C’era il sentore di buone notizie prima ancora che uscisse il quarto film dedicato agli X-Men, che si sarebbe stavolta incentrato completamente su Wolverine, uno degli eroi più carismatici del variopinto gruppo di eroi in calzamaglia. Questo perché il gruppo di Raven Software – già realizzatore del primo Marvel: La Grande Alleanza – , sotto gli occhi attenti di Activision, si era già dichiarato appassionato delle avventure di questo personaggio di punta della scuderia Marvel. E si era subito deciso di dar vita ad un Wolverine più adulto ed attuale che mai, alle prese con catastrofi varie, storie d’amore e problemi di famiglia, per andare incontro alle esigenze dei lettori più consumati. La trama, infatti, sarà piuttosto interessante. Ricalca, ovviamente, le gesta del film, ma le amplia, aggiungendo scenari, nemici ed eventi che non si sono approfonditi nella pellicola. Ciò che invece è quasi identico alla versione cinematografica è proprio lo stesso protagonista. Vedrete un Hugh Jackman così realistico, soprattutto nelle cutscene (più che altro, mentre farete a fette i nemici non perderete tempo a vedere il volto del vecchio Logan, altro nome dell’ eroe), tanto che vi parrà di essere davvero in un film. Ciò che eliminerà quest’impressione sarà purtroppo una serie di piccoli ma fastidiosi rallentamenti, soprattutto nella zona della giungla, dove talvolta non si reggono sempre i 30 frame al secondo. Ma, fidatevi, non toglierà nulla al divertimento.
Per quanto riguarda la trama, sappiate che si narreranno, proprio come svela il titolo, anche le origini di Wolverine. Perché tutta questa potenza? E da dove viene una tale vendetta? Preparatevi a scoprire la verità in laboratori segreti situati attorno a delle montagne innevate, nella foresta africana (in questo 2009 l’Africa è molto gettonata, tra questo gioco, Resident Evil 5 e Far Cry 2), in altri laboratori sempre celati al pubblico e in qualche altro ambiente che sarebbe un delitto svelarvi un anticipo. Sono anche i migliori e i più originali, questi ultimi, peccato che giungano nella seconda parte del gioco. Non che la prima parte sia di minor valore, anzi, ma dovremo affrontare alcune sessioni di gioco senza i poteri propri del nostro protagonista, dopo averli utilizzati a piene mani nelle primissime fasi. Proprio grazie alla perfetta realizzazione del personaggio principale, verrà davvero voglia di ritornare in possesso di tutti i poteri originali. Ci vorrà poco, per fortuna. Peccato che si siano inserite alcune brevi fasi di infiltrazione che poco c’azzeccano col carattere iracondo del nostro alter-ego…
Prima di passare all’orgia di distruzione, bisogna far notare due poteri del nostro Wolvie, che risulteranno davvero utili, sebbene all’inizio sottovalutati. Da una parte avremo la celeberrima rigenerazione, la quale avverrà in tempo reale, anche graficamente. Al nostro protagonista non verranno fatti a brandelli solo pezzi dei suoi vestiti, ma anche del suo corpo. Non di rado vedremo anche dei momenti in cui lo squarcio sarà tale da farci vedere anche attraverso la sua schiena! Per fortuna ci pensa lo scheletro adamantino a ripristinare le carni strappate. C’è da dire che il suo sistema immunitario funziona fin troppo bene. Eccetto alcuni passaggi nelle ultimissime fasi di gioco, sarà piuttosto difficile morire, a meno di non stare fermi a farsi crivellare di colpi. Ovviamente, nella modalità Difficile le cose cambieranno (ma tale livello di difficoltà non sarà sbloccabile da subito, bisogna prima affrontare l’avventura a livello Facile o Normale). Altra caratteristica da me inizialmente sottovalutata è la possibilità di vedere il mondo attraverso i sensi maggiormente sviluppati del nostro impaziente amico. Premendo semplicemente il pulsante Su del pad digitale (per muoverci useremo la levetta analogica) vedremo gli oggetti sensibili al contesto. Con un colore vedremo gli oggetti distruttibili, con un altro gli elementi ambientali che possono andare bene per uccidere istantaneamente un nemico (che sono un pilone o un robusto ramo di un albero). E poi, con una bellissima onda azzurrina, vedremo la direzione da prendere per proseguire nell’avventura, un po’ come in Dead Space. Non che ce ne sia davvero bisogno, dato che gli scenari saranno decisamente lineari. Vai dal punto A al punto B, e non preoccuparti, non potrai sbagliare strada. Ma non si può definire proprio un difetto, dato che è una caratteristica comune a moltissimi giochi d’azione e avventura. Anzi, in questo caso è addirittura un punto di forza. Legato alla quasi totale mancanza di enigmi (il peggio è spostare qualche statua per aprire un passaggio), gli sviluppatori si sono focalizzati quasi interamente sulla meccaniche di combattimento che, guarda caso, non deludono neanche un po’.
