Killzone 3 - PS3Killzone, una serie nata in sordina e destinata ad essere, con l’episodio Shadow Fall, uno dei titoli di lancio della PS4, imminente nel momento in cui scrivo (novembre 2013).
Stilarne ora una cronologia è sostanzialmente prematuro; è chiaro, infatti, che la saga avrà ancora molto da dire e da dare. Ma che Killzone sia il sinonimo di sparatutto in prima persona su piattaforme Sony è ormai innegabile. Un altro grande competitor, Resistance, sembra aver concluso la sua corsa, ma tutto dipenderà da Insomniac, sviluppatori che hanno compiuto un mezzo passo falso col multipiattaforma Fuse e si apprestano a tornare in questa fine di 2013 su PS3 con il nuovo Ratchet & Clank: Nexus e su XOne con Sunset Overdrive. Ma appunto, siamo appena nel 2013, tutto potrà succedere!
In ogni caso, se Nintendo ha Metroid e se Microsoft ha Halo, in questa ultrasemplificata analisi possiamo dire che Killzone sia il portabandiera FPS di Sony. Davvero niente male per una serie sviluppata dalla divisione olandese di Guerrilla Games a partire da un non del tutto convincente primo Killzone, first-person shooter uscito nel 2004 su PS2 e ora disponibile anche per PS3, scaricabile in HD dal PS Store o incluso nella Killzone Trilogy.

In ogni modo, al tempo la scarsità di esponenti del genere su PS2 era palese. Prima del boom della saga di Call of Duty (che contribuì a dimostrare l’efficacia di questo genere anche su console), infatti, gli sparatutto in prima persona erano massicciamente presenti sulla sola piattaforma PC.
Quindi, considerata anche l’ottima ambientazione ideata per il primo episodio, ai Guerrilla venne affidato lo sviluppo di un seguito, altro fps che sarebbe stato uno dei cavalli di battaglia di PS3 al lancio. Bene, l’ormai famoso video di presentazione all’E3 2005 mostrava due minuti di “gioco”. Per quell’evento si sono poi meritati una tiratina d’orecchi, poiché il filmato in questione era davvero "eccessivamente bello". Non che Killzone 2 non abbia poi mantenuto quella maestosità annunciata all’E3 (ma solo nel 2009, però!), ma in tale occasione Sony affermò che quello a cui i giocatori e i giornalisti stavano assistendo era tratto da una reale sequenza di gameplay. Solo in seguito si è scoperto che tutto quel “belvedere” era un semplice video in computer grafica. Grazie tante! Anche i video in CG di Final Fantasy VII, VIII e IX su PS1 erano maestosi, ma poi la grafica di gioco era un’altra cosa!
Comunque, i Guerrilla si fecero perdonare il sotterfugio del 2005 dando vita ad inizio 2009 all’ottimo Killzone 2, un FPS massiccio e intenso. Da notare peraltro come nel frattempo avessero avuto anche il tempo di sviluppare il buon Killzone Liberation (2007) per PSP.

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In ogni caso Killzone 2 ebbe un ottima riuscita, il che diede carta bianca a Guerrilla per crearne un ulteriore sequel, il qui presente KZ 3 (2011). Dopo quest'ultimo è stata la volta del convincente spin-off Mercenary, uscito per PS Vita a fine estate 2013, per giungere infine al già citato Shadow Fall, imminente episodio in uscita a fine 2013, direttamente come titolo di lancio per PS4, nientemeno!

Perché ho scelto Killzone? Non sono un amante degli FPS, devo ammetterlo, quindi perché provarlo, e soprattutto perché cimentarmi con una sua descrizione? Beh, perché mi ha stupito. Già il suo predecessore (KZ2) mi aveva colpito per il gameplay, crudo e viscerale e questo seguito mi ha sorpreso ancor di più per la trama, i controlli, la giocabilità e molto altro ancora. Le basi erano state definitivamente gettate con KZ2, e quando, a proposito di quest'ultimo, si parla di “gameplay pesante”, non lo si fa a caso, dato che si poteva quasi percepire il peso di ogni arma brandita, grazie anche alla voluta latenza tra pressione del grilletto e conseguente scarica di proiettili.
La storia era ancora acerba, per certi versi banale: la vendetta dei terrestri contro gli Helgast, i discendenti dei coloni che in KZ1, guidati dall’autarca Scolar Visari, avevano provato a invadere il nostro pianeta. Il gameplay, tuttavia, era davvero ben strutturato e compensava alla grande il plot un po’ banalotto. I Guerrilla avevano dunque confezionato un robusto FPS dalla meccaniche più che convincenti. Nel terzo episodio si introduce anche una bella storia che, ammettiamolo, viene narrata un po’ meglio rispetto ai predecessori.

