Non so quanti di voi si ricorderanno del mitico Pro Wrestilng per NES. Ebbene, la lunghissima serie Fire Pro muove i suoi primi passi proprio in quegli stessi anni (l'originale versione per PC Engine risale infatti all’89), prendendo il gioco della Nintendo come punto di partenza e andandone però ad ampliare le possibilità d’interazione quasi a dismisura. Tale tendenza si è andata poi consolidando col passare degli anni e delle versioni, finendo col diventare quella che è con ogni probabilità la più completa simulazione di lotta professionistica mai realizzata.
Se da un lato abbiamo quindi un gameplay fedele ad alcuni capisaldi ma pur sempre in continua evoluzione, la stessa cosa non può essere detta del comparto tecnico, rimasto ancorato ad una bidimensionalità dal forte gusto retrò. I personaggi
I veri punti di forza di FPWR sono comunque ben altri, e risiedono principalmente in una giocabilità in grado di coinvolgere il giocatore in un vortice di dipendenza da cui risulta veramente difficile uscire. Quando si pensa ad un gioco di wrestling vecchio stampo si rimane spesso inorriditi al ricordo delle estenuanti maratone a suon di button-smashing necessarie per poter effettuare le diverse proiezioni. La qual cosa, oltre ad essere deleteria sia per il controller che per le povere mani del giocatore,
Anche sul fronte delle modalità di gioco e dei differenti ring sui quali combattere FPWR non fa certamente economia, mettendoci nelle condizioni di ricreare qualsiasi tipo lotta sia mai apparsa sugli schermi televisivi: come il K-1, la gabbia, la mitica
In mezzo a tanto ben di Dio l’unica cosa di cui si sente veramente la mancanza è un tutorial in grado di guidare il giocatore nei suoi primissimi passi sul ring. Riuscire a capire da soli come effettuare tutte le mosse, nonché la loro esatta tempistica, può rivelarsi veramente irritante. Problema questo aggravato dal piccolo libretto allegato al gioco che, come già si accennava in precedenza, oltre a non essere di grandissimo aiuto risulta a volte addirittura fuorviante. Per ovviare almeno in parte a tale inconveniente si possono comunque allestire delle finte partite a due giocatori, in cui sperimentare in tutta tranquillità approfittando dell’inerme avversario; cosa che però non risulta altrettanto utile per capire come muoversi all’interno dei complessi editor e dei menù.
Nonostante la scarsa immediatezza FPWR si rivela comunque un titolo assai divertente e dall’elevato spessore strategico; che si distingue sia per l’elevata giocabilità che per le immense possibilità di personalizzazione. L’anacronistica scelta estetica, anziché rappresentare un handicap, finisce per relegare il titolo in una dimensione fuori dal tempo; mettendolo così nelle condizioni di divertire a prescindere dalle potenzialità della macchina su cui gira o dall’ultimo trend in fatto di grafica. In tal senso possiamo dire che FPWR nasce con tutte le caratteristiche del grande retrogame già inscritte nel suo DNA. Un sentito grazie quindi alla “505 Games” per aver distribuito sul territorio europeo un simile gioiellino che, come troppo spesso accade, rischiava di rimanere ad esclusivo appannaggio dei fortunati giocatori del sol levante.
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