La Capcom non è nuova ad essere al centro di polemiche per diverse ragioni: si va dall’inserimento di DLC su disco (sbloccabili a pagamento) alla discussa evoluzione del suo Resident Evil, passando per la messa in vendita di DLC contenenti frammenti di trama principale volutamente tagliati dal gioco completo (mi riferisco a te, Asura!) e per il rifacimento di molte versioni più o meno espanse del medesimo gioco (vedi Street Fighter). Per svariati motivi, dunque, la casa giapponese ha sempre fatto parlare di sé. Spesso in positivo, per la qualità mediamente elevata dei suoi giochi, talvolta in negativo, a causa appunto di certe decisioni aziendali per alcuni poco accorte.
Anche con il rilascio del nuovo episodio di Devil May Cry non si poteva evitare di incorrere nella disapprovazione di alcuni fan storici, che fin da subito non hanno apprezzato il trattamento subito da Dante, protagonista della saga. Ci sarebbe però da chiedersi: quante volte si guarderà in faccia il protagonista mentre saremo impegnati a mazzolare ben bene demoni di ogni sorta? D’altra parte, il cliente ha sempre ragione... o forse stavolta non è proprio così?
Senza dubbio la saga di Devil May Cry (da ora DMC) necessitava seriamente di un restyling. Il primo episodio si impose fin da subito sul mercato, grazie a un Shinji Mikami davvero ispirato, mentre il secondo non piacque molto né al pubblico né alla critica, diversamente dal terzo, un ottimo titolo ben accolto da tutti e senz'altro più apprezzato del quarto, buon esercizio di stile, ma con poco slancio, nonché appesantito da un backtracking a tratti snervante.
Ed ora alla Capcom si sono detti: perché non appaltare una delle nostre saghe distintive ad una software house occidentale? E giù strali. La storica casa nipponica non si è però fatta scoraggiare delle critiche e ha comunque affidato la rinascita di DmC alla Ninja Theory, autori di Heavenly Sword ed Enslaved: Odyssey to the West, due titoli non di rado reputati fin troppo focalizzati sulla sceneggiatura, anche a discapito del gameplay. Eppure il risultato, a giudicare dalla pura giocabilità, non può dirsi insoddisfacente come previsto dalle cassandre conservatrici.
Fin dall’inizio i Ninja Theory hanno avuto le idee chiare: non essendo sviluppatori nipponici era inutile copiare lo stile giapponese per realizzare un titolo che piacesse ai giapponesi. Hanno così cercato di unire il meglio dai due mondi: quello occidentale, legato al loro background originario, e quello orientale, da sempre oggetto del rispetto e dell'ammirazione di tutti i gamer. Un'altra loro priorità è stata quella di rivolgersi ad ogni tipologia di giocatore: dai veterani agli inesperti. Paradossalmente è stato meno complicato convincere i più acerbi della bontà di questo DmC, poiché i duri e puri sono stati molto critici fin dall’inizio del processo di sviluppo. Questi infatti disapprovavano l'abbandono della tipica figura di Dante, sostituito da un nuovo protagonista non solo ringiovanito, ma anche caratterialmente piuttosto diverso, fermo restando che di base rimane il solito bulletto arrogante, sia pur caratterizzato da sfumature differenti. Da notare peraltro come queste ultime siano tutt'altro che trascurabili, visto che, in fondo, la parte “recitata” riveste sempre un ruolo importante nel lavoro di questo studio.
Forse il dubbio risiedeva proprio nella necessità di un reboot. Se è vero che alcune saghe possono apparire logorate dopo molti episodi e quindi si sente la necessità di un punto di ri-partenza, magari tenendo conto dei pareri dei fan e cercando di accontentare un po’ tutti, è ugualmente vero che per DMC non si sentiva realmente la necessità di una simile operazione, non a caso contestata fin dall’inizio. Ma la Ninja Theory non è stata assoldata per affossare questa serie, quindi vediamo cosa si sono inventati per stupirci.