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Innanzitutto gran parte delle vicende di Killzone 3 avranno luogo sei mesi dopo la fine di Visari (a parte una prima sezione immediatamente successiva alla morte del dittatore). Dopo la caduta di questi, le nostre forze militari ISA avevano lasciato il pianeta Helghan. Tutti erano tornati sulla Terra, eccetto un manipolo di ISA rimasto indietro a causa di una missione protrattasi troppo a lungo. Resteranno nascosti per mesi, non potendo rischiare di essere presi prigionieri dagli Helgast.
Intanto, le forze Helghan sembrano essere in ginocchio e si vocifera la possibilità di una pace imminente tra noi terrestri e loro (“occhi rossi”). Noi però conosceremo la verità, ovviamente: coi nostri occhi onniscienti di videogiocatori potremo sbirciare nelle stanze del potere e vedere come l’erede di Visari non sia ancora stato designato. Sarà l’Ammiraglio Orlock ad avere le redini del potere, o l’esercito si inchinerà a Jorhan Stahl, monopolista delle industrie belliche del pianeta deciso ad agire per ripristinare la razza superiore Helghan, senza sottostare ai vincoli e alle ottusità della politica? In effetti, anche graficamente, i due protagonisti ricordano diverse fazioni politiche: impossibile non riconoscere in Orlock un certo baffone del passato, com'è altrettanto facile notare in Stahl una cert'aria da gerarca nazista. Ognuno vorrà prevalere e non esiteranno a combattersi, con le loro fazioni, per conquistare il potere. Ciò che li accomuna, comunque, è l’odio verso i terrestri. E le nuove armi da loro create negli ultimi mesi sono davvero devastanti. Ovviamente sarà il nostro manipolo di eroi ad avere il compito di mandare all’aria i piani di Orlock e di Stahl.

Mi chiedo come mai abbia apprezzato a tal punto Killzone 3. In fondo, mantiene alcuni difetti che lamento in altre produzioni di simile livello. E proprio dai difetti voglio partire, senza fare sconti.

La longevità: purtroppo non vi ci vorrà gran che per portare a termine il gioco. La Campagna, la mia modalità prediletta, non vi terrà impegnati per più di 7-8 ore. Vero è che ai livelli di difficoltà più elevati la durata del gioco non potrà che aumentare... ma in uno sparatutto dal costo di 60 euro mi aspetterei comunque una trama che mi duri più di una decina di giorni. Insomma, si tratta di un FpS, non di un’esperienza indie alla Journey. Detto questo... è anche vero che la durata “compatta” garantisce una buona alternanza di locazioni e un’ottima varietà di eventi diversi, che andrò a raccontarvi cercando di non incorrere in ulteriori spoiler. In effetti, se riconosco la durata della campagna come difetto principale, vuol dire semplicemente che avrei gradito una razione più abbondante del piatto che mi è stato offerto.

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Certamente il difetto principe di Killzone 3 sta nel fatto di non mostrare nulla di particolarmente nuovo. Per quanto l’atmosfera sia davvero palpabile, infatti, è comunque possibile trovare qualcosa di non simile ma quantomeno paragonabile in titoli come Crysis 3 o Prey, o addirittura Metroid, parlando delle sezioni in cui saremo in mezzo alla flora aliena. Insomma, pur non giocando con un classico marine spaziale alla Warhammer, siamo comunque in un contesto ben definito, sebbene la mescolanza pianeta alieno/civiltà ostile sia trattata in maniera piuttosto originale, grazie ai molti intrecci politici e alle zone che visiteremo. Non siamo ancora ai livelli narrativi visti in altri titoli da vivere in prima persona (vedi Metroid Prime, Half-Life o anche i titoli Bungie), ma il passo avanti c’è stato eccome.
A proposito delle ambientazioni: ci si troverà prevedibilmente a combattere in contesti urbani in diverse sezioni, ma la ventata di freschezza, è il caso di dirlo, arriverà quando arriveremo alle sezioni glaciali. La bellezza dei paesaggi innevati si manifesterà infatti con tutta la sua forza quando ci muoveremo verso le industrie d’armi di Stahl. Ovviamente ci infiltreremo in complessi militari, in foreste innevate, e addirittura in stazioni spaziali! Tutto sa un po’ di già visto, si potrebbe dire. Eppure è un racconto che può anche non stancare, se narrato in maniera pertinente: e qui siamo proprio sul terreno giusto.

