Hitman Absolution - PS3 - Xbox360 - PC WinNon vi nascondo il mio iniziale scetticismo quando il servizio PlayStation Plus mi permise di scaricare, tra i giochi dell’Instant Game Collection di maggio 2013, il particolare Hitman: Absolution. Non lo cito tanto per elogiare questo servizio Sony a tutti i costi, sia chiaro. Ci sono delle strategie di marketing non da poco dietro. Tanto per cominciare, un abbonato sarà inesorabilmente spinto alla fidelizzazione verso il brand Sony. Inoltre, regalare un gioco di una serie ad un utente iscritto può portare quest’ultimo a interessarsene ed in seguito ad acquistare nuovi episodi. Ecco, non a caso ora sto pensando di comprare l’HD Collection coi primi 3 episodi... quindi l’operazione può dirsi riuscita!
Tutto questo solo per marcare il fatto che non sono mai stato un conoscitore della saga dell’Agente 47, né peraltro sono un asso nei giochi stealth. Lo ammetto fin d’ora. Non potrò dunque concentrarmi sull’evoluzione della saga, dato che appunto si è trattato del mio primo Hitman. Soprattutto, credevo che non mi sarebbero mai piaciuti. Appassionandomi alle trame, ammetto di giocare ai Metal Gear Solid in modalità “facilissimo” solo per gustarmi il dipanarsi della storia. E non credevo, infatti, che mi sarei potuto appassionare così tanto ad uno stealth game...


Un gameplay avvincente

Inizio proprio dall’ossatura del gioco, dato che è il primo aspetto ad avermi colpito seriamente, trattandosi un titolo alquanto diverso dal solito, oltre ad essere costruito assai minuziosamente. Raramente ho visto dei micro-mondi – perché tali sono – con infusa una tale cura per i dettagli. Anche graficamente, ovvio. Molte ore di gioco e tutte solide come la roccia: nelle mie lunghe sessioni niente bug, o problemi di caricamento texture, o aliasing o altre amenità. Ma è proprio l’ossatura di gioco ad essere speciale. I personaggi, e intendo proprio tutti coloro che vedremo, avranno la loro routine... ed ai livelli di difficoltà più alti sarà meglio studiarsele per bene. Che si tratti di turni di guardia o di mansioni di lavoro, sarà meglio porre la massima attenzione ai loro spostamenti, visto che avremo poco tempo per “salvarci” nel caso in cui qualcuno ci dovesse adocchiare. Certo, la difficoltà scelta incide totalmente sullo stile che il giocatore adotterà. Io Interactive ed Eidos dimostrano tuttavia di saper gestire ampi ventagli di scelta. Ai livelli più facili l’indicatore dell’istinto potrà ricaricarsi da solo, mentre ai più elevati sarà durissimo anche solo procurarsene un po'.

