Con queste parole tratte dal romanzo di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, si potrebbe riassumere quella che è l’esperienza offerta da Batman Arkham Asylum. Da una parte abbiamo infatti Batman, la nostra Alice, mentre dall’altra c’è Joker, il gatto. Lo scenario è il paese delle meraviglie: il manicomio di Arkham. Il cavaliere oscuro viene quindi invitato dal suo arcinemico ad “andare fra i matti”. Ancora una volta è necessario fermare la follia del clown per riportare il kosmos, l’ordine, a discapito del kaos, ciò che brucia. La missione è ardua: è importante non cadere nella pazzia perché in fondo anche la spasmodica e catartica ricerca di giustizia può diventare, se portata all’eccesso, un’ossessione schiavizzante. Quest’ultimo aspetto è sempre stato uno dei punti di forza del personaggio ideato da Bob Kane: il fatto che Batman rappresenti il baluardo di integrità e di equilibrio mentale a cui il lettore può aggrapparsi per proteggersi da tutte le deviazioni della psiche umana impersonate dagli antagonisti del nostro eroe. In Batman Arkham Asylum è stato fatto un ottimo lavoro perché è proprio questa la sensazione che si prova giocando nei panni del protagonista.
La trama del gioco ricorda più volte quella della graphic novel intitolata appunto Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo, pubblicata in Italia nel 1991, nella quale il Joker prende il controllo del manicomio liberando i suoi “ospiti” tra cui alcuni storici supervillains. Toccherà ovviamente a Batman porre fine a tutto ciò addentrandosi nei meandri della prigione psichiatrica alla ricerca del suo acerrimo rivale. Nel videogioco inoltre si aggiunge il compito di sventare la minaccia legata al Titan, un componente chimico elaborato ad Arkham simile alla sostanza dopante di Bane, di cui il Joker vuole impossessarsi per ottenerne la formula e creare così il suo esercito di soldati dalla forza disumana. Una differenza invece tra la graphic novel ed il lavoro dei Rocksteady Studios risiede nell’approccio mentale del protagonista nei confronti di ciò che affronta man mano che l’avventura prosegue. Nel fumetto infatti gli autori hanno cercato di suscitare dubbi sul buon senso di Batman, un uomo che non ha mai superato un durissimo dramma infantile e che ha bisogno di mascherarsi da pipistrello per esorcizzare i propri demoni. Al contrario, nella sceneggiatura di Paul Dini, salvo quando vittima del gas allucinogeno dello Spauracchio, il cavaliere oscuro è un individuo sicuro e molto forte psicologicamente che entra indomito nel fiume della pazzia per poi uscirne vittorioso come se niente fosse, atteggiamento più rispettoso della tradizione cartacea più vecchia di questo personaggio.
Il gameplay del gioco è stato ottimamente calibrato alternando fasi da picchiaduro ad altre stealth e soprattutto esplorative. In aiuto interviene anche l’equipaggiamento classico di Batman che va ad influire attivamente sulle fasi appena citate ampliando sia il sistema di combattimento che i diversi metodi con cui perlustrare gli ambienti di gioco. Per quanto concerne la lotta si nota con piacere che gli scontri non sono stati ridotti, come spesso succede nei titoli action, alla frenetica pressione del tasto di attacco ma che al contrario si basano sul tempismo di attacchi, contrattacchi e schivate la cui successione, se realizzata senza pause, porterà alla concatenazione di combo sempre più potenti e spettacolari. L’ottima variazione delle battaglie aumenterà inoltre quando inizieremo a batterci contro avversari armati di bastoni o armi da fuoco, i quali richiederanno di essere disarmati o storditi prima di essere affrontati. Il medesimo ventaglio di possibilità è rintracciabile anche nel comparto mosse della fase stealth dove sarà possibile aggredire i nemici in vari modi sfruttando i gadget a disposizione: K.O. silenziosi alle spalle o dall’alto, esplosioni o agguati a sorpresa, stordimenti a distanza, ecc. Il coinvolgimento è davvero assicurato: mai prima d’ora un gioco dedicato a Batman è riuscito a creare un’immedesimazione tale nel personaggio. E’ davvero un sogno che si realizza per ogni fan dell’eroe mascherato (me compreso). Ma non finisce qui dato che pure la fase esplorativa sa regalare le sue soddisfazioni. In ogni momento potremo infatti entrare nella “modalità detective” per mezzo della quale, attraverso il visore a raggi X, saremo in grado di sondare l’ambiente circostante scoprendo utili indizi, passaggi nascosti (appigli, grate, pareti fragili, ecc) o per verificare la presenza di nemici nelle vicinanze così da pianificare meglio il da farsi. L’esplorazione sarà inoltre incentivata da tutti gli oggetti e indovinelli segreti sparsi qua e là il cui recupero, nel caso dei primi, e risoluzione, nel caso dei secondi, contribuiranno al riempimento di una barra circolare in alto a sinistra dello schermo. Quando ciò avverrà, sarà reso sbloccabile uno degli extra disponibili nella sezione del menù di pausa consistenti in nuove combo o armamenti aggiuntivi. In conclusione, non si può che essere soddisfatti dell’articolazione del gameplay davvero appagante e completo in ogni sua sfumatura. Il tradizionale pelo nell’uovo semmai risiede nella difficoltà che inizia ad essere seria solo al livello più arduo. L’avventura in sé non dura poco, si colloca infatti nella fascia media dei giochi d’azione, ma considerando che il tutto è abbastanza lineare, si arriverà rapidamente alla fine. Esiste per fortuna anche la modalità sfida nella quale ci verranno messi a disposizione alcuni stage da rigiocare seguendo determinati obiettivi e confrontare online i punteggi ottenuti con quelli degli altri utenti sparsi per il mondo. La versione Ps3 può inoltre vantare la stessa modalità scaricabile dalla rete ma stavolta affrontabile con il Joker. Ritornando alla longevità, è giusto anche rettificare che Batman Arkham Asylum è un titolo che è stato realizzato in sordina, senza grandi proclami, ed il fatto di essere terminabile piuttosto rapidamente potrebbe essere una precisa volontà tesa ad ingraziarsi il pubblico più giovane e affascinabile dalla licenza in questione. Alla fine ha avuto comunque ragione Eidos visto che, a distanza di neanche un mese sul mercato, il gioco ha raggiunto quota due milioni e mezzo di copie rendendo praticamente certa la possibilità di un sequel.
Graficamente, come proclamato dai crediti precedenti la schermata iniziale, i programmatori si son serviti dell’Unreal Engine 3. Notevole è stata la cura riposta nei singoli dettagli dei livelli e nella scelta cromatica che si mantiene coerente senza mai cadere in eccessi improvvisi anche nel caso delle tinte più accese o più scure. Le ambientazioni, invece, visto che l’avventura si svolge quasi interamente al chiuso, avrebbero giovato di una maggior differenziazione. Lo stesso vale per i nemici minori che dopo poco tempo inizieranno ad essere ripetitivi. Ottime sono le animazioni, soprattutto quelle di Batman, le quali, una volta presa confidenza con i comandi, smetteranno di apparire legnose per diventare fluide e molto coreografiche. La chicca è rappresentata dai segni del tempo che subirà il protagonista man mano che la storia avanzerà con tanto di strappi nel mantello e barba incolta: alla fine il nostro eroe è umano come tutti. Sul fronte sonoro ritroviamo quasi per intero la stessa squadra di doppiatori della serie animata andata più volte in onda da noi sulle reti Mediaset. Molto convincente è la prova di Marco Balzarotti/Batman che riesce a vivacizzare una controparte virtuale alle volte non sempre altrettanto espressiva. Complimenti anche a Riccardo Peroni, ancora una volta nelle vesti del Joker, così come a tutti gli altri attori fin troppo in gamba rispetto alla mimica dei rispettivi personaggi digitalizzati. Nel caso di Joker, però, non vi aspettate quello della seconda pellicola cinematografica diretta da Christopher Nolan, personaggio ben più articolato e adulto di quello della tv. Infine non rimane che menzionare la colonna sonora, la quale, col suo campionario di melodie sinfoniche, si sposa perfettamente con lo stile gotico che pervade l’avventura.
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