La varietà la farà da padrone: che ci sia da attaccare un’enorme arsenale semovente, o saltare verso le coperture dentro navicelle spaziali a gravità ridotta (e, mi sia permesso, la “fisica spaziale” è molto più convincente rispetto a quanto visto in Call of Duty: Ghosts), ci saranno sempre cose nuove da fare e da vedere. Non mancheranno poi un buon numero di mezzi con cui interagire: carri armati, mech... e pure un piccolo jetpack personale da tenere sulle spalle. Nelle sezioni in cui ci muoveremo utilizzando questo dispositivo bisognerà riconsiderare tutta la faccenda delle coperture, giacché anche i nemici ne potranno disporre. Non potremo sfrecciare in aria à la Dark Void, ma ci è concesso effettuare degli scatti in elevazione e planare, il tutto con la massima libertà di movimento. E appunto questo ha portato le sezioni “jetpack” ad essere molto più ampie e anche imprevedibili, senza peraltro risultare, bisogna dirlo, mai confusionarie. Sarà di grande aiuto, a questo proposito, la possibilità di far comparire un indicatore a schermo che ci permetterà di visualizzare la direzione giusta per proseguire nei livelli, così come si farà apprezzare la cura riposta nella creazione dei vari scenari... o nella loro distruzione, sempre realistica e preoccupante.
A proposito, durante il titanico combattimento contro il MAWLR ho provato davvero paura, cosa che mi capita veramente di rado (e praticamente mai in un FpS non horror). Il brivido è giunto non all’inizio, momento della battaglia in cui un giocatore può immaginare che tale MAWLR sia “semplicemente” di un enorme struttura bellica in lontananza (e credetemi, vi abituerete alle maestose strutture belliche!), ma dopo che lo avremo disturbato con degli attacchi a distanza. In seguito ai nostri primi attacchi, quel mastodontico colosso meccanico si girerà verso di noi e allora saranno guai! Davvero, sono rimasto impietrito, ancor più del primo faccia a faccia con il Leviathan di Resistance 2.

Un altro elemento positivo di Killzone 3 è l’aver dato vita ad una grafica veramente eccellente per le console di prima generazione HD, una qualità visiva capace di spiccare anche nel solo catalogo delle esclusive PS3. Negli occhi, infatti, avremo sempre e solo un gioco dotato di una solidità granitica, dato che, come è doveroso aspettarsi, la grafica non perde mai un colpo e non ci sono transizioni tra fine di un livello e l’inizio di un altro (i caricamenti avverranno durante i video, che comunque potranno essere saltati ad libitum). Oltre appunto alla solidità, e a tutti i particolari che potremo notare nel comportamento dei nemici, nella flora di Helghan, nei riflessi e nelle textures, si può anche contare su una fisica invidiabile. Se, infatti, in molti giochi, anche su PS3, non sempre si rileva una fisica degna di nota, in Killzone 3 potremo viceversa notare i diversi effetti che le nostre molte armi (ne potremo portare due per volta, cambiandole ogni volta che le troveremo sul campo di battaglia) avranno sui nostri nemici, che mostreranno un credibilissimo effetto ragdoll una volta abbattuti dai nostri proiettili.
Anche lo sfruttamento delle coperture non sarà da snobbare, specie ai livelli più alti, soprattutto se si tiene conto che tutti gli elementi focali saranno distruttibili, compresi edifici più o meno grandi – ma non ci si aspetta nulla di meno! –. Parlando solo del comparto tecnico, solo pochi altri titoli esclusivi PS3 reggono il confronto, e comunque possono magari sperare di battere Killzone 3 sotto il profilo artistico, dato che in quanto a potenza bruta qua siamo davvero ai limiti. Una maniacale cura per il dettaglio, infatti, rende ambienti e dinamiche di gioco estremamente realistici.
Sembra strano parlare così a poche settimane dall’arrivo di PS4 e XOne, eppure non si può non riconoscere la maestosità di KZ3, titolo in cui nessun particolare è lasciato al caso, fluidità e animazioni perfette incluse... si pecca un po’ solo nella varietà dei nemici.