Logicamente, per poter attirare nuove leve e non inimicarsi completamente gli appassionati storici, non c'era che una scelta: calibrare al meglio la giocabilità. Questa difatti risponderà ai gusti dei fan di vecchia data, senza peraltro trascurare diverse aggiunte mirate a rendere il titolo ancora più avvincente.
Innanzitutto, a chi non conoscesse alcunché della saga basti sapere che DmC è sempre stato e sempre sarà un gioco d’azione che vede il semi-dio Dante contrapposto ad orde di angeli e demoni, prevalentemente ai secondi, dato che il nostro antieroe, sotto la scorza da ragazzaccio spaccone, è fondamentalmente una brava persona. Durante le sue scorribande lo si vedrà combattere in molti luoghi sacri (e non), brandendo diverse armi: lame, pistole e i suoi stessi pugni demoniaci! Differentemente da molti giochi, inanellare combo sarà molto importante e non solo per l’efficacia nei confronti dei nemici delle sempre più ardite coreografie, ma anche per una mera questione di punteggio. Da D ad A, infatti, le nostre mosse saranno valutate con uno Stylish Rank che potrà anche raggiungere l'agognata S (o SS od ancora SSS per i più bravi).
In ogni episodio ci saranno diverse minacce da sventare, compariranno nuovi personaggi e potremmo dilungarci ulteriormente, fermo restando che in fondo la trama non riveste poi una grande importanza in questa saga. Nei DmC contano i fatti, le combo. E, come nei titoli più riusciti, il neofita sarà sì appagato dalla spettacolarizzazione della sua furia distruttiva e chiunque potrà fare sfracelli, ma solo chi saprà padroneggiare al meglio il sistema di combattimento otterrà risultati ancora più devastanti, effettuando scenografici cambi d’arma durante la stessa combo e sbizzarrendosi in acrobatici attacchi antigravitazionali che sfideranno la gravità fino a che ci saranno nemici da asfaltare.
In questo DmC l’esecuzione delle combo si presenta ancora più variegata e letale grazie all’introduzione di una meccanica luce-ombra, non dissimile da quando visto in Ikaruga o, portando esempi più recenti, in Castlevania: Lords of Shadow o Soul Sacrifice. Stavolta scegliendo di avvalerci dei nostri poteri angelici danneggeremo maggiormente gli esseri demoniaci e viceversa. Non avremo dunque solo la possibilità di avvalerci delle care doppie pistole Ebony & Ivory o della spada Rebellion, ma potremo (e dovremo... per far salire il punteggio!) anche cambiare armi durante le combo, come in DMC3. Decidere se attaccare coi poteri paradisiaci o infernali sarà questione della semplice pressione di un tasto dorsale, mentre scegliere tempestivamente le mosse più opportune sarà fondamentale per creare le catene di distruzione più remunerative in termini di danni e di punteggio. Basterà dunque il tocco su un dorsale per scegliere se attaccare con Arbiter, massiccia ascia demoniaca, o con l’angelica Osiris, armi utili anche per avvicinarsi o per attirare nemici (un po’ come il Devil Bringer di Nero, in DMC4), ma anche per interagire con gli scenari, aprendosi così la strada per proseguire nei livelli. Senza poi dimenticare Erix o Aquila, armi utilissime...
Le missioni saranno inoltre rigiocabili singolarmente per permettere ai giocatori più motivati di ottenere le massime valutazioni (come SSS) nelle diverse aree. Attenzione alla difficoltà: sarà banale ricordarlo, ma a livello facile e normale le cose scorrono via senza problemi, mentre agli skill level più alti sarà necessario un impegno non indifferente... non è che il gioco regali S a pioggia, eh! In particolare, in “Dante Must Die” dovrete davvero sudare e solo certe strategie ragionate vi permetteranno di avere la meglio sui nemici più corazzati. Raccogliere globi rossi e potenziarsi con le missioni secondarie sarà in ogni caso di grande aiuto per proseguire le avventure del Nostro.
