Come anticipato, il gameplay di God of War II ripresenta di pari passo le stesse meccaniche del primo capitolo, dinamiche riassumibili in un mix tra i combattimenti del Devil May Cry di Capcom e gli enigmi del Prince of Persia di Ubisoft. Le armi principali saranno ancora le lame del Kaos, caratterizzate dalla loro doppia natura che ci permetterà di servircene sia come spade sia come fruste, così da concatenare sanguinolente e spettacolari combo. Non mancano ovviamente “mezzi di offesa” alternativi alle lame così come non si lesina certo in magie. Armi e incantesimi, poi, saranno gradualmente potenziabili per mezzo dell’energia rossa, accumulata in seguito all’uccisione dei nemici che affronteremo lungo il corso del gioco.
Inalterate sono anche le fasi puzzle, accostabili pienamente al classicismo di Tomb Raider (salta, sposta, sblocca, ecc.), se non fosse per una piccola aggiunta, ovviamente ben accetta, consistente nell’introduzione delle ali di Icaro, le quali ci permetteranno di affrontare in volo determinate sezioni. Stessa sorte è stata riservata a determinati combattimenti, dove saremo in sella al mitico cavallo alato Pegaso, in una sorta di remake alla leggera del Panzer Dragoon della Sega, gioco nel quale potevamo librarci nell’aere con il nostro drago senza deciderne attivamente la direzione. Ritroviamo infine il solito bestiario mitologico da affrontare (minotauri, gorgoni, non morti, ecc), i boss aumentati di numero, e i cosiddetti Quick Time Event, in altre parole dei veri e proprio minigiochi “mordi e fuggi” in cui, premendo con tempismo il tasto o la combinazione apparsi sullo schermo, assisteremo a scenette nelle quali uccideremo i nostri avversari in maniera particolarmente spietata e cruenta. Al di là di questo, della comprovata ottima risposta dei comandi e delle modalità di contorno all’avventura principale, non ci sono effettive novità. Il divertimento è sicuramente garantito, trattandosi di un gioco scorrevole e appagante, ma oggettivamente si avverte, per coloro che hanno terminato il primo capitolo, un senso di déjà vu fin troppo consistente. Senza contare che, per quanto mi riguarda, ho trovato la scelta dei nemici molto meno azzeccata rispetto a God of War. Nel seguito, infatti, sono state tirate in ballo con troppa leggerezza delle icone molto importanti della mitologia greca che avrebbero potuto essere valorizzate maggiormente sotto il profilo narrativo e ludico. Parlo di eroi come Teseo e Perseo, ma anche di una creatura come Cerbero, apparsi rapidamente in scena ed eliminati con altrettanta velocità.
Graficamente, gli sviluppatori hanno spremuto il monolite nero al massimo, rendendo God of War II uno dei canti del cigno “visivi” della console Sony. I rallentamenti sono rarissimi ed in più, nonostante la presenza di autentiche gigantografie scenografiche, non si registra alcun tipo di caricamento. I personaggi sono d’altro canto curatissimi, sia nei dettagli sia nelle animazioni, tanto che non sfigurerebbero per niente sulle piattaforme di ultima generazione (infatti GOW II supporta pure l’alta definizione). Bellissimi anche gli effetti di luce, tra i quali posso citare, come esempio di raffinatezza, la chicca dei raggi di sole al cui interno è percepibile il pulviscolo presente nell’aria.
Il comparto sonoro, infine, non è da meno, presentando musiche epiche e calzanti al punto giusto ed un doppiaggio italiano tutto sommato piacevole, nonostante si ripresenti il diffusissimo difetto che si viene a creare quando il volume dell’audio campionato non è ben mixato col parlato, finendo così per sovrastarlo.