Ed è indiscutibilmente il piatto forte del gioco, ci immedesimeremo in maniera incredibile nei panni di Wolverine, dato che è stata ricreata una sensazione di onnipotenza davvero notevole, e senza nemmeno dover attendere di potenziarci coi mutageni o con le nuove abilità, le quali effettivamente accresceranno la nostra possanza. Attacco, difesa, rigenerazione, attacchi speciali, tutto sarà incrementabile, ma c’è un parametro imprescindibile. L’esperienza. Guadagnando circa il doppio dell’esperienza solitamente ottenuta dilaniando nemici, il livello del protagonista incrementerà con una velocità rimarchevole. Nei momenti migliori, salivo di livello in cinque minuti! Ovviamente, si guadagneranno punti da spendere per migliorare altre abilità ancora. In ogni caso, la mappatura dei tasti è stata realizzata in maniera egregia, almeno su PS3 (sulle altre console non posso esprimermi), anche perché, dopotutto, buona parte dei pulsanti mostra uno schema mutuato dai God of War, principali esponenti dell’hack’n slash sfrenato cui anche questo X-Men Legend appartiene pienamente.
Facilmente prevedibile lo schema. Con X si salterà (e abbiamo anche la possibilità del doppio salto, abilità utilissima e stra-abusata nei videogiochi; ma conoscete qualcuno che, a mezz’aria, sia capace di un’ulteriore salto? Eppure, nei videogiochi sembra così facile…), con quadrato porteremo un attacco debole, con triangolo avremo un attacco potente, e con O effettueremo la presa, il cui risultato sarà deciso dalla volontà del giocatore. Già, perché, premesso che, una volta abbrancato, un nemico di media potenza è già bello che spacciato, se premeremo quadrato lo colpiremo ripetutamente, ma se premeremo triangolo al momento giusto (quando si illumina il braccio, ma è facile ed anche soddisfacente) uccideremo il nemico nella maniera più cruenta e sanguinaria che si possa immaginare. E le animazioni di questa “morte perfetta” sono davvero molto varie. E anche molto violente. È infatti uno dei motivi per cui, sulla confezione del gioco, campeggia un bel 18+, affibbiato giustamente dal PEGI. Chi ha già vissuto l’esperienza del film e del gioco converrà con me: incredibilmente, il gioco è più violento del film, e bisognerebbe pensarci un paio di volte prima di regalarlo a dei bambini che potrebbero non essere felicissimi di tinteggiare le pareti di una stanza del sangue dei nemici di Wolverine. Intendiamoci, nulla di scandaloso, ma certe sequenze sono piuttosto forti (ad esempio, salteremo su di un elicottero, estrarremo dalla cabina il pilota e lo decapiteremo con le pale del suo stesso elicottero). Certo, in questo modo il realismo è davvero garantito e rende il gioco ancora più esaltante, rendendoci addirittura un po’ sadici (provate a sparare ad un certo nemico rivoltandogli contro il suo stesso fucile, o a impalare chicchessia sui tubi sporgenti, poi mi direte…). Con R2 e la pulsantiera direzionale sceglierete infine un super attacco, che effettivamente super lo è per davvero. Artigli rotanti, perforanti, e chi più ne ha più ne metta, queste dimostrazioni di forza bruta faranno piazza pulita della maggioranza dei nemici, in maniera alquanto rapida ed efficiente, per giunta.
