Ambientato un anno dopo le vicende del primo capitolo, Yakuza 2 ci vedrà ancora una volta vestire i panni del possente Kazuma Kiryu, il quale, per l’occasione, dovrà addirittura vedersela con un intrigo su scala nazionale che vedrà coinvolte sia la potentissima mafia di Osaka che una misteriosa organizzazione segreta di origine coreana. Diciamo subito che, rispetto al suo predecessore, questa nuovo episodio offre, purtroppo, ben pochi spunti d'innovazione. Il sistema di combattimento, infatti, ripropone praticamente inalterate le semplici meccaniche del suo predecessore, limitandosi ad ampliare il numero di armi e mosse messe a disposizione del giocatore. Stessa cosa dicasi per la parte esplorativa, dove, a fronte dell'incremento di location visitabili, non corrisponde un altrettanto significativo miglioramento del gameplay. Ancora una volta, quindi, ci verrà chiesto di raggiungere un particolare
Se dal punto di vista strutturale tutte le problematiche del primo capitolo si ripresentano praticamente inalterate, anche dal punto di vista squisitamente tecnico le cose non sembrano andare poi tanto meglio. Yakuza 2, infatti, non solo utilizza lo stesso “engine” del suo predecessore, ma ricicla spudoratamente persino le stesse identiche location, limitandosi ad aggiungerne un paio di minore estensione relative alla città di Osaka. Anche tutti gli aspetti positivi, come la fedele riproduzione dell’underground nipponico e l’ottima resa dei volti con relative espressioni, sono naturalmente ancora presenti, anche se, come era logico aspettarsi, non riescono più a lasciare il segno come nel precedente episodio. Discorso a parte merita invece il comparto audio. Abbandonata l’assai dispendiosa opera di doppiaggio, Yakuza 2 ci viene proposto totalmente in lingua originale, con il solo ausilio dei sottotitoli in inglese. Tutto ciò, sebbene possa rivelarsi un ostacolo aggiuntivo per una buona
Tutto da rifare, insomma? Non proprio. Infatti, pur non essendoci alcun dubbio che Yakuza 2 non sia altro che una versione ampliata e neanche troppo corretta del suo predecessore, che rinuncia quasi a priori a qualsivoglia spinta innovatrice, esattamente per lo stesso motivo tutte le limitazioni riguardanti il gameplay e la realizzazione tecnica non riescono a rovinare un prodotto che si pone come un vero e proprio romanzo interattivo. Avvalendosi ancora una volta dell’ottima penna dello scrittore Seishu Hase, le nuove vicende di Kazuma e compagni si rivelano più avvincenti ed affascinanti che mai. Nonostante alcuni sporadici frangenti volutamente esagerati, ogni singolo ingranaggio della storia svolge egregiamente la propria funzione, senza mai risultare superfluo o fuori luogo, guidando il giocatore per mano verso uno dei finali più belli e drammatici della recente storia videoludica.
Emiliano "MasterGen" Valori