Tomb Raider - PS3 - Xbox360Rileggendo la mia stessa traballante recensione di Tomb Raider Underworld, uno dei miei primi testi giunti su RH (pubblicato pure con un altro pseudonimo!) mi stupisco di come sia stato troppo incline a lasciar correre dei difetti su cui oggi non potrei soprassedere con tale facilità: in fondo, per quanto buono, l’Underworld era un fin troppo canonico episodio della saga. Lo guardo e vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili. Beh, non siamo a questi livelli, ma almeno abbiamo citato Pirandello, che è sempre adeguato in ogni contesto. Se il precedente capitolo non può affatto definirsi un disastro, altrettanto certamente, col senno di poi, mostra delle mancanze che non potranno più far capolino in futuro. Ero davvero curioso di provare il nuovo Tomb Raider e penso che, dopo aver visto le prime anteprime, a molti sarà tornata la stessa voglia di esplorazione: la saga si era un po’ lasciata andare negli ultimi anni, ma sembrava aver trovato comunque anche nella generazione PS3/360 il suo angolino tranquillo con il già nominato Underword e col riuscito esperimento (dedicato alle rispettive boutique digitali) Lara Croft e i Guardiani della Luce. Anziché proseguire in questa maniera, la Square-Enix (nuova detentrice dei diritti della saga) assieme agli sviluppatori storici della Crystal Dynamics hanno deciso di dar vita ad un serio reboot della saga. Un vero nuovo inizio per l’archeologa videoludica per antonomasia dai tempi del Sega Saturn ad oggi!

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Un appunto mosso un po’ da tutti i giocatori era l’avvenuta “unchartedizzazione” di questo titolo. Innanzitutto – sarà che mi ero autosuggestionato a tal proposito – ho proprio notato anch’io questa caratteristica e, visti i risultati, non si può certo definire un male; al contrario, si tratta della naturale evoluzione delle serie, tenendo conto del fatto che anche la saga di Uncharted, uno dei fiori all’occhiello della scuderia Sony, ha un forte debito di riconoscenza nei confronti della signorina Croft. Questa nuova impostazione la si noterà solamente dopo le prime fasi di gioco, perché nei primissimi momenti in cui il giocatore potrà muovere la giovane Lara, penserà solo a come fare per salvarsi la pelle: la nostra protagonista farà infatti parte dell’equipaggio dell’Explorer, una nave ospitante un gruppo di ricerca con lo scopo di trovare delle tracce di civiltà in una sperduta isola del Giappone. Peccato che, finiti in una zona tempestosa, la nave sarà sul punto di colare a picco, e per i sopravvissuti non resterà altro da fare che cercare riparo sull’isola e cercare di ritrovarsi, cooperare e cercare di fuggire da quella maledetta isola. In particolare a Lara le cose andranno particolarmente male: dopo essere stata a un passo dall’annegamento, verrà catturata e portata in una caverna (piena di resti umani e pronta a crollare gradualmente dopo il nostro passaggio) evidentemente frequentata da veri agonisti dei sacrifici umani. Solo quando ci saremo liberati dalla prigionia e saremo tornati alla luce potremo fare il punto della situazione e capire come tirarcene fuori. Ma le tempeste che circondano l’isola proprio non permetteranno a nessuno di allontanarsene indenne e anche i pochi soccorsi che proveranno ad avvicinarsi non potranno che fallire nel loro tentativo.

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Più e più volte ci troveremo ad affrontare i residenti dell’isola, e in brevissimo tempo capiremo che i nostri nemici saranno... No, non posso rovinarvi eccessivamente la sorpresa. Posso però anticipare che chi ci metterà i bastoni tra le ruote lungo la nostra permanenza sull’isola sarà un gruppo di persone evidentemente ben armato e pure addestrato, che già ai livelli medi di difficoltà non si faranno troppi scrupoli nell’ucciderci; contro di loro, Lara potrà prevalere inizialmente con grande fatica, armata solo di arco e frecce. Progressivamente con l’avanzare del gioco scopriremo sempre più dei residenti dell’isola, delle sue leggende e del personaggio che tira le fila di tutta la faccenda. Documenti e file audio ci immergeranno ancor di più nella psicologia dei personaggi e potremo sentire i punti di vista di diversi esponenti di entrambe le fazioni: i nostri compagni di viaggio, ma anche i nostri nemici... Doppiaggio (anche italiano) di alto livello e sceneggiatura non banale contribuiscono ad aumentare di molto l’immersività: personaggi davvero realistici, che non nasconderanno le loro debolezze e insicurezze derivanti dal trovarsi in tale contesto, naufraghi in un’isola popolata da molti avversari davvero poco raccomandabili.

