Tralasciando tradizionalismi, che spesso fanno più male che altro, e shock derivanti dal fatto che l'epicità classica della serie è andata in parte perduta e lo schema canonico è cambiato in maniera non radicale ma pesante, Final Fantasy X-2 è un Final Fantasy.
E lo è in tutto, seppur in maniera differente.
Tecnicamente utilizza il motore grafico del predecessore, anche se alcune pecche sono più che palesi; se nel 2001, l'estetica poligonale era valorizzata al meglio e sbalordiva i più, due anni dopo (X-2 risale al 2003) il complesso risulta affaticato e opaco, nonostante ancor oggi è un lavoro di tutto rispetto ed è superato solamente dai giochi della SquareEnix stessa e della Sony.
Eventuali pop-up, impensabili in un jRPG, fanno capolino nelle aree maggiormente estese, mentre alcune animazioni sono a dir poco scattose. Ma nonostante questo, l'effetto visivo c'è, ed è innegabilmente piacevole; la palette di colori utilizzata rispecchia i toni scanzonati del gioco, mentre i modelli poligonali risultano ridefiniti rispetto Final Fantasy X.
Un merito va al design delle ambientazioni, evocative e splendide come non mai; queste appaiono più vive che in precedenza, anche se totalmente non interattive. Poco importa però: l'immersione nel mondo di Spira avviene, anche in virtù della curiosità verso l'evoluzione subita dalle città e dagli ambienti in seguito la sconfitta di Sin.
A livello musicale si può obiettare la scelta di utilizzare brani j-pop per la colonna sonora; i temi principali (1000 Words e Real Emotion), infatti, sono cantati da Koda Kumi, abile idol giapponese e sono canzoni di pura commercialità. A livello opposto, però, la soundtrack musicale (affidata a Mitsuda e non a Uematsu), è composta da brani ben orchestrati e adatti ad ogni ambientazioni o avvenimenti ai quali si accollano. Si va da sound orientaleggianti (il theme di LeBlank) a riff decisamente più estrosi ed elettronici (nel deserto di Bikanel) alle tipiche melodie di antica memoria (a Bevelle o a Besaid).
Da questo punto di vista, quindi, il lato tecnico, Final Fantasy X-2 si presenta in maniera egregia e di sicuro non scontenta chi riesce ad andar oltre la diciture di 'sequel'. I filmati in computer grafica completano il compitino, risultando a dir poco emozionanti, anche se presenti in minor quantità rispetto il passato.
Ma è nel contenuto che il gioco SquareEnix riesce a dare il meglio.
La sceneggiatura, dai più criticata, è invece scritta e diretta in maniera a dir poco magistrale.
Fanservice o meno per gli appassionati delle vicende di Tidus o Yuna, poco importa; aldilà delle ovvie obiezioni sul look delle protagoniste, succinte nei loro vestitini da maitresse del sesso, lo spessore caratteriale donato ai personaggi è fuori discussione.
Non solo le tre eroine sono delineate in ogni atteggiamento e parola con grande attenzione ai risvolti provocati, ma anche i personaggi secondari riescono ad uscire dal piattume generale che spesso si crea in un gioco di ruolo, essendo interlacciati fra di loro da vicende appassionanti che sì danno l'idea di un Beautiful à la giapponese ma divertono e creano affezione.
Se in Final Fantasy X la storia ruotava attorno al pellegrinaggio dei protagonisti e poco spazio era lasciato ai comprimari, in X-2 gli sviluppatori hanno voluto creare un gioco corale, dalla trama che viaggia su un treno dalle molteplici fermate intermedie.
La caratterizzazione appare il più delle volte voluta dall'immaginazione del giocatore, ma ogni sottotrama dona all'insieme una sfaccettatura ulteriore ad una storia che proprio originale non è.. Anche se le tematiche affrontate (il rapporto tra due persone nel tempo, l'amicizia) sono meritevoli di essere affrontate e non sono pretenziose tanto da essere trattate in maniera approssimativa.
Sul versante prettamente ludico, tutto è al suo posto.. Anzi no.
Così pare nella totalità, ma le differenze rispetto il Final Fantasy classico sono piuttosto evidenti.
Dalla possibilità di saltare ed arrampicarsi (non dappertutto, però) con la protagonista, allo schema di gioco diviso in missioni, affrontabili liberamente o seguendo pedissequamente la storia, raccolte in 5 capitoli.
Attraverso i crismi del genere (esperienza da accumulare e livelli, oggetti curativi e magie elementali, turni e statistiche d'attacco/difesa/velocità), il battle system muta e si evolve rispetto a quello già ottimo presente in Final Fantasy X: i personaggi da utilizzare sono solo 3 (Yuna, Rikku e Paine), poca varietà sopperita dalle abilità di queste ragazze, camuffate ora da berseker ora da ammaestratrice di animali ora da pistolera.
Tutto, o quasi, infatti, si basa sulle looksfere, che permettono grazie a rapidi cambi di vestito durante le battaglie, di utilizzare le specifiche mosse ad esse abbinate (il vestito da mago nero avrà le solite magie del fuoco, del tuono e del ghiaccio, mentre quello da guerriero sfrutterà la forza bruta abbinata ad una generale lentezza di movimenti) e di usufruire di abilità e statistiche diverse; ogni looksfera ha i suoi pro e i suoi contro e per questo è bene abbinarle in maniera equilibrata all'interno del team.
Team che agisce secondo turni farlocchi, visto che l'ordine di attacco è in mano alla casistica e alle peculiarità dell'attacco scelto (il caricamento avviene in modo del tutto simile a quello delle Guardian Forces di Final Fantasy VIII).
Nella globalità, l'azione di gioco è molto più frenetica e vivace dei canoni della serie, questo anche perché il posizionamento di nemici e membri del team non è schematico su file ma "libero" (anche se non si hanno possibilità di muovere alcunchè con la croce direzionale o l'analogico), il che influisce anche sulla possibilità di effettuare determinati attacchi.
Un briciolo di strategia che non dispiace, assolutamente.
Marco M.