Come già accennato in precedenza, le ambientazioni sono “sacre e non”, un po’ meno gotiche rispetto al passato, più fresche e anche più colorate, pur presentandosi anche più cupe di quelle proposte nei predecessori. In ogni caso, le location saranno in linea con la trama del gioco, la quale, per quanto semplice, pone le sue radici nel mondo attuale, dove i demoni controllano la popolazione anche tramite i feticci della modernità. Il nostro Dante combatterà sì certamente per salvare l'umanità, ma sarà soprattutto spinto da motivazioni personali. Figlio dell’angelo Eva e del demone Sparda, il Nostro dovrà infatti vendicare con l’aiuto di suo fratello Virgil assassino della madre del Re dell’inferno Mundus.
Chiaro che se relego la trama a questo punto della recensione, state pur certi che essa non è poi così pregnante. Spicca però l’idea dei demoni infiltrati nel nostro mondo attraverso l’uso della finanza e dei moderni mezzi di comunicazione (trovata che ricorda a tratti i “Wall Street” con Michael Douglas o “Essi Vivono”, capolavoro di Carpenter datato 88). Il plot è dunque davvero riassumibile in poche righe, ma il tutto è funzionale alle dinamiche di gioco e si avvale di nuovi ambienti davvero ben strutturati, nonché di un ottimo comparto tecnico.
Per fortuna sono lontani i tempi dei tremendi porting da XBox 360 e le versioni console si equivalgono. Il giocatore dovrà infatti solo scegliere liberamente su quale edizione mettere le mani, PC compreso, peraltro impreziosito dai 60 frame per secondo, frame rate che le nostre care console HD questa volta non raggiungono.
Ninja Theory ha dunque rinnovato con successo il brand, attualizzandolo ma non stravolgendolo (spero che i giocatori che già hanno avuto modo di provare questo DmC siano d'accordo con me). L'ultimo Devil May Cry propone un Dante più giovane, a tratti inesperto, neanche del tutto conscio dei suoi poteri di Nefilim (mezzo angelo e mezzo demone), un antieroe che si muoverà nei meandri di questa Limbo City, location inquietante perché verosimile e, sebbene il titolo si focalizzi comunque sui combattimenti, il giocatore potrebbe in ogni modo appassionarsi alla vicenda ancor più che in passato.
Lo stile, giustappunto, non risiede solo nelle capacità di combattimento di Dante, ma permea anche le ambientazioni, il cui valore artistico spicca a più riprese, impreziosendo un'estetica accattivante firmata, oltre che dal “nostro” art director Alex Taini (un po’ di campanilismo non guasta mai!), da un brillante team di sviluppo che ha saputo piegare il versatile Unreal Engine 3 ai propri voleri, migliorandolo ulteriormente dopo la buonissima prova di Enslaved. Riguardo la recitazione, poi, si può stare tranquilli, poiché gli attori sono stati debitamente filmati con tecniche di motion capture.
Non posso dire di aver apprezzato la colonna sonora, per i miei gusti troppo rockeggiante, curata da tali Combichrist e Noisia. Ma è un problema mio, lo so... queste musiche moderne... Anche negli altri episodi era così, me ne rendo conto. Un piccolo prezzo da pagare per godere della giusta dose di adrenalina fornita dai vari DmC. Quindi, se amate il metal/rock anche questo aspetto del gioco potrebbe piacere ai giocatori appunto più pane e rock (ma sono un neofita del settore, mi scuso per questa mia mancanza). Presente pure il doppiaggio italiano, peraltro di buon livello (ma con dialoghi che talvolta eccedono in volgarità, anche considerando gli illustri predecessori), cosa sempre gradita.
DmC - Devil May Cry
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- Pubblicato: 16-10-2013, 14:30
- 12 commenti
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DmC - Devil May Cry
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Mmmh non mi ero interessato molto a quest'ultimo DMC, forse avevo anche qualche pregiudizio... Di certo questa recensione mi ha chiarito un pò le idee e chissà, quasi quasi un pensierino...
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Bellissimo articolo! Non posso entrare nel merito del gioco e delle polemiche relative alle caratteristiche del nuovo Dante, ma alla fin fine ho la netta impressione che si sia trattato della classica tempesta in un bicchier d'acqua (citando dalla recensione: "quante volte si guarderà in faccia il protagonista mentre saremo impegnati a mazzolare ben bene demoni di ogni sorta?").