A proposito dei cosiddetti elementi collezionabili: decine e decine di oggetti e documenti saranno pronti per essere raccolti, ma non saranno inizialmente di facile individuazione e solo i veri collezionisti (i quali dalla dozzina di ore necessarie al solo completamento dell’avventura potrebbero facilmente arrivare alla ventina) tenteranno di completare il gioco al 100%. Infatti, a meno di non avere la vista di un falco (un tenue luccichio indicherà la presenza dell’oggetto) ci sarà un preciso iter da seguire per espugnare le diverse zone: una volta individuata una tomba, ovvero una microarea facoltativa in cui lo scopo sarà quello di raggiungere un forziere posto in una zona inaccessibile. Risolti gli enigmi perlopiù ambientali per poter arrivare all’agognata cassa, la cui apertura ricorda le gesta un certo Link, si riceverà oltre ad un po’ di esperienza anche una mappa contenente le posizioni di tutto ciò che potremo raccattare. Non tutto, però, sarà raggiungibile fin da subito, inutile incaponirsi, magari non potremo incendiare una certa corda, o raggiungere una particolare sporgenza, o far saltare un pertugio al nostro primo passaggio. In ogni caso, non rischieremo mai di perdere alcunché, si potrà sempre tornare sui nostri passi attraverso diversi punti di teletrasporto – dei piccoli focolari – che sbloccheremo mano a mano che avanzeremo nell’esplorazione dell’isola.

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Ma prima di poter riparaci sarà il caso di far fuori i diversi nemici. Con una telecamera ancorata alle spalle di Lara, con un’inquadratura in seconda persona (alla Resident Evil o alla Dead Space) perfetta per tenere tutto controllo, sia in fase esplorativa sia in fase di combattimento. Sarà pure completamente regolabile usando stick analogico destro e pure i dorsali aiuteranno. Le basi del combattimento sono abbastanza canoniche, coi dorsali di potrà estrarre l’arma e mirare, nonché zoomare; con X Lara salterà, con O effettuerà una scivolata. Il tasto quadrato per gli attacchi fisici e il Triangolo per interagire con l’ambiente in diverse occasioni. La croce digitale servirà per scegliere l’arma di volta in volta prescelta: arco, pistola, fucile a distanza e doppietta. Ogni arma potrà ovviamente essere ampiamente potenziata, e anche le capacità di Lara si potranno di volta incrementare con l’esperienza. Comunque, nessuna configurazione ottimale dei tasti può bastare per fare di un gioco un grande gioco: se ci son degli avversari, devono essere grandi anche loro. E in effetti non si possono muovere molti appunti all’intelligenza artificiale creata dalla Crystal Dynamics: forse con le prossime generazioni di console la cosa sarà normale, ma la buona intelligenza dei nemici qua si può notare. Nella seconda parte del gioco si può notare come la quantità dei nostri avversari sembrerà prevalere sulla qualità, ma la media resta alta, ed ogni combattimento sarà diverso dall’altro, sia da parte dei nostri avversari, sia dalla parte del giocatore che spesso troverà nuove strade e strategie per prevalere. Il fatto che ci sia un checkpoint praticamente prima di ogni scontro è un po’ limitante, tiene alta la tentazione del trial & error, ma era uno scotto da pagare, dato che gli scontri coi diversi gruppi di nemici dureranno sempre alcuni minuti.