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Il gioco sfrutta anche la stereoscopia 3D e i fortunati possessori di televisori dotati di tale tecnologia potranno veramente bearsi gli occhi, grazie a un ottima implementazione della suddetta, perfetta per garantire un nuovo livello d’immersione nell’universo di gioco. A proposito di immersività, si segnala il buonissimo doppiaggio italiano e l’adeguatezza degli effetti sonori, sebbene manchi ancora un tema musicale indimenticabile.
Un'ulteriore caratteristica positiva di Killzone 3, solitamente snobbata dai più, è l'inclusione (facoltativa) nell’esperienza di gioco della periferica Playstation Move. In realtà, si può dire che l’aver implementato il Move abba modificato l’intero approccio al gioco. Se infatti uno dei tratti distintivi di Killzone 2 risiedeva nella notevole pesantezza delle armi, il cui voluto lag nella risposta rendeva il tutto forse ancor più realistico, questa volta tale impostazione è stata leggermente ritoccata per venire incontro alla periferica di movimento. Il Move infatti garantisce una reattività immediata ai comandi e il suddetto cambiamento d'approccio non compromette comunque la "personalità" del gioco, in ogni caso più “pesante” di altri FpS.
Ai giocatori più curiosi, dunque, è stata data la possibilità di usare la periferica Move. Con questo dispositivo il gioco diviene forse troppo simile ai due The Conduit usciti su Wii? Non proprio: al netto della notevoli differente di estetica (sia parlando di potenza grafica che di ambientazione), i controlli sono davvero perfetti anche per Move. Per esserne sicuro, mi sono giocato tutta la Campagna con tale periferica, selezionando la difficoltà Normale (osare di più sarebbe stato inutile: non sono una cima negli FpS) ed è andato tutto liscio come l’olio: precisione assoluta e mappatura dei tasti ancor più azzeccata. Pur considerando il minor numero di pulsanti presenti sul Move rispetto al Dualshock 3, infatti, è stato tutto implementato davvero con perizia. Grazie anche ad alcune soluzioni, come un particolare lock-on sui nemici o la possibilità di settare a volontà molti parametri (come la dead zone), Killzone 3 garantirà anche così una perfetta esperienza.
Ribadisco: se possedete un Move ed un controller di navigazione, non fatevi scappare Killzone 3, non foss’altro perché si tratta di uno dei pochi titoli PS3 ad usare questo dispositivo in un modo davvero efficiente e senza che ci siano in ballo raccolte di minigiochi.

Per quanto riguarda il multiplayer? Beh, anche a questo proposito parlo da profano, ma è comunque una bella opportunità poter affrontare la campagna in co-op locale. Ottimo anche l’online, per chi vorrà affrontare altri giocatori fuori dal proprio salotto: Deathmach fino a 24 giocatori, Operation (o “difesa della collina”) e Warfare (scontro totale tra due squadre, con diversi nuovi obiettivi di volta in volta). Giocare contro il mondo mi ha fatto capire che non ci so proprio fare nelle competizioni online! Ma chi vorrà mettersi alla prova troverà una notevole complessità: esperienza, classi, oggetti, nuove armi, nuove abilità da sbloccare... 45 livelli e 5 classi da scalare per gli appassionati di sparatorie in rete. Quel che ho provato, comunque, non mi è dispiaciuto: arene molto vaste, server popolati, comparto tecnico sempre notevole e buona varietà di missioni per essere in una sezione online (le cui modalità non posso apprezzare appieno a causa della mia avversione al multiplayer in rete, ma che devo riconoscere essere state realizzate con molta cura).


COMMENTO FINALE


"La bellezza sta negli occhi di chi guarda. Un redattore avverso agli FpS potrebbe bocciare Halo 4 o Killzone 3 solo per l’appartenenza a tale genere. Io stesso avrei potuto fare altrettanto, visto che non sono una cima nel genre FpS e in questa sede parlo quasi da “esterno”! Pur non amando particolarmente gli sparatutto in prima persona, appunto, devo ammettere di essere stato davvero catturato dall’atmosfera di Killzone 3, e in quei -troppo pochi- giorni in cui ho sfidato le truppe di Stahl e di Orlok mi sono davvero sentito su un altro pianeta. Al momento in cui scrivo mancano esattamente tre settimane al lancio della PS4 e Killzone: Shadow Fall promette di migliorarsi ulteriormente. Per ora ho voluto però rendere onore a Killzone 3, uno degli sparatutto migliori che si possano reperire su PS3. Un titolo che valorizza davvero appieno la console Sony: comparto tecnico e fisica di gioco ottime, campagna variegata, online longevo e sfruttamento totale di tecnologia Move e 3D stereoscopico. Pretendere di più era non era facile in quel 2011."