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Tempo fa approfittati dell'offerta trovata su GreenMenGaming a 16 euro, steammabile.
Dopo avere visto di fila qualche video e recensione decisi di prenderlo, anche perchè su PC sembra riuscito abbastanza bene.
Ora resta la cosa più difficile: GIOCARLO!
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Non ho avuto modo di giocarlo fino in fondo, ma non mi è sembrato male manco sul PC. Fra l'altro, girava abbastanza fluidamente anche sul mio vecchio scassone, al pari del recente Castlevania...Ultima modifica di Bert; 16-10-2013, 18:05.
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Bah io non condivido l'entusiasmo della recensione, sarà che inizio ad odiare 'sti stili di gioco tutti uguali ,sarà che mi viene subito a noia tirare mazzate di continuo , sarà che trovo il personaggio meno carismatico di Dante(sono un fan accanito della trilogia uscita per PS2),ma me l'ha imprestato mio cugino per una settimana e ci ho giocato solo un paio di sere ...non è nato nessun feeling e poca voglia di approfondire,a parte la belle grafica,ma niente di originale, e le belle musiche adrenaliniche ,ripeto,il gioco ,questi videogiochi ,li trovi ripetitivi e noiosi.
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Io avevo basse aspettative, però dal poco che ho potuto provarlo alla fine mi è piaciuto
Prima o poi me lo procuro sul serio
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Originariamente inviato da maxtex74Bah io non condivido l'entusiasmo della recensione, sarà che inizio ad odiare 'sti stili di gioco tutti uguali ,sarà che mi viene subito a noia tirare mazzate di continuo , sarà che trovo il personaggio meno carismatico di Dante(sono un fan accanito della trilogia uscita per PS2),ma me l'ha imprestato mio cugino per una settimana e ci ho giocato solo un paio di sere ...non è nato nessun feeling e poca voglia di approfondire,a parte la belle grafica,ma niente di originale, e le belle musiche adrenaliniche ,ripeto,il gioco ,questi videogiochi ,li trovi ripetitivi e noiosi.
Giocai alla demo e mi invogliò zero.
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Prevedibile, c'è chi lo ama e chi lo odia. Giusto così. Sarà che ho giocato recentemente titoli di generi e budget così diversi tra loro che tornare per una volta ad affrontare una classica avventura come questa mi è piaciuto un sacco. Alla fine, adoro i giochi indie, ma non perdo l'appuntamento annuale con Assassin's Creed! E' un po' una valvola di sfogo, un po' come i cinepanettoni per gli italiani. Che possono starci, eh, ma solo se si è andati a guardare prima un bel po' di pellicole sofisticate in cinema d'essai. Ci vuole un po' di tutto nella vita!
E in questo DmC ho trovato delle buone cose: un game design azzeccato e originale, nei limiti del genere cui appartiane, un sistema di gioco reattivo e fluido, e con la possibilità di realizzare davvero molte combo; certo, che poi non serva utilizzarle tutte e si possa proseguire nell'avventura con gli attacchi base è un altro discorso, ma aprire un capitolo sulla relativamente inferiore difficoltà e sulla ripetitività dei giochi negli ultimi anni sarebbe troppo vasto... Anche dopo sei God of War con meccaniche di gioco simili tra loro si sente bisogno di innovare. Provocatoriamente potrei dire che un po' tutti gli FF (che amo, sia chiaro! Giocati tutti con soddisfazione!) sono ripetitivi nei loro combattimenti. Torna il solito dilemma: cambiare permetterà di acquisire nuovi appassionati senza far arrabbiare gli appassionati storici? Sarà apprezzato o osteggiato come atto di lesa maestà? I giochi action classici hanno questi limiti, che li rendono forse un po' simili tra loro. Ma ogni gioco nasce da una distinta visione del game director e così ogni volta potrebbe nascere un nuovo universo... Anche se poi tutto sta negli occhi di chi guarda. C'è chi trova noioso Journey. Ma stando al genere action: che ne dite