è mai riuscito a spodestare la Namco dal trono di miglior software house per psx (qualcuno ha per caso detto Tekken3 o Soul Edge?). Anche se ad essere sinceri il gioco in questione non richiede chissà quale sforzo ai 32bit del gioiellino Sony, portandosi in dote una grafica 2D molto bella a vedersi ma essenziale al tempo stesso. Il vero capolavoro si dimostra ancora una volta essere l’apposita periferica ideata dalla Namco, ossia la G-con 45, venduta originariamente in bundle con l’altrettanto eccelso Time Crisis, ed in grado di riconoscere una differenza di puntamento nell’ordine dei tre pixel. Insomma, un vero e proprio must per tutti gli amanti della scatoletta grigia targata Sony, in grado di dimostrarsi a tutt’oggi una spanna al di sopra della concorrenza .
Parlando di una conversione non potevano logicamente mancare alcuni extra generosamente inseriti all’interno del CD-Rom. Modifiche che non solo vanno ad ampliare le modalità di gioco, ma che finiscono praticamente col raddoppiare il numero di minigiochi presenti nella versione da sala. Infatti, oltre a quella originale, sarà possibile giocare ad una versione “special”, creata appositamente per l’occasione, che comprende quadri del tutto inediti o comunque sostanzialmente modificati. Degna di menzione è anche la modalità Quest; originalissimo ibrido fra il gioco di ruolo e lo shooter, che sempre tramite l’ausilio della pistola ci vedrà guidare i nostri avventurieri lungo una mappa, facendo fuori i vari stages come fossero “mostri” incontrati casualmente lungo il cammino.
Emiliano "MasterGen" Valori