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Ma a proposito dell’isola: non crediate di trovarvi in un’isola ampia ed esplorabile alla maniera di un Just Cause o di un Far Cry a caso: sebbene alla fine avremo calpestato gran parte delle terre emerse, la libertà non sarà elevatissima. Anche nella manciata di aree veramente vaste in cui si dovrà ritornare più di una volta in diversi momenti della storia, e in cui si potrà tirare il fiato parlando coi personaggi secondari in quel momento presenti ed esplorando la macroarea in cerca di collezionabili, alla fine l’avanzata dell’avventura di Lara sarà totalmente guidata dall’avanzamento della storia: si potrà perdere tutto il tempo che vorremo nel cercare ninnoli e tombe opzionali da esplorare, ma il modo per proseguire nella trama sarà uno ed uno soltanto, e ciò avverrà quando il giocatore agirà nel modo richiesto e proseguirà per la strada indicata. E sarà davvero un piacere farsi largo nelle nuove zone cui potremo accedere: pur senza arrivare ai livelli di inventario propri di un Metroidvania o anche di un Batman Arkham-qualcosa, potremo accedere a nuove aree grazie al ritrovamento di certi oggetti: un particolare rampino, o un certo equipaggiamento che ci permetterà di superare un certo tipo di barriera, in maniera obbligata dal contesto. Ma non di solo armamentario si dovrà vivere, ma anche della propria esperienza: più compiremo diverse azioni (distruggere un certo tipo di casse, uccidere animali e nemici, o semplicemente proseguendo nella trama) otterremo dei punti esperienza e materiali. Potremo usare i primi per potenziare le nostre abilità di ricerca, quelle venatorie ed ovviamente quelle di sopravvivenza, ed i secondi per migliorare le armi a nostra disposizine. Inutile dire che solo chi si impegnerà al massimo per reperire tutto il reperibile arriverà alla fine con le proprie doti completamente sviluppate.

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Sembra che molto sia cambiato dalle precedenti iterazioni, e non è solo una sensazione dovuta a qualche routine di movimento in più: rispetto al passato, è cambiato tutto: non ci saranno dinosauri che faranno capolino dall’oscurità, men che meno inquietanti e pervicaci maggiordomi o scontri tra divinità (sebbene un certo elemento esoterico sia stato mantenuto). Questa volta ci sarà una Lara Croft alle prime armi, non avvezza a maneggiare nemmeno un arco, figuriamoci brandire armi da fuoco per uccidere altre persone. Eppure sarà un cambiamento che Lara dovrà affrontare se vorrà sopravvivere. Ne sarà costretta per non perire, ma la maturazione sembrerà a tratti fin troppo eccessiva, dato che nella seconda parte di gioco la nostra protagonista si spingerà con fin troppa leggerezza in mezzo ai nemici pronta a far strage di decine di soldati ben addestrati. Pare addirittura eccessiva l’evoluzione di Lara, che in pochi giorni reali trascorsi sull’isola non esiterà a gettarsi a capo chino contro i sempre più aggressivi avversari, quando nelle prima fasi l’imperativo era non farsi scoprire. Ma realismo e sofferenza saranno una componente sempre presente, e il sopraffino comparto grafico, che spinge davvero ai limiti le macchine di questa prima generazione HD, mostrerà una crudezza senza pietà, una Lara ventunenne e sofferente a causa di ferite sia fisiche che spirituali, dato che in diverse occasioni vedrà perire i propri compagni e salvatori, senza riuscire a non sentirsi colpevole per la sorte a loro toccata.


COMMENTO FINALE


"Crystal Dynamics ed Eidos Montreal nei titoli di coda finali ringrazieranno il giocatore e affermeranno di aver davvero dato tutto il possibile per creare il miglior gioco che fosse loro possibile. Questo Tomb Raider è davvero un gran titolo, capace di stupire. Un reboot venuto fuori alla perfezione: il gruppo di sviluppatori ha davvero dato il massimo in tutti gli ambiti, ma tutti noi speriamo che questo sia il loro miglior titolo solo fino a questo 2013 – a mio parere, l’obiettivo è più che riuscito –, e che il futuro riservi loro una carriera ancora lunga e costellata da sempre maggiori successi, magari proprio in compagnia di nuove avventure con Lara Croft, la cui rinascita è avvenuta nel migliore dei modi (e il cui seguito è già stato confermato a mezza voce dai vertici Square-Enix) e che ha ancora molto da raccontare!"