Infine, il lato negativo. Beh, in realtà non è che sia proprio negativo, ma ci sarà anche chi non lo apprezzerà, anche se tutti ne faranno uso. Con R1+L1 punteremo un nemico e gli balzeremo addosso. Questo attacco, in apparenza semplice, è anche quello che, inaspettatamente, si rivela essere uno dei più letali. In pochi secondi, saltellando da un avversario all’altro, potremo far fuori decine di nemici. Questa mossa è altamente spettacolare e fedele a ciò che si vede nel fumetto (considerando che si potranno concatenare diversi attacchi anche una volta atterrato un nemico, proprio per essere sicuri che non si rialzi più), ma è forse fin troppo eccessiva, considerando che funziona proprio con tutti, perfino con qualche boss. Nemmeno loro, talvolta, si scrolleranno Logan via di dosso prima che li abbranchi. Certo, ci sono delle grosse, piacevoli eccezioni. Ad esempio, la sensazione di precipitare avvinghiati ad una Sentinella alta venti metri dalla stratosfera è senza dubbio impagabile. Comodo per chi non ha intenzione di imparare le diverse combo, senza dubbio.
Mi rimane qualche dubbio sull’effettiva utilità del pacchetto scaricabile disponile sul PSN. Per 10 euro le aggiunte non sono eclatanti, dato che, per la maggior parte, si tratterà di arene zeppe di nemici da sconfiggere. Non che non faccia piacere prolungare la carneficina, ma le zone della Modalità Storia si riveleranno comunque superiori. Al contrario, gli altri “oggetti collaterali”, che già trovano posto su disco, sono davvero ben fatti. Interessante che, per poter sbloccare gli altri costumi classici, si debba combattere con un altro Wolverine, e che solo sconfiggendolo si otterranno le nuove vesti (sì, anche lo storico costume giallo!). Ottimamente implementati anche i Trofei, che spingono davvero a variegare il proprio stile d’attacco, anche per evitare di sfruttare sempre la combinazione R1+L1, che facilita il tutto davvero troppo. Senza di essi, non avrei mai quasi utilizzato gli attacchi speciali, che sfruttano una barra di rabbia (incrementabile tramite alcune sfere rosse rilasciate dai nemici, o da alcuni oggetti distruttibili, o provenienti dalla rabbia a causa dei troppi danni inferti a noi dai nemici), poiché, essendo un giocatore piuttosto economo, preferisco non sprecare le barre speciali per i super attacchi. Provandole, queste super mosse, debbo constatare che valgono davvero molto, non solo per la loro potenza, ma anche perché non prosciugano affatto la barra, anzi, considerando la quantità di sfere rosse che ci lasceranno i nemici si potranno anche effettuare diversi super attacchi di seguito. Peccato solo che il gioco si completi in una decina di ore, e pure senza troppi patemi. Ma nella botte piccola sta il vino buono. Difficilmente si proverà una sensazione di ripetitività, data l’originalità dei luoghi in cui ci troveremo a dover tirare fuori le unghie, e gli scenari in cui combatteremo saranno davvero di grande impatto (grazie anche al buonissimo Unreal Engine 3 che ancora oggi, a distanza di anni dalla sua creazione, si dimostra più che mai solido e adatto), sebbene sia proprio la rappresentazione del protagonista ad essere estremamente convincente. Proverete davvero un’animalesca sensazione di onnipotenza, quando vi abituerete a lacerare le carni nemiche. Ed è proprio questo l’importante, il fatto che il divertimento non mancherà mai. Il concetto non è nuovo, ma la tecnica è notevole, e non ci stancherà facilmente di squarciare i nostri nemici, e questo non varrà solo per gli appassionati del fumetto o del film, ma per tutti gli appassionati di titoli d’azione senza pensieri!
Stefano "Tiranytar" Torriani
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