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Istinto: l’attivazione di questo senso ci darà qualche secondo di tranquillità. Il suo uso, infatti, ci consentirà di essere quasi ignorati dagli altri personaggi e di passare impunemente sotto il naso di chi esercita lo stesso mestiere del poveretto cui avremo sottratto i vestiti. Azzereremo così ogni dubbio sulla nostra identità, sia pur a patto di mantenere comunque un basso profilo, ovvero di non correre e di non compiere azioni riprovevoli. L'istinto rallenta inoltre il tempo e anticipa con una scia i percorsi delle guardie. Certo, per ottenere un po’ di istinto dovremo nascondere i corpi dei nemici (senza ucciderli, preferibilmente) e agire sull’ambiente sempre in maniera discreta. Meglio dunque avvelenare un avversario e gustarci a distanza di sicurezza il suo stramazzare, anziché sparare tra la folla. Spesso le persone con cui ci troveremo a fare i conti saranno professionisti attenti. Per quanto non varino mai i loro movimenti, riuscire a gestire l’intera area sarà comunque cosa da esperti ai più alti livelli di difficoltà. Proprio la caccia al Platino, che pur non avrei voluto intraprendere, causa necessario completamento del gioco ad una difficoltà notevole (ripeto, io sono un novellino in questo genere), mi ha permesso di gustarmi appieno questo episodio di Hitman e che mi spingerà a provare la trilogia rimasterizzata in HD delle precedenti avventure dell’Agente 47, per vedere cosa mi sono perso fino ad oggi. Pur faticando in alcuni stage, terminare ogni area analizzando ogni elemento con calma per giungere alla soluzione migliore sarà infatti la miglior ricompensa. E credetemi, i modi per proseguire nei nostri contratti saranno davvero moltissimi. Portando pochi esempi, posso dire che non solo ci saranno molte armi (bianche o da fuoco, nonché una pletora di oggetti che potremo prendere dagli scenari) e molte trappole a nostra disposizione, ma anche molte altre strade per completare un livello. Nelle nostre esecuzioni, poi, non saremo vincolati da un gameplay lineare. Saremo infatti sempre e solo noi a decretare come portare a termine una missione: strisceremo tra le ombre, accovacciati nei condotti d’aerazione, o preferiremo cercare di attirare dei nemici, per prenderne le sembianze? Cercheremo di non farci vedere e innescheremo dei diversivi per restare tra le ombre o spargeremo il terrore tra i nostri avversari, lasciando cadaveri in bella vista? Innescheremo bombe e altri trabocchetti letali o sfrutteremo le distrazioni altrui? Starà a noi decidere e si andrà dal livello “dammi la manina che ti guido io” (fin troppo istinto e consigli a profusione) a quello “lascia perdere che tanto è impossibile” (il più estremo, senza alcun indicatore a schermo... veramente da puristi pronti a soffrire!).

Oltre alle moltissime possibilità di approccio che verranno offerte per completare un livello, il gioco presenta delle regole molto ben definite, che si possono imparare solo con l’esperienza. Cercherò di enumerarle, ma servirà davvero giocare direttamente a Hitman Absolution, pad alla mano, per capire davvero a cosa mi riferirò. I tempi di reazione delle sentinelle, le meccaniche del trascinamento di un corpo, la scelta tra stordire un avversario o spezzargli il collo (il primo caso è più “etico”, il secondo è più rapido). La scelta di dove farlo. Se agire da dietro un riparo e attendere l’arrivo del malcapitato, quando cioè passerà proprio accanto allo spigolo dove saremo acquattati, o viceversa se rischiare e muoverci noi in campo aperto quando la vittima si sarà allontanata dal gruppo...

E ancora, gli oggetti e le situazioni con cui interagire. Potremo raccogliere e innescare bombe, avviare motori, radio, antifurti. E ovviamente ogni locazione avrà specifiche eventualità: lampadari che potremo far crollare a terra, gas da aprire, allarmi da far scattare, cortocircuiti da provocare, risse da far scoppiare, prove cui partecipare... Le situazioni saranno davvero numerose e soprattutto perfettamente integrate nel contesto. Oh... e non dimentichiamoci di cercare strade alternative: sui cornicioni all’esterno delle finestre, sui tetti, ma anche nei condotti di aerazione o confondendosi tra i nemici una volta che avremo indossato un travestimento.

