All’uscita di un nuovo King of Fighters ogni appassionato della serie sa già esattamente cosa aspettarsi: delle sfide di team personalizzabili composti di tre elementi ciascuno, un gameplay con qualche marginale innovazione ma sempre fedele a se stesso, e un comparto tecnico che si mantiene più o meno inalterato da quasi quindici anni. Nonostante questo schema abbia consentito al franchise di mantenersi in vita per tutto questo tempo, rivelandosi perciò vincente, in molti si aspettavano da questo undicesimo capitolo una svolta in grado di rinnovare una seria oramai vistosamente a corto di fiato. Non volendo introdurre novità troppo radicali, rischiando così di generare disappunto in quel nocciolo duro di fan a cui deve la propria sopravvivenza, il titolo in questione prova ad imboccare la via del rinnovamento tecnico-stilistico; e lo fa denotando un cura maggiore sia nella qualità che nella quantità dei contenuti proposti. Dal punto di vista grafico questo è il secondo episodio ad essere sviluppato su scheda Atomiswave, dopo il primo e abbastanza deludente Kof Neowave. La maggior familiarità dei programmatori con l’hardware in questione traspare soprattutto nei fondali, molto ispirati e realizzati interamente in alta risoluzione. Ancora troppo “pixellosi” appaiono invece i numerosi personaggi, anche dopo la completa opera di restyling di cui sono stati fatti oggetto. Stessa cosa dicasi per le animazioni, leggermente migliorate ma ancora troppo legnose rispetto agli standard odierni. Da questo punto di vista nonostante il deciso passo in avanti fatto rispetto ai suoi predecessori (non è che ci volesse poi molto…) KofXI rimane ugualmente un gioco appena al di sopra della sufficienza, soprattutto se paragonato ad altri titoli sviluppati sulla stessa scheda come Guilty Gear e Hokuto no Ken (link).

Sotto l’aspetto del gameplay il gioco appare come la logica evoluzione di quanto già visto in Kof2003, del quale riprende sia il concetto di Team Leader (l’unico del gruppo a possedere la super di secondo livello), che la possibilità di “switchare” i personaggi fra loro a combattimento iniziato. L’unica novità degna di nota risiede nell’introduzione di un’apposita barra/contatore che ci consentirà di effettuare dei cambi ultra-veloci. Utilizzando tale sistema sarà possibile continuare con il nuovo lottatore una combo iniziata dal precedente, oppure interromperne una che stavamo miseramente subendo.
Oltre alla modalità arcade appena citata questa versione per Ps2 include anche: Un “Team Battle mode”, dietro il quale si cela il classico tre contro tre senza possibilità di cambi, un “Single Battle mode”, in cui controlleremo un unico personaggio, un “Challenge mode” composto da una serie di sfide da portare a termine rispettando differenti condizioni e per finire l’immancabile “Training mode”, tramite il quale potremo affinare le nostre tecniche di combattimento.

L’aspetto che maggiormente impressiona di questo KofXI è sicuramente l’incredibile numero di personaggi messi a disposizione del giocatore, ben quarantasette di cui sei in esclusiva per la PS2. Come se non bastasse molti di questi lottatori risultano essere delle novità assolute all’interno della serie, pur provenendo nella maggior parte dei casi da vecchi e semi-sconosciuti picchiaduro targati SNK, come Kizuna Encounter e Buriki One.
Rimane purtroppo confermata la pessima IA della cpu, che offrirà una sfida praticamente risibile durante tutti gli scontri, per poi schizzare ad un livello quasi impossibile in occasione del boss finale; il quale utilizzerà il suo vasto arsenale di mosse esageratamente devastanti per farvi perdere sia la partita che la pazienza in un colpo solo.

Concludendo possiamo dire che KofXI, pur essendo ancora segnato da grosse limitazioni, riesce comunque a soddisfare le aspettative dei numerosi fan della serie, segnando piccoli ma significativi passi in avanti sia a livello tecnico che di gameplay. Grazie al gargantuesco numero di personaggi e al profondo sistema di combattimento tutti gli appassionati avranno di che ingannare il tempo in attesa del già annunciato dodicesimo capitolo. Al tempo stesso quello che sotto molti aspetti risulta il miglior episodio pubblicato fin dai tempi dell’edizione “98”, appare ancora troppo simile ai suoi predecessori per poter essere consigliato a tutti senza riserve. A tutto questo va ad aggiungersi il pessimo bilanciamento della modalità single player, che rende praticamente obbligatoria la presenza di un avversario in carne ed ossa per poterne apprezzare appieno le potenzialità.