di Batman Arkham, o di Castlevania: Lord of Shadow, per dire i primi che mi sovvengono? Il genere di base sempre quello è: mazzate. Declinate sempre in modi diversi. Meglio non giocarli tutti di fila, si rischia il tracollo e la disaffezione manifestata da alcuni quassù. Posso lamentarmi di Knack, al lancio per PS4, e dire che sa troppo di già visto e che il mondo è pieno di Platform migliori (tra l'altro dirlo prima dell'uscita è ingiusto nei confronti di un Platform che potrebbe essere migliore delle aspettative). Lo paragonerei con I Mario (Nes)? Con i Mario (Snes)? Con i Mario (N64)? Con i M... vabbè, variamo: con Spyro, Rayman e Crash Bandicoot, o per chi ha più fantasia con Pandemonium, Klonoa, Medievil e Tombi. Oppure lo paragonerei con Ratchet & Clank o Jak & Daxter, o Sly Cooper, o Conker o Blinx? Secondo me, in questo caso molto dipende dalla esperienza pregresse: dopo una vita di Platform, sarei il primo a trovare un sacco di difetti nel nuovi Platform. E dire "com'era meglio prima", o "sono stufo, sono tutti uguali". Ma quando non avevo la possibilità di accedere a molti giochi e ne prendevo uno ogni sei mesi, quando non c'erano gli store digitali con le loro economiche offerte, allora ogni gioco era un festa! E non avrei avuto la possibilità di dire "stili di gioco tutti uguali".
Poi, che una volta ci fosse più originalità... Faccio sempre questo esempio: quando da bambino presi Viewtiful Joe per GameCube (tra l'altro, se ci giocassi adesso prenderei di quelle mazzate sui denti...) a prezzo pieno senza avere davvero idea di che cosa avrei trovato... ecco, quei tempi non torneranno più. Ma Knack per un giovanissimo sarà una festa! E per chi ha provato pochissimi giochi action, questa DmC risulterebbe affascinante, me lo sento. Sarebbe buono anche per tutti, non solo per le nuove leve, ma è chiaro che dopo centinaia di titoli giocati ad un genere specifico ci sentiamo un po' tutti game designer (in effetti, avrei un progettino... Kickstarteriamo?), o semplicemente sentiamo di essere un po' stufi di una certa cosa: ma a volte c'è qualcosa che risveglia l'attenzione: questo DmC mi ha fatto sentire qualcosa, forse non qualcosa id straordinario per me, ma qualcosa l'ho sentito: sarà straordinario per altri, e allora ecco che cerco di approcciare ogni gioco con occhi nuovi, senza pregiudizi: dovevo puntare sul dire " lasciate stare il vecchio Dante": qua lui è cambiato, anche perché lo sviluppatore è cambiato. E ogni tanto cambiare è utile. Che poi la strada intrapresa sia quella giusta o quella che conduce ad un abisso, lo scopriremo solo in futuro!
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Mah, dire che di hack'n slash ormai ce ne sono troppi e sono tutti uguali sarebbe come dire che ci sono troppo pochi Assassin's Creed o COD, cioè, perché non dovrebbe essere giusto che i giochi continuino a rientrare in generi specifici ma contemporaneamente dare il benvenuto a prodotti originali? Almeno gli hack'n slash sono tra i pochi che rientrano (in media) nel concetto gioco=sfida, almeno puoi ancora dire: "mi piace" o "non mi piace" ma in ambito del genere, e non: "mh si, non male" insomma una cosa che piace un pò a tutti com'è la tendenza odierna; personalmente in questa generazione mi sono divertito con Bayonetta, con Metal Gear Rising, con Lollipop Chainsaw, con Killer is Dead ecc. E perché no, magari potrei divertirmi anche con questo DMC che a quanto ho capito (almeno se segue la scia dei suoi predecessori) continua a rientrare in questo genere che attenzione, è ben diverso dal genere di God of War o quello di Dinasty Warriors, sarebbe bene distinguere queste tre tipologie...
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Questa è e resta una schifezza immonda, altro che Devil May Cry, quello vero era ben altra cosa, fortunatamente ha venduto una miseria e sta porcheria difficilmente avrà un seguito.....
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