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Un paio di appunti

In un meccanismo perfetto come un orologio ho notato però una piccola incongruenza. Poniamoci in uno scenario con una guardia di un certo tipo che vogliamo attirare verso il nostro nascondiglio. Potremo farlo mettendoci a correre, anche solo per mezzo secondo, da una posizione nascosta: è sufficiente il rumore per insospettire lievemente tale guardia. Ecco, se indosseremo un abito differente da quello della guardia e correremo in una zona nascosta – ma ovviamente a lui vicina – essa sarà attirata per il solo rumore e si muoverà verso il nostro nascondiglio. Logico. Espediente utilissimo, poi, per attirare e neutralizzare in maniera silenziosa. Tuttavia, se in quel momento l’Agente 47 fosse vestito nello stesso modo della guardia predestinata... ceteris paribus, correndole anche accanto essa non si muoverà verso di noi, fermo restando che, se ci vedrà frontalmente, essa si insospettirà all’istante, dato che saprà che non siamo un suo collega. Insomma, o aspettiamo che venga lui da noi per i fatti suoi, oppure lo stordiamo in mezzo alla piazza, sperando che nessuno se ne accorga. Per non farsi scoprire, infatti, sarà necessario non essere a portata di vista, perché il rantolo della guardia che neutralizzeremo non spingerà i colleghi a muoversi per controllare, ma li farà voltare per un paio di secondi nella direzione dell’agonizzante. Va da sé che farlo dietro un muro garantisce una buona certezza di successo e poi non ci sarà che da trasportare il corpo verso un mobile o un armadietto... e non a caso i nascondigli saranno sempre programmati per contenere due corpi (ovviamente può anche introdurvisi proprio l’Agente 47).

Altra piccola “incongruenza”. Per quando ristretta possa essere una zona, se verremo notati mentre commetteremo un’azione scorretta – come uccidere un nemico – , o se verremo smascherati, allora molto dipenderà anche da come avremo lasciato la zona alle nostre spalle. Se riusciremo a scappare in una zona precedente del livello e avremo un nascondiglio con almeno un posto “disponibile”, allora (sempre che nessuno ci abbia visti mentre ci nascondevamo), allora potremo star tranquilli, visto che non verremo più scoperti in tale circostanza. Possono arrivare in massa, gironzolare attorno al nostro armadio, star lì interi minuti, ma, se nessuno di loro ci avrà visti nell’atto di nasconderci, appunto, nessuno si sognerà di provare ad aprire l’anta della cassa in cui saremo nascosti. In un paio di situazioni ho potuto sfruttare la cosa stordendo nemici, ovvero attirandoli col rumore dei passi r restando dietro un angolo, come detto sopra. In questo modo si presentavamo uno per volta... non in gruppo!. Certo, il metodo si poteva fare solo con uno o due nemici, poi bisognava proseguire nel livello: tutto in pochi metri quadri. Si tratta, però, di una situazione limite, dato che non sarà quasi mai possibile perseguire una strategia del genere, anche perché le aree sono spesso alquanto sviluppate, per non dire piuttosto estese e davvero brulicanti di persone. Per citarne una manciata, dovremo farci strada attraverso una miniera, un hotel, interi quartieri, negozi, un palazzo, locali notturni, i tetti della città, un ospedale, un cimitero, un campo di grano e molto, molto altro!

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Anche l’occhio vuole la sua parte. E pure l’orecchio, suvvia!

Certo, la qualità visiva di Hitman Absolution è sempre e comunque cinematografica, ma tecnicamente anche essa non risulta paragonabile alla grande bellezza dei video che illustreranno la trama, plot che, per temi trattati e doti recitative degli attori virtuali, è realmente paragonabile ad un buon thriller. Il nostro protagonista dovrà svelare un complotto ordito da una sezione deviata dell’Agenzia. Dopo avergli commissionato un assassino ignobile, che verrà portato a compimento nel prologo, il Nostro prenderà “congedo” (taglierà i ponti con l’Agenzia) e cercherà vendetta, nonché l'assoluzione per ciò che gli è stato ordinato di commettere. Non è che ci sia da aspettarsi dei personaggi particolarmente incisivi. Bene e male, infatti, saranno tagliati con l’accetta, con cattivi davvero odiosi e buoni è fragili e vessati. La regia è sì davvero ottima, ma la trama si mostra un po' avara di colpi di scena. A proposito di assoluzione... il fattore “sacro” sarà piuttosto ricorrente. Talvolta, infatti, sentiremo musica sacra, elemento frequente nel gioco a livello diegetico. Dovremo poi affrontare le Saints, un gruppo di assassine spietate vestite da suore (beh... poco vestite, in realtà: mi sa che hanno perso le lezioni legate all’abbigliamento prima di prendere i voti) e non mancheranno eventi cruciali che avranno come teatro cattedrali e cimiteri. Infine, ma questo penso sia emblematico della saga, i punteggi migliori si otterranno assassinando solo il bersaglio predestinato, senza cioè uccidere gli altri (potremo al massimo stordire un avversario e nasconderlo, per non perdere punti e liberarci la strada). In generale, non farci notare risulterà la strategia migliore e non sarà affatto facile. Parlare di frustrazione, in ogni modo, sarebbe fuori luogo, dato che si può scegliere di affrontare il tutto a livelli di difficoltà inferiori. Cercando di essere dei veri assassini faremo comunque molta più fatica e non potremo, in ogni caso, risparmiarci fallimenti e ripetuti tentativi, essendo necessari per capire come meglio comportarci nella prova successiva. Sporadicamente tutto questo può essere frustrante... ma fa parte del pacchetto!

