Hokuto No Ken per PS1, il cui vero nome è in realtà HNK: Seikimatsu Kyuseishu Densetsu, altro non è che un picchiaduro a scorrimento interamente poligonale, le cui meccaniche, però, ricalcano assai da vicino i migliori esponenti 2D del genere di appartenenza. Nei panni dell’uomo dalle sette stelle il nostro scopo sarà perciò quello di ripulire una lunga serie di livelli da tutti i nemici in essi presenti, fino ad arrivare all’immancabile scontro con il boss di turno. A dirla tutta il termine “scorrimento” non risulta del tutto appropriato, in quanto ogni stage risulterà composto da uno scenario la cui dimensioni supereranno a malapena quelle dello schermo.
Un altro degli aspetti che non potrà certamente passare inosservato agli occhi dei tanti fan dell’opera risiede sicuramente nella storia. Ricalcando per filo e per segno tutti gli avvenimenti narrati nel corso della prima lunghissima serie animata, HNK per Ps1 si impone come una delle trasposizioni videoludiche più fedeli che un anime abbia mai ricevuto. Tutto ciò, però, finisce stranamente con l’assumere tutte le caratteristiche della così detta “arma a doppio taglio”. Infatti, l’interminabile sequela di cut-scene che saremo costretti a visionare fra uno stage e l’altro finisce col diluire pesantemente l’azione di gioco, costringendoci a rimanere per lunghissimi minuti con le mani in mano senza alcuna possibilità d’interazione. A tutto ciò si aggiunge l’aggravio di un parlato interamente in giapponese e per giunta privo di sottotitoli in inglese (ricordiamo, infatti, che il titolo in questione non ha mai varcato i confini del suolo nipponico), il quale nullifica l’apporto che un simile espediente narrativo può dare all’utente medio del tutto a digiuno di ideogrammi. L’unico aspetto del gioco a trarre vantaggio da una siffatta impostazione è sicuramente la longevità. Il numero di livelli inseriti nel misero Cd di HNK ha quasi dell’incredibile, senza contare che, da metà gioco in poi, un repentino innalzamento della difficoltà renderà il proseguo dell’avventura tutt’altro che scontato. Bisogna purtroppo segnalare l’impossibilità di
Dal punto di vista grafico il titolo Bandai ha quasi dell’incredibile. Sfruttando appieno tutta l’esperienza accumulata su di una Playstation ormai giunta al termine del suo ciclo vitale, i programmatori della software house nipponica, da sempre famigerati per la scarsa qualità che contraddistingue gran parte delle loro produzioni, sono riusciti a dare corpo a quello che, senza esagerazioni, potremmo definire come un vero piccolo miracolo. Ottima la modellazione poligonale, alla quale si aggiunge un texture mapping capace di spremere fino all’ultimo bit dalla scatoletta grigia targata Sony; il tutto mantenendo una solidità e un livello di dettaglio quasi impensabili per console della così detta quinta generazione. Decisamente soddisfacente anche il lavoro svolto sul comparto audio, grazie all’utilizzo di buona parte dei doppiatori e delle campionature originali.
In conclusione HNK per PS1 si propone come un ottimo picchiaduro, caratterizzato da un gameplay semplice e coinvolgente, una realizzazione tecnica assolutamente ineccepibile, nonché da una longevità che si pone ai massimi vertici nel suo genere. Le uniche vere pecche del titolo Bandai restano, perciò, le lunghissime quanto
PS: HNK: Seikimatsu Kyuseishu Densetsu fa parte di una ristretta cerchia di titoli, usciti verso la fine del ciclo vitale della PSX, in grado di riconoscere la presenza di qualsiasi mod-chip sia della prima che della seconda macchina da gioco targata Sony. Pertanto l’unico modo per godersi il titolo in questione rimane quello di possedere la versione giapponese di una delle due console o, in alternativa, di far girare il dischetto originale su un buon emulatore per PC.
Emiliano "MasterGen" Valori