Quanti luoghi che dovremo visitare! Ed ogni location avrà un fascino sorprendente. Mi riferisco, poi, alla versione console: per quanto nel 2012 ogni titolo multipiattaforma tenda ad essere superiore su PC, devo proprio far notare l'alto livello qualitativo della versione PS3 (ma anche X360, perfettamente identica).
Il motore grafico utilizzato ha il nome di Glacier 2 e conferisce ad ogni luogo una patina di sporcizia paradossalmente piacevolissima a vedersi che rende il tutto estremamente realistico e dai colori molto saturati. Cercando il pelo nell’uovo, delle analisi specializzate hanno rilevato che, semplificando al massimo livello, la versione X360 risulta lievemente più luminosa, mentre quella PS3 mostra un antialiasing po’ più incisivo e un’illuminazione un po’ più naturale. Si tratta di aspetti che emergono solo tramite comparazioni scena per scena, dato che entrambe le versioni sono davvero ottime. Considerando, poi, la complessità degli ambienti e la quantità spesso elevata di persone presenti negli scenari, si può ben dire che aver raggiunto simili livelli restando a 720p e a 30 frame per secondo (granitici) dà una bella dimostrazione della bravura degli sviluppatori Io Interactive ed Eidos. La versione PC è senza dubbio fuori parametro, ma non si può restare indifferenti di fronte allo spettacolo che possono offrire le console giunte nei nostri salotti nell’ormai lontano periodo 2005/2006, sistemi che dunque non sembrano risentire più di tanto del peso degli anni.
L’audio si può fregiare di un ottimo surround che, tra rumori ambientali, musiche di sottofondo e chiacchiericcio dei personaggi secondari, darà un notevole contributo all’immersione nell'ambiente di gioco. Menzione speciale al doppiaggio: quello inglese propone un cast davvero hollywoodiano, ma anche la controparte nostrana è degna di lode, con degli attori per fortuna ben calati nelle rispettive parti e decisi a compiere un buon lavoro, e non parliamo solo dei protagonisti. Moltissime righe di testo sono presenti nel gioco e a tutte è stata dedicata la giusta attenzione, per permetterci di calarci appieno nel mondo dell’Agente 47.

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Assassinii in cooperativa?

Non proprio... anche se ci sarà comunque un’opzione per il multiplayer in Hitman Absolution; e ne parlo con piacere dato che temevo che tale sezione si rivelasse un'aggiunta poco o nulla rilevante. Di certo non ci saranno battaglioni di “pelatoni” pronti a lottare tra loro in giacca e cravatta. Avremo invece la modalità “Contratti”, la quale svolgerà benone il suo lavoro, ovvero tenervi avvinti per qualche serata ancora, soprattutto se avrete qualche amico altrettanto dedito ad Hitman. Un assassino non può che agire da solo, soprattutto se si tratta di Hitman. Il multiplayer si limita apparentemente a una scalata alle classifiche: nella modalità contratti infatti si potranno affrontare e creare, appunto, contratti. Questi hanno come teatro una delle locazioni già affrontate nella modalità Storia. In tali contratti dovremo tenere conto delle indicazioni del committente. Forse vuole un lavoro pulito? E quali sono i bersagli? Quale arma dovremo usare? Tutto fa parte dei termini del contratto. Vero è che lo scopo principale sarà uccidere l’obiettivo e scappare dalla scena. Chiaro, quella sarà la condizione necessaria per portare a termine il contratto e guadagnare un po’ di soldi, denaro con cui potremo potenziare alcune armi e abilità . Ma in base a quali regole si creeranno i contratti? Qui arriva il bello: non sono prove progettate a tavolino dal computer. Si tratterà di eventi creati da altri giocatori. Mi direte: “facile rendere la vita difficile agli altri, basterà creare prove impossibili e i alcuni poveretti perderanno solo tempo per cercare un’impossibile vittoria”. No, tutto il contrario. Le prove risultano stimolanti proprio perché sicuramente risolvibili: e lo sono perché il creatore della prova dovrà in primis portarla a termine lui stesso, affinché poi essa possa essere condivisa in rete. Editare una prova sulla carta, poi, risulta quanto di più semplice: l’editor è praticamente impalpabile. Messi ancora nei panni del nostro Agente preferito, girovagheremo per il livello prescelto, proprio come se fossimo nell’ambiente presente al momento del nostro passaggio in modalità Storia. Saranno dunque presenti le stesse persone e gli stessi oggetti, ma questa volta saremo noi a definire l’obiettivo e il modo preferibile di farlo fuori. Se non ci faremo scoprire spunterà fuori l’opzione bonus apposita per chi si metterà alla prova in tale livello. Se adotteremo un travestimento costringeremo gli altri giocatori a procurarselo per ottenere i punti bonus. Insomma, le regole le dettiamo noi. Ma sarà meglio non esagerare con le richieste. Se alzeremo troppo l’asticella, infatti, sarà difficile anche per noi stessi completare la missione in maniera adeguata. Ciò non toglie che potremo comunque avere a che fare con missioni semi-impossibili. Eppure qualcuno sarà a riuscito a terminarle, anche se ci sembreranno davvero estreme. Ma la loro bellezza sta nel vedere la perfezione di un’ambientazione da un altro punto di vista, focalizzandosi su altri personaggi. Anziché andare dal boss malavitoso, magari, ci verrà richiesto di ammazzare un paio di ospiti del Terminus Hotel che prima avevamo completamente ignorato: affrontando una simile prova saremo costretti a vedere più da vicino i loro comportamenti. Un rappresentante di calzature e una signora che pensa di chiedere il divorzio: due dei tanti piccoli spaccati di vita, un paio fra i moltissimi che incroceremo nel corso dell’avventura, magari degnandoli di un'attenzione superficiale, presi com’eravamo dal dover proseguire nella missione. Qui chiunque potrebbe essere il bersaglio. Dipenderà dalla volontà del creatore e dalla caparbietà del giocatore.


COMMENTO FINALE


"Una gran bella scoperta! Ne trovassi tutti giorni di simili novità, sarei un giocatore ancora più soddisfatto. Di sicuro sarò ancora più curioso. Hitman Absolution è riuscito a calarmi perfettamente per una ventina di ore (ma i più abili impiegheranno di meno...) nei panni di un vero Assassino. Lucido, spietato, senza tregua. Così è 47 e così Absolution e i predecessori, titoli le cui meccaniche precise al millimetro rendono la relativa saga (assieme alle avventure di Solid Snake e Sam Fisher) degna di essere nel trittico dei migliori giochi stealth. Consiglio spassionatamente di provarlo, e mi riferisco soprattutto a chi come me è novizio di questo genere, visto che, grazie anche alle moltissime possibilità offerte dagli scenari e ai livelli di difficoltà ben tarati, Absolution può essere affrontato senza remore da molti giocatori. Ma solo chi proverà ad essere un vero assassino arriverà ad apprezzarlo pienamente, poiché è nell’inganno, nel diversivo, nel travestimento, che si cela l’essenza di questo titolo. Agente 